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Cassazione e l'ufficializzazione delle massime

Cassazione, così come pubblica la Raccolta Ufficiale (o Gazzetta ufficiale) delle sue leggi e dei suoi decreti odi altri provvedimenti. Questa «ufficializzazione», se avrà gli effetti desiderati dal provvedimento, segnerà unpasso verso il decadimento del Foro (giudici e avvocati) e della scienza giuridica in Italia. In quanto l’idea èquella di rendere la massima (e già l’uso è in questo senso) o uno strumento per la sintesi del precedente o«un precedente» ufficiale.

L’ufficializzazione delle massime viene a riversare all’Ufficio Massimario della Cassazione il compito, con laconnessa responsabilità, della interpretazione della sentenza o precedente giudiziale. Tale compito richiedeinfatti che la massima venga formata secondo nuovi criteri funzionali con le tecniche od arti ad hoc, affinchèessa rappresenti la decisione o un oggetto in particolare della lite possibile di future liti.

non i tratti o passi concettuali o concettualizzanti della sentenza. Ciò implica un grande dispendio di personale preparato teoricamente e praticamente.

§ 9 I motivi o moventi di natura etico-morale di ogni momento storico non influiscono la ratio decidendi, ma la formazione giudiziale del diritto, così come essi non fanno parte della norma o legge scritta, ma, appunto, della formazione (legislativa) del diritto. Potrebbe essere tenuto in conto non ciò che sta dietro la facciata della pura motivazione in diritto, ma il giudizio di probabilità o prevedibilità sul se e quanto il precedente sarà seguito. Ciò che sta dietro la facciata non può far parte dell'interpretazione della sentenza ai fini della ratio decidendi o anche di un obiter, ma le summenzionate correnti morali-sociali o politiche e i loro mutamenti possono servire a spiegare il valore in concreto del precedente giudiziale, cioè i revirements.

dellagiurisprudenza.§ 10 Il metodo di ricerca per campioni è lo strumento utilizzato ai fini di un'accurata indagine (anche seottenere risultati da questo è un'illusione). Primo passo è ricercare il campione. Per campione si intende undato problema giuridico o un complesso di problemi giuridici connessi tra loro, occorre individuare ilproblema in se e non i concetti che stanno intorno poi si dovrà vedere come hanno funzionato i nostri mezzidi informazione sulla giurisprudenza. Poi occorre vedere se e come si trovano i precedenti e quale valore inconcreto abbiano avuto. Poi occorre vedere come sono stati interpretati e se l'interpretazione è corretta; sidovrà vedere, ancora, quali sono i rapporti fra le varie sentenze oggetto dell'esame, specialmente ai fini dellaformazione di uno speculum o sintesi della giurisprudenza in quel campo. Solamente dopo si può attuarel'interpretazione della sentenza (sue

tecniche e arti) e la struttura della decisione giudiziale. Da tutto ciò discende, dunque, che la nostra indagine è un'indagine per campioni. Per cui l'indagine posta in essere nei confronti di un campione o di un complesso non sarà mai applicabile in un altro campo in quanto ad esempio può darsi che varia l'efficienza dei mezzi d'informazione, il valore del precedente, la struttura della decisione, gli stessi metodi di interpretazione possano o risultino essere diversi che in altri. Poi vi è il pericolo che ciò che si guadagna in estensione, si perda in intensità o profondità della ricerca dato che le energie disponibili sono limitate e scarse. Per cui adoperarle in estensione, non funzionerebbero in profondità.

§ 11 Il criterio di scelta del campione non è un criterio di merito, ma è un criterio che riguarda il ricercatore. La competenza specifica nel campo è l'elemento

Essenziale richiesto. Per bene interpretare una sentenza, bisogna conoscere bene il campo cui essa appartiene, occorre che il lavoro di formazione delle massime e dei repertori venga distribuito fra gli operatori a seconda della loro specifica competenza o specializzazione in certe materie. Sarà necessario prepararsi mediante opere interpretative o specula della giurisprudenza. Non servono le solite "rassegne di giurisprudenza" fatte sulle massime o sul testo delle sentenze mutilato con gli omissis, ma dovrà cercare di "vedere" da sé le sentenze, nel cennato campo per lui abbastanza nuovo, al fine di prepararsi nel campo stesso a interpretare le sentenze e a fare le altre ricerche oggetto del nostro programma.

§ 12 Il canone della totalità richiede che, per interpretare una sentenza, si tenga conto di tutto il caso giudiziario, cioè della sua storia. Così, per interpretare una sentenza della Cassazione e valutarla come precedente,

occorrerebbe conoscere quanto meno:
  1. Il testo integrale della sentenza impugnata.
  2. Il ricorso e il controricorso.
Occorrerebbe poi conoscere anche:
  • Le comparse o scritti difensivi delle parti nei giudizi di merito.
  • Le domande ed eccezioni delle parti, delle loro allegazioni e deduzioni a prova, quali spesso risultano riportate in testa alle sentenze dei giudici di merito.
Anche se per prima cosa non è sempre possibile procurarsi tutto ciò; e poi, non c'è la disponibilità di tempo e di energie per farlo rispetto ad ogni caso giudiziario. Un altro elemento interessante per l'interpretazione della sentenza, e per la ricerca sul valore in concreto del precedente, sarebbe il foglio dei precedenti che viene fornito dall'Ufficio Massimario della Corte di Cassazione al consigliere relatore. Di qui potrebbe risultare se la Corte ha conosciuto certi precedenti e se e come ne ha tenuto conto. Infine implica anche la conoscenza, ove possibile, di.

Tutto ciò è «che sta attorno al documento» e a cui questo si riferisce, dei suoi presupposti o richiami più o meno espliciti. Il canone della totalità infine non è altro che il canone aureo della ricerca storica, che è, anzitutto, interpretazione diretta del documento o dichiarazione documentata e non l'interpretazione sulla base di informazioni di seconda mano, i «sentito dire», le interpretazioni, parafrasi o sunti altrui. L'omissis, poi, non è che un deliberato taglio fatto sul documento originale.

§ 13 La Giurisprudenza Italiana per gran parte della sua storia utilizzò il metodo dell'omissis. La direzione della Giurisprudenza italiana si impegnava a far conoscere al lettore i fatti della causa, lo svolgimento del processo, sia pure «riducendo a semplici note, ove occorrano, le lunghe esposizioni del fatto controverso». Se le ragioni dell'utilizzo di questo da molti sono

ricondotte all'enorme spazio materiale occupato se fosseripresa tuta la sentenza, da altri le ragioni non potevano essere se non quelle individuate nella difficoltà dell'operazione di fare tale sunto, difficoltà che richiedono un personale di giuristi ma turi e addestrati. Forse anche per una influenza della dogmatica tedesca e la diffusione di un insegnamento universitario fondato sudi essa e sul concettualismo giuridico.

§ 14 Ricordare le difficoltà dell'interpretazione delle sentenze, la lunghezza di tale lavoro, alla pazienza, allameticolosità che esso richiede. La difficoltà e quindi la lunghezza dell'analisi interpretativa sono dovute allastruttura lunga, stancante e contorta delle nostre sentenze nella prassi, quando questa prassi sarà modificatasarà altrettanto resa più facile l'analisi interpretativa.

§ 15 Nel § 12 in fine ho qualificato come "umile" e

«ingrato» il lavoro dell’interprete della sentenza. Ma è vero? Si tratta veramente di una funzione non degna del giurista ad alto livello, sicché neppure la Dottrina dovrebbe farsene una funzione, una vocazione? La decisione non può che essere affermativa.

In quell’attività interpretativa l’interprete ha la stessa natura dell’attività del giudice di Cassazione, il quale tanto più eccelle quanto più, togliendo il troppo e il vano su accennati, sa cogliere il punto della sentenza impugnata, sa liberarla dagli obiter, dagli svolazzi dottrinali, rinunciando, da parte sua, a quel «troppo evano» (così egli ci offrirà anche una sentenza più facile da interpretare e valutare come precedente giudiziale) e dell’attività dell’avvocato cassazionista che tanto più eccelle nella sua arte, quanto più sa interpretare la sentenza, riducendo la sentenza.

alla ratio decidendi stabilire il valore delle varie parti e dando valore "il troppo e il vano". Quest'arte, che permette spesso di donare al ricorso o al controricorso l'eleganza della concisione, è molto apprezzata dal giudice di Cassazione. Se tutto ciò è vero, non si vede perché quell'attività interpretativa della sentenza non sia degna del giurista tout court e, in particolare, della Dottrina. Si obietterà che la dottrina ha molte altre cose da fare o molti altri interessi da soddisfare, che è troppo occupata o in tutt'altre faccende affaccendata. Occorre poi valutare l'attività degli interpreti, distinguendo gli interpreti bollati positivamente e quelli negativamente. Ovunque la funzione dei reports o dei nostri equivalenti riveste una alta dignità ed ha una grande importanza nell'amministrazione della giustizia, nello sviluppo del diritto e della stessa scienza giuridica.

In una società civile.§ 16 Punto di studio e problema che limita l'interpretazione giudiziale è quel carattere o habitus, incoraggiato spesso dai concorsi per ammissione e promozione dei magistrati, che ha le sue radici nel nostro sistema di educazione universitaria, il quale, a sua volta, ha le sue radici in quella neglectio della giurisprudenza di cui è fatto cenno. Nessun posto vi è nella nostra educazione universitaria per la formazione del magistrato e dell'avvocato e in genere per l'interpretazione delle sentenze e lo studio della giurisprudenza. Questo difetto della nostra educazione universitaria si riflette anche nello stile delle difese dei nostri avvocati, le cui comparse, non distinguono quegli elementi che sono, appunto, rilevanti in funzione della posizione di diritto. Basti osservare che questo habitus dei difensori contribuisce a porre il giudice in difficoltà, ai fini di fare una sentenza che metta in evidenza la

eranno prestare particolare attenzione a individuare e distinguere le varie parti del testo, utilizzando i tag html appropriati. Ecco un esempio di come potrebbe essere formattato il testo utilizzando i tag html:

ratio decidendi e così i fatti di causa giuridicamente rilevanti. Le sentenze sono più difficili da interpretare e contengono, magari, una pluralità di rationes decidendi. Il nostro avvocato cassazionista e il nostro giudice dell'impugnativa e il nostro reporter, nell'espletare l'attività di cui al §precedente, dovranno prestare particolare attenzione a individuare e distinguere le varie parti del testo, utilizzando i tag html appropriati.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
6 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher OmarScud di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto privato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Bonini Roberta Serafina.