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Principi del Liber Augustalis
• Il re era legislatore unico, fonte di
diritto e giustizia, riducendo
autonomie feudali e comunali per
rafforzare il potere regio e l’ordine
statale.
Amministrazione centrale
sveva
• Comprendeva la Magna Curia Regis
(consiglio supremo), la Camera Regia
(finanze), la Cancelleria Regia
(documenti) e l’apparato giudiziario
regio. Funzionari regi
• Maestri razionali, giudici e
protonotari amministravano finanze,
giustizia e documentazione,
selezionati per competenza e fedeltà
imperiale.
Divisione territoriale del
regno
• Il regno era diviso in giustizierati,
ciascuno governato da un giustiziere
con poteri fiscali, giudiziari e militari
per conto del re.
Giustizieri e poteri locali
• I giustizieri controllavano conti,
baroni e comuni, assicurando
l’applicazione delle leggi regie e il
pagamento delle tasse al tesoro
regio.
Politica fiscale federiciana
• Tasse dirette su terre, commerci e
proprietà e monopolio su beni
strategici (sale, metalli, giurisdizioni),
garantivano risorse stabili alla
monarchia.
Politica militare e castelli
• Federico II costruì castelli fortificati
(Castel del Monte) come simboli del
potere regale e basi militari
strategiche per il controllo del regno.
La flotta sveva
• Potente marina militare e
commerciale, continuazione della
flotta normanna, garantiva controllo
sul Mediterraneo e protezione delle
coste regnicole.
Relazioni con il papato
• Federico II fu in continuo conflitto con
i papi per il controllo dell’Italia,
subendo scomuniche ma
mantenendo il regno grazie alla forza
politico-militare.
Università di Napoli (1224)
• Fondata da Federico II come
strumento di formazione burocratica
e giuridica statale, alternativa alle
università papali e comunali
dell’Italia centro-settentrionale.
Scuola poetica siciliana
• Corte di Federico II fiorì come centro
culturale e letterario, con la scuola
poetica siciliana, precorritrice della
poesia italiana volgare.
Politica religiosa
• Federico garantì autonomia
amministrativa alle comunità
religiose ma le subordinò all’autorità
regia in ambito politico, fiscale e
giurisdizionale.
Islam in Sicilia sveva
• Federico trasferì comunità
musulmane ribelli in Puglia (Lucera),
creando un centro islamico
controllato, con milizie musulmane
fedeli al re.
Concezione imperiale
federiciana
• Federico II si considerava erede
romano, imperatore universale per
diritto divino e naturale, con potere
assoluto su sudditi e territori.
Critiche papali a Federico II
• I papi lo definirono 'Anticristo' per le
sue politiche laiciste e
centralizzatrici, accusandolo di
empietà e alleanza con l’Islam.
Interpretazione storiografica
• Gli storici vedono Federico II come
precursore dello Stato moderno per
la sua legislazione razionalizzata e il
controllo burocratico centralizzato.
Declino svevo dopo Federico
II
• Alla morte di Federico II (1250), il
regno passò a Manfredi e poi agli
Angioini, con la perdita della
struttura amministrativa sveva
originaria.
Eredità istituzionale sveva
• Il regno svevo lasciò un modello di
monarchia amministrativa e
legislativa avanzata, influenzando le
concezioni politiche rinascimentali e
moderne.