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EFFETTI SPECIALI

- la suspense, anticipazione parziale di informazioni che lasciano con il fiato sospeso il lettore

- Cliffhanger, la conclusione di una narrazione (capitolo di romanzo o episodio di serie tv) attraverso un colpo di scena che resta inconcluso

- La metalessi, cortocircuito tra realtà e finzione.

- Il tilt shift, (utilizzato in tv e al cinema) la manipolazione degli assi prospettici in modo da dare l'impressione che la realtà sia una finzione.

CAP. 1 - IL ROMANZO

Il romanzo a differenza di altre forme narrative non segue degli obblighi o degli standard. Ogni storia infatti può essere raccontata in modi differenti e ogni scrittore sceglie la propria strada adattandola al proprio stile. Fanno eccezione a questo ragionamento, i romanzi di genere, che richiedono una struttura precisa, ma anche in questo caso non si è tenuti a rispettare rigorosamente le regole. I romanzi si suddividono in due grandi categorie:

- i romanzi di trama, sono quei romanzi in cui...

la storia è l'elemento più importante e quindi la lingua e le strutture sono al servizio della storia stessa. - I romanzi di stile, romanzi in cui la storia è meno importante del modo in cui viene raccontata e si dà quindi più rilevanza allo stile. Dazieri in questo primo capitolo tratterà il romanzo dei promessi sposi come un romanzo di trama.. cosa immaginare in una situazione iniziale? Innanzitutto bisogna stabilire quella che è la fabula, ossia l'ordine cronologico il naturale degli eventi. Se vogliamo essere realistici, non dobbiamo solo documentarci bene sull'epoca ma dobbiamo anche aderire a quella che era la realtà del tempo e adattarci al contesto storico, alla psicologia dei personaggi e alle loro scelte. Dai fatti narrati da Manzoni, Don Rodrigo ha una 40ina di anni e Lucia ne ha meno di 20. Il padre di Don Rodrigo era una brava persona, ma il figlio è cresciuto come una carogna. Del padre di Lucia invece

non è il padre di Lucia come tutti pensano, ma il suo amante segreto. Quindi, Agnese ha comprato le terre con i soldi che le sono stati regalati dal padre di Don Rodrigo per mantenere il segreto sulla loro relazione. Questa teoria potrebbe spiegare il legame intenso tra Don Rodrigo e Lucia, che va oltre la semplice attrazione fisica. Tuttavia, è importante sottolineare che questa è solo una supposizione e non è confermata nel romanzo di Manzoni.nonvoleva possedere carnalmente Lucia ma proteggerla da Renzo che considerava un uomo non molto intelligente, di basso rango sociale e di facile ubriachezza. I PERSONAGGI Ogni personaggio nel corso di una storia presenta un 'arco narrativo', un insieme di cambiamenti che lo caratterizzano, questo perché i personaggi in una storia devono necessariamente mutare in risposta agli avvenimenti che si verificano; altrimenti la storia perde di senso. Possiamo sostenere che il motore di un romanzo è il conflitto tra i personaggi, anche perché senza conflitto i personaggi non mutano. IL NARRATORE La questione del narratore è solitamente una decisione da prendere con molta attenzione in base all'effetto che vogliamo produrre: 1) la prima persona è più semplice da utilizzare, perché è la più diretta ed è anche il modo con cui normalmente noi raccontiamo dei fatti alle persone che ci circondano. In questo caso il

Il narratore può essere uno dei personaggi oppure un testimone esterno.

La seconda persona invece è poco utilizzata, perché quando viene utilizzata produce un effetto straniante. Infatti prevede che il lettore sia anche il protagonista.

La terza persona viene utilizzata quando si vuole raccontare dall'esterno la vicenda e questa non si presenta mai, è simile quindi all'occhio di una telecamera.

Il narratore onnisciente è quello utilizzato da Manzoni ed è tutt'oggi molto ricorrente, perché può essere uno dei personaggi della vicenda ma spesso si presenta come una voce esterna. A differenza della terza persona, il narratore onniscente sa tutto quello che accade e quello che accadrà.

La durata temporale del romanzo dipende da dove l'autore vuole mettere il focus, concentrandosi su determinati eventi. Nel romanzo avventuroso ci interessa mostrare un quadro storico ampio e movimentato. Così

possiamo decidere di partire dall'infanzia di Agnese e Don Rodrigo e di seguirli sino all'omicidio del marito di Agnese, che è il momento culmine. Bisogna poi scegliere un tempo da utilizzare per narrare la storia. I tempi verbali più utilizzati sono: - il presente, il più diretto e immediato, in quanto fa capire che la storia non è ancora conclusa e si sta svolgendo davanti nostri occhi, per cui nella narrazione siamo accompagnati dal protagonista e ne viviamo ogni avventura. - il passato prossimo, che è il tempo più vicino al linguaggio naturale. - il passato remoto, che è il più diffuso perché è considerato il più letterario, ma anche più complesso perché è un tempo composto. Entrambi i passati fanno capire immediatamente ai lettori che la storia che stiamo trattando si è conclusa e che il narratore o ne è reduce o è stato testimone. LA SCALETTA riguardo la scaletta vi sono

Due scuole di pensiero:

  • C'è chi considera necessaria la scaletta, in quanto è fondamentale elencare i punti fondamentali del romanzo per conoscere circa quante pagine più o meno verranno fuori, i movimenti dei personaggi e i loro pesi nella narrazione. Affinché funzioni la scaletta, occorre dedicarci molto tempo alla costruzione di quest'ultima, perché bisogna stilare i punti chiave di come un capitolo si aggancerà ad un altro.
  • C'è chi invece pensa che la scaletta è un limite alla creatività e preferisce quindi tendere il romanzo senza seguire delle linee guida e vedere quindi dove lo porta l'ispirazione, a costo di dover cancellare e riscrivere.

I DIALOGHI: Per uno scrittore, la difficoltà della scrittura di un dialogo sta nel fatto che quest'ultimo non può essere il calco di una conversazione reale, perché nella realtà gli esseri umani non parlano come i libri stampati.

Spesso fanno errori grammaticali, divagano perché la comunicazione non è fatta solo di parole ma di pausa, di sguardi e di gesti. In un romanzo però tutto questo non è possibile dimostrarlo, possiamo aggiungere dei commenti che riguardano gli atteggiamenti del personaggio in quel preciso momento. I dialoghi migliori però sono quelli in cui gli stati d'animo dei personaggi si evincono dalle parole e dai movimenti. Il dialogo serve anche allo scrittore per passare informazioni al lettore, infatti durante una conversazione un personaggio può raccontare di sé o dei fatti, risparmiando così pagine di descrizioni all'autore. L'unica accortezza è quella di trovare il modo in cui questo sembri naturale. LA REVISIONE può accadere la maggior parte delle volte che rileggendo la prima stesura di un'opera, non ci piaccia per niente. In realtà la prima stesura è pessima anche per un grande autore, serve.infatti per mettere in fila le idee. L'errore che tutti i dilettanti fanno, è fermarsi al primo capitolo e riscriverlo finché non suona come dovrebbe essere.. questo è un sistema che però ti fa sprecare tantissimo tempo. Al contrario, bisognerebbe continuare ad andare avanti nella stesura, perché arrivati alla fine del romanzo ogni capitolo che inizialmente sembrava non essere al suo posto, inizierà a prendere forma. Se non sarà così capiremo invece di che andrà tolto, o che dovremmo aggiustarlo. E se arrivati ad un certo punto della stesura dell'opera, sentiamo la necessità di cambiare una parte di trama o un personaggio, li cambieremo, apportando delle modifiche ai capitoli precedenti per unificare la storia. Lo sceneggiatore Leonardo Valenti, afferma che nell'ideazione di una storia per un graphic Novel si può partire o dal plot (quindi dalla sequenza di azioni che il

personaggio dovrà compiere) o dall'idea di un personaggio. Nel caso del nostro autore, egli parte da un plot, per poi creare i suoi personaggi. In questa fase di sviluppo, può anche capitare che il personaggio delineato in precedenza, possa in qualche modo prendere il sopravvento sul plot, per cui bisogna modificare alcuni punti della scaletta che si era proposto e cambiare o le caratteristiche iniziali di cui era dotato il personaggio o le azioni che egli ha fatto in precedenza. Un aspetto importante riguarda la costruzione dei personaggi, che solitamente hanno un Fatal flaw, ossia un difetto fatale, una specie di tallone d'Achille che devono affrontare e risolvere. È proprio il fatal flaw a dare spessore alla storia. Inoltre una delle decisioni principali che uno sceneggiatore deve prendere è quella relativa al punto di vista attraverso cui raccontare la storia. Nell'attività di Valenti egli preferisce posizionarsi all'esterno del racconto,

inserisce i vari elementi che compongono la scena, come i personaggi, gli oggetti, gli ambienti. Successivamente, decide la disposizione delle vignette all'interno della tavola, cercando di creare un ritmo e una fluidità nella narrazione. Ogni vignetta ha un suo scopo e una sua durata, che può variare a seconda dell'importanza dell'azione o del dialogo che vi si svolge. Inoltre, Valenti sottolinea l'importanza di utilizzare angolazioni diverse per le inquadrature, in modo da rendere la scena più dinamica e interessante. Infine, la scelta dei colori e delle tonalità contribuisce a creare l'atmosfera e l'emozione desiderata nella scena.

Successivamente, sviluppa un unico punto per volta, allargandolo con una descrizione della scena.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
15 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofia_liaci di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Critica letteraria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Stasi Beatrice.