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EMISSIONE DELLA FATTURA DI VENDITA CON EMERSIONE DI PLUSVALENZA
Il credito derivante dalla fattura viene rilevato utilizzando un conto relativo a crediti diversi, per distinguerli
da quelli derivanti dalle vendite tipiche dell’impresa. In questa fase si ha:
- un credito verso il cliente per un importo pari al totale della fattura
- una diminuzione del costo pluriennale per il valore netto contabile del bene
- un provento rappresentato dalla plusvalenza
- un debito verso lo Stato per l’IVA
EMISSIONE DELLA FATTURA DI VENDITA CON EMERSIONE DI MINUSVALENZA
Nel caso in cui il prezzo di cessione del bene è inferiore al suo valore netto contabile, deve essere rilevata
una minusvalenza (pari al valore contabile netto meno il prezzo di cessione).
ESEMPIO
Il 5/1/2021 viene acquistato un macchinario al prezzo di 10.000 euro più IVA 22%.
Il macchinario viene ammortizzato con un’aliquota del 15%.
Il 31/1/2023 il macchinario viene venduto al prezzo di 5.000 euro più IVA 22%.
Soluzione:
Prezzo di vendita 5.000 < Valore netto contabile 7.000 → minusvalenza 7.000 – 5.000 = 2.000
Scritture:
Ps. nel caso di rottamazione di una vendita non avremo l’iva a debito (non avendo maturato alcun
ricavo/credito) e non emetteremo una fattura; il costo pluriennale, da canto suo, si trasforma tutto in un
costo d’esercizio e, in questo caso, non la chiamiamo “minusvalenza” bensì “sopravvenienza passiva”.
LE SCRITTURE DI ASSESTAMENTO
LE SCRITTURE DI GESTIONE RILEVATE DURANTE L’ESERCIZIO
Nel corso dell’esercizio l’obiettivo fondamentale delle rilevazioni del sistema di contabilità generale è il
controllo dei movimenti monetari e finanziari della gestione, a prescindere dalla loro competenza
economica. Le operazioni di gestione sono rilevate secondo il criterio della «manifestazione finanziaria»: i
fatti amministrativi vengono registrati se e quando originano da variazioni di cassa, di credito o di debito,
senza alcuna riflessione sulla competenza economica dei valori all’esercizio.
LE SCRITTURE DI FINE ESERCIZIO
Alla chiusura dell’esercizio l’obiettivo della contabilità generale è diverso: determinare il risultato
economico del periodo ed il connesso capitale di funzionamento.
Per fare ciò, occorre «ragionare» sulla competenza economica dei valori rilevati nel corso dell’esercizio.
In pratica, i dati rilevati secondo il criterio della manifestazione finanziaria devono essere trasformati in
valori calcolati secondo il criterio di competenza economica.
IL PRINCIPIO DI COMPETENZA ECONOMICA
L’applicazione del principio di competenza economica richiede il rispetto dei seguenti due criteri:
1) realizzazione dei ricavi
2) correlazione dei costi
IL PRINCIPIO DI COMPETENZA ECONOMICA NELLE IMPRESE TURISTICHE
Con particolare riferimento alle imprese turistiche, occorre ricordare che:
(trattandosi di prestazioni di servizi)
- = il ricavo relativo al servizio ricettivo della notte del 31 dicembre è di competenza
PER GLI HOTEL
dell’esercizio successivo
- = la competenza dei ricavi relativi all’intermediazione dei servizi turistici
PER LE ADV INTERMEDIARIE
dipende unicamente dalla data di consegna dei documenti al cliente, essendo ininfluenti le date di
fruizione del servizio
- = la competenza dei ricavi relativi alla vendita dei pacchetti
PER I TOUR ORGANIZER E I TOUR OPERATOR
turistici dipende unicamente dalla data di fine del viaggio, essendo ininfluente la data di inizio dello
stesso e, di conseguenza, anche la competenza del costo per l’acquisto dei servizi turistici da inserire nei
pacchetti turistici dipende unicamente dalla data in cui termina il viaggio.
LE SCRITTURE DI ASSESTAMENTO
In applicazione del principio di competenza economica, quindi, i valori presenti in contabilità devono
essere opportunamente rettificati. Le rettifiche comportano scritture sostanzialmente di due tipi:
scritture di rettifica
o scritture di integrazione
o
LE SCRITTURE DI RETTIFICA
Alcuni costi e ricavi, rilevati in contabilità generale in base alla loro manifestazione finanziaria, non sono, in
tutto o in parte, di competenza economica dell’esercizio in chiusura e quindi devono essere sospesi.
Occorre, cioè, individuare la parte eccedente, non di competenza, e rinviarla agli esercizi futuri.
Dunque, le scritture di rettifica si effettuano quando nell’esercizio in chiusura si è verificata la
manifestazione finanziaria di un fatto amministrativo che è in tutto o in parte di competenza economica di
uno o più esercizi successivi.
Tipiche scritture di rettifica sono ad esempio le rimanenze di magazzino, i risconti attivi e passivi, la
capitalizzazione di costi.
LE SCRITTURE DI RETTIFICA: SOSPENSIONE DEI COSTI
LE SCRITTURE DI RETTIFICA: SOSPENSIONE DEI RICAVI
LE SCRITTURE DI INTEGRAZIONE
Le scritture di integrazione nascono da un’esigenza esattamente opposta alla precedente.
La contabilità generale non ha rilevato alcuni costi e ricavi che avranno la loro manifestazione finanziaria in
futuro, ma che sono, in tutto o in parte, di competenza economica dell’esercizio in chiusura.
Dunque, le scritture di integrazione si effettuano quando un fatto amministrativo è in tutto o in parte di
competenza economica dell’esercizio in chiusura, ma la sua manifestazione finanziaria avverrà in futuro.
Tipiche scritture di integrazione sono ad esempio le fatture da emettere/ricevere, i ratei attivi e passivi, gli
accantonamenti a fondi rischi e oneri, le svalutazioni di poste attive, il TFR, le imposte sul reddito.
LE SCRITTURE DI COMPLETAMENTO ED INTEGRAZIONE: INTEGRAZIONE DEI COSTI
LE SCRITTURE DI COMPLETAMENTO ED
INTEGRAZIONE: INTEGRAZIONE DEI RICAVI
LE SCRITTURE DI AMMORTAMENTO
Le scritture di ammortamento sono
particolari, nel senso che, riguardando costi
che hanno già avuto la loro manifestazione
finanziaria in precedenti esercizi (e quindi sono stati già rilevati e sospesi) e comportando una
permutazione economica, sono simili (ma contrarie) alle scritture di rettifica.
Dall’altro canto, integrando i componenti negativi del reddito d’esercizio, spesso vengono ricomprese fra le
scritture di integrazione. Per questo si usa anche separale in una categoria a parte.
I RISCONTI
I risconti sono quote di costi o quote di ricavi che hanno avuto manifestazione finanziaria nell’esercizio in
chiusura (o in esercizi precedenti), ma sono di competenza economica di uno o più esercizi successivi.
I risconti originano da componenti di reddito:
- comuni a due o più periodi amministrativi
- la cui consistenza varia in ragione del tempo
I risconti attivi si riferiscono a quote di costi da rinviare ai successivi periodi amministrativi.
I risconti passivi si riferiscono a quote di ricavi da rinviare a favore dei successivi esercizi.
I RATEI
I ratei misurano quote di costi o quote di ricavi che, pur avendo la manifestazione finanziaria nell’esercizio
successivo, sono di competenza economica dell’esercizio in chiusura.
Le operazioni a cui si riferiscono sono comuni a due o più periodi amministrativi e il loro importo varia in
ragione del tempo.
- i ratei attivi misurano una quota di ricavo di competenza economica dell’esercizio in chiusura, ma
avente manifestazione finanziaria futura.
- i ratei passivi misurano una quota di costo di competenza economica del periodo amministrativo in
chiusura, ma di manifestazione finanziaria differita.
CARATTERISTICHE COMUNI AI RATEI ED AI RISCONTI
Le operazioni a cui si riferiscono sono comuni a due o più periodi amministrativi
1. Il loro importo varia in ragione del tempo.
2.
DIFFERENZE TRA RATEI E RISCONTI
LA CHIUSURA E LA RIAPERTURA DEI CONTI
LA CHIUSURA DEI CONTI
Eseguite le scritture per la determinazione della competenza economica dei costi e dei ricavi (scritture di
assestamento o scritture di rettifica ed integrazione), si può procedere alle scritture di chiusura, con le quali
si chiudono gradualmente tutti i conti e si costruisce il bilancio d’esercizio. Infatti, i saldi contabili vengono
epilogati in prospetti di sintesi che indicano il reddito prodotto nell’esercizio (conto economico) e la
composizione del capitale (stato patrimoniale).
Le scritture di chiusura si articolano in tre fasi:
epilogo al conto economico dei conti di reddito accesi a componenti positivi e negativi di competenza
1. economica dell’esercizio;
chiusura del conto economico e rilevazione del reddito di esercizio;
2. chiusura generale dei conti, con epilogo allo stato patrimoniale dei saldi dei conti espressivi di attività,
3. passività e capitale netto.
LA CHIUSURA DEI CONTI ECONOMICI DI REDDITO ACCESI A COMPONENTI POSITIVI E NEGATIVI DELL’ESERCIZIO
La prima fase è rappresentata dalla chiusura dei conti economici di reddito accesi a costi e ricavi
dell’esercizio. Il conto nel quale essi sono raccolti, o epilogati, si chiama Conto economico.
È questa la fase in cui si determina analiticamente il risultato economico dell’esercizio e si costruisce il
Conto economico. L’epilogo viene operato secondo le seguenti tappe:
determinazione del saldo di tutti i conti che indicano costi e ricavi di competenza dell’esercizio;
1. epilogo di tali saldi nel Conto economico.
2.
Contabilmente, i conti accesi ai componenti negativi di reddito sono accreditati per un importo pari al loro
saldo e, quindi, chiusi; in contropartita è addebitato il conto economico. In questo modo, i conti accesi ai
costi risultano epilogati nella sezione «dare» del conto economico
Allo stesso modo, i conti accesi ai componenti positivi di reddito sono addebitati per un importo pari al loro
saldo e, quindi, chiusi; in contropartita è accreditato il conto economico. In questo modo, i conti accesi ai
ricavi risultano epilogati nella sezione «avere» del conto economico.
LA CHIUSURA DEL CONTO ECONOMICO E LA RILEVAZIONE DEL REDDITO DI ESERCIZIO
La chiusura del Conto economico costituisce la seconda fase della chiusura dei conti e riguarda la
rilevazione del reddito di esercizio. Dopo l’epilogo dei costi e dei ricavi nel conto economico, questo
accoglie tutti i componenti positivi e negativi di reddito di competenza economica del periodo
amministrativo. La loro somma algebrica determina il risultato economico dell’esercizio.
Se il saldo del conto economico è positivo (componenti positivi > componenti negativi), si ha un utile
d’esercizio. In caso contrario, si ha una perdita di esercizio.
Contabilmente, occorre determinare il saldo del conto economico e rilevarlo in un apposito conto (utile o
perdita dell’esercizio).
In entrambi i casi, la rilevazione del saldo del conto economico nella sezione con totale di importo minore
ne determina la c