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STRUTTURE E AREE DI CARATTERE SPECIFICO
In un insediamento possono esserci elementi e aree connesse a usi specialistici, essi possono o di
carattere strettamente utilitaristico (preparazione e conservazione degli alimenti di base e magari
con la presenza di animali) o di carattere sociale e ideologico (edifici per riunioni o legati a forme di
culto).
Nonostante lacune archeologiche che non permettono sempre il riconoscimento delle strutture, la
presenza e la distribuzione di elementi specialistici all'interno dell'abitato possono fornire indizi
sull'organizzazione del gruppo umano: gli edifici culturali si trovano in società articolate, contesti in
cui elementi per la conservazione dei beni si trovano presso le singole abitazioni, i luoghi destinati
alla discarica dei rifiuti si trovano vicino ad abitati, e molte volte, vista la grande quantità di essi,
l'area abitata coincide con la loro dispersione.
LA FORMAZIONE DEL DEPOSITO ARCHEOLOGICO
Per definire le abitazioni bisogna far riferimento alla loro realizzazione, al loro uso e al loro
abbandono, che comportano una serie di tracce lasciate sul terreno che costituiscono il deposito
archeologico: le analisi dei contesti abitativi sono le più privilegiate in quanto ci forniscono (a volte)
testimonianze archeologiche (che ci permettono di risalire alle azioni del gruppo).
Il primo punto del deposito archeologico (testimone della comunità) è l'analisi dei contenitori
strutturali: con queste possiamo constatare quel che rimane dopo l'uso, l'abbandono e il deperimento.
L'analisi dell'utilizzazione delle strutture è basata sul loro contenuto (dato che forma e dimensioni
non sono sufficienti): il prodotto archeologico interno è prodotto da:
• sia da apporti tendenzialmente involontari, come la dispersione di manufatti rotti e fuori uso,
scarti di lavorazione e residui di cibo;
• sia da sistemazioni artificiali (intenzionali), come focolari o magazzini, che una volta caduti
in disuso diventano elementi residui (è la forma con cui li troviamo).
Interessante è il contesto in cui troviamo tracce di azioni ripetitive: se l’azione ripetuta da un lato ci
l’intenzione di svolgerla in un determinato punto dell’abitazione, dall’altro può
può confermare rendere meno leggibili le modalità di svolgimento dell’azione stessa
avvenire in modo tale da (in
quanto ogni esecuzione può comportare un intervento sulle tracce lasciate precedentemente.
Importante è anche definire il termine associazione: a livello cronologico due elementi possono essere
associati quando si trovano insieme in contesti la cui formazione ha richiesto 10 o più anni. A livello
funzionale è connessa con l'uso di due elementi nell'ambito della medesima azione o di più azioni
correlate.
Interventi umani e naturali incidono sulla formazione e sulla trasformazione del deposito relativo ad
in quanto l’interferenza dei fattori naturali (come animali e acque meteoriche)
una struttura coperta
può provocare una dislocazione degli elementi significativi per la comprensione della loro
utilizzazione.
ETNOARCHEOLOGIA DEGLI INSEDIAMENTI
Gli studi di etnoarcheologia seguono i processi di produzione, di uso e di scarto evidenziando i residui
non deperibili di ognuno dei tre momenti nel deposito archeologico.
L’etnoarcheologia distingue due posizioni:
1. Primaria, per i residui che non subiscono spostamenti (se non minimi) rispetto al luogo di
produzione;
2. Secondaria, per quelli che volontariamente o per agenti naturali vengono spostati dal luogo
di produzione.
Vi sono anche quelli di riuso, per quei residui che vengono asportati dal deposito archeologico per
essere riusati (cocci di ceramica usati per fuseruole).
In alcuni punti della ricerca l’etnoarcheologia si può affiancare con l’archeologia sperimentale per il
settore che riguarda la riproduzione di contesti, attività svolte al loro interno e processi di distruzione
o disfacimento.
La finalità che resta a questa disciplina a livello di insediamento preso nel suo complesso è soltanto
quella di fornire indicazioni sull'integrazione tra le diverse unità di deposizione che si vengono
formando. CAPITOLO SEI: ARCHEOLOGIA DEI CONTESTI FUNERARI
Lo studio di queste testimonianze costituisce una base di informazioni sotto due principali punti di
vista:
1. le modalità di realizzazione dei rituali relativi a questo ambito possono rimandare ad aspetti
ideologici della società in esame;
l’insieme delle
2. testimonianze funerarie riferibili ad una data comunità ci fornisce un quadro
della comunità stessa, in quanto lo status di ogni individuo può riflettersi a livello funerario.
ANALISI DEL RITUALE FUNERARIO
Questo aspetto ci interessa in due sensi:
• Come questo rituale viene svolto: vengono stabilite cronologie, aree e vie di diffusioni
(ricordiamoci però che forme analoghe possono esprimere significati differenti nei diversi
contesti)
• Il significato del rituale: lo studio dell'aspetto ideologico tende a sottolineare le omogeneità e
le differenze nell'ambito di una situazione per cercare di cogliere i caratteri generali ma le
conclusioni sono comunque arbitrarie.
LE TESTIMONIANZE FUNERARIE COME RIFLESSO DELLA STRUTTURA SOCIALE
Partendo dalle testimonianze funerarie quello che ci interessa è la rappresentazione della società che
ne risulta e che è archeologicamente documentata.
Le differenze nel corredo sono utilizzate come indicatori del relativo assetto sociale sottolineando le
variazioni di status dei diversi individui. Nonostante ciò vi sono due precauzioni: l'aspetto ugualitario
manifestato dalle sepolture senza distinzioni non implica che anche la comunità relativa fosse priva
di distinzioni; il contesto funerario che si studia è spesso incompleto e spesso rappresenta solo una
parte della comunità.
Il problema della variabilità interna di un dato complesso funerario è quindi centrale e bisogna capire
quanto esso sia dovuto alla libertà del singolo individuo e allo status.
L'obiettivo fondamentale digli analisi dei contesti funerari, è quello di capire le diverse posizioni
sociali degli abitanti, i trattamenti a loro riservati e i rapporti tra le diverse classi di appartenenza.
L’indagine etnologica ha spesso documentato gli aspetti connessi con i rituali funerari nel suo
complesso (piuttosto che il rapp.tra struttura sociale e caratterizzazione delle strutture).
Vanno ricordati:
• che sottolinea la correlazione tra l’aumento dell’importanza della
Lo studio di Binford,
posizione sociale e la affiliazione sociale a livello funerario + l’aumento della complessità
della struttura sociale in base al peso che questi elementi assumono su diversi aspetti del
rituale funerario;
• Le analisi di O’Shea, volte a rilevare quali siano gli elementi più facilmente riconoscibili a
livello archeologico, a livello sincrono e diacronico, di cui si possono avere riscontro in
contesti funerari.
Per comodità, si individuano tre principali suddivisioni di analisi: le variazioni di sesso e di età, le
suddivisioni orizzontali, le differenziazioni verticali .
VARIAZIONE NEGLI USI FUNERARI LEGATE AL SESSO E ALL'ETA’
L'aspetto più facilmente riconoscibile di un individuo analizzando le sue ossa è il sesso, seguito
dall'età grazie alle analisi antropologiche-fisiche.
Vi sono però dei limiti, come quelli legati allo stato di conservazione dei resti ossei, la scarsità di
indicatori per le fasce d'età posteriori all'adolescenza, la deposizione casuale dei corpi senza tener
conto del loro status.
In mancanza di dati antropologici ci si fonda sulle associazioni e opposizioni tra gruppi di tratti: si
costituisce quindi una tipologia di situazioni cercando di cogliere a quale categoria di sesso/età si
possano collegare, in relazione alle caratteristiche degli oggetti di accompagno ai dati strutturali e
deposizionali.
In genere gli aspetti da prendere in considerazione sono:
• Trattamento del corpo
• Posizione, tipo dimensioni e forma della struttura funeraria
• Elementi di accompagno (oggetti personali/elementi naturali offerti)
SUDDIVISIONI ORIZZONTALI
Altri indicatori orizzontali oltre il sesso e l'età sono difficili da individuare in quanto spesso tratti
specifici della connotazione o non vengono espressi a livello funerario o rientrano in aspetti del rituale
che non hanno esito al momento della deposizione.
L’organizzazione spaziale però può aiutare: in situazioni in cui si hanno tombe singole queste possono
distribuite in modo tale da far risaltare l’esistenza di raggruppamenti, mentre in contesti in cui
essere
si hanno tombe e collettive, esse tengono insieme un gruppo di persone legato da un qualche legame,
anche se possono mostrare un'organizzazione spaziale per nuclei differenti.
Bisogna quindi individuare il tipo di legame che unifica il gruppo, spesso legato a rapporti di
parentela, residenza e affinità. A questo punto è utile stabilire:
• Il tipo di discendenza (matrilineare, patrilineare, bilaterale)
• Il tipo di residenza post-matrimoniale (uxorilocale, virilocale, bilocale, neolocale)
• Il prevalere o meno del vincolo coniugale su quello di parentela
Una prima situazione da tener è quella in cui i mariti o le mogli sposati presso un nucleo familiare
vengono sepolti insieme ai propri familiari, situazione opposta a quella in cui vengono sepolti presso
l'area sepolcrale del gruppo con cui sono vissuti (queste regole non sono sempre valide).
Il rapporto matrimoniale è sottolineato maggiormente in società patrilineare in quanto la relazione tra
padre e figli è mediata dalla moglie; nelle società matrilineari dove il controllo sociale è attribuito
agli uomini e si considerano come propri discendenti i figli delle sorelle, il legame matrimoniale non
viene espresso nelle sepolture; quindi, valgono meno le regole di residenza post matrimoniale
privilegiando il rapporto tra fratelli e sorelle.
l’entità numerica del nucleo di persone che da origine a un gruppo
Altro problema è quello di stabilire
funerario, poiché le oscillazioni numeriche tra un gruppo e l'altro nell'ambito della stessa società sono
legate alla casualità dell'andamento delle nascite e delle morti.
Si deve tenere presente che:
• Non tutte le società hanno usi funebri che implicano una precisa definizione territoriale;
• Il nucleo residenziale non sempre corrisponde al nucleo funerario;
• Non sempre ad ogni area sepolcrale corrisponde un gruppo di parenti.
Per quest'ultimo punto