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COLLOCAMENTO GARANZIA ASSUNZIONE AFERMOSERVIZIO OFFERTO

Distribuzione e promuovere e curare garanzia (accollo garanzia (acquistola vendita) dell'invenduto) prima delladistribuzione

RUOLI DEGLI INTERMEDIARI

  • Banca capofila
  • Banche manager (managing group)
  • Banche collocatrici (selling group)
  • Banche sottoscrittrici (underwriting group)
  • Banche collocatrici

COMPONENTI DEL COMPENSO

  • Management fee (banche capofila e manager)
  • Underwriting fee
  • Selling concession

LIQUIDAZIONE COMPENSO

Alla conclusione del collocamento

Pricing

Definizione del prezzo di offerta dei titoli agli

investitori;
  • I collocamenti azionari sono più rischiosi e comportano più problemi rispetto a quelli obbligazionari;
  • Il pricing dell'azione nelle IPO è calcolato mediante la tecnica del book-building. Alla fissazione del prezzo segue il periodo dell'offerta pubblica di sottoscrizione e/o di vendita dei titoli.
3. Fase post collocamento - al termine dell'emissione, il sindacato trasferisce all'emittente le risorse raccolte presso gli investitori. Nei mesi successivi, le banche, che ridicono il collocamento, favoriscono la stabilizzazione dei corsi (prezzo dei titoli sul mercato). Per stabilizzare il prezzo dei titoli, l'intermediario può (se il prezzo scende) acquistare altri titoli e far salire il prezzo. La negoziabilità del titolo viene assicurata tramite:
  • contrattazione sul mercato OTC;
  • quotazioni sul mercato regolamentato.
Per tutta la vita dei titoli l'emittente si avvale di

una o più banche agenti (paying agent) cheprovvedono al servizio del debito.

Cap. 7: L’ACCORDO DI BASILEA SULL’ADEGUATEZZA PATRIMONIALE

Il Comitato di Basilea, istituito nel 1974, è l’organismo attraverso il quale le autorità di vigilanza bancariadei paesi del gruppo dei 10 concordano principi comuni per l’esercizio della funzione di controllo sullebanche.

Il nuovo Accordo su Capitale (Basilea 2) rappresenta l’evoluzione della normativa promulgata nel 1988(Basilea 1) concernente l’adeguatezza patrimoniale delle banche (le banche devono accantonarepatrimonio in misura adeguata rispetto ai rischi assunti).

L’ACCORDO DI BASILEA 1

Basilea 1 (1988) prevede il rispetto di requisiti minimi di capitale per la copertura di rischi di credito e rischidi mercato sostenuti dalla banca.

Per i requisiti minimi si intende il capitale minimo che la banca deve detenere percoprire i vari rischi:

  • Per rischi di credito si intende il rischio di

Insolvenza della controparte, vale a dire il rischio che la controparte non restituisca le somme prese a prestito;

  • Per rischi di mercato si intendono le variazioni delle condizioni di mercato che possono incidere sulle attività e sulle passività delle banche;

Per fare questo, Basilea 1 prevede che le banche determinino il coefficiente di solvibilità, ovvero un coefficiente patrimoniale che rientra nell'ambito della vigilanza prudenziale. Esso è dato da: 71

Tuttavia, Basilea 1 presenta una serie di limiti:

  1. Standardizzazione dei coefficienti di rischio:
    • Poche classi di rischio;
    • Omogeneità del rischio.
  2. Mancata considerazione:
    • Della durata dei rischi (scadenza);
    • Della diversificazione dei rischi;
    • Di tecniche di mitigazione del rischio (garanzie che assistono un prestito);
    • Di rischi operativi.

L'accordo di Basilea 2 nasce dalla necessità di superare questi limiti e è stato creato nel 2004.

Il testo formattato con i tag HTML è il seguente:

Esso poggia su tre pilastri essenziali:

  1. pilastro 1 - prevede il mantenimento di requisiti patrimoniali minimi a fronte dei rischi di credito, mercato e operativi. Tale pilastro riprende il coefficiente di solvibilità ed introduce nuovi metodi di misurazione del rischio di credito, basati sul rating. Il rating è un giudizio alfanumerico sul merito creditizio della controparte. Esso va a classificare il prenditore in più classi rispetto a Basilea 1, e può essere determinato attraverso:

    • sistema standard, in cui i rating utilizzati sono quelli forniti dalle agenzie di rating;
    • sistemi interni (IRB), in cui spetta all'autorità di vigilanza valutare e certificare tali sistemi, utilizzando opportuni standard quali-quantitativi. Questi si suddividono in:
      • sistemi IRB base, nei quali le banche stimano la probabilità di insolvenza associata alle singole posizioni, mentre gli altri parametri che sono forniti dalle autorità;

IRB avanzati, nei quali le banche stimano tutti i parametri. Esso inoltre introduce il rischio operativo e mantiene inalterati i rischi di mercato. Il rischio operativo è il rischio di perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni.

In questo senso, il coefficiente di solvibilità sarà dato da: 72IV.

Pilastro 2 - riguarda il cosiddetto processo di controllo prudenziale che si basa su 4 principi chiave:

  • le banche devono disporre di adeguate procedure interne al fine di valutare il corretto grado di patrimonializzazione in rapporto al loro profilo di rischio;
  • le autorità di vigilanza devono verificare periodicamente l'adeguatezza patrimoniale delle banche in rapporto al loro profilo di rischio, e la capacità delle stesse banche di valutare correttamente il loro fabbisogno di capitale;
  • le autorità di vigilanza devono essere in grado di imporre un livello di

Capitalizzazione superiore a quello minimo;

Le autorità di vigilanza devono intervenire preventivamente al fine di evitare che il patrimonio di una banca scenda al di sotto del livello minimo consentito.

V. pilastro 3 - si basa sulla disciplina di mercato e prevede che le banche forniscano specifici flussi informativi al mercato, relativi ai rischi assunti, al loro monitoraggio e alle risorse patrimoniali allocate. Lo scopo è quello di integrare i requisiti minimi di capitale ed il processo di controllo prudenziale, incoraggiando la disciplina di mercato.

Trasparenza informativa - obblighi di trasparenza circa le procedure di valutazione del rischio adottate ed il corrispondente livello di capitalizzazione (core disclosures, supplementary disclosures).

Le banche che adotteranno l'IRB approach saranno soggette a requisiti di disclosure più severi. È sostanzialmente un trade-off tra costo dell'informazione ed effetti sulla

riferisce al fatto che le regole di vigilanza possono amplificare i cicli economici, cioè possono rendere più accentuati i periodi di crescita e di recessione. Basilea 3 introduce misure per mitigare questo effetto, ad esempio attraverso l'introduzione di buffer di capitale controbilanciati in base alle condizioni economiche.3. L'introduzione di nuovi requisiti di liquidità. Basilea 3 richiede alle banche di mantenere un adeguato livello di liquidità per far fronte a situazioni di stress finanziario. Questo viene misurato attraverso il Liquidity Coverage Ratio (LCR) e il Net Stable Funding Ratio (NSFR).4. L'implementazione di nuovi strumenti di monitoraggio e valutazione del rischio. Basilea 3 richiede alle banche di adottare modelli più sofisticati per valutare il rischio di credito, il rischio di mercato e il rischio operativo. Questo permette una migliore gestione del rischio e una maggiore resilienza del sistema finanziario.5. L'armonizzazione delle regole di vigilanza a livello internazionale. Basilea 3 mira a creare un quadro normativo comune per le banche a livello globale, in modo da evitare distorsioni della concorrenza tra le diverse giurisdizioni. Questo favorisce una maggiore stabilità finanziaria e una migliore protezione degli investitori.

Intendel'alternanza del ciclo economico tra fasi positive e negative. L'obiettivo delle nuove regole è quello di attenuarle, con la creazione di "cuscinetti" di capitale anticiclici da tenere in aggiunta ai requisiti minimi. Quindi, un capitale aggiuntivo che le banche devono detenere in casi di cicli economici negativi.

Introduzione di limiti nel rapporto di leva (leverage ratio), calcolato su un algoritmo predefinito e alimentato da dati contabili. Tale introduzione contribuirà ad evitare livelli di indebitamento delle banche non compatibili con quelli di sistema. L'indicatore di leverage (capitale attivo/core capital) verrà monitorato rispetto a un livello minimo.

Introduzione di due requisiti regolamentari per la gestione del rischio di liquidità. Il primo è volto a ridurre il rischio di raccolta nel breve periodo, il secondo nel lungo periodo.

La modifica della composizione del patrimonio delle banche (approfondimento)

Il requisito minimo per il Common Equity, la componente di capitale con la maggiore capacità di assorbire le perdite, sarà innalzato dal 2% al 4,5%. 2. Si introduce inoltre un Capital Conservation Buffer – un cuscinetto di capitale – da utilizzare in caso di perdite inattese e pari allo 0,625% del RWA al 1° gennaio 2016 per poi raggiungere il livello del 2,50% al 1° gennaio 2019. 3. Significativo innalzamento del Requisito Patrimoniale Minimo per assicurare che le banche siano in grado di resistere a situazioni di stress come quelle sperimentate durante l’ultima crisi. 73 4. Si prevede poi un Buffer anticiclico di capitale entro un range variabile dallo 0% al 2,50% delle azioni ordinarie, a discrezione delle autorità di vigilanza nazionali. LA COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA Con BASILEA 2 • Patrimonio di base (o TIER 1), pari ad almeno il 50% del Total Capital. Il Tier 1 includeva il capitale azionario versato, le riserve palesi.

strumenti innovativi di capitalizzazione.

  • Patrimonio supplementare (o TIER 2), pari al massimo al 100% del Tier 1. Il Tier 2 comprendeva le riserve da rivalutazione, le riserve occulte, gli accantonamenti generici a fondi rischi su crediti, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e i prestiti subordinati ordinari di durata pari o superiore a 5 anni.
  • Patrimonio di terzo livello (o TIER 3), utile solo a fini della parziale copertura dei rischi di mercato.

Con Basilea 2 la definizione del patrimonio di vigilanza non è stata modificata rispetto a Basilea 1.

Con BASILEA 3

  • Maggiore attenzione riposta nel Common Equity TIER 1 (CET 1), che ora deve essere almeno pari al 4,5% dell'attivo ponderato per il rischio.
  • Innalzamento del requisito minimo di TIER 1, che sale al 6% dell'attivo ponderato per il rischio.
  • Introduzione di un Capital Conservation Buffer, che deve essere costituito da common equity in misura pari al 2,5% dell'attivo.

ponderato per il rischi

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
91 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher _gius_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof Sylos Labini Stefania.