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Montaggio

Il materiale registrato viene selezionato e quindi solo parte di questo andrà in onda, inoltre dallo stesso materiale è possibile dipingere diversamente i concorrenti (effetto Kuleshov). La scelta e la composizione di quello che trasmetto e come a partire da una materia grezza che decido come raccontare secondo le linee narrative del programma. I logger guardano e registrano ora per ora cosa si dicono i concorrenti, segnalano le cose che possono essere interessanti, definendo scalette di racconto in progress che in sala di montaggio vengono assemblate. Il montaggio prevede di selezionare quello che interessa per la puntata a partire da tutte le ore di registrazione fatte durante la giornata, ma è un lavoro che si può fare solo a posteriori perché non si sa mai quale sarà la parte più interessante da far vedere nell'episodio. Gli effetti di post produzione vengono inseriti come commento a quello che succede.

L'elasticità del racconto è il tempo della puntata. I programmi presentano differenze:

  • in onda 24/7 → GF
  • daily, clip di puntata
  • puro montaggio → Pechino Express, Il collegio (va addirittura in onda prima che sia finito il montaggio perché si cambia in corso d'opera in base al successo)
  • tutto è scrittura
  • grammm tv naturalizzata → Modern Family, The Office: le regole del montaggio sono date per ovvie
  • sporcatura come effetto di realtà → telecamera mostrata apposta, scazzo con l'autore: quanto è sinceramente costruito il programma

Le case di produzione: Fremantle, Endemol, ecc.

Tipologie di produzione televisiva

PRODUZIONE IN HOUSE

  • programmi di base
  • produzione fatta dalla società di broadcasting (gruppo editoriale) stessa nei suoi studios
  • es: Mattino 5, Pomeriggio 5, Coffee Break, La vita in diretta
  • controllare meglio le risorse e la distribuzione sulle reti
  • si fa per day time

Perché copre molte ore → produzione di flusso

CASE DI PRODUZIONE INTERNE

  • Aziende di proprietà del broadcaster che esistono come entità separate
  • Esempio: Mediaset che acquisisce Zelig; soldi di Mediaset per i prodotti realizzati dalle case autonome di Maurizio Costanzo e Maria De Filippi

CASE DI PRODUZIONE INDIPENDENTI

  • Solo come fornitrici di contenuti, non legate ai broadcaster
  • Legate a figure creative o manager che decidono di mettersi in proprio
  • Esempio: Magnolia che nasce da Mediaset, fatta da Gori e collaboratrici (Camera Caffè, Xfactor, Masterchef)

GRANDI GRUPPI INTERNAZIONALI

  • Fermantle e Banijay
  • Giganti apparentemente indipendenti perché non sono legate ai broadcaster
  • Vendono i loro prodotti su tanti mercati di nazioni diverse

Società di intrattenimento

  • Banjay, Fermantle, EndemolShine, Stand by me, Kimera, Ballandi

Società di fiction

  • Cattleya, Fabula, Wildeside, Lux, The Apartament, Fandango

I ruoli

  • Presidente/CEO
  • Creativi
contenuti. Tuttavia, la produzione interna offre vantaggi in termini di costi e durata dei programmi. D'altra parte, la produzione esterna permette di realizzare programmi più brevi impiegando meno ore. Esistono tre tipi di produzione: - Produzione interna: permette di risparmiare sui costi e sulla copertura oraria. - Produzione esterna: offre uno stimolo creativo. - Produzione chiavi in mano: permette un rapporto più stretto con il commissario. Le reti televisive tendono ad avere una produzione interna più forte, come nel caso di Mediaset e Rai, riducendo così l'importazione di contenuti esterni, sebbene rimanga comunque importante. Le reti tematiche, invece, producono internamente in misura minore e affidano molto alla produzione esterna, sia in co-produzione che in modalità chiavi in mano. La Rai è stata criticata per affidarsi troppo alle case di produzione esterne, nonostante disponga di risorse interne significative.

Disponibilità: questo discorso ha senso nell'ottica di spese verso l'esterno, ma le cose non sono così semplici perché le case esterne hanno tutti i fattori creativi e innovativi che invece gli assunti Rai a tempo indeterminato non sempre hanno.

Nella tv italiana sia in termini di numero di programmi che di ore, i format in realtà sono molto pochi; essi sono un vantaggio per le case di produzione esterna. Il fatto che ce ne siano pochi in Italia è un problema: la tv italiana ha bisogno di pochi format, e quelli che trova li prende all'estero senza bisogno di svilupparli.

LA PRODUZIONE TELEVISIVA IN ITALIA: generalista (e grandi gruppi editoriali nazionali) con il 71% di produzione interna e il 29% esterna VS multi-channel (e reti tematiche di grandi gruppi globali) con il 7% di produzione interna e il 91% di produzione esterna.

I format sono un vantaggio delle case di produzione esterne (proprietà esclusiva oppure acquisizione di licenza altrui).

L'impatto è quantitativamente limitato dei format. C'è molta visibilità, poca estensione (vs.produzioni interne). Ma anche limitata spinta verso la creatività originale... Questioni trasversali:

  • Una questione sono le case di produzione indipendenti in Italia come Mega Indies, con varietà di generi, con cataloghi di format e big franchise. Un'altra è Italian Majors, di spettacolo, mainstream etalented-oriented.
  • Un'altra questione aperta è l'esportazione, in quanto in Italia c'è mancanza di sinergie nella distribuzione tra broadcaster, i costi sono troppo elevati per le case di produzione prive di catalogo, c'è mancanza di stimoli e creatività generalista ancora troppo ancorata al contesto italiano.
  • Un'altra è la questione delle modalità produttive: co-produzione con i broadcaster, produzioni che si devono adattare ai diversi stili produttivi;

asimmetria tra broadcaster e produzione; riduzione dei rischi. Si consegnano "le chiavi in mano" ai broadcaster, al momento di sbilancia su alcuni generi, ci ha maggiore controllo sulle case di produzione ed è funzionale negli atelier creativi.

15/12/2022 Marketing televisivo, Dati Auditel e oltre. Promozione. ON Air, altrove e sul digitale.

Si parlerà principalmente di distribuzione > spesso conta di più questa rispetto alla produzione stessa. Se il contenuto non arriva al pubblico, non è detto che non sia bello, ma significa solo che non è stato distribuito. Deve raggiungere il pubblico giusto. Si concentra spesso troppo tempo sulla produzione, quando invece deve essere curato molto bene anche l'aspetto distributivo. Non basta da sola la distribuzione, ma sia la distribuzione, sia la produzione sono due facce della stessa medaglia.

I contenuti sono sia testo che contesto: c'è un testo, ma il contesto (spesso) vale di più.

Il valore culturale ed economico dei media è molto importante. Significato e soldi vanno tenuti bene a mente per l'industria mediale. Si comincia a parlare di dati di rilevazione dell'ascolto dagli anni '80, mentre negli ultimi 10-15 anni è esploso il fenomeno di costruire non solo dei contenuti, ma dei brand, dei marchi televisivi con cui farsi notare.

I brand televisivi hanno tre livelli:

  1. Brand di gruppo editoriale/azienda/company > che si occupa in vario senso di televisione. Un esempio: Mediaset, Sky, Rai, Disney, ecc. Questi brand lavorano nel settore televisivo nel senso più ampio possibile, mettendo insieme offerte da gruppi editoriali ampi.
  2. Brand legati a singole reti: ad esempio Prime Video slegato da Amazon, Canale 5 che è slegata da Mediaset, HBO che è presa in esempio come canale rispetto che come azienda. Questi brand rappresentano i singoli canali che articolano i contenuti all'interno di un'offerta coerente.
  3. Brand legati al singolo contenuto: ad esempio Masterchef, X Factor, Grande Fratello, ecc.

Sono tutti questi dei brand televisivi. Brand di programma. Personaggi che sono diventati dei brand: Maria De Filippi o Antonio Ricci, che danno un ulteriore dimensione di autorialità, per quanto riguarda il brand dell'autore. Nel caso della De Filippi, lei non solo è autore e creatore, ma anche conduttore.

Memoria del brand: discorso sul brand legato ad una dimensione contemporanea. Al tempo stesso si parla di memoria > FOX non esiste più, che hanno cessato del tutto le loro trasmissioni, nonostante siano stati i pionieri della serialità americana. Continua ad essere un brand anche dopo la sua chiusura. Magnolia è un altro esempio, che è stata chiusa dopo gli anni 10 del 2000.

Marketing e dati auditel. Sguardo più ampio, con alcuni esempi: utilizzo pubblico e giornalistico dei dati d'ascolto. Si vede un riquadro del Corriere della Sera, con la rubrica Vincitori e Vinti, che individua nella sera precedente due programmi concorrenti.

e si guarda quale ha funzionato di più e quale meno. È unarubrica che va avanti da una ventina d'anni e, accanto alla recensione televisiva, che ha aggiunto una stratificazione rispetto al discorso più qualitativo della recensione. Si selezionano due cose con uno scontro diretto.- Lo stesso si trova nello screen accanto: ogni giorno entro le 10:30, ogni blog di stampo televisivo preparano dei post con le indicazioni dei dati auditel della giornata precedente. Si va per fascia oraria e contenuto. Si guarda l'ascolto medio e lo share. Si vedono i titoli che trattano il tutto come se fosse una gara, alcuni crescono, altri "floppano". I dati d'ascolto vengono usati in una chiave giornalistica e vengono interpretati come valori per indicare le qualità del programma: esempio di Sanremo, che compete più che con gli altri, con "sé stesso" degli anni precedenti. Questi dati ci dicono cosa funziona e cosa no, per questo

arriva sempre “il giudizio di Dio”. Il risultato viene subito comunicato dai mezzi di comunicazione giornalistica che, grazie a questi, scrivono articoli di successo o fallimento. Sono essi strumenti che vengono usati per altre ragioni: auditel non è fatto per i giornalisti come strumento di comunicazione, ma è fatto per le aziende del settore televisivo. Esso sancisce la misura complessiva (currency) all’interno del mercato pubblicitario. Tutti nella televisione si servono del mercato pubblicitario e auditel offre dei dati per fare in modo che il mercato funzioni. Auditel è soprattutto l’arbitro che sancisce per le imprese televisive. La quota di mercato sul quale basare la quantità degli investimenti pubblicitari. Auditel viene formata nel ’84 e inizia a rilevare nell’86. Si forma il binario della misura del mercato. Questi numeri sono l’unico modo per cui il mercato può funzionare. È un sistema di

o riguarda il tuo compito, è il seguente: riferimento condiviso che, per quanto riguarda il tuo compito, è il seguente:
Dettagli
A.A. 2022-2023
34 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eleonora_columbano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Culture della produzione televisiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Barra Luca.