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Capitolo 2: Storia, Discorso e Narrazione

La fiaba di magia, rispetto ad altri generi narrativi, presenta una struttura abbastanza rigida (data l'originaria forma di trasmissione orale). Aristotele (Poetica) diceva che l'aspetto fondamentale di ogni narrazione consiste nell'imitazione dell'azione. In ogni racconto è infatti possibile identificare una sequenza di azioni compiute da specifici personaggi. Ogni singola azione non ha un significato in sé, ma solo in relazione alle altre azioni con cui essa si intreccia nel racconto. Il modello identificato da Propp (antropologo russo) è costituito dalla sequenza di 31 funzioni narrative, che sono tipologie di alcune più specifiche azioni. Secondo lui ogni fiaba parte da una situazione iniziale (introduzione e presentazione dei personaggi) a cui fanno seguito le 31 funzioni di base. Propp identifica anche 7 sfere d'azione fondamentali dei personaggi della fiaba di magia.soggetto e antisoggetto è determinato dall’asse del desiderio. L’oggetto del contendere è al centro di un rapporto di comunicazione tra chi lo rende desiderabile, il destinante, e chi lo desidera, il destinatario. Questo rapporto di comunicazione è mediato da un oggetto intermediario, il donatore, che fornisce all’eroe gli strumenti necessari per raggiungere il suo obiettivo. L’aiutante è colui che assiste l’eroe nel suo percorso, fornendo supporto e consigli. La principessa e il re suo padre rappresentano l’oggetto del desiderio, che l’eroe cerca di conquistare. Il mandante è colui che commissiona all’eroe la missione da compiere. Infine, il vero eroe è colui che riesce a superare tutte le sfide e a raggiungere il suo obiettivo.

accetta come tale, il destinatario. Il soggetto può trovarsi ad avere a che fare con altre due tipologie di attanti: sulpiano del potere, l'aiutante (facilità l'azione dell'eroe) e l'opponente (ne ostacola il raggiungimento dell'obiettivo). Tomasevskij ritiene che ogni racconto possa essere scomposto in una serie di unità minime chiamate motivi (unità elementari attraverso cui il narratore compone il proprio racconto). Vi sono motivi determinati per lo svolgimento del racconto (legati), altri meno essenziali (liberi). I motivi che portano a una trasformazione delle situazioni narrative sono detti dinamici, gli altri statici (es. brani descrittivi). Le analisi che i narratologi fanno degli schemi di base di ogni storia segue ancora il modello della "Poetica" di Aristotele, che distingueva questi momenti:

  1. L'esordio o situazione iniziale
  2. La complicazione che mette in moto la vicenda
  3. La peripezia, che provoca un

improvviso cambiamento o rovesciamento della situazione.

La catastrofe o scioglimento della vicenda

Si possono distinguere due tipi di svolgimento della fabula:

  1. Situazione iniziale caratterizzata da tensioni, una delle parti in conflitto mette in moto la fabula creando una complicazione, dopo una serie di peripezie una parte prende il sopravvento. Si giunge allo scioglimento, allo stato di tensione succede l'equilibrio.
  2. La situazione iniziale è di pace, un avvenimento improvviso introduce una complicazione, dopo una serie di peripezie si giunge allo scioglimento in cui la situazione torna all'equilibrio iniziale.

IL NARRATORE: Quando leggiamo un brano narrativo diamo per assodato che ci sia qualcuno che narra una vicenda. Ogni atto di narrazione propone un narratore (un'entità produttrice di enunciati-istanza dell'enunciazione). Nel guidare i meccanismi del racconto, l'autore reale si fa sostituire da un suo simulacro, l'autore modello,

costituito dai meccanismi retorici e narrativi che vengono messi in atto nel testo per guidare il percorso di lettura del destinatario (il lettore modello). Dunque a fare da mediatore testuale tra l'autore empirico c'è la figura retorico-testuale dell'autore modello. Dunque il narratore non è altro che una delle strutture o degli artifici narrativi che costituiscono l'autore modello (il narratore è diverso dall'autore modello). La figura del narratore ha un corrispondente interlocutore testuale, il narratario (che non è il lettore modello). Dunque la figura dell'autore empirico sta all'esterno del testo, ma ha lasciato le tracce della sua presenza come produttore del racconto attraverso tutti i dispositivi narrativi che ha scelto di attivare (autore modello). Se il narratore prende parola in prima persona può essere chiamato narratore rappresentato (definizione del critico americano Wayne Booth), testimone o.

Il protagonista (definizione di Normal Friedman) o narratore omodiegetico è presente come personaggio dell'azione (come lo definisce Gérald Genette), mentre il narratore esterno alla storia è eterodiegetico, caratterizzato da oggettività e distacco dalla narrazione, si colloca al di sopra degli eventi. Anche lui mette in gioco il suo giudizio ma in modo meno palese.

Un esempio dell'uso di questa tipologia di narrazione lo abbiamo nei Promessi Sposi di Manzoni: il ruolo che avrà in tutto il corso del racconto di un "Dio che giudica" ma allo stesso tempo anche un osservatore storico che documenta e ritrae il paesaggio con distacco. Diverso, come vedremo, l'uso che del dispositivo del narratore eterodiegetico fa Verga: il narratore di Verga partecipa coralmente ai valori e alle passioni della comunità; ne resta fuori, non essendo uno dei protagonisti della vicenda, ma trova nella sua compartecipazione un avvicinamento al mondo narrativo.

che nelnarratore di Manzoni mancava.Non è detto che il dispositivo del narratore omodiegetico debba essere utilizzato per l'intera estensione di un testo narrativo. A questo proposito, può entrare in gioco un diverso modo di valutare la figura del narratore, ed è quello che considera il diverso livello a cui può collocarsi il suo atto di narrazione. Omero viene definito da Genette narratore extradiegetico, mentre i due atti di narrazione interni al racconto riguardano un narratore diegetico e intradiegetico. Potenzialmente uno dei due narratori diegetici può riferire il racconto di un terzo narratore all'interno del proprio racconto; la testimonianza di questo ulteriore narratore diventa così di secondo grado ed è definita metadiegetica. Queste forme di rappresentazione di una comunicazione narrativa all'interno del mondo diegetico sono caratteristiche di quei testi che hanno una struttura detta a cornice. In queste opere,all'interno di un racconto principale che serve da guida o raccoglitore, vengono incastonati uno o più racconti secondari.

IL PUNTO DI VISTA: La metafora del punto di vista viene impiegata negli studi narratologici per indicare il modo in cui l'autore gestisce il flusso delle informazioni da fornire al lettore riguardo la scena. Il meccanismo fondamentale di questo dispositivo narrativo è basato sul rapporto che l'autore stabilisce tra il narratore e uno o più personaggi. Il narratore può infatti scegliere di filtrare o di mettere in maggiore luce diverse porzioni della realtà narrativa passando attraverso lo sguardo di un personaggio. Questo personaggio diventa in un certo senso il riflettore che illumina o oscura parti della storia narrata e può così pilotare la comprensione delle vicende da parte del lettore. Tale personaggio viene detto focale. Il lettore, passando attraverso la prospettiva del personaggio, viene a conoscere

Narratore=Personaggio. In questo caso, il narratore è anche un personaggio all'interno della storia. Il punto di vista è limitato alle conoscenze e alle esperienze del narratore-personaggio. Il racconto è soggettivo e può essere influenzato dalle emozioni e dalle opinioni del narratore-personaggio. Questo tipo di focalizzazione è chiamata interna.

Narratore= Personaggio. Ora il narratore ha le medesime informazioni del personaggio. Quindi il narratore non può anticipare nulla sull'azione narrativa e neppure è costretto a inseguire tracce e indizi dell'azione futura. Adesso il narratore per dare informazioni sulla storia vede con gli occhi del personaggio; questa è chiamata focalizzazione interna. In questo caso tra il narratore e la storia si trova un personaggio mediatore dell'informazione, detto focalizzatore. Il focalizzatore è colui che dà la prospettiva sulla storia e che ne dosa il flusso informativo.

IL TEMPO NARRATIVO

Si distinguono 3 tipi di rappresentazione del tempo nelle opere narrative:

  1. Il tempo della storia che misura l'effettiva estensione e la durata cronologica delle vicende narrate;
  2. Il tempo della narrazione che riguarda la comunicazione narrativa, quindi la collocazione temporale del narratore e quella del narratorio;
  3. Il tempo del racconto che riguarda

Il modo e le forme in cui vengono rappresentate le vicende del tempo nella storia, con tagli, ripetizioni e salti temporali.

DURATA= L'autore può scegliere di far corrispondere il tempo della storia e il tempo del racconto facendo scorrere la descrizione delle azioni in una sorta di "tempo reale". Tale modalità del discorso narrativo è chiamata scena. L'autore può invece ridurre la durata della storia sopprimendo delle parti (elissi) e condensandone l'essenziale (riassunto) spesso utilizzato come ponte narrativo per congiungere parti del racconto che abbiano particolare rilievo per lo sviluppo narrativo.

ORDINE= L'autore può variare l'ordine temporale degli eventi della storia o anticipandoli (prolessi) o posticipandoli (analessi). Sono frequenti le retrospezioni, ovvero richiami nel corso del racconto a eventi che si sono svolti prima del momento a cui è giunto lo sviluppo della storia. L'analessi

è uno strumento usato dall'autore per il montaggio narrativo del racconto ed è spesso impiegato per risolvere situazioni di suspense e portarle ad una conclusione. Si possono incontrare analessi esterne quando.
Dettagli
A.A. 2023-2024
9 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tumblrpics1990 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Critica letteraria e narratologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Stasi Beatrice.