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BASILEA IV,
- nasce nel 2017, ma entra in vigore nel novembre del 2021. Basilea III aveva dei
punti da migliorare, come la di ormità di implementazione della regolamentazione nei diversi
paesi, infatti c’erano sistemi interni di rilevazione del rischio diversi in ogni paese, quindi c’erano
diverse asimmetrie regolamentati.
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Dunque Basilea IV ha impattato sulle modalità di implementazione dei modelli (CRD e CRR) e
sulle politiche di remunerazione, sulle quali non erano stati posti dei paletti, quindi in Europa si è
reso più proporzionato il bonus variabile che si può avere rispetto alla componente ssa: la
componente ssa non può superare il 100% della componente variabile, se si vuole superare
occorre andare in assemblea. Le politiche di remunerazione vanno rese chiare: a inizio anno si
devono dichiarare i soggetti rilevanti e rispettare i paletti della normativa, e si fa per evitare
politiche commerciali troppo forti. Dunque sono state recepite la CRD V e la CRR II che hanno
impattato politiche di remunerazione e metodologie.
Il contenimento dei rischi,
b) tema non preso in considerazione in Basilea 2, ma dalla
successiva e si pone l’attenzione sul rischio di liquidità e sul frazionamento dei rischi: la banca
non può prestare ad un solo soggetto per più del 10% del PFV, poiché se egli si rende insolvente
la banca potrebbe entrare in crisi;
Le partecipazioni detenibili da parte della banca.
c) Per quanto riguarda le
partecipazioni bancarie e nanziarie la questione è sottoposta a preventiva autorizzazione dalla BI
quando la partecipazione supera il 10% dei fondi propri o comporta il controllo o l’in uenza
notevole; se si tratta invece di partecipazioni non nanziarie, non esiste più il principio di
separatezza: prima l’industria e la banca erano separate e né l’una né l’altra poteva acquistare
partecipazioni nell’altra, questo non si attua più, infatti ora è possibile farlo, ma bisogna adeguarle
al PFV. Infatti per evitare il contagio di una ipotetica crisi e un con itto di interesse (perché ad
esempio le banche se partecipano nell’industria essa sarà più essibile alle erogazioni) le
partecipazioni non possono essere acquisite partecipazioni oltre il margine disponibile per
investimenti in partecipazioni e in immobili. Il margine disponibile è dato dalla di erenza tra fondi
propri e la somma delle partecipazioni detenute e degli immobili quindi più fondi propri ci sono e
più partecipazioni si potranno detenere (ruolo strategico dei fondi propri che diventano un
parametro di riferimento in quando essi sono in niti).
L’organizzazione amministrativa e contabile
d) ed i controlli interni, architettura dei
controlli interni, dove non c’è un unico soggetto che controlla la banca ma è un sistema
organizzato di organi che controlla ciascun ramo della banca. I suoi principi cardine sono:
- Principio di proporzionalità e autonomia organizzativa: coloro che esercitano una funzione di
controllo sono autonomi a livello di controllo e questo talvolta arriva ad eliminare la dipendenza
gerarchica da chi svolge l’attività di business (es. direttore generale), infatti chi ha il controllo
non può dipendere dal direttore generale perché l’organo di controllo è gerarchicamente
autonomo e indipendente: business deve essere controllato e quindi autonomo da chi lo
genera.
- Crescente ruolo degli organi di vertice: quello che viene applicato alle banche viene applicato in
modo professionale a tutti gli altri IF;
- Cultura dei controlli che coinvolge tutta l’organizzazione aziendale: controlli di usi a tutti i livelli
a partire da chi genera il business;
- Visione integrata dei rischi: la cultura dei rischi infatti prevede che tutti coloro che operano nel
mercato sono chiamati a far fronte ai rischi in cui si incorre;
- E cienza, e cacia e coordinamento: i controlli costano, ma occorre essere più e caci possibili
cercando di automatizzare i processi per evitare il più possibile errori, inoltre, essendo la
tecnologia un supporto, tutti cercando di digitalizzare il sistema, ma in tal modo aumenta il
cyber risk. Quindi l’investimento in IT serve per contenere i rischi ma genera altri rischi. Dunque
occorre bilanciare costi e e cacia.
Per quanto riguarda il coordinamento tutti coloro che operano nel sistema sono chiamati di
arginare i rischi infatti esistono 3 livelli di sistema di controlli:
il primo livello:
1) prevede che tutti coloro che lavorano in banca hanno il dovere di arginare i
rischi che originano, in quanto se questi non presiedono il rischi è da lì che essi partono;
Il secondo livello:
2) in cui ci sono veri organi che sono chiamati a svolgere un’attività di
controllo. Abbiamo il risk management che serve per misurare e gestire i rischi, supportare la
banca e IF, compliance che ha un ruolo preventivo in quanto si occupa di far rispettare le
regole del gioco interne ed esterne per evitare dei danni economici (sanzioni) o reputazionali, il
responsabile anti riciclaggio (AML) deve identi care e veri care tutti quei processi che
possono dare origine al riciclaggio (fase di on bording dei clienti);
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Il terzo livello:
3) svolto dall’ internal audit che si occupa di veri care che la struttura
organizzativa sia in grado di presidiare i rischi: ispezioni in liale per capire se si stanno
comportando correttamente, valuta adeguatezza dei controlli di primo e secondo livello e dà la
propria valutazione, dopo di che ha anche una valenza manageriale in quanto queste ispezioni
forniscono dei suggerimenti per miglioramenti interni.
Il CDA e il collegio sindacale ha la responsabilità nale, ma anche l’organismo di vigilanza (OdV) in
quanto deve occuparsi di veri care che il CDA opera adeguatamente.
NB. È con Basilea 2 si parla si inizia a parlare di sistema di controlli interni che poi si è aggiunto e
rinnovato.
Evoluzione normativa e impatto sui modelli di business (attuazione delle politiche e decisioni
aziendali)
L’impatto di Basilea attraverso la normativa CRD V sono:
- Adeguatezza patrimoniale;
- Rischio di liquidità;
- Sistema dei controlli;
- Politiche di remunerazione. de-risking del sistema bancario,
È in atto a livello europeo un processo di per cercare di
ampliare lo spazio dei mercati. Questo processo di de-risking non doveva penalizzare la crescita
ed è riuscito perché le banche hanno in pancia meno rischi, e allo stesso tempo il totale dell’attivo
e il capitale di buona qualità hanno retto. Quindi si, a livello generale il processo è andato a buon
ne.
Su cosa si sta ancora lavorando?
La regolamentazione è stato un percorso molto lungo, con discrezionalità sui modelli interni, ma
con ampi costi sul sistema dei controlli delle banche (vigilanza prudenziale > vigilanza strutturale),
per questo si vuole tornare ad un sistema basato un po' di più sulle regole (strutturale); inoltre si è
visto un accentramento della vigilanza europea nella stessa autorità di politica monetaria (BCE).
Ci sono ancora asimmetrie regolamentare anche se Basilea 4 è intervenuto, soprattutto tra
banche di grande e piccola dimensione. Inoltre nel corso degli anni si è vista un’innovazione nel
mondo ntech che è meno regolamentato del sistema bancario (insieme di competenze
nanziarie e tecnologiche), così si è disegnato un sandbox regolamentare che ha portato a
lasciare uno spazio con meno vincoli dove non si possono fare molti danni perché non impatta sul
sistema bancario. Dunque per sostenere la spinta innovativa delle start-up ntech c’è stato un
tocco più leggero in chiave di regolamentazione.
Inoltre bisogna imparare a gestire e sostenere il rischio di sostenibilità, infatti ogni banca ha
dovuto dichiarare un piano per tenere sotto controllo il rischio climatico e più in generale quello di
sostenibilità. In ne, date le innovazioni delle tecnologie si è visto un presidio di IT risk.
Ci può essere libertà di scelta dei modelli di business?
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NB. Libertà imprenditoriale nonostante il contesto molto regolamentato.
Si perché c’è una libertà strategica di decidere come posizionarci nonostante la
regolamentazione. Si può decidere su:
Diversi cazione:
A) si può scegliere tra global player, basato sulla banca universale quindi sul
fatto che la banca può agire in tutti gli ambiti, e niche player, ovvero come impresa banca, svolge
un’attività e si specializza in essa (es. realtà specializzate per leasing, oppure solo in Italia, oppure
solo con modello ntech, oppure solo con clienti corporate).
Infatti la diversi cazione può essere:
- per attività, ovvero sulle linee di business (posso fare: commercial banking, investment banking
(intermediazione sui mercati mobiliari, operando sui mercati per conto proprio o per conto
terzi));
- per segmenti di clienti, potendo operare sul mercato ratail (operando con operatori piccoli
(mass market), o con persone che hanno un certo patrimonio (a uent) e privati con almeno 500
mila euro in portafoglio (private)), corporate e istituzionale;
- per area geogra ca;
- per modello distribuito (tramite liale, reti di consulenti nanziarie, call center, online e ntech).
NB. Il capitale vincola la scelta tra global o niche player, in quanto esso è una risorsa strategica.
In caso di GLOBAL PLAYER il modello che verrà scelto sarà tra global player che accentra tutte le
funzioni in un’unica casa madre oppure un global player che si unisce un gruppo bancario che
dentro di sé ha anche niche player (es. banca intesa san paolo che ha dentro di sé la private bank
di Fideuram = forma ibrida) o singola banca.
Si sceglie anche tra gerarchia o mercato, nel primo caso si sceglie una catena di controllo corta
attraverso meccanismi gerarchici (forte potere su chi svolge le diverse attività), nel secondo caso
ci sono all’interno logiche di mercato: se al proprio interno si hanno delle società autonome con
proprio CDA, ci sarà una relazione più vicina al mercato e meno alla gerarchia (caso di una
capogruppo con dentro diverse legal identity autonome che svolgono quelle speci ca attività e
questo porta > legame con il mercato, perché ognuna ha un proprio bilancio con una > capacità
negoziale rispetto al caso gerarchico).
Dal punto di vista strategico si può scegliere tra make (produzione interna) o buy (comprare i
servizi dall’esterno), in questo caso si compra il prodotto e poi si veicola ai propr