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La capacità giuridica
1. La capacità giuridica è l'idoneità del soggetto a divenire titolare di diritti e di obblighi o di situazioni giuridiche soggettive. Viene chiamata capacità giuridica generale. La legge vieta di acquistare determinate situazioni giuridiche a chi non goda di particolari requisiti. Si parla di incapacità giuridica speciale o nullità.
La capacità di succedere mortis causa è un aspetto della capacità giuridica.
2. La capacità d'agire
Capacità di agire = idoneità del soggetto a determinare l'acquisto o la modifica di una situazione giuridica mediante un atto di volontà che si ripercuote sulla propria sfera giuridica.
Ci sono:
- Situazioni giuridiche vengono attribuite direttamente dalla legge alla persona, a prescindere dalla sua volontà.
- Situazioni giuridiche che si possono acquistare o cedere ponendo in essere degli atti di volontà.
Per produrre degli effetti giuridici occorre poter esprimere una volontà libera e consapevole. La capacità di agire non si acquista alla nascita, ma quando la persona è in grado di capire il significato del suo comportamento e di porre in essere atti dettati da una volontà libera consapevole.
Colui che nasce vivo ha la capacità giuridica, ma non ha la capacità di agire fino alla maggiore età.
Per agire validamente, cioè per compiere un atto giuridico in grado di produrre effetti stabili e duraturi sulla sfera del soggetto agente, occorre che sussista la capacità di intendere e di volere. Rispondere in modo responsabile si chiama capacità naturale di agire.
La legge fissa un'età, quella di diciotto anni, al compimento della quale si intende che il soggetto sia capace di agire in tutti gli atti per i quali non è richiesta un'età diversa. Con la maggiore età si acquista una
Capacità legale di agire generale. Chi ha compiuto i 18 anni può impegnarsi con un contratto di lavoro subordinato. La mancanza della capacità d'intendere e di volere in una persona adulta può essere la conseguenza di una malattia, della assenza di una educazione o di una maturazione adeguata, l'effetto di farmaci, di droghe o di un turbamento psichico, che determinano stato. Se i presupposti che inducono l'incapacità fanno presumere una lunga durata, vi è la possibilità che, dopo una valutazione, il giudice pronunci una sentenza che toglie al soggetto la capacità di agire per ogni specie di atti (interdizione) o per alcuni atti (inabilitazione). Le situazioni di incapacità dichiarata durano fino al provvedimento di revoca dell'interdizione o dell'inabilitazione, pronunciato in seguito al recupero delle facoltà mentali oppure fino alla morte dell'incapace.
L'incapacità naturale totale e parziale
L'incapacità sancita dalla legge per il minore, l'interdetto o l'inabilitato prende il nome di incapacità legale.
L'incapacità di intendere e di volere prende il nome di incapacità naturale. Va accertata, di volta in volta, quando nel compimento di un atto può essere rilevante tale situazione.
Se un soggetto minore, interdetto o inabilitato compie un negozio, questo atto è già invalido a causa dell'incapacità legale e l'effettiva capacità di intendere e di volere di quella persona diviene irrilevante.
L'incapacità di intendere e di volere può assumere due diversi gradi di intensità: una parziale consapevolezza o libertà nel decidere, quando il soggetto non dispone di una normale scala dei valori perché la sua volontà è turbata.
Esiste un atto giuridico, il quale nasce
male a causa delle condizioni anormali in cui il soggetto si trova.
L'atto compiuto dall'incapace naturale è efficace, ma invalido e, su richiesta dell'incapace, è annullabile, mediante una sentenza, alle seguenti condizioni:
- Atti di natura personale: è sufficiente dimostrare la sola incapacità naturale nel momento in cui l'atto è stato compiuto
- Atti patrimoniali unilaterali: dimostrare, oltre all'incapacità, anche il fatto di aver subito un grave pregiudizio
L'incapace conclude un contratto, la legge gli consente di chiedere l'annullamento soltanto se l'altro contraente si era accorto o avrebbe dovuto accorgersi del suo stato di incapacità, cioè se la controparte era in mala fede.
In caso contrario non è consentito l'annullamento perché la legge ravvisa nella buona fede dell'altro contraente una ragione di tutela del suo interesse.
se l'altra parte è
in buona fede, cioè con da nella validità del negozio,
Principio dell'affidamento: ignorandone i vizi, la legge non consente l'annullamento. Nella scelta se proteggere l'incapace naturale o l'altro contraente in buona fede, prevale la tutela di quest'ultimo.
4. L'incapacità legale come protezione del soggetto e l'azione di annullamento
L'incapacità legale ha il significato di proteggere il soggetto da sé stesso, per evitare che gli atti negoziali da lui compiuti gli siano pregiudizievoli.
L'incapacità è determinata dalla minore età o da una sentenza di interdizione o di inabilitazione ovvero dalla nomina di un amministratore di sostegno.
La protezione opera: gli atti compiuti personalmente dall'incapace producono originariamente i loro effetti, ma l'incapace stesso o il suo rappresentante legale o l'amministratore di sostegno possono ottenere una sentenza di annullamento
che elimina gliatti e i loro effetti giuridici, obbligando le parti alle conseguenti restrizioni. Si potrà chiedere l'annullamento soltanto dalla parte dell'incapace, e sarà relativa. Il contratto concluso con l'incapace legale è annullabile per il fatto stesso dell'incapacità, mentre quello concluso dall'incapace naturale è annullabile se questi dimostra che la controparte era in mala fede.
5. Le situazioni di incapacità legale: la minore età
Il minore di diciotto anni godi di diritti nei confronti dei suoi genitori, ma è sottoposto ad un regime di incapacità legale che consente allo stesso minore, divenuto maggiorenne, o a chi lo rappresenta, di impugnare atti o contratti stipulati personalmente dall'incapace, se risultano contrari al suo interesse, chiedendone l'annullamento.
Capacità speciale:
- il minore che ha compiuto 15 anni può concludere personalmente
contratti di lavoro epuò esercitare i diritti e le azioni che dipendono da tale contratto;
il minore che ha compiuto 16 anni può riconoscere un figlio nato fuori dal matrimonio e chiedere l'autorizzazione a sposarsi in casi previsti dalla legge.
Se i genitori sono morti o non possono esercitare la responsabilità genitoriale, la rappresentanza e l'amministrazione, oltre la cura dell'incapace, spettano al tutore, nominato dal giudice tutelare.
Le cautele sono maggiori:
- Ha l'obbligo di fare l'inventario
- Deve depositare denaro, titoli di credito
- Deve pianificare i criteri generali di educazione e istruzione del minore
- Deve investire i capitali in titoli di stato, beni immobili o altri depositi garantiti
- acquistare beni; riscuotere capitali; accettare o rinunziare a eredità;
- accettare donazioni o legati con onere
- alienare beni; costituire garanzie reali; procedere a divisioni; fare
Autorizzazione del giudice tutelare:
- eredità;
- accettare donazioni o legati con onere
- alienare beni; costituire garanzie reali; procedere a divisioni; fare
Il tutore ha il dovere di amministrazione con la diligenza del buon padre di famiglia e risponde verso il minore dei danni cagionati violando i suoi doveri, ha l'obbligo di dare rendiconto finale.
6. L'interdizione giudiziale
L'incapacità del soggetto è accertata in un giudizio che si conclude con una sentenza di interdizione. Presupposto è un duraturo che renda il soggetto incapace di provvedere ai propri interessi, ma nei casi più gravi anche una menomazione fisica congenita, quando risulta la totale incapacità di provvedere ai propri interessi e il provvedimento sia necessario per assicurare loro adeguata protezione.
Il giudice deve accettarsi personalmente provvedendo all'esame dell'interdicendo. Ha poteri di iniziativa e può dare un provvedimento diverso da quello richiesto.
Il provvedimento di interdizione produce effetti solo dal giorno della pubblicazione della sentenza.
però il giudice può disporre la nomina di un tutore provvisorio (per rendere annullabili gli atti compiuti dall'incapace). Se il procedimento si conclude senza la pronuncia di interdizione, gli atti compiuti dal soggetto dopo tale nomina sono validi.
Il decreto di nomina del tutore provvisorio e la sentenza di interdizione devono essere annotati a cura del cancelliere nel registro delle interdizioni e comunicati all'ufficiale di stato civile per l'annotazione in margine all'atto di nascita.
L'interdetto non può compiere validamente nessun atto né di carattere personale o familiare, né di carattere patrimoniale.
7. L'inabilitazione e la emancipazione
Può essere tolta la capacità di agire al maggiore di età se questi:
- Infermità di mente (non grave da portare interdizione)
- Prodigo
- Abusa di bevande alcoliche o stupefacenti
- Cieco o sordomuto dalla nascita, senza avere avuto
un’educazione sufficiente
La situazione di capacità dell’inabilitato è diversa, da quella dell’interdetto:
- Rapporti patrimoniali: l’inabilitato conserva una capacità di agire limitata agli atti di ordinaria amministrazione (quelli che conservano il patrimonio)
- Può agire validamente nel campo dei rapporti personali e familiari
- Può compiere validamente gli atti di natura patrimoniale eccedenti l’ordinaria amministrazione purché vi sia l’assistenza del curatore, salvo che il giudice lo abbia autorizzato ad agire da solo
- Per gli atti più importanti, occorre il consenso del curatore, la legge richiede l’autorizzazione del giudice o del tribunale.
Il tutore rappresenta e il curatore assiste.= la sua volontà integra quella dell’inabilitato no a formare un atto complesso
Assistenza (composto da due dichiarazioni che appaiono all’esterno come una volontà unitaria, inqua