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La Chiesa e il potere temporale

La Chiesa non deve essere considerata superiore ad altri enti né deve essere divinizzata come valore superiore al quale tutti gli altri debbano conformarsi. Essa è subordinata ai principi di giustizia e non può travolgere tali principi.

La Chiesa deve astenersi dall'interferire nelle materie temporali che sono di competenza esclusiva della comunità civile. La decisione su tali questioni deve essere lasciata alla comunità politica.

Tuttavia, ciò non impedisce al magistero ecclesiastico di condannare ogni lesione di libertà fatta dallo Stato e di censurare la politica di uno Stato totalitario, indipendentemente dal suo colore politico, quando non rispetta la libertà e la dignità della persona e dei gruppi sociali.

Sebbene la Chiesa non imponga alcun modello di Stato e dialoghi con tutti gli Stati, è un dato di fatto che la sua concezione dualistica trovi corrispondenza.

più naturale negli Stati democratici moderni, che hanno una Costituzione fondata su principi conformi alla dottrina della dualità;

  • “Dare a Dio ciò che è di Dio” significa:
  1. Per la concezione canonistica dello Stato non occupare materie spirituali (San Pietro, giunto a Roma, fece un’esclamazione significativa: “Ecce Babilonia”: essa rappresentava la critica ad un sistema che estendeva la competenza dello Stato anche al mondo spirituale);
  2. Che lo Stato, dovendo rispettare la sovranità e indipendenza della Chiesa, può non invadere il suo campo spirituale imponendo la propria volontà, riconducendo in tutto o in parte il potere spirituale sotto il dominio della potestà temporale. Sotto un profilo tecnico-giuridico significa riconoscere la libertà di giurisdizione della Chiesa nella sua potestà di governo e di magistero: vi rientrano non solo la libertà ed autonomia delle istituzioni ecclesiastiche,
ma anche i diritti e le libertà dei fedeli. La storia dei rapporti tra la sede apostolica e gli stati è caratterizzata da continue tensioni. Si pensi alla battaglia iniziata dallo Stato, prima preunitario e poi unitario, contro la sovranità della Sede Apostolica nel duplice aspetto: territoriale e spirituale. Dal 1870 al 1929 si ha una grave tensione: la questione romana, con l'aspetto territoriale del venir meno dello Stato Pontificio e con l'aspetto spirituale delle difficoltà per la Santa Sede di esercitare il proprio ministero. Non basta che la legge delle guarentigie del Papa Pio IX, varata dallo Stato italiano, gli consenta di mantenere prerogative diplomatiche proprie della sovranità. Ciò che è contestato è la provenienza unilaterale della legge, non oggetto di conciliazione. Si dovranno attendere i patti lateranensi, cioè la Conciliazione.tra Stato e Trattativa bilaterale Patti Lateranensi (Chiesa, 11 febbraio 1929) per poter avere una chiusura della questione: l'art. 2 del Trattato Lateranense accoglie infatti la richiesta della Chiesa di essere riconosciuta come "società spirituale" governata dal Pontefice. Però solo l'art. 7 della Costituzione italiana esplicherà il dovuto riconoscimento della Chiesa. Capitolo I - Lo Stato laico: nascita e formazione dell'idea Dal pluralismo medievale al monismo assolutistico Lo Stato è chiamato a confrontarsi, nel momento in cui intenda disciplinare il fenomeno religioso, con i principi della concezione canonistica. Al proposito sono state fatte varie analisi, tra cui quella di Orio Giacchi che stabilisce che le radici dello Stato laico, e prima ancora dello Stato, sono da individuare nel Medioevo. Da qui occorre partire per individuare gli elementi storici, politici, giuridici che, in superamento del pluralismo medievale,portano alla prima forma di Stato moderno, cioè di comunità politica provvista di ogni strumento per governare autonomamente la società: lo Stato assoluto. Medioevo Il Medioevo è il periodo storico in cui esiste un forte pluralismo di soggetti che obbediscono, vi sono: varietà politiche di ordinamenti, molte tradizioni culturali, le arti e i mestieri, nascono le grandi Università, i regni nazionali, i comuni con ognuno il proprio ordinamento, i feudi, le Repubbliche marinare, ecc. Nel Medioevo l'emergere dello Stato trova ostacoli in almeno 3 fattori: 1) Il pluralismo medievale: Il Medioevo trova il suo coordinamento nell'idea imperiale cristiana non solo come organizzazione politica, ma anzitutto come autorità fondata principalmente su valori religiosi. Le varie sovranità statali diventano portatrici in sé dello Stato assoluto quando, ripudiandol'idea imperiale, cominciano a considerarsi esclusive per il territorio e per i sudditi da esse governati, relegando le relazioni con le altre sovranità su di un piano di mera necessità; 2) Il principio di legalità: consente ai molteplici organismi, che costituiscono la realtà medievale e che sono disciplinati da differenti fonti (norme romane, norme canoniche, consuetudini, diritto feudale) di trovare rispetto alla legge una regolamentazione oggettiva non strumentalizzabile da chi detiene il potere. Tale principio comincia ad avere delle interpretazioni da parte: - Dei legisti, cioè i giuristi che siedono accanto ad un principe; - Dai capitani di ventura che cominciano a radunare truppe attraverso nuove leggi o attraverso nuove forze militari, un principato che si ponesse come unico regolatore della società. I legisti cercarono di enfatizzare due massime romane: - “ciò che piace al principe ha vigore di legge”; - “il principe non è soggetto a legge”.

legge”;- “il principe è sciolto dalle leggi” (nel Medioevo tale massima sarà sostituita dai canonisti con la frase:“princes abstrictus legibus”, il principe è sottoposto alle leggi).Queste 2 massime saranno dai legisti trasformate da semplici regole procedurali a giustificazioni deldispotismo. Per i canonisti vale il principio opposto: “princeps legis abstrictus”.3) L’ del : è il più potente alla delloAUTOREVOLEZZA ROMANO PONTEFICE FRENO FORMAZIONE STATO, poiché in età medievale l’autorità del Papa è estesa anche alle materie temporali, grazie adASSOLUTOun’interpretazione della potestas indirecta in temporalibus tanto più ampia, quanto più la societàmedievale è intrisa di cristianesimo.Via via che questi , l’universalità caratterizzante il periodo medievale lascia il posto alla3 FATTORI CADONOdi , ognuna caratterizzata dal fatto di non riconoscere

alcunPARTICOLARITÀ SINGOLE REALTÀ STATUALIsuperiore. All’età medievale gli storici fanno risalire il primo Concordato: quello di Worms tra l’ImperatoreEnrico V e Papa Callisto II del 1122, con il quale si pose fine alla lotta per le investiture. Da questo insieme di fermenti nasce nel ‘400 la figura del principe rinascimentale, con un concetto di Stato non ancora moderno. RinascimentoIl Rinascimento è l’inizio di un periodo di RINASCIMENTO VARI FATTORI FORMATIVI ASSOLUTISMO, poiché mentre il Medioevo aveva molti freni contro l’emergere di una sovranità esclusiva dello Stato (Assoluto), nel Rinascimento comincia la formazione dello Stato moderno in senso assoluto, addirittura è nel Rinascimento che appare per la prima volta il termine “Stato”: status come rivolto ad una collettività politica (non soltanto lo status personae). Per la prima volta il PRINCIPE SUPREMO UNICO DETENTORE POTERE, ed il suo potere, è considerato dalla collettività politica come il detentore supremo del potere.come il forgiatore del destino della società politica, secondo direttive proprie e che sgorgano dalla sua virtù. La personalizzazione del potere, dunque, rappresenta il primo passo verso il sovrano unico. Il principe rinascimentale è ancora diverso dal sovrano assoluto; infatti, il concepisce il carattere soggettivo dello Stato proprio come una sua opera d'arte, ispirandosi al modello classico/greco-romano. Il principe rinascimentale è caratterizzato dalla propria individualità, in antitesi al Medioevo, periodo nel quale l'uomo non ha valore se non come membro di una famiglia, di un popolo, di un partito. Il principe rinascimentale si differenzia dal principe medievale per il suo essere poco propenso a modificare gli ordinamenti stabiliti. Infatti, il principe rinascimentale, pur nel rispetto di questi modelli antichi, è percorso da un desiderio di innovazione, porrà sotto le sue regole, i suoi ideali e le sue ambizioni.

Le novità rispetto al Medioevo sono una profonda revisione delle leggi e dei modi di fare politica. Nel Rinascimento si affaccia il confronto tra le consuetudini antiche e i modi nuovi di fare politica, tra le leggi del passato e dell'evoluzione del principio di ragion di stato. Esso troverà soluzione al problema del male politico e dei conflitti di leggi nel bene utile, durante l'ulteriore evoluzione sino a configurare il principio di assolutismo, che giustificherà il potere del sovrano. Importante è la definizione di Machiavelli di un Principe come "volpe o leone". Influente sulla costruzione di uno Stato Assoluto è la tesi esposta nel Principe di Machiavelli della superiorità del "Principe crudele" sul Principe che per troppa pietà non riesce ad eliminare i disordini, che offendono l'intera universalità (tutti gli uomini), mentre le esecuzioni che vengono dal Principe crudele offendono solo quelli che ne sono colpiti.

Lutero e le sue contestazioni

A portare al concetto

di da e di un SOVRANO ASSOLUTO SCIOLTO OGNI VINCOLO DETENTORE ESCLUSIVO, saranno soprattutto i del e la sua riforma.
POTERE CONTRIBUTI PENSIERO LUTERANO
Per comprendere il significato dei contributi Luterani, però, occorre fare alcune considerazioni:
• Il suo alla : allaPESSIMISMO TEOLOGICO INTORNO NATURA UMANA LUTERO CONTRAPPONE VISIONEdell’ come “ dell’ ”, l’ , dalRINASCIMENTALE UOMO MISURA UNIVERSO UOMO DECADUTO CORROTTO PECCATO, che può con l’ al . Egli ,ORIGINALE SALVARSI ESCLUSIVAMENTE INTIMA ADESIONE CRISTO CONTESTAinfatti, la del sostenuta da da (con cui viene rivendicataDOTTRINA LIBERO ARBITRIO ERASMO ROTTERDAMla dignità umana e la
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
22 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/11 Diritto canonico e diritto ecclesiastico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ResPublica di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto ecclesiastico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Guasconi Eleonora.