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Competenza del Congresso e l'affermazione del potere di guerra del Presidente
La competenza del Congresso in ordine alla dichiarazione di guerra e all'impiego della milizia ha impedito l'affermazione del presidential war-making power e degli emergency powers di pertinenza del Presidente.
Negli ordinamenti a esecutivo dualista, tipici delle forme di Governo parlamentare e semiparlamentare, il rafforzamento dell'esecutivo può riguardare tanto il Capo di Stato quanto il Governo. Nelle forme di Governo parlamentari tende a prevalere la posizione del Governo, in via esclusiva o con la concorrente competenza del Capo dello Stato. Un caso a parte è rappresentato dalla Gran Bretagna, nella quale il Primo Ministro, in situazioni di crisi, cumula l'esercizio delle royal prerogatives previste dalla common law con la titolarità dei poteri conferitigli con leggi ad hoc del Parlamento.
7. Difesa della costituzione
La rigidità e la tendenziale stabilità della costituzione hanno, all'interno della stessa, una serie di linee.
di difesa- Controllo di costituzionalità delle leggi;- Procedure aggravate di revisione costituzionale;- Sospensione
La difesa della costituzione è un obbligo che grava su tutti, e anche i semplici cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. In questa sede intendiamo riferirci a peculiari forme di difesa.
La prima, la quale condivide con istituti quali il controllo di costituzionalità e la rigidità delle costituzioni il fine di tutelare la società contro i governanti, è la difesa svolta dal popolo attraverso il "diritto di resistenza". La seconda, invece, chiama in causa la necessità di tutelare l'ordinamento costituzionale contro alcuni segmenti sociali che ambiscono a sovvertire la vigente forma di Stato per sostituirla con una radicalmente antitetica, ed è la difesa offerta dei cosiddetti istituti di democrazia protetta. : inosservanza dei comandi incostituzionali,
Pur provenienti• Diritto di resistenza da organi costituiti (resistenza passiva) o anche nella reazione verso comportamenti incostituzionali (resistenza attiva). La resistenza vera e propria è quella collettiva come diritto della gente a opporsi.: regole che vietano e sanzionano i comportamenti volti a• Democrazia protetta scardinare la costituzione stessa e, in modo particolare, quelli che ne sono principie valori fondamentali.
Capitolo 4 - Le forme di Stato
1. I criteri di classificazione
Il termine indica l’insieme di principi e regole fondamentali che forma di Stato caratterizzano l’ordinamento statale e che, quindi, disciplinano i rapporti tra lo Stato e la comunità dei cittadini, singoli o associati. Questo concetto è strettamente correlato a quello di costituzione materiale, ossia le finalità di carattere generale che lo Stato intende perseguire, e a quello di valori dominanti che
Caratterizzano un ordinamento costituzionale. Fin dall'antichità si usava classificare le forme di dominio politico, senza distinguere tra forma di Stato e forma di governo. La classificazione che ha dominato il pensiero politico per quasi duemila anni, è quella di Aristotele, il quale distingue nel III e nel IV libro della Politica le forme di governo a seconda del numero dei soggetti titolari, proponendo la nota tripartizione tra monarchia, aristocrazia e democrazia. Queste sono le forme "buone" di governo, alle quali corrispondono quelle "degenerate": tirannia, oligarchia e democrazia.
Storicamente più recente è la classificazione di Machiavelli, che distingue tra monarchie e repubbliche, a lungo proposta come criterio fondamentale di classificazione delle forme di Stato. Questa distinzione poggia su due principi contrapposti: quello monarchico, che faceva del Re l'organo che personificava lo Stato e
aveva una legittimazione dinastica e non rappresentativa; e quello repubblicano, che concepiva il capo di Stato come uno degli organi dello Stato, legittimato dalla volontà popolare e quindi rappresentativo. Con l'affermarsi nel corso secolo del principio repubblicano e con la trasformazione delle monarchie europee in monarchie parlamentari, la distinzione suddetta non appare più decisiva. Fra i criteri oggi utilizzati quello più comunemente adottato si rifà alle modalità di derivazione e di gestione del potere politico e porta a una bipartizione delle forme di Stato in due grandi categorie: lo Stato democratico e lo Stato autocratico. Il primo è caratterizzato da una struttura pluralistica, pluripartitismo e potere ripartito; risulta fondato sulla titolarità collettiva e su un esercizio ripartito del potere, in cui le decisioni derivano dal consenso popolare per perseguire finalità liberaldemocratiche; il secondo è caratterizzato da una struttura centralizzata, unipartitismo e potere concentrato; risulta fondato sulla titolarità individuale e su un esercizio concentrato del potere, in cui le decisioni derivano da una volontà unica e non necessariamente rappresentativa della popolazione.caratterizzato da una struttura monolitica, monopartitismo e potere concentrato; la titolarità è ristretta, vi è un esercizio accentrato del potere e le decisioni vengono assunte per imposizione e le finalità perseguite sono opposte a quelle liberaldemocratiche. 2. Democrazia e autocrazia La concezione dello Stato democratico oggi prevalente è di tipo essenzialmente procedurale, in quanto configura la democrazia come un processo finalizzato ad adottare le decisioni politiche, quindi un sistema pluripartitico nel quale una maggioranza governa nel rispetto dei diritti delle minoranze. Molti giuristi hanno adottato una concezione della democrazia, in senso formale, vale a dire come un insieme di regole procedurali per assumere decisioni indipendentemente dal contesto di queste, fondata su una filosofia relativistica dei valori, che sono sempre reversibili data l'intercambiabilità al potere di diversi soggetti. Inaccettabile e superata è laconcezione della democrazia come in senso sostanziale un sistema che garantisce i diritti economico sociali e intende realizzare un'uguaglianza effettiva, in contrapposizione alla democrazia formale, fondata sulle libertà personali e sull'eguaglianza di legge. Tuttavia rimane vivo il dibattito sulla configurazione della democrazia solo come un insieme di regole formali o anche come un sistema basato su un nucleo minimo. Se si adottasse solo la concezione formare della essenziale di principi e valori democrazia si verrebbe a creare un paradosso per cui, di fronte al diritto della maggioranza di rinunciare con il voto al sistema democratico, o lo si nega disconoscendo una delle regole procedurali fondamentali, o lo si ammette, accettando la sua trasformazione in un sistema "autocratico". In definitiva, la democrazia è sicuramente un sistema di regole procedurali, ma anche un insieme di principi e valori solitamente sanciti a livello costituzionale, condivisi.dalla società e quindi non liberamente reversibile da una maggioranza elettorale o parlamentare. La categoria "Stato autocratico" viene ad assumere un carattere residuale e, in quanto comprende tutte le esperienze che non possono essere qualificate come democratiche. Nell'epoca contemporanea vengono a farne parte ordinamenti statali fra loro assai lontani e talvolta basati su ideologie contrapposte, come lo Stato socialista e quello fascista oppure gli "Stati in via di sviluppo". Dal punto di vista teorico il termine "autocrazia", che significa "governo di uno", ricopre concetti quali dittatura, regime autoritario, regime totalitario che però sono distinti, anche se nel linguaggio comune vengono impiegati in maniera indifferenziata. La forma di concentrazione del potere nelle mani di un organo è chiamata dittatura.Il III secolo a.C; il potere è legittimo e costituito in quanto previsto e disciplinato dalla costituzione che ha, come presupposto, lo stato di necessità e come caratteristiche la temporaneità della carica e l'eccezionalità dei poteri, che possono comportare anche la sospensione delle garanzie costituzionali.
- Sovrana: determina la vigenza di una nuova costituzione attraverso l'esercizio di un potere costituente che agisce in totale rottura con l'ordinamento costituzionale preesistente e quindi si configura come un potere illegittimo. Essa deriva da una vera e propria crisi di regime e, pur presentando i caratteri della temporaneità e della straordinarietà dei poteri, sfocia non nel ripristino della costituzione ma nell'instaurazione di una nuova forma di Stato.
In entrambi i significati, la dittatura rappresenta una fase transitoria che si può concludere in due modi: con il ritorno al funzionamento normale
dell'ordinamento preesistente o con il definitivo superamento dell'ordinamento precedente e la formazione di uno nuovo. Rappresenta quelle forme di dominio politico che si fondano su una forte concentrazione del potere, un basso livello di consenso e di mobilitazione popolare, l'uso della forza e la repressione dell'opposizione. I giuristi definiscono come "autoritaria" l'esperienza avutasi in Europa tra le due guerre mondiali, che ha avuto le sue realizzazioni più significative nella Germania nazionalsocialista, nell'Italia fascista, il regime franchista in Spagna e quello salazariano in Portogallo. Assume caratteristiche proprie che lo distinguono dal regime autoritario. Il termine "totalitarismo" è stato riferito ad esperienze diverse: al regime fascista, i cui teorici hanno usato tale espressione per indicare l'aspirazione dello Stato ad occuparsi di ogni aspetto.
della vita sociale, ma sopratutto al regimenazionalsocialista della Germania e a quello comunista dell'URSS. Le caratteristiche essenziali del regime totalitario consistono, in primo luogo, nella proclamazione di un'ideologia ufficiale dello Stato che viene inculcata, mediante l'uso manipolatorio della cultura, dell'informazione e della propaganda, nelle coscienze dei singoli. In secondo luogo la fonte suprema del potere è il partito unico, i cui organi, anche se distinti da quelli dello Stato, si sovrappongono di fatto a questi, ed in particolare è il capo carismatico che, essendo alla guida del partito e incarnando l'ideologia ufficiale, è la personificazione stessa del potere. In terzo luogo il totalitarismo si fonda su una mobilitazione permanente delle masse, realizzata mediante un'organizzazione capillare e coattiva della società, e sulla costante ric