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Estratto del documento

D

in dollari. Supponete che le attività in euro offrano un tasso di interesse i (rendimento atteso pagabile in euro)

F

e che le attività in valuta estera abbiano un tasso di interesse i (rendimento atteso pagabile nella valuta

estera). Per confrontare i rendimenti attesi su queste diverse attività, gli investitori devono convertire i

65

rendimenti nella valuta da loro utilizzata. Indicando il tasso di cambio con E e il tasso di cambio atteso per il

t

et+1 et+1

successivo periodo come E , possiamo definire il tasso di apprezzamento atteso dell’euro come (E – E ) / E .

t t

D

il nostro ragionamento indica che il rendimento atteso sulle attività in euro (R ) in termini di valuta estera può

essere rappresentato come la somma del tasso di interesse sulle attività in euro più l’apprezzamento atteso

dell’euro: F

Sempre in termini di dollari, il rendimento atteso relativo sulle attività in euro viene calcolato sottraendo i

D

dall’espressione che definisce R in termini di dollari:

via via che aumenta questo rendimento gli statunitensi vorranno detenere più attività in euro e meno attività in

valuta domestica.

Se il tasso di interesse sulle attività in dollari è, per esempio, del 5% e ci si aspetta che l’euro si apprezzi di

circa il 4%, allora il rendimento atteso sulle attività in dollari in termini di euro sarà dell’1%. Giovanni guadagnerà

il tasso di interesse del 5%, ma si aspetterà di perdere il 4%, perché ritiene che il dollaro valga il 4% in meno in

termini di euro come conseguenza dell’apprezzamento di quest’ultimo.

Condizione di parità dei tassi di interesse oggi viviamo in un mondo caratterizzato da elevata mobilità dei

capitali: per esempio, gli italiani possono facilmente acquistare attività in dollari e viceversa i cittadini

statunitensi attività in euro. Dal momento che vi sono pochi impedimenti alla mobilità dei capitali e che le attività

in valuta estera e nazionale hanno rischio e liquidità simili, è ragionevole supporre che queste siano perfetti

sostituti, ossia ugualmente desiderabili. In tale caso, se il rendimento atteso sulle attività in euro è superiore a

quello sulle attività in valuta estera, sia gli stranieri sia i cittadini italiano desidereranno tenere soltanto i primi;

il contrario accadrà se il rendimento atteso sulle attività in valuta estera è superiore. Affinchè dunque vi sia

equilibrio tra i due mercati, deve valere che il rendimento dei depositi in euro sia uguale a quello dei depositi in

valuta estera. Questa condizione può essere riscritta come:

Tale equazione è denominata condizione di parità dei tassi di interesse e indica che il tasso di interesse

nazionale è uguale a quello estero meno l’apprezzamento atteso della valuta nazionale. 66

Curva della domanda per le attività in valuta

nazionale a determinare la curva della domanda

per le attività in valuta nazionale (l’euro) è il

rendimento atteso relativo di tali attività. Questo

rendimento atteso relativo equivale alla

differenza tra il tasso di interesse corrisposto

sulle attività in euro e quello sulle attività in

valuta estera, più l’apprezzamento atteso

dell’euro. Supponiamo che i tassi di interesse in

valuta nazionale ed estera siano entrambi al 5% e

che il tasso di cambio atteso alla scadenza futura

et+1

E sia 1,40 dollari per euro. Quando il tasso di

cambio a pronti è pari a 1,50 dollari per euro,

l’apprezzamento atteso dell’euro risulterà pari a

(1,40 – 1,50)/1,50 = -0,067 = -6,67%. Quindi detenere attività in euro non è un buon affare poiché il rendimento

atteso relativo è negativo; il quantitativo di attività in euro richiesto sarà quindi basso, come evidenziato dal

punto A della figura.

Curva dell’offerta per le attività in valuta nazionale poiché il quantitativo di attività in euro offerto è

costituito essenzialmente da depositi bancari, obbligazioni e titoli azionari nell’area euro, considereremo questo

ammontare come fisso rispetto al tasso di cambio. Il quantitativo offerto al variare del tasso di cambio non

varia, pertanto, la curva dell’offerta S risulterà verticale, come mostrato in figura. 67

Equilibrio nei mercati dei cambi come nella normale analisi della domanda e dell’offerta, il mercato è in

equilibrio quando il quantitativo di attività in euro richiesto equivale a quello offerto. Nella figura tale situazione

di equilibrio coincide con il punto B, che rappresenta l’intersezione tra le curve della domanda e dell’offerta. Nel

punto B, il tasso di cambio è di 1,40 dollari per euro. Supponiamo che il tasso di cambio sia invece di 1,50 dollari

*

per euro, ossia superiore al tasso di cambio di equilibrio E . Come possiamo vedere dalla figura, il quantitativo di

attività in euro offerto risulta superiore a quello richiesto (condizione di eccesso di offerta). Poiché i soggetti

che desiderano vendere attività in euro sono più numerosi di quelli che vogliono acquistarle, il valore dell’euro

diminuisce.

Come spiegare le variazioni nei tassi di cambio

L’analisi della domanda e dell’offerta nel mercato dei cambi può spiegare come e perché il tasso di cambio sia

soggetto a variazioni. È possibile semplificare l’analisi assumendo un ammontare fisso di attività in euro: in tal

modo, la curva dell’offerta è perfettamente verticale per un dato quantitativo e non soggetta a spostamenti.

D

Tasso di interesse in valuta nazionale i un aumento nel tasso di

D

interesse in valuta nazionale i fa spostare la curva della domanda per le

attività in valuta nazionale D verso destra, causando un apprezzamento

della valuta nazionale. Una diminuzione nel tasso di interesse in valuta

D

nazionale i fa spostare la curva della domanda per le attività in valuta

nazionale D verso sinistra, causando un deprezzamento della valuta

nazionale.

Tasso di interesse in valuta

F F

estera i un aumento nel tasso di interesse in valuta estera i fa

spostare la curva della domanda D verso sinistra, causando un

deprezzamento della valuta nazionale, mentre una diminuzione nel tasso

F

di interesse in valuta estera i fa spostare la curva della domanda D

verso destra, causando un apprezzamento della valuta nazionale.

et+1

Variazione nei tassi di cambio attesi in futuro E un aumento nel

et+1

tasso di cambio atteso in futuro E fa spostare la curva della domanda verso destra, causando un

et+1

apprezzamento della valuta nazionale. Una diminuzione nel tasso di cambio atteso in futuro E fa spostare la

curva della domanda verso sinistra, causando un deprezzamento della valuta. 68

Riepilogo: fattori che determinano variazioni nel tasso di cambio 69

Capitolo 16: attività bancaria e gestione delle istituzioni finanziarie

Bilancio della banca

Il bilancio di esercizio è l’insieme dei documenti che ogni società, e dunque anche quella bancaria, deve redigere

periodicamente allo scopo di rappresentare la propria situazione patrimoniale, finanziaria ed economica. In Italia

il bilancio delle banche è composto dai seguenti documenti:

1. Stato patrimoniale

2. Conto economico

3. Prospetto della redditività

4. Prospetto delle variazioni del patrimonio netto

5. Rendiconto finanziario

6. Nota integrativa

La redazione del bilancio ha due finalità principali:

Rispondere agli obblighi contabili e fiscali previsti dalle diverse normative

 Costituire un sistema di informazione economica, patrimoniale e finanziaria per tutte le classi di

 portatori di interesse nei confronti della banca (i cosiddetti stakeholder): azionisti, management,

creditori, dipendenti, clienti e fornitori.

Il bilancio è poi uno strumento di valutazione per predisporre un giudizio di insieme sull’andamento della gestione

svolta. Procediamo con l’esaminare il bilancio della banca attraverso lo stato patrimoniale e il conto economico. Lo

stato patrimoniale rappresenta l’insieme delle attività e delle passività di una banca. In qualsiasi bilancio vale la

seguente relazione: totale attività = totale passività + capitale proprio.

Una possibile modalità per leggere lo stato patrimoniale della banca è quella di guardare le passività come

rappresentative di fonti di fondi dalle quali provengono le risorse da impiegare nell’esercizio dell’attività

bancaria, mentre le attività costituiscono gli usi di fondi e cioè la destinazione delle risorse disponibili. Nel

conto economico della banca sono invece registrati i costi e i ricavi della gestione. Tra questi rientrano gli

interessi percepiti sugli investimenti finanziari, ma soprattutto quelli maturati sui prestiti erogati a un tasso

mediamente superiore a quello corrisposto sulle passività.

Passivo di bilancio poiché la banca svolge come attività primaria quella di intermediazione finanziaria, essa

raccoglie risorse finanziarie per impiegarle in forme redditizie. Di seguito verranno illustrate le principali voci di

bilancio, a partire da quelle contenute nel passivo; esse permettono alla banca di ottenere le risorse finanziarie

idonee allo svolgimento della propria funzione creditizia:

1. Raccolte da clientela nell’ambito di questa categoria del passivo della banca facciamo rientrare i più

tradizionali strumenti di raccolta, ossia i depositi in conto corrente e i depositi a risparmio. I conti

correnti sono strumenti di raccolta caratterizzati da funzione monetaria. Essi rappresentano una fonte

importante di raccolta e costituiscono, di fatto, una quota significativa delle passività di una banca (circa

un terzo in Italia). Un conto corrente è un’attività per il depositante, dal momento che fa parte del suo

patrimonio finanziario. Di contro, visto che il titolare di conto corrente può prelevare fondi in ogni

momento, per la banca esso rappresenta una passività. L’altra componente importante della raccolta da

clientela è costituita dai depositi a scadenza prestabilita. In Italia rappresentano una quota intorno al

70

40% dei depositi totali delle banche (74% in Usa). Per quanto riguarda il mercato italiano, uno strumento

di provvista fondamentale per le banche è poi rappresentato dalla emissioni obbligazionarie.

2. Prestiti da banche, altre istituzioni finanziarie e banca centrale le banche hanno un fabbisogno di

liquidità che le rende, in quale misura, dipendenti dal monopolio della banca centrale nell’offert

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
101 pagine
33 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher coral94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Pia Patrizia.