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TAPPE E FASI DI SVILUPPO DEL LINGUAGGIO

Le competenze comunicativo-linguistiche procedono di pari passo con lo sviluppo dell'individuo. È possibile individuare una serie di fasi principali. I primi anni di vita sono quelli in cui i cambiamenti sono maggiori (dall'assenza di parole al saper costruire una frase e un breve discorso); per cui nelle prime fasi vi è un'evoluzione delle abilità linguistiche, a differenza delle fasi successive in cui vi è un aumento di tipo quantitativo. Fase pre-linguistica: si sviluppa per tutto il primo anno. Prima forma di comunicazione: il pianto. Questo costituisce un comportamento riflesso che serve ad aprire i polmoni per permettere la respirazione in autonomia. Il pianto avrà caratteristiche diverse a seconda del significato (fame, sonno, dolore) e darà luogo ai primi scambi interattivi.

Reazione della madre: riconosce il tipo di pianto e agisce di conseguenza (ad esempio se è dovuto a fame lo allatterà) o troverà strategie adeguate a non far piangere il bambino. Questo comportamento potrà essere accompagnato (dal 3° mese) a espressioni, quale il sorriso sociale ——>positivo; viene definito sociale in quanto è ossia il bambino tende a sorridere un po' a tutti indifferenziato,

Competenze:

  • Comparsa di pseudo-vocalizzi (tra il 2° e il 6° mese), protoconversazione.
  • Comparsa della conversazione: turnazione comunicativa.
  • A partire dal 6° mese, l'allazione: ripetere anche più volte la sequenza di sillabe consonante-vocale ("ma" o "da" che tenderà a modulare).
A partire dai 10-12 mesi avviene un’espansione del numero di sillabe prodotte e delle loro combinazioni. Si parlerà di modulazione (tono) da un contesto/indizi a ciò che sto dicendo. I bambini, più o meno nello stesso periodo, inizieranno ad utilizzare sempre nelle stesse specifici vocalizzi situazioni (ad esempio, “tata” per richiedere qualcosa). Si tratta di abbozzi di parole con un significato e indicano uno sviluppo non solo fonologico ma anche lessicale. Il genitore di conseguenza interpreta i comportamenti aiutando il bambino a raggiungere il suo scopo. Tale intenzione farà emergere successivamente la comunicazione intenzionale nel bambino. Tra i 10 e i 12 mesi, il bambino inizia anche ad utilizzare per richiedere, condividere e comunicare, anche se il gestilinguaggio non è ancora presente. Il genitore riesce così a dare un significato al comportamento del bambino. Inizialmente isaranno di (o comunicativi) in quanto si riferiscono a un oggetto o ad un evento del gesto tipo deittico mondo esterno facilmente osservabile. Tra questi riconosciamo: l'indicazione, per essere presi, alzare le braccia aperta se si vuole qualcosa. (diversi dal gesticolare) allungare la mano- I gesti deittici hanno diverse la prima a svilupparsi è quella che il bambino mette in atto quando finalità: richiestiva, vuole che l'adulto gli dia un oggetto; segue poi quella che il bambino usa quando desidera dichiarativa, condividere un'attenzione o un interesse su un oggetto o un evento con l'adulto.- I gesti con valenza comunicativa indicano il momento in cui il bambino comprende che esiste altro al di fuori di sé.- Si accompagnano al (alla base delle forme di interazione; permette di fare un'analisi tra quello che contatto oculare si dice e il vero significato): all'inizio è rivolto solo all'adulto () e in seguito

passasguardo deittico, da diede (due)dall’adulto all’oggetto desiderato (triangolazione dello sguardo).- ai comunicativi si affiancano quelli (o rappresentativi), i quali esprimono unDopo l’anno gesti referenzialisignificato che non varia con il contesto (il gesto del “ciao” ha un significato e viene usato al momento di andare via,indipendentemente dalle persone che si hanno di fronte) tra i gesti referenziali ritroviamo, oltre il il il——> ciao, no,e molti altri e vengono appresi per imitazione.non c’è più,- Compaiono anche le (sebbene molto semplici e spesso con errori fonologici); vi è unprime parole rapportotra numero di gesti usati e numero di parole, infatti, in una prima fase, il bambino avràinversamente proporzionalemolti gesti e poche parole. In seguito, con l’aumentare del numero di parole, si ridurrà sempre di più il ricorso algesto come strumento comunicativo.Fase di emergenza

delle prime parole

Le prime parole compaiono a partire dai 13 mesi circa. (Estrema variabilità con cui si presenteranno)

Inizialmente, il bambino userà per nominare persone a lui vicine (mamma, papà, nome dei fratelli, parole semplici nonno/a) e oggetti legati al suo quotidiano (acqua, pappa, cane). Le prime parole sono, quasi sempre, pronunciate male (ad esempio, aua x acqua) o possono essere presenti delle pseudoparole (parole non comprensibili per l'adulto, ma usate in modo specifico dal bambino).

-> generalizzazione semantica

Competenze- Nei primi mesi, il bambino utilizza il patrimonio linguistico contestuale, in modo che le parole hanno un significato legato alla categoria (ad esempio, pappa x tutti i cibi, ma anche per richiedere di mangiare)

- Nel primo anno e mezzo - 2 anni, il vocabolario è composto da parole che vengono usate con maggiore frequenza, acquisite in modo graduale, con una velocità che viene chiamata "esplosione"

del bambino, si fa riferimento alla progressiva acquisizione delle abilità linguistiche, che comprendono la comprensione e l'espressione del linguaggio. Durante i primi due anni di vita, il bambino inizia a sviluppare le basi del linguaggio, utilizzando principalmente singole parole o combinazioni di parole per comunicare. A partire dai due anni, il bambino inizia ad utilizzare aggettivi, preposizioni, articoli e verbi, cercando di costruire frasi semplici con soggetto, verbo e oggetto. Tuttavia, le strutture grammaticali sono ancora molto immature e il vocabolario si caratterizza per una povertà semantica e numerose generalizzazioni. Con il passare del tempo e l'ingresso nella scuola elementare, il vocabolario del bambino si amplia ulteriormente e diventa sempre più preciso nella scelta delle parole o dei verbi più corretti per esprimere ciò che vuole comunicare. Il processo di sviluppo linguistico del bambino è un processo graduale e continuo, che richiede tempo e pratica.È necessario prestare attenzione allo sviluppo della comprensione verbale, la quale matura prima della produzione verbale (Il bambino comprende frasi semplici, quando ancora non dirà alcuna parola). Anche la comprensione verbale sarà, inizialmente, per situazioni contestuali (ad esempio, richiedere la consegna di un oggetto posto di fronte al bambino) e poi per ordini e concetti sempre più complessi, astratti e decontestualizzati. Fase dello sviluppo morfosintattico Inizia intorno ai due anni. Questa fase inizia quando il bambino ha un vocabolario sufficiente (almeno 50 parole), in termini di numero di parole e verbi, per poterle combinare tra di loro e iniziare a creare delle frasi. Competenze - Sviluppo delle componenti morfologiche: plurale, singolare, genere, aggettivi, pronomi, coniugazione dei verbi (quando i bambini iniziano a coniugare indicano indirettamente il passato, il presente, il futuro, l'ipotetico ecc). - Sviluppo delle capacitàdi apprendimento e dell'ambiente in cui il bambino si trova. Ad esempio, se il bambino è esposto a una lingua straniera fin dalla nascita, potrebbe acquisire più facilmente la morfosintassi di quella lingua rispetto ad un bambino che viene esposto solo alla propria lingua madre. Inoltre, è importante sottolineare che l'acquisizione della morfosintassi non avviene in modo lineare, ma attraverso fasi di sviluppo. Durante queste fasi, il bambino impara a utilizzare correttamente le diverse parti del discorso, come i sostantivi, i verbi e gli aggettivi, e a combinare le parole per formare frasi grammaticalmente corrette. È fondamentale quindi fornire al bambino un ambiente linguistico ricco di stimoli e opportunità di interazione verbale, in modo da favorire lo sviluppo delle sue capacità morfosintattiche. Inoltre, è importante incoraggiare il bambino a esprimersi verbalmente e a fare domande, in modo da favorire la sua comprensione e produzione del linguaggio. In conclusione, l'acquisizione della morfosintassi è un processo complesso che richiede tempo e pratica. Attraverso l'esposizione a un ambiente linguistico ricco e stimolante, il bambino potrà sviluppare progressivamente le sue capacità di formulare frasi corrette dal punto di vista morfosintattico.

Nella lingua italiana, esse vengono acquisite in modo graduale e lentamente dai bambini e questo dipende, in parte, dalla complessità della lingua. (Inizio tardivo di una determinata competenza, in questo caso del linguaggio, che però non si identifica in uno sviluppo atipico. Situazione che mette a dura prova il clinico)

Fase dello sviluppo pragmatico

Le vengono definite come quelle capacità di utilizzare il linguaggio con finalità comunicative competenze pragmatiche nei diversi contesti e con persone diverse.

  • Tale abilità si sviluppa in realtà molto precocemente, ancor prima che compaiano le parole e procede di pari passo con la maturazione ed espansione delle capacità linguistiche (pseudo-conversazioni madre bambino).
  • Un ruolo fondamentale per il loro lo sviluppo, è costituito dalle relazioni ed interazioni che i bambini sperimentano con i pari e con gli adulti.
Competenze Il bambino: - Impara a utilizzare tipologie di comunicazioni diverse a seconda degli interlocutori. - Comprende quali sono i mezzi per comunicare in modo efficace i suoi desideri, pensieri e intenzioni. Inoltre, impara che: 1) Esiste una differenza importante tra quello che si vuole dire e quello che effettivamente si dice. 2) Esiste la possibilità che il linguaggio sia "ambiguo", sia "astratto". 3) Esistono delle forme linguistiche che non si riferiscono alla realtà, bensì a stati mentali (es., "io penso che..."). Dopo i 6 anni migliorano la capacità conversazionale (il bambino sa produrre messaggi immediati e adeguati; sa chiedere spiegazioni se non ha capito; sa tenere conto dei diversi punti di vista) e le capacità metalinguistiche (sa produrre linguaggio, riconoscendo se esso è qualcosa di convenzionale).
Dettagli
A.A. 2022-2023
58 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher angelica.ecchioni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Dardia Caterina.