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MATERIALI UTILIZZATI:
Piastre Petri della esperienza precedente (del 06/10/22);
- Anse monouso sterili;
- Becco Bunsen;
- 3 piastre Petri;
-
METODI E PROCEDURA:
In questa esperienza l’obiettivo finale è quello di isolare delle colonie per lavorare con colture pure.
Per prima cosa abbiamo siglato le 3 nuove capsule Petri con nome, cognome e la sigla del terreno
corrispondente:
NA per la piastra in cui piastrare B. licheniformis;
- M17 per la piastra in cui piastrare S. thermophilus;
- MRS per la piastra in cui piastrare L. delbrueckii subsp. bulgaricus;
- Abbiamo poi provveduto a prelevare una colonia a nostra scelta da ciascuno dei 3
terreni ottenuti nella scorsa esercitazione (S. thermophilus da M17, L. delbrueckii
subsp. bulgaricus da MRS e B. licheniformis da NA) per poi poterle piastrare sui
terreni delle nuove piastre.
Nel nostro caso però, non avendo ottenuto colonie di L. delbrueckii subsp.
bulgaricus non è possibile prelevare una colonia dalle piastre di MRS, si prelevano
allora 2 colonie di S. thermophilus dalle piastre di M17, di cui una viene strisciata
sulla piastra nuova di MRS e l’altra viene strisciata sulla piastra nuova di M17.
-6
Perciò dalla piastra di M17 con diluizione 10 si prendono i microrganismi da una
colonia casuale attraverso l’uso di una ansa monouso sterile e li semino tramite
striscio sia in una nuova piastra di M17 che in una nuova piastra di MRS.
Immagini 1.21 Striscio di
colonie di B. licheniformis
sul terreno NA. 13
Poi con una nuova ansa sterile prendo una colonia di microrganismi dalla piastra di NA della scorsa
esercitazione e la semino sempre con la tecnica dello striscio (Immagine 1.21) su una piastra di NA
nuova. Queste piastre verranno poi messe ad incubare alle stesse condizioni utilizzate nella prima
esercitazione:
Anaerobiosi a 37°C per 48 ore per le piastre contenenti MRS e M17;
- Aerobiosi a 30°C per 48 ore per la piastra contenente NA.
-
3.3 Risultati e discussione Data esperienza: 20/10/2022
Nelle immagini 1.22 - 1.23 - 1.24 possiamo osservare rispettivamente le piastre di M17 (S.
thermophilus), MRS ( ) e NA (B. licheniformis) dopo incubazione.
S. thermophilus Immagini 1.23 Colonie di S. thermophilus (non
Immagini 1.22 Colonie di S. thermophilus presenti) sul terreno MRS dopo incubazione.
sul terreno M17 dopo incubazione. Immagini 1.24 Colonie di B. licheniformis
sul terreno NA dopo incubazione.
14
In un piastramento per striscio ben eseguito le colonie devono essere ben distinguibili tra loro. Nel
caso in cui le colonie siano ben separate, si possono confrontare tra loro dal punto di vista
morfologico. Questo accade parzialmente sia nell’immagine 1.22 che nell’immagine 1.24, dove è
possibile osservare alcune colonie ben isolate, a discapito di altre zone della piastra dove le colonie
sono parecchio ravvicinate e infatti si può notare che le colonie qui sono poco distinguibili, questo
potrebbe essere dovuto ad un errore legato all’inoculo di una quantità eccessiva di biomassa.
Nell’immagine 1.23 si può notare come non siano cresciute colonie siccome è stato seminato S.
thermophilus in una piastra con terreno MRS, il quale è selettivo nei confronti di L. delbrueckii subsp.
bulgaricus, inibendo perciò il microrganismo che abbiamo piastrato, il quale non sarà presente e
visibile sulla piastra.
Valutazione dell’attività amilasica, proteolitica e catalasica
4. 4.1 Introduzione e scopo Data esperienza: 20/10/2022
Lo scopo di questa esperienza è quello di verificare la presenza di particolari enzimi, quali amilasi,
proteasi e catalasi in un microrganismo isolato in coltura pura (Bacillus licheniformis). Quindi
comprendere se il microrganismo preso in esame operi la degradazione dell’amido (attività
amilasica), la degradazione di proteine (attività proteolitica) e quella dell’acqua ossigenata (attività
catalasica).
Per svolgere questa attività si usano dei terreni dalla composizione particolare per discriminare la
presenza di una specifica attività enzimatica. Sottoponendo questo microorganismo ad incubazione
con terreno ad elevata specificità è possibile comprendere se si tratta di una specie:
• Proteasi + o proteasi –
• Amilasi + o amilasi –
• Catalasi + o catalasi -
4.2 Materiali e metodi
MATERIALI UTILIZZATI:
3 piastre Petri con terreno di coltura;
- Acqua ossigenata;
- Reattivo di Lugol (Iodio + ioduro di potassio);
- Anse e pipette sterili monouso;
- Becco Bunsen;
- Piastra di NA della precedente esercitazione;
-
I 3 terreni presenti nelle 3 piastre (Immagine 1.25) hanno caratteristiche
differenti in base alla tipologia di attività enzimatica da ricercare:
o Terreno agarizzato AGAR-LATTE, siglato AL (Immagine 1.26):
Con questo terreno valuto l’attività proteolitica di B. licheniformis.
Si valuta quindi la capacità di crescere su AGAR-LATTE da parte di B.
licheniformis. Dove se il nostro isolato cresce significa che presenta Immagine 1.26 Composizione
terreno AGAR-LATTE
attività proteolitica nei confronti delle caseine del latte. 15
La crescita la si può quindi osservare sotto forma di un illimpidimento del latte presente
nel terreno, partendo da una piastra opaca.
o Terreno agarizzato AGAR-AMIDO, siglato AA (Immagine 1.27):
Con questo terreno valuto l’attività amilasica di B.
licheniformis, partendo da una piastra trasparente.
Si valuta quindi la capacità di crescere su AGAR-AMIDO di B.
licheniformis. Dove se il nostro isolato cresce significa che è in
grado di utilizzare l’amilosio che compone l’amido e perciò
esso presenta attività amilasica nei confronti dell’amido
presente nel terreno.
o Nutrient Agar, siglato NA (Immagine 1.17): Immagine 1.27 Composizione
terreno AGAR-AMIDO
La terza piastra contiene infine Nutrient Agar (NA) e ci serve per
mantenere l’isolamento della coltura pura di B. licheniformis per
procedere poi con il terzo passaggio. Immagine 1.25 Piastre utilizzate,
rispettivamente di AA, AL e NA.
Durante l’esperienza abbiamo inoculato le 3 piastre (Immagine 1.25) partendo da un’unica colonia
prelevata dal terreno NA inoculato nella scorsa esercitazione ed incubato.
Abbiamo quindi prelevato una colonia con l’ansa monouso sterile dalla piastra di NA della scorsa
esercitazione e abbiamo provveduto ad effettuare gli strisci sulle 3 diverse piastre.
Prima abbiamo inoculato la piastra di NA dividendo la stessa in 3 settori ed effettuando i 3 strisci
come descritto nelle esperienze precedenti (uno più fitto per metà piastra e due più leggeri e ampi
nei restanti due quarti di piastra).
In seguito abbiamo inoculato le piastre di AGAR-AMIDO e AGAR-LATTE effettuando sempre tre
strisci, anche se in questo caso avremmo potuto compiere anche solamente uno striscio singolo in
quanto ci interessava evidenziare l’attività enzimatica del microrganismo e non puntavamo
all’ottenimento della coltura pura.
Le capsule sono poi state messe ad incubare (30°C per 48 ore in aerobiosi) con l’agar rivolto verso
l’alto in modo tale che la condensa non creasse problemi. 16
4.3 Risultati e discussione Data esperienza: 27/10/2022
▪ Per la piastra opaca contenente il terreno AGAR-LATTE (AL) (Immagine 1.26) si va ad
effettuare una valutazione fenotipica, dove si va quindi ad osservare i cambiamenti
fenotipici all’interno della piastra, se vi è stata una risposta fenotipica ad una eventuale
crescita ed una eventuale attività proteolitica da parte del microrganismo inoculato.
Si può osservare che, in corrispondenza della crescita
delle colonie di B. licheniformis, il latte e le sue proteine
sono rimasti integri solamente sul bordo della piastra,
dove è appunto rimasto l’alone bianco del terreno.
Questo è accaduto per il semplice fatto che in quella
zona non è stato seminato il microrganismo e quindi le
caseine non sono state degradate, a differenza delle
zone in cui è passata l’ansa e vi è quindi stato lo striscio
dei microrganismi dove invece le caseine sono state
degradate, eliminando l’alone bianco del terreno e la sua
conseguente opacità creata sulla piastra.
Questo dimostra che B. licheniformis è in grado di
crescere sul terreno AGAR-LATTE e che possiede attività
proteolitica siccome è andato ad idrolizzare le caseine
determinando un totale illimpidimento del terreno presente Immagine 1.26 Piastra di AGAR-
nella zona della piastra in cui il microrganismo è cresciuto. LATTE con evidente illimpidimento
dovuto alla crescita di B. licheniformis.
▪ Anche sulla piastra trasparente contenente AGAR-
AMIDO (AA) (Immagine 1.27) B. licheniformis è
stato in grado di crescere, poiché è possibile notare
visivamente la crescita delle colonie sulla piastra.
Per poter verificare la capacità da parte del
microrganismo di degradare l’amido presente nel
terreno (andando a consumare amilosio) c’è però
bisogno di effettuare una prova ulteriore,
utilizzando questa volta un metodo colorimetrico
attraverso l’utilizzo del reattivo di Lugol (soluzione
di iodio in ioduro di potassio), contenuto in una
piccola provetta di plastica da 500 μL (Immagine
1.28).
Con l’utilizzo di una propipetta munita di pipetta
(Immagine 1.29) abbiamo preso il volume di questo
reattivo e lo abbiamo posizionato sulla piastra di AGAR- Immagine 1.27 Piastra di AGAR-AMIDO
AMIDO in corrispondenza della crescita del batterio. con evidente crescita di B. licheniformis.
Si nota subito che dove ho la crescita del microrganismo il liquido rimane di colore giallo-
arancione mentre nell’intorno, lungo i bordi della piastra dove non è presente il batterio,
diventa blu scuro. Infatti questo composto naturalmente è giallo-arancione e cambia
colorazione nel momento in cui si intercala nell’elica dell’amilosio, diventando blu scuro.
17
← Immagine 1.28 ← Immagine 1.29
Piccola provetta da Pipetta, propipetta
500 μL contenente il e reattivo di Lugol.
reattivo di Lugol.
Per questa motivazione dove il batterio non si è sviluppato ritroviamo ancora amilosio e il
composto intercalandosi nelle eliche vira il suo colore (Immagine 1.30), viceversa dove il
microrganismo si è sviluppato il composto rimane della sua colorazione naturale
(Immagine 1.31) non essendo più presente l’amilosio, il quale è stato idrolizzato da B.
licheniformis. Immagine 1.30 Colorante di Lugol che ha
Immagine 1.31 Colorante di Lugol che ha virato la sua naturale colorazione dovuta
mantenuto la sua naturale colorazione alla presenza di amilosio.
dovuta all’assenza di ami