RAI- SERVIZIO PUBBLICO
Il sistema radiotelevisivo italiano è misto, composto da un soggetto pubblico (RAI) e
operatori privati. La RAI, concessionaria del servizio pubblico, è una società per azioni che
opera secondo un contratto quinquennale con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Questo contratto definisce diritti, obblighi e finalità di interesse pubblico per la produzione e
diffusione di contenuti audiovisivi, radiofonici e multimediali su tutte le piattaforme.
La RAI, in quanto servizi pubblico, deve garantire:
- Pluralismo informativo, includendo anche contenuti culturali, religiosi e di minor
interesse ma rilevanti per la collettività.
- Copertura integrale del territorio nazionale per la diffusione dei segnali radio e TV.
- Ore dedicate all’educazione, informazione, formazione e promozione culturale, con
particolare attenzione alle opere artistiche e audiovisive di qualità.
- Accesso paritario alla programmazione per partiti politici, gruppi sociali, confessioni
religiose e minoranze linguistiche, specialmente nelle regioni a statuto speciale.
- Produzione e trasmissione di contenuti per l’estero, valorizzando cultura e lingua
italiane.
- Trasmissioni rivolte a minori e conservazione degli archivi storici.
- Rispetto dei limiti pubblicitari e delle normative tecnologiche digitali.
- Servizi interattivi digitali e misure di tutela per persone con disabilità sensoriali.
Il finanziamento principale della RAI proviene dal canone, che deve essere utilizzato
esclusivamente per interesse pubblico. La RAI è inoltre tenuta a destinare almeno il 15% dei
ricavi annui alla produzione di opere europee.
La governance della RAI è gestita da un Consiglio di Amministrazione di sette membri
nominati tra Parlamento, Governo e dipendenti. Il CdA approva piani, bilanci e garantisce il
rispetto del contratto di servizio pubblico. Il presidente del CdA viene scelto tra i consiglieri
con l’approvazione della Commissione parlamentare di vigilanza. L’Amministratore Delegato,
nominato dal CdA, gestisce l’attività operativa secondo le direttive del CdA. Il Collegio
Sindacale controlla la regolarità amministrativa e contabile. Questa struttura assicura
trasparenza e controllo pubblico, in linea con la missione di servizio pubblico della RAI.
TELECOMUNICAZIONI E COMUNICAZIONI
ELETTRONICHE
La Costituzione italiana non contiene articoli specifici che disciplinano in modo diretto e
dettagliato le telecomunicazioni o le comunicazioni elettroniche (come Internet, telefonia, reti
digitali). Tuttavia, ci sono principi costituzionali fondamentali che si applicano anche a questo
settore:
- l’art. 15 garantisce la libertà e la segretezza delle comunicazioni,
- l’art. 21 tutela la libertà di espressione con ogni mezzo, inclusi quelli elettronici
- l’art. 117 attribuisce allo Stato la competenza esclusiva nella regolamentazione delle
comunicazioni.
Codice delle comunicazioni elettroniche
Il Codice delle comunicazioni elettroniche è il decreto legislativo n. 259/2003, che regola tutti
i servizi di comunicazione elettronica in Italia (telefono, Internet, radio, TV). Tra gli obiettivi
principali ci sono la libertà di comunicazione, la tutela degli utenti, la promozione della
concorrenza, l’accesso universale e l’uso efficiente delle risorse. È fondamentale per
garantire un sistema di telecomunicazioni moderno, sicuro e accessibile.
Principi principali del servizio universale
I principi principali del servizio universale secondo il Codice delle Comunicazioni Elettroniche
sono:
1. Accessibilità e continuità: il servizio universale deve essere disponibile sempre e in
modo affidabile in tutto il territorio italiano, anche nelle zone più difficili da
raggiungere.
2. Qualità del servizio: il servizio deve rispettare dei livelli minimi di qualità stabiliti
dalla legge o dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), così che
tutti possano usarlo bene.
3. Costo ragionevole: i prezzi del servizio devono essere accessibili e sostenibili per
tutti, per evitare che qualcuno non possa permetterselo.
4. Neutralità tecnologica: il servizio può essere fornito con qualsiasi tecnologia, senza
preferenze per una tecnologia particolare.
5. Finanziamento e obblighi per gli operatori: gli operatori scelti per offrire il servizio
universale devono garantire la copertura anche se non è conveniente dal punto di
vista economico. Se serve, i costi possono essere divisi tra tutti gli operatori, così
non pesa solo su uno.
6. Controllo dell’Autorità (AGCOM): l’AGCOM controlla che il servizio universale
funzioni correttamente, che i costi siano giusti e che la qualità sia rispettata.
Codice della privacy
Il Codice della Privacy italiano e il Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali
(GDPR) hanno un ruolo fondamentale nel garantire la tutela dei dati personali degli utenti
che utilizzano servizi di comunicazione elettronica, come telefonia, internet, email e
messaggistica. Queste normative stabiliscono che i dati personali raccolti dagli operatori
devono essere trattati in modo lecito, corretto e trasparente e impongono che il trattamento
dei dati sia limitato agli scopi specifici e legittimi necessari per fornire il servizio richiesto,
come ad esempio gestire la connessione, la fatturazione, garantire la sicurezza della rete e
prevenire abusi o frodi.
Conservazione dei dati per finalità di repressione dei reati
I dati di traffico sono le informazioni tecniche sulle comunicazioni elettroniche, come numeri
chiamati, durata della chiamata, indirizzi IP, orari e localizzazione. La legge italiana prevede
che gli operatori di comunicazione elettronica conservino questi dati tecnici delle
comunicazioni per un certo periodo di tempo, così da aiutare le autorità nella lotta contro i
reati. Questi dati però sono accessibili solo con autorizzazioni legali e devono essere trattati
nel rispetto della privacy.
ORGANI DI GOVERNO DEL SISTEMA
DELL’INFORMAZIONE
Nell'ordinamento italiano, la gestione e il monitoraggio degli aspetti disciplinari legati
all'informazione sono affidati a diversi organi istituzionali, che garantiscono il rispetto dei
principi fondamentali e la tutela dell'interesse pubblico nel campo dell'informazione e della
radiotelevisione. Questi organi sono:
- Autorità di Governo e vari Ministeri: hanno poteri specifici e devono spesso
trasmettere comunicazioni urgenti di interesse pubblico (es. durante il COVID).
L’autorità di governo utilizza principalmente la RAI, emittente di servizio pubblico, e
può coinvolgere altri operatori radiotelevisivi.
- Ministero dell’Impresa e del Made in Italy: negozia accordi internazionali, regola i
rapporti con la RAI, gestisce il servizio universale delle telecomunicazioni.
- Ministero dell’Economia e delle Finanze: è azionista di controllo della RAI, nomina
l’amministratore delegato e vigila sulla gestione economica.
- AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni): è un organo istituito nel
1997, che regola e controlla radiotelevisione, telecomunicazioni e media, garantendo
pluralismo, concorrenza e tutela dei consumatori. È composto a sua volta da 4
organi: il presidente, il consiglio e due commissioni, quella delle infrastrutture e reti e
quella sui servizi e prodotti.
- Antitrust: opera in collaborazione con l’AGCOM e previene abusi di posizione
dominante e pratiche anticoncorrenziali.
- Corte dei Conti: controlla la gestione finanziaria della RAI e riferisce al Parlamento i
risultati.
- Commissione parlamentare: ha poteri di indirizzo, vigilanza, consulenza,
informazione e ispezione sulla RAI.
- CORECOM (Comitati regionali per le comunicazioni): sono organi delegati
dell’AGCOM a livello regionale che hanno funzioni di governo, garanzia e controllo
sulle comunicazioni nelle rispettive regioni.
ACCESSO AI DOCUMENTI DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
Il diritto di accesso agli atti amministrativi rappresenta un principio cardine per la trasparenza
e la partecipazione democratica alla vita pubblica. Sancito dalla legge 241/1990, consente ai
cittadini di prendere visione e ottenere copia dei documenti detenuti dalla pubblica
amministrazione, garantendo così il diritto degli interessati di accedere ai documenti rilevanti
della propria sfera giuridica.
Il diritto di accesso è esercitabile fino a quando la Pubblica Amministrazione ha l'obbligo di
detenere i documenti amministrativi ai quali si chiede di accedere. La pubblica
amministrazione deve fare di tutto per soddisfare la richiesta da parte del cittadino di
accedere al documento amministrativo, ma laddove ci siano dei problemi si può avvalere del
potere di differimento.
Il diritto di accesso ai documenti amministrativi si esercita attraverso la visione e
l’estrazione di copia degli stessi secondo i limiti e le indicazioni della legge 241/90. L’esame
dei documenti è gratuito, mentre per avere copia è richiesto solo il rimborso dei costi di
riproduzione, bollo e spese di ricerca o visura. La richiesta deve essere motivata e
presentata alla Pubblica Amministrazione che ha prodotto o conserva stabilmente il
documento. La Pubblica Amministrazione può rifiutare, limitare o differire l’accesso, ma solo
per motivi legittimi previsti dalla legge (come segreto di Stato, dati sensibili, ecc.) e deve
sempre motivare la decisione.
Ci sono due modalità di accesso ai documenti amministrativi, quello informale e formale, per
garantire il diritto di accesso nel modo più semplice possibile, ma anche tutelare altri diritti
(come la privacy) quando necessario:
- accesso informale: è veloce e senza formalità burocratiche, usato quando non ci
sono controinteressati (cioè nessuno può subire un danno dalla divulgazione del
documento).
- accesso formale: si usa in presenza di controinteressati o quando la PA lo ritiene
necessario ed è un accesso più complesso con procedure scritte e formali per
proteggere altri diritti.
Diritto di accesso civico
Il diritto di accesso civico, introdotto dal D.Lgs. n. 33/2013, serve a garantire trasparenza e
controllo dei cittadini sull'operato della Pubblica Amministrazione, anche senza un interesse
personale diretto.
Esistono due forme di accesso civico:
- Accesso civico semplice: ossia diritto di richiedere documenti, dati o informazioni
che la Pubblica Amministrazione è obbligata a pubblicare, ma non lo ha fatto.
(Esempio chiedere l’elenco degli incarichi esterni di un Comune).
- Accesso civico generalizzato (FOIA): diritto di accedere a qualsiasi documento o
dato detenuto dalla PA, anche
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Riassunto esame Diritto dell'informazione, dell'accesso e delle telecomunicazioni, Prof. Cuomo Gennaro Paolo, libro…
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Riassunto esame Diritto dell'informazione, dell'accesso e delle telecomunicazioni, Prof. Cuomo Gennaro Paolo, libro…
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Appunti di Diritto dell'informazione, dell'accesso e delle telecomunicazioni
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Diritto dell'informazione, dell'accesso e delle telecomunicazioni - domande e risposte