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Costo Ammortizzato

Il valore al quale l'attività o la passività finanziaria è stata valutata al momento della rilevazione iniziale al netto dei rimborsi di capitale, aumentato o diminuito dall'ammortamento cumulato utilizzando il criterio dell'interesse effettivo sulla differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza, dedotta ogni riduzione di valore o per irrecuperabilità.

Consiste nell'adeguare di anno in anno il valore iscritto in bilancio, utilizzando il TIR, il tasso interno di rendimento = interesse effettivo, che tiene conto di una serie di altri costi.

Si tratta di un contratto di finanziamento che viene erogato da una banca ad un cliente, che ha una durata di 5 anni e prevede un tasso di interesse nominale del 7%.

Sono previste altre componenti di costo, tra...

Le quali una commissione annuale di 4€. Il valore nominale del prestito erogato è di 1000€. Effettivamente viene erogato 980€. Abbiamo una commissione attiva una-tantum di 20€. Un'imposta sostitutiva addebitata alla banca di -1€. Dunque il costo effettivo del credito, per la banca, è di 981€. Il tasso di rendimento effettivo originario è di 7,87%. Questo non è un dato che viene presentato all'interno del contratto, ma è un dato che in qualche modo dobbiamo calcolare noi.

La prospettiva è quella della banca. La prima colonna presenta i flussi di cassa: il primo anno la banca avrà un flusso di cassa negativo di 981€ di valore nominale. Negli anni successivi riceve interessi nominali per il 7% di 1000€, ossia 70€ l'anno + 4€ di commissioni = 74€ in entrata. Al 5° anno viene rimborsato il valore nominale, oltre alla quota di interessi, per cui abbiamo 1074€. Una volta

impostata questa 1° colonna, possiamo cacolare il TIR, il tasso interno direndimento o tasso di rendimento effettivo originario; che tiene conto del fatto che oltre agli interessi nominali passivi del 7% ci sono altri costi. E’ quel tasso di interesse che rende uguale il valore attuale di tutti questi flussi di cassa al valore iniziale di erogazione, ossia 981. Questo valore si calcola con EXCEL.

981 = [74\ 1+i] + [74\(1+i)^2] + [74\(1+i)^3]… i = 7,87%

Per il costo ammortizzato ci serve il tasso di rendimento effettivo. Il nostro obiettivo è arrivare alla colonna C, che riporta il valore di iscrizione in bilancio al costo ammortizzato. Innanzitutto nella colonna D riportiamo i valori attuali dei flussi di cassa, utilizzando il tasso interno di rendimento che abbiamo appena calcolato.

  • VA 981 -> 981
  • VA 74€ -> 74\ 1+0,0787 = 68,60
  • VA 74€ -> 74\(1+0,0787)^2 = 63,59
  • Etc.. chiaramente la somma dei flussi di cassa attualizzati deve dare 981.

A questo

punto possiamo calcolare la prima riga della colonna F, ovvero gli interessi effettivi: dobbiamo moltiplicare il valore di iscrizione in bilancio al tempo precedente per il tasso di rendimento effettivo originario. Dunque per il primo anno 981 x 0,0787 = 77,25.

La colonna E è data dalla differenza tra F (interessi effettivi) e D (somma di interessi nominali e commissioni) che per il primo anno è: 77,25 – 74 = 3,25€

Per arrivare al valore di iscrizione in bilancio dobbiamo partire dal valore di iscrizione del periodo precedente (all’inizio sappiamo che è 981) e sommarvi la colonna E, ossia la differenza tra gli interessi effettivi e la somma di interessi nominali e commissioni. Dunque per il primo anno è dato da 981 + 3,25 = 984,25

Il valore di iscrizione in bilancio aumenta fino ad arrivare al valore nominale iniziale.

IMPAIRMENT TEST

Si tratta di un processo che consente di valutare l’integrità del credito, dunque se il credito è

Ancora integro oppure se a causa del deteriorarsi della solvibilità del debitore, possano prospettarsi delle perdite attese che andranno a diminuire i futuri flussi di cassa attesi. Supponiamo di aver concesso un credito ad un impresa che non è in stato di insolvenza, ma ci sono delle condizioni che mi fanno pensare ad una probabile perdita futura; quel credito deve allora essere sottoposto ad impairment test, per capire qual è il valore che deve effettivamente essere iscritto in bilancio.

In cosa consiste? Ad ogni data di rilevazione (alla fine dell'esercizio o se necessario anche infrannuale), la banca:

  • Valuta la condizione del rischio del credito in portafoglio
  • Confronta la perdita precedentemente rilevata con la nuova stima di perdita attesa.

Dunque si fa una stima della nuova perdita attesa e se ci sono delle differenze con quella precedentemente stimata, queste devono essere incorporate all'interno della valutazione di questo credito.

all'interno del bilancio. Sostanzialmente si tratta di una svalutazione del credito poiché la perdita attesa è maggiore rispetto a quella che avevo precedentemente stimato. I tre stadi dell'IFRS 9 L'IFRS 9 descrive 3 diversi stadi che potrebbero attraversare le attività finanziarie, ciascuno stadio fa riferimento a specifiche condizioni di deterioramento del credito. 1° stadio -> attività finanziarie per le quali non è stato rilevato un significativo aumento del rischio di credito. Dunque non è necessario modificare l'iscrizione di quell'attività finanziaria all'interno del bilancio (expected loss relativa ad un anno). 2° stadio -> attività finanziarie per le quali è stato rilevato un significativo aumento del rischio di credito; mentre all'interno del primo stadio, ai fini dell'iscrizione in bilancio, bisognava considerare solo le "perdite attese relative ad un anno".
  1. un anno”, in questo caso si fa riferimento alle “perdite attese per tutta la durata del credito” (life time expected loss). Dunque il valore del credito in bilancio sarà inferiore rispetto al valore nominale e rispetto a quello che era stato registrato nel 1° stadio.
  2. 3° stato -> attività finanziarie impaired = deteriorate, ovvero che presentano obiettive evidenze di deterioramento. Si tratta di attività che possono essere effettivamente considerate deteriorate. In questo caso le svalutazioni in bilancio saranno ancora più significative perché abbiamo un ulteriore aumento del rischio di credito che mi porta a pensare che ci sia un alta possibilità di mancanza di solvibilità. L'impairment test nasce prima dell'IFRS 9, chiaramente con la previsione di questi tre stadi il procedimento viene affinato.
I criteri di valutazione delle passività finanziarie:
  • Passività finanziarie valutate al

    costo ammortizzato -> debiti vs banche, debiti vs clientela, titoli in circolazione

    Passività finanziarie di negoziazione -> derivati detenuti per finalità diverse da quelle di copertura che presentano valori negativi

    Passività finanziarie designate al fair value -> esercizio della fair value option per alcune categorie di passività

    CONTO ECONOMICO

    10-20 -> Se una banca ha interessi attivi molto alti

    10. Interessi attivi e proventi assimilati, di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse probabilmente è una banca commerciale: raccoglie risparmio effettivo ed eroga credito, ottenendo una remunerazione sotto forma

    20. Interessi passivi e oneri assimilati di interessi. Potrebbe anche dover pagare interessi attivi ad

    30. Margine di interesse altri intermediari, es. in caso di ottenimento di prestiti.

    40. Commissioni attive

    50. Commissioni passive

    attivi e passivi.

    60. Commissioni nette

    70. Dividendi e proventi simili 40-50 -> dalle commissioni attive emerge la propensione

    80. Risultato netto dell’attività di negoziazione della banca ad erogare servizi diversi dall’intermediazione

    90. Risultato netto dell’attività di copertura creditizia. Es. servizi di investment banking, intermediazione

    100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: mobiliare, prestiti di firma, servizi di negoziazione per conto

    a) attività finaniarie valutate al cost ammortizzato di clienti etc.. che vengono remunerati con le commissioni.

    b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

    c) passività finanziarie caso in cui un cliente richiede la gestione di un ordine che la

    110. Risultato netto delle altre attività e passività banca non sa\non può gestire e allora si rivolge ad un

    • altrofinanziarie valutate al fair value con impatto al conto intermediario.economico 60 -> COMMISSIONI NETTE120.
    • Margine di intermediazione130.
    • Rettifiche\riprese di valore netto per il rischio di 70 -> Dividendi che la banca incassa per le partecipazioni incredito di: altre imprese.
    • a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzatob) attività finanziarie valutate al fair value con impatto 80 -> facciamo riferimento al risultato del portafogliosulla redditività complessiva finanziario della banca, relativo all'attività di negoziazione140.
    • Utili\perdite da modifiche contrattuali senza per proprio conto.cancellazioni. 90 -> Abbiamo visto che nel bilanci della banca ci sono dei150.
    • Risultato netto della gestione finanziaria derivati per copertura, se abbiamo un utile o una perdita160.
    • Spese amministrativea) spese per il personale dovuta alla variazione di valore dello strumento derivato vab) altre spese amministrative registrato in questa voce.170.
    Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri 100 -> Si tratta di utili o perdite che derivano da diverse180. Rettifiche
    riprese di valore nette su attività tipologie di attività. Le voci a & b comprendono solo gli utili o
    materiali perdite effettivamente realizzate.190. Rettifiche
    riprese di valore nette su attività immateriali 110 -> Qui facciamo riferimento al risultato netto con
    200. Altri oneri e proventi di gestione riferimento ad attività e passività finanziarie che sono
    210. Costi operativi valutate al fair value con impatto a CE.220. Utili (perdite) delle partecipazioni
    230. Risultato netto della valutazione al fair value delle 120 -> Perveniamo al MARGINE DI INTERMEDIAZIONE
    avvitià materiali e inmmateriali sommando tutti i margini precedenti (margine di interesse,
    240. Rettificehe di valore dell’avviamento commissioni nette e tutte le voci dalla 70 alla 110). Dunque il
    250. Utili (perdite) da cessione di ivnestim
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
63 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fedeconomy957 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Scannella Enzo.