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Formula della propensione marginale al consumo
ΔCC 1=Formula della propensione marginale al consumo: ΔXIn merito a C1, è la propensione marginale al consumo, è la variazione di consumo al variare del reddito.Ogni volta che il reddito aumenta di 100, di quanto aumenta il consumo? C1 viene visto come una costante:delle persone hanno comportamenti uguali anche se guadagnano cifre diverse. Se uno guadagna 100 euro,spende l’80% (c1 vale 08), se uno guadagna 10 mila, anche lui spende 80. C’è una dimensione di quasi nonrealismo: è strano che tutte le persone abbiano spendano la stessa quota di incremento di reddito. Questapropensione al consumo costante ci semplifica la vita ma potrebbe essere un po' una forzatura della realtà.Perché in realtà l’idea è che più aumenta il reddito, più gli incrementi di reddito finiscono in risparmio .(mentre una persona non ha soddisfatto tutti i suoi bisogni e raddoppierà il consumo, un altro
sarà sazio e non aumenterà il consumo) Più aumenta il reddito, più sono sazio e non aumento i consumi. È comunque vero che in media il consumo aumenta all'aumentare del reddito, ma non aumenta alla stessa misura del reddito. In sintesi, Co e C1 sono un po' dei dati identificativi dei comportamenti dei consumatori. SPIEGAZIONE GRAFICO DELLA FUNZIONE DEL CONSUMO: La funzione partirà da un elemento positivo: O – A è un consumo che si fa quando il reddito è uguale a 0. La funzione parte con un'intercetta positiva: al crescere del reddito, ci aspettiamo che il consumo aumenti. A – O è il consumo autonomo che esiste indipendentemente dal reddito e che si rifà al risparmio precedente, mentre O – A1 è il risparmio negativo (a cui si rifà il consumo autonomo): lo fai con soldi che non hai, quindi indebitandoti, oppure prendendo soldi che hai risparmiato precedentemente; quindi, si parla.didecurtazione di risparmio. Quando il consumo è positivo ma il reddito è zero, il risparmio sarà negativo, cioè ci si indebita. Quando si fa consumo autonomo si fa riferimento al risparmio precedente; quindi, il consumo autonomo si fa ad un risparmio negativo.
Nel punto H si incrociano la retta del consumo e la retta di 45 gradi. Fino a quel punto il tuo reddito non consente di avere il minimo del consumo. Il punto H avrà un consumo uguale al reddito. La funzione avrà un punto che corrisponde al risparmio zero, cioè quando tutto il reddito è consumato. Nel punto H1 il risparmio è zero.
Inoltre, c'è eguaglianza perfetta su ogni punto della retta 45 gradi dell'ascissa e dell'ordinata.
Keynes cambia la funzione del risparmio. Parte dal fatto che il risparmio è il reddito non consumato. Keynes parte dalla funzione del consumo e ne ricava una del risparmio. Quindi il risparmio è uguale a:
S = X
Il reddito viene speso, attiva spesa. Ogni spesa1-c1 attiva un meccanismo. Chi lo incasserà, lo spenderà e ciò attiverà un meccanismo. La teoria keynesiana impostata sulla spesa dice che quanto più è alto c1, tanto maggiore sarà il valore del moltiplicatore. Il moltiplicatore è attivato non dal consumo autonomo, lo attivano gli imprenditori che fanno gli investimenti. (Co+ )Í è il MOLTIPLICANDO KEYNESIANO. È dato dalle componenti autonome della spesa globale. Sono i due elementi di spesa che non dipendono dal reddito. Più sono alti questi due elementi, più è alto il reddito di equilibrio. In altre parole, più si spende autonomamente e più è alto il reddito di equilibrio.
FUNZIONE DEL REDDITO DI EQUILIBRIO che dipende dal moltiplicatore, quindi dalla spesa. 1 (Co+ )ÍX = S 11 è il MOLTIPLICATORE. Il valore del moltiplicatore tanto più è alto quanto
è più piccola laS 1propensione al risparmio. Per un keynesiano, il risparmio non è chissà quale valore, perché il mondo èdominato dalla spesa, a differenza del pensiero neoclassico in cui il risparmio è una virtù. Risparmiaresottrae risorse al circuito economico, nella visione keynesiana.(Co+ )Í è il MOLTIPLICANDO. Quanto più è alta la spesa autonoma (moltiplicando) tanto più è alto ilmoltiplicatore (propensione al risparmio). In una società in cui c’è risparmio, l’economia gira più lentamente.Dove c’è più il vizio del consumo, dal punto di vista dell’esito macroeconomico abbiamo un risultatomigliore.
GRAFICO SULLA PROPENSIONE AL RISPARMIOLa quantità di risparmio è determinata dalla quantità di investimento. Il risparmio è uguale all’investimento.Se la propensione al risparmio è più bassa,
Il reddito di equilibrio è più alto. Parte dallo stesso punto ma aumenta la pendenza. Il risparmio si adegua a seconda del livello di reddito. Propensione al risparmio basso (linea rossa). Linea blu: la propensione al risparmio è più alta e ci vuole meno reddito.
2.2 IL MERCATO DEL LAVORO KEYNESIANO
Il mercato del lavoro keynesiano è passivo: il mercato del lavoro non ha in sé stesso un meccanismo equilibratore. L'equilibrio dipende da quello che avviene negli altri mercati (mercato del prodotto). La spesa determina la produzione e date le tecnologie si determina quanto lavoro occorre.
Nel mercato del lavoro, Keynes ha chiara la distinzione tra salario monetario e salario reale. Il salario W monetario è dato (W = ), il salario reale è sempre la risultante di un fenomeno complesso che da un lato vede il salario monetario contrattato, dall'altro si guarda ai prezzi che sono determinati da
decisioni decentrate: ogni impresa decide il suo prezzo. L'equilibrio dell'impresa dipende dal salario reale. Il prezzo del mercato del lavoro, invece, viene stabilito dal salario monetario. La sua riduzione non ci assicura che aumenti la spesa e quindi, se non aumenta la spesa, non aumenta l'occupazione. Bisogna solo sperare che riducendo il salario monetario, si aumentano i profitti delle imprese e che queste ultime saranno disposte a fare investimenti (se aumentano i profitti) aumentando così la spesa. Se questo non succede, può addirittura accadere il contrario: se i salari si riducono, le famiglie spendono di meno. A quel punto, la spesa si riduce. Inoltre, il meccanismo di determinazione del salario monetario è diverso dal meccanismo di determinazione del salario reale: il salario monetario si stabilisce con la contrattazione individuale o collettiva. Il salario reale è la risultante di un salario monetario diviso per il livello generale dei prezzi.
Quindi non si può contrattare. Il livello generale dei prezzi, in un'economia liberale in cui il prezzo è l'espressione della libertà dell'imprenditore, risulterà dal calcolo di un ufficio statistico delle decisioni prese da tutti gli imprenditori sul mercato. Tutti i prezzi li decide il mercato. LE 4 EQUAZIONI CHE DETERMINANO L'EQUILIBRIO NEL MERCATO DEL LAVORO: 1. Funzione sull'occupazione: L = L (X). Il livello dell'occupazione dipende dal livello della produzione. L (lavoro) è funzione di X (produzione). La funzione, determinando X, determina L. 2. Funzione della produttività marginale del lavoro: Cosa succede se aumenta X (es. con il reddito di cittadinanza che aumenta la spesa autonoma)? Questo fa sì che si aumenti l'occupazione. Se aumenta l'occupazione, si riduce la produttività marginale del lavoro. 3. Funzione del salario monetario: W = W'. Il salario monetario è dato.ratterizzata daKeynes è basata sulla teoria economica che egli ha sviluppato nel suo libro "Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta". Secondo Keynes, l'economia non è un sistema automatico che si autoregola, ma è influenzata da fattori esterni come la politica, la psicologia e le istituzioni sociali. Pertanto, il dato daKeynes tiene conto di questi fattori e considera l'importanza delle decisioni prese dagli attori economici in base alle loro aspettative e alle condizioni sociali. Questo approccio si contrappone alla teoria classica dell'economia, che considera l'economia come un sistema che si autoregola attraverso l'equilibrio tra domanda e offerta.