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Il rapporto di lavoro dei dipendenti dell'università cattolica e l'insegnamento della religione nella scuola pubblica

Il rapporto di lavoro dei dipendenti dell'università cattolica ha natura di pubblico impiego e, come tale, contiene le garanzie generali previste per i dipendenti pubblici. Tuttavia, in questo campo esiste una deroga al divieto di discriminazione per motivi di religione. L'accordo del 1984 consente di subordinare la nomina dei docenti universitari al gradimento, sotto il profilo religioso, della competente autorità ecclesiastica. Il gradimento, una volta accordato, può essere anche revocato.

L'insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, noto come IRCL (Insegnamento della Religione Cattolica nella Scuola Pubblica), ha risentito nel corso degli anni del mutare dei rapporti fra società civile e società religiosa. In un primo momento, nel XIX secolo, la materia era soggetta all'obbligo di insegnamento, salvo dispensa. Poi si è passati ad un sistema che richiedeva...

un’esplicita domanda di partecipazione all’insegnamento da parte dei genitori. Nei primi anni del XX secolo poi si è avuto il ritorno all’istruzione obbligatoria. Con l’art 36 del concordato lateranense poi l’obbligo di insegnamento della religione cattolica è stato esteso anche alla scuola media, salvo la facoltà dei genitori dichiedere un’apposita dispensa per i propri figli. Si è arrivati poi all’accordo del 1984, che nell’articolo 9 ha affermato l’impegno dello stato ad assicurare l’IRC nelle scuole pubbliche di qualsiasi ordine e grado, in quanto i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, garantendo però il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento. Per gli studenti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, la religione cattolica deve

La scelta di seguire l'insegnamento religioso può essere espressa all'atto di iscrizione da parte dei genitori degli alunni. Gli studenti della scuola secondaria di secondo grado invece esprimono la scelta personalmente, anche se minorenni. La scelta, positiva o negativa che sia, non può dar luogo a nessuna forma di discriminazione, e in caso di scelta negativa non si può in alcun modo pretendere dall'autore della scelta di manifestare la propria convinzione religiosa.

L'insegnamento deve limitarsi ad un'esposizione del patrimonio dogmatico della chiesa, mentre non può assumere i caratteri del proselitismo: l'insegnamento deve essere libero da condizionamenti. I libri di testo per essere adottati nelle scuole (su proposta dell'insegnante di religione) devono essere provvisti del nulla osta della CEI.

I problemi posti dalla disciplina di derivazione pattizia

Per rendere effettivo il diritto di non avvalersi dell'insegnamento religioso occorre preservare gli altri insegnamenti.

da forme di religione latente. Lo stato quindi ha l'obbligo di sviluppare l'istruzione pubblica in modo obiettivo e pluralista. Per la stessa ragione l'IRC non può essere impartito secondo orari che abbiano effetti discriminanti per gli alunni che non se ne avvalgono. Al fine di garantire un monte ore uguale a tutti gli alunni, in passato erano presenti obblighi didattici alternativi per gli alunni che non si avvalevano dell'insegnamento. Dopo due pronunce della corte costituzionale tuttavia, che ha dichiarato la disciplina discriminatoria, il ministro dell'istruzione ha previsto 3 diverse alternative all'IRC: lo studente può frequentare attività didattiche e formative, oppure può svolgere attività di studio o ricerca personale, oppure può anche uscire dalla scuola. La scelta è espressa mediante la compilazione di un modulo separato da quello in cui esprime l'adesione o no.

All'IRC, la curricularità dell'insegnamento

Il passaggio dal sistema dell'insegnamento obbligatorio (salvo dispensa) a quello della libera scelta, ha posto la questione della natura curricolare dell'IRC: si tratta di una materia che delinea il curriculum e il profitto dello studente al pari di tutte le altre materie?

Secondo l'intesa fra la CEI e il ministro dell'istruzione la risposta è affermativa: i programmi vengono adottati con decreto del presidente della repubblica, su proposta del ministro dell'istruzione previa intesa con la CEI. Gli insegnanti devono attenersi ai programmi e agli obiettivi di insegnamento prefissati, al contrario degli insegnamenti non curricolari che invece non comportano tale impegno. A conferma della curricularità dell'insegnamento la corte costituzionale ha stabilito che l'esercizio del diritto di avvalersi dell'ora di religione crea l'obbligo scolastico di frequentarla.

Il giudizio è espresso su un foglio separato dalla pagella scolastica, all'interno del quale il docente descrive l'interesse con la quale l'alunno segue l'insegnamento. Gli insegnanti di religione prendono parte agli organi scolastici con gli stessi diritti e doveri degli altri insegnanti, e partecipano alle valutazioni solo degli alunni che si sono avvalsi dell'IRC.

Gli insegnanti di religione: L'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche può essere affidato solo a chi sia in possesso di titoli di qualificazione professionale rilasciati dall'autorità ecclesiastica di uno dei (titoli accademici, dottorati, master ecc, tutti relativi all'ambito teologico). Oltre ad essere in possesso di uno di questi titoli, l'insegnante deve essere in possesso di una certificazione di idoneità rilasciata dall'ordinario diocesiano. La chiesa può anche negare il certificato per motivi attinenti alla vita.

privata del candidato o per la violazione di precetti morali imposti dalla dottrina. Il certificato, se rilasciato, ha carattere permanente almeno che non venga revocato.

La disciplina solleva il problema del contrasto con la regola dell'assoluta irrilevanza delle credenze religiose nel rapporto di pubblico impiego. Inoltre altri problemi possono sorgere in quanto la revoca dell'attestazione di idoneità determina la cessazione automatica dall'incarico, senza che l'autorità ecclesiastica sia obbligata a fornire una specifica motivazione e senza che un'eventuale motivazione possa essere sindacata dal giudice statale: in questo caso quindi si ha un contrasto con il principio supremo del diritto alla tutela giurisdizionale.

Secondo una recente pronuncia del consiglio di stato, sia il giudizio di idoneità del vescovo sia il correlativo potere di revoca della stessa devono conformarsi ai parametri della ragionevolezza e non manifesta.

impugnazioni non possono essere dirette all'annullamento del provvedimento arbitrario ecclesiastico (riservato sempre all'autorità ecclesiastica), ma possono essere dirette solo al provvedimento di revoca emesso dall'autorità scolastica fondato su un atto inidoneo a supportarlo (il provvedimento canonico). L'autorità amministrativa italiana quindi non può mai surrogarsi a quella ecclesiastica, neanche se ritiene il provvedimento (di rifiuto o di revoca) infondato. Prima della legge 186/2003 gli insegnanti accedevano all'incarico non per concorso, ma a seguito della nomina da parte dell'autorità ecclesiastica. Il conferimento dell'incarico aveva durata annuale e si intendeva automaticamente rinnovato allo scadere di ogni anno in permanenza delle condizioni e dei requisiti prescritti: lo stato di precarietà degli insegnanti era giustificato dalla peculiarità della materia insegnata. La legge

186/2003 ha istituito due distinti ruoli regionali del personale docente: un ruolo è riservato ai docenti di religione cattolica della scuola dell'infanzia e della scuola primaria, mentre l'altro ruolo è riservato ai docenti della scuola secondaria.

Per l'accesso ai ruoli si richiede il superamento di specifici concorsi per titoli ed esami indetti su base regionale: i titoli di qualificazione professionale sono quelli rilasciati dall'autorità ecclesiastica (titoli accademici, master ecc), mentre le prove di esame servono per accertare la preparazione culturale generale e didattica, esclusi i contenuti relativi all'insegnamento della religione cattolica.

Ciascun candidato inoltre deve essere in possesso del certificato di idoneità rilasciato dal vescovo e può concorrere solo per i posti disponibili nel territorio di pertinenza della diocesi che ha rilasciato la certificazione (quindi titolo di qualificazione + certificato di idoneità).

idoneità + superamento prova di esame). L'assunzione è a tempo indeterminato e la sede di assegnazione si intende confermata di anno in anno. Il docente di religione assunto a tempo indeterminato al quale sia stata revocata l'idoneità, può fruire della mobilità professionale nel comparto del personale della scuola, sempre che sia in possesso dei requisiti per l'insegnamento richiesto. Di fatto si tratta di una causa atipica di estinzione del rapporto di pubblico impiego accanto alle normali ipotesi di licenziamento, che suscita parecchi dubbi di costituzionalità (di fatto la precarietà è attenuata ma esiste ancora). Lo stato giuridico e il trattamento economico degli insegnanti di religione è il medesimo in vigore per gli altri insegnanti, e si applica loro anche la disciplina sulla mobilità nel comparto del personale della scuola (supplenza). La mobilità territoriale invece è subordinata alrilascio del certificato di idoneità da parte dell'adiocesi competente. della religione cattolica nelle regioni di confine-L'insegnamentoLa disciplina pattizia non trova applicazione nelle regioni di confine del Trentino-Alto Adige, del Friuli-Venezia Giulia e in alcune aree della provincia di Belluno. In queste zone sono in vigore norme specifiche, che disciplinano in modo diverso anche le modalità di reclutamento e di immissione in ruolo del personale docente. religioso e le confessioni diverse dalla cattolica-L'insegnamentoNella legge sui culti ammessi lo spazio lasciato alle confessioni diverse da quella cattolica era assai ridotto. Tuttavia oggi, quando il numero degli scolari lo giustifica, i genitori professanti un culto diverso dalla religione cattolica possono ottenere che sia messo a disposizione qualche locale scolastico per l'insegnamento religioso dei propri figli. In caso di diniego della competente autorità scolastica la decisione èrimessa al ministero dell'istruzione e a quello degli interni, che decidono di concerto. Si inseriscono nelle attività facoltative previste dall'ordinamento scolastico e gli insegnamenti atti
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A.A. 2018-2019
42 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/11 Diritto canonico e diritto ecclesiastico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Simo.Russo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto ecclesiastico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Toscano Marcello.