vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il fallimento dei Parlamenti nel proteggere sé stessi, le libertà fondamentali e le minoranze
nei confronti del Fascismo e del Nazismo in particolare sollecita la cultura giuridica europea
ad abbracciare l'ipotesi di una tutela nei confronti della legge, ancorata nella Costituzione,
svolta da un corpo di giudici e, come si vedrà,spesso accentrata in un solo organo. Nel
secondo Novecento sembra dunque definitivamente vinta la lunga «battaglia per il controllo
giurisdizionale delle leggi», che aveva avuto inizio già nel primo Novecento. Nell'Europa
contemporanea, le giurisdizioni costituzionali fioriscono a ondate. L'Europa occidentale
adotta largamente tali strumenti, ma si attardano i regimi greco, spagnolo e portoghese,
soggetti a dittature fino agli anni Settanta del Novecento. Appena se ne liberano, anch'essi
introducono forme di tutela della Costituzione di tipo giudiziario. La Spagna in particolare
trae ampia ispirazione da Germania e Italia. In tempi più recenti, le rivoluzioni costituzionali
intervenute nell'Europa orientale introducono forme e strumenti di protezione della
Costituzione a seguito della fine della «cortina di ferro» e del crollo del Blocco sovietico.
Anche questi Paesi imposteranno la loro giurisdizione costituzionale lungo la dorsale
elleniana di un giudizio di costituzionalità accentrato. L'opzione di un controllo di
costituzionalità di natura politica è declinata in varie parti d'Europa e del mondo, a favore
della giurisdizionalizzazione di questa funzione. Tuttavia, il controllo di costituzionalità di tipo
politico non è totalmente scomparso dai testi costituzionali e dalla prassi istituzionale, ma
piuttosto si è ridotto, qualitativamente e quantitativamente. Residuano infatti tuttora forme di
censura o contenimento del potere legislativo, poste in capo a organi d'indirizzo politico: è
questo il caso, per esempio, delle forme di veto, rifiuto o di rinvio delle leggi da parte del
capo dello Stato al Parlamento, previste in diversi ordinamenti . Più ampiamente, residua
ancora, qua e là, nei testi costituzionali un certo scetticismo nei confronti dell'opportunità di
giurisdizionalizzare completamente le controversie di rango costituzionale o quanto meno la
preferenza per affidare il controllo del legislativo a meccanismi di natura democratica e
partecipativa. È questo il caso della Costituzione della Svizzera, che non consente
formalmente il vaglio di costituzionalità delle leggi federali, in parte perché tradizionalmente
attribuisce al potere legislativo il ruolo di custode della Costituzione federale, in parte perché
ammette un ampio ricorso ai referendum popolari,anche quali strumenti di opposizione
all'esercizio del potere legislativo.
I modelli di giustizia costituzionale: il controllo accentrato o diffuso
La cultura americana di Marbury si è concretata in quello che viene definito il modello di
judicial review of legislation. La logica di Kelsen ha invece dato vita al
Verfassungsgerichtsbarkeit. Entrambi gli strumenti concepiscono la giustizia costituzionale
come una funzione giurisdizionale, ma solo nel secondo caso essa viene affidata a un
organo specifico. Il primo modello, presente negli Stati Uniti almeno sin da Marbury vs
Madison, giunge in Europa grazie alla Costituzione del 1911 del Portogallo, Paese che
tuttora mantiene questo strumento. Si parla di controllo di
costituzionalità diffuso in quanto esso è distribuito presso l'intero potere giudiziario, il quale
normalmente lo esercita mentre espleta la normale funzione giurisdizionale. All'interno di
una controversia, un giudice può dunque ritenere un atto contrario alla Costituzione e
disapplicarlo. In quanto parte di una sentenza, la decisione sull'incostituzionalità di un atto
sarà appellabile al pari di qualunque altra. Le controversie sulla costituzionalità terminano,
normalmente, con l'esaurirsi degli appelli. Questo sistema ha il pregio di tutelare la
Costituzione immediatamente, nel corso della controversia. In questo senso, tale modello è
particolarmente efficace per i singoli interessati, i quali possono semplicemente attivarsi
tramite un procedimento ordinario e, all'interno di esso, lamentare l'incostituzionalità di un
atto, senza dover dare impulso a un procedimento ulteriore. D'altro canto, questa soluzione
ovviamente patisce di incertezza: il giudice all'interno di un giudizio può rilevare
un'incostituzionalità ove un'altra autorità giudiziaria, che decide un'altra controversia ma sul
medesimo tema, non ne ravvisa l'esistenza. Il primo giudice disapplicherà l'atto ritenuto
incostituzionale, l'altro vi darà corso. I sistemi di common law che adottano il modello diffuso,
tuttavia, hanno nel principio dello stare decisis un potente strumento per ridurre
drasticamente il rischio di incertezza. Poiché un precedente produce diritto,una volta che
una corte superiore abbia disapplicato una norma, i giudici inferiori sono vincolati a quella
decisione. L'incertezza è dunque solo temporanea e svanisce con lo stabilirsi di un
precedente da parte di una corte apicale . È questo il congegno di cui dispone l'ordinamento
di riferimento per il modello di controllo diffuso, ovvero gli Stati Uniti. La posizione di ultima
istanza della Corte suprema federale, unita alla tradizione dello «stare decisis», ne ha
esaltato il ruolo di custode della Costituzione. La sua posizione di vertice le consente di
risolvere conflitti giurisprudenziali tra corti di pari grado, i quali sono molto probabili in quanto
il territorio è suddiviso in «circuiti». In ciascun circuito della Federazione operano
autonomamente corti di primo grado e d'appello, giudicando controversie che differiscono
solo per il territorio in cui si verificano, non per l'argomento. Tali corti possono sviluppare
giurisprudenze divergenti, anche relativamente alla costituzionalità di un atto o
all'attribuzione di una certa competenza costituzionale in capo a un'istituzione piuttosto che
a un'altra: questo fenomeno di conflitto tra corti di circuiti diversi sulla medesima questione si
definisce split. La Corte suprema decide i ricorsi in appello contro decisioni prese da corti
inferiori. Essa non decide tutte le cause poste alla sua attenzione: ha ampia discrezionalità
nello scegliere i casi che ritiene di trattare e quelli nei quali decide di non intervenire,
lasciando in tale secondo caso che abbiano corso le decisioni dei tribunali inferiori. La Corte
suprema sceglie con prevalenza casi di rilievo costituzionale, rispetto ai quali si è creato uno
split tra le decisioni di due o più corti dei diversi circuiti. In tal modo esercita proprio la
funzione di giurisdizione «di chiusura» dell'ordinamento con riferimento ai casi costituzionali,
privilegiandoli rispetto ad altri tipi di controversie. Una particolarità ulteriore del modello
americano è dovuta alla sua struttura federale. La composizione federale infatti determina la
compresenza di due tipi di giurisdizione: la Federazione e ogni Stato dell'Unione hanno le
proprie corti. Ciascuna di esse partecipa a un controllo diffuso. La natura - statale o federale
- della controversia oggetto del giudizio normalmente determina la giurisdizione competente.
Ciò significa, per esempio, che il controllo di costituzionalità delle leggi statali si tiene
innanzitutto presso le corti statali, mentre quelle federali sono soggette alle giurisdizioni
federali. In ogni caso, la giurisdizione federale mantiene una funzione di chiusura rispetto
all'intero ordinamento, valutando anche la compatibilità delle leggi statali con la Costituzione
degli Stati Uniti. Mentre il controllo diffuso pone problemi di incertezza, poiché diverse corti
possono opinare differentemente per la costituzionalità di un atto, questo problema non si
pone nei modelli di ascendenza kelseniana, spesso definiti accentrati. In questo caso, la
Costituzione consente a un solo organo il giudizio di costituzionalita, normalmente con effeti
"erga omnes". Il modello accentrato ha trovato particolare fortuna in Europa per gemmare
anche altrove, soprattutto nel secondo Novecento, per via di una certa diffidenza nei
confronti dei giudici comuni, ritenuti incapaci di contrastare le sopraffazioni dei regimi
totalitari. Il controllo accentrato
è parso a molti osser-vatori, studiosi e ai promotori del costituzionalismo europeo
contemporaneo come l'unico adeguato a vigilare sulla Costituzione e soprattutto sul rispetto
della dignità umana da parte del potere politico. L'esistenza di un giudice dedicato, con una
preparazione specifica, circondato da particolari garanzie, e pertanto separato dal resto della
compagine giudiziaria, è sembrato una forma di tutela particolarmente importante per
l'effettività della Costituzione. Il controllo accentrato è stato ritenuto persino necessario in
ordinamenti di civil law che mancavano di una cultura del precedente: in tali casi un controllo
diffuso avrebbe causato insormontabili incertezze sulla costituzionalità di un atto o di un
comportamento. Il giudizio accentrato non ha come sua priorità la soddisfazione dei diritti
costituzionali del singolo individuo. A differenza del sistema diffuso, con il quale un soggetto
interessato attiva un procedimento giudiziario ordinario e, se sussistono i presupposti,
ottiene giustizia costituzionale, quello accentrato esige il coinvolgimento di un'istituzione
apposita. La preoccupazione principale sottostante è dunque l'accertamento della legittimità
o meno di un atto, al fine di ripristinare la legalità costituzionale in generale.Mentre il giudizio
diffuso ha al centro l'interesse di chi ricorre a un giudice, quello accentrato ha come fulcro
l'interesse a mantenere l'ordinamento all'interno del quadro costituzionale. Sistemi diffusi e
accentrati si trovano ugualmente in Europa, ove non mancano soluzioni che traggono
spunto da entrambi i modelli per forgiarne di nuovi. Svezia, Finlandia e Danimarca inclinano
verso il modello diffuso; Irlanda, Grecia, Cipro, Estonia e Portogallo conoscono un'
ibridazione tra i due modelli. Vi sono infine ordinamenti che adottano una soluzione sempre
accentrata, ma presso organi differenti. E il caso dei sistemi federali come la Germania, che
possiede sia una giurisdizione costituzionale federale,incaricata di valutare la legittimità degli
atti rispetto alla Legge fondamentale federale, quanto corti costituzionali dei Länder, che
valutano la compatibilità tra la Costituzione del singolo Länder e gli atti promananti dagli
organi di quell'ente. Il controllo accentrato di costituzionalità della legge rappresenta una
funzione che, fin da Kelsen, ha contorni politici. Egli definisce infatti una corte incaricata di
tutelare la Costituzione in particolare dallo strapotere del legislativo quale una sorta di
legislatore negativo. Nell'idea di Kelsen, la Corte non deciderebbe della costituzionalità di un
atto nella cornice di una c