MECCANISMI DELL’EVOLUZIONE
L’evoluzione ha portato al differenziamento di una serie di animali tra specie diverse
che si sono differenziate sul pianeta, e anche a una certa variabilità, la cosiddetta
variabilità genetica intraspecifica, per cui anche all’interno della nostra popolazione,
pur essendoci una certa omogeneità genetica e quindi non essendoci delle distanze
genetiche tra popolazioni umane tali da dire che possono esistere varietà razziali
diverse, esiste comunque una certa variabilità individuale. Il DNA detta le
caratteristiche individuali di ogni organismo che si plasmano nel contesto ambientale in
cui una persona cresce, ma oggi giorno si possono avere delle specie diverse che
morfologicamente sono molto uguali, ma sono individui che non hanno più una
compatibilità riproduttiva e quindi i genomi si sono diversificati a un punto tale che
possono essere considerati appartenere a due specie diverse. Parallelamente
nell’ambito della specie umana le morfologie sono molto variegate ma pur essendo
variegate apparteniamo tutti alla stessa specie, cioè rimaniamo individui fecondi in
grado di riprodurci all’interno anche di contesti di popolazioni completamente diverse
proprio perché queste popolazioni non sono rimaste isolate per un tempo sufficiente da
differenziare i genomi.
La vita sul nostro pianeta nasce all’incirca 4 miliardi di anni fa, per arrivare alla vita
moderna suddivisa in cinque diversi regni:
• Regno delle monere, a cui appartengono tutti gli organismi dotati di cellule
procariotiche e quindi tutti i batteri (domanda di esame: a quale regno
appartengono i batteri? A quello delle monere);
• Regno dei protisti, cioè organismi dotati di cellule eucariotiche unicellulari,
come il plasmodio della malaria;
• Regno delle piante;
• Regno dei funghi, che sono organismi eucariotici pluricellulari decompositori,
ovvero che decompongono la sostanza organica;
• Regno degli animali, cioè eucarioti pluricellulari che si nutrono ingerendo altri
organismi.
Erasmo Darwin (1731-1802) era il nonno di Charles Darwin ed è stato probabilmente
uno dei primi veri evoluzionisti, ovvero coloro che sostengono che gli animali sono
diversi tra di loro e queste varietà sono date anche dal contesto ambientale in cui gli
animali vivono.
Charles Darwin è il primo vero padre fondatore della teoria evoluzionistica attuale
basata sul fatto che la selezione naturale operi e le specie nascano sulla base di spinte
selettive date dall’ambiente. Lamarck ipotizza ed elabora prima di Darwin una sua
teoria evoluzionistica basata sull’uso e il disuso degli organi e sull’eredità dei
caratteri acquisiti. Lamarck, in ordine cronologico è il primo dopo Erasmo Darwin ad
elaborare una vera a propria teoria evoluzionistica, porta quindi l’esempio delle
giraffe, le quali a forza di allungare il collo per raggiungere le foglie più in alto della
pianta, per l’uso e il disuso, le giraffe si evolvono come animali con il collo lungo e
acquisendo questo carattere lo trasmettono ai loro discendenti. In realtà Lamarck
aveva detto cose importanti ma non aveva capito a cosa andavano applicate.
Charles Darwin in realtà sconfessa tutto quello che dice Lamarck, riprende gli studi
dalla geologia, che ha messo in evidenza come nei diversi strati del pianeta ci sono
diverse aree geologiche all’interno delle quali vi sono fossili che rappresentano animali
estinti e quindi tutte le forme di passaggio nell’arco di un periodo lungo.
Darwin viaggia per il mondo studiando le specie degli uccelli diversi nelle isole delle
Galapagos quindi capisce che l’ambiente ha un’azione molto forte su questi animali,
quindi elabora il libro “L’origine della specie mediante la selezione naturale”. Passano
30 anni e Darwin scrive un secondo libro che però nessuno menziona e si chiama
“L’origine dell’uomo e la scelta sessuale”, nessuno lo menziona perché qualcuno vede
in questo libro gli albori dell’eugenetica, ovvero le prime teorie razziali, partendo dal
presupposto che Darwin inizia a dire che l’uomo discende dalla scimmia e ci sono
alcuni esseri viventi che sono più scimmieschi rispetto ad altri. Questo secondo libro è
molto importante perché dà vita all’eugenetica, un movimento scientifico che giustifica
le concezioni razziali, che porteranno poi a Hitler e Mussolini. Gli eugenetisti si
rifacevano al darwinismo sociale, cioè al fatto che se ci sono popolazioni che sono più
adatte di altre queste devono diventare predominanti sulle altre.
Esistono dei tratti genetici in ogni organismo vivente che sono ereditabili quindi le
nostre caratteristiche genetiche vengono trasmesse ai discendenti per cui c’è una
continuità nella trasmissione di questi tratti, tratti che sono variabili e diversi da
individuo a individuo soprattutto quando si parla di specie diverse, e quindi per questo
si parla di variabilità genetica. Alcuni di questi tratti sono più adattativi rispetto ad altri
cioè conferiscono un vantaggio a determinati contesti ambientali, ma questi tratti
cambiano anche, per cui quello che c’è oggi in una popolazione può modificarsi perché
siamo sottoposti alle mutazioni, quindi il DNA varia, non è qualcosa di fisso e quindi si
continuano ad originare varianti genetiche che possono essere, dal punto di vista della
selezione naturale, vantaggiose oppure svantaggiose. Ma oltre alle varianti genetiche,
e quindi alle mutazioni nel DNA, è molto importante l’aspetto migratorio, perché le
migrazioni trasferiscono genomi da contesti ambientali diversi. Dal punto di vista
biologico le migrazioni non sono un aspetto negativo perché continuano a portare
rimescolamenti di genomi, cioè ad aumentare la variabilità genetica. Può giocare un
ruolo fondamentale anche l’isolamento geografico, cioè l’opposto delle migrazioni,
laddove si ha questo fenomeno si tende a fissare determinate caratteristiche genetiche;
questo può voler dire che questa fissazione di caratteristiche è positiva e vantaggiosa,
laddove questi geni hanno un ruolo adattativo, ma può essere anche molto
svantaggiosa laddove si fissano caratteristiche svantaggiose. Oggigiorno l’isolamento
geografico è molto difficile che possa avvenire, ma le modalità per cui potrebbe crearsi
sono principalmente motivi religiosi. Negli animali le cose sono diverse perché in realtà
gli animali possono rimanere isolati anche su base geografica.
Alla base delle teorie darwiniane, vi è quindi la convinzione che chi ha più tratti o
varianti adattative dal punto di vista genetico può avere un vantaggio evolutivo
all’interno delle popolazioni, nell’uomo questa cosa è poco evidente perché nell’uomo
non si tratta solo di evoluzione biologica ma anche di evoluzione culturale e
ambientale.
La selezione naturale
La selezione naturale opera sulle caratteristiche genetiche degli individui e può
essere suddivisa in tre aspetti fondamentali. Il primo è la selezione individuale che
comporta anche una selezione sessuale, perché tra gli obbiettivi specifici degli animali
c’è in primis la sopravvivenza e successivamente la riproduzione, e se gli aspetti
riproduttivi diventano uno degli aspetti fondamentali delle popolazioni animali allora
anche la scelta sessuale su base individuale diventa fondamentale. La selezione
individuale è fondamentale perché ognuno di noi ha dei canoni estetici diversi da
ogni altro individuo, per cui ognuno seleziona i caratteri che gli interessano
maggiormente.
Un altro aspetto importante è la selezione di gruppo, anche chiamata kin selection o
selezione di parentela, in cui in molti casi si tende di privilegiare persone che si
ritengono più vicine a noi stessi e quindi nel momento in cui ci sono difficoltà che
comportano una scelta si privilegia chi si considera più vicino geneticamente.
Il terzo aspetto importante della selezione naturale è l’altruismo reciproco, perché gli
organismi viventi che riescono a cooperare acquisiscono un vantaggio evolutivo, anche
perché laddove chi non opera e cerca di fregare l’altro, egli viene eliminato dalla
popolazione.
Origine della vita
Come si è originata la vita sul pianeta? La vita si origina all’incirca tra 3,5/4 miliardi di
anni fa partendo dal pianeta terra che si era originato diversi miliardi di anni prima,
forse 10, che lentamente, partendo da una superficie terrestre incandescente, aveva
iniziato a raffreddarsi e ad avere una superficie che era più compatibile con la vita. Per
lungo tempo si è pensato che la vita potesse originarsi spontaneamente.
Nel 1862 però Luis Pasteur fece un
esperimento con il quale elaborò la sua teoria
biogenetica dei microorganismi, cioè una
teoria che spiega che per avere nuovi
organismi viventi microscopici bisogna avere
organismi viventi precedenti, cioè la vita può
derivare solo da altra vita. Pasteur prese
quindi un pallone in vetro con un collo chiuso
sempre di vetro, chiamato collo di cigno,
dentro al quale mise del semplice brodo fatto
in casa che portò ad ebollizione, per poi spegnerlo e lasciarlo raffreddare; dopo un
certo tempo raffreddata la soluzione, questa rimane chiara e limpida e non cambia
colore. Ripete l’esperimento riportando tutto ad ebollizione ma mettendo poi in
collegamento la beuta con l’atmosfera, quindi rompendo il collo di cigno si accorge che
dopo qualche giorno la soluzione intorpidisce, diventa verdastra, mal odorante, si
creano muffe e in una parte che analizza nota che si creano dei microrganismi; da lì
dimostra che nell’area circostante ci sono particelle di microrganismi che noi non
vediamo ma che portano alla vita.
L’origine della vita la spiegarono anche due ricercatori,
Stanley Miller e Harold Urey, che organizzarono un
esperimento in cui misero all’interno di un pallone di vetro
tutti quei composti e molecole che consideravano presenti
nell’atmosfera primordiale, quindi metano, ammoniaca,
anidride carbonica, zolfo, ossido di carbonio, ecc.
successivamente diedero delle scariche elettriche che dovevano rappresentare quelli
che erano i temporali dell’atmosfera primordiale, fecero poi condensare dell’acqua che
successivamente fecero circolare all’interno di un sistema circolatorio per 3 o 4 volte,
per poi infine analizzare cosa era presente nell’acqua e cosa si era formato; si
accorsero che quello che si era formato erano delle biomolecole molto semplici.
Erano cioè avvenuti dei processi di polimerizzazione semplici per
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