AFFETTIVA
Con questo argomento si conclude la descrizione delle dinamiche di gruppo generali
trasversali per accedere a una nuova e diversa concezione del programma dove più che
andare nel dettaglio delle dinamiche si procederà in modo orizzontale rispetto ai contesti
specifici entro cui i gruppi si attivano. Entreremo nei contesti educativi, formativi e terapeutici
per osservare ciò che è stato descritto come caratteristiche variabili dei gruppi trova una
manifestazione nella realtà quotidiana plurale.
Formare attraverso i gruppi
Blocco 4
Nel modulo 4 è dedicato alla formazione e al mondo della scuola, dell’università e piu in
generale nei contesti più dedicati all’educazione; tutti quei contesti dove i gruppi svolgono
la funzione di formare gli individui. In questo senso parliamo di gruppi formativi esperienziali.
Nel modulo precedente abbiamo visto come i gruppi dedicati alla formazione sia come
dispositivi pensati a priori sia gruppi spontanei (gruppo classe), siano costituiti da più di 10
elementi e ciò rende questi gruppi mediani o in alcuni casi allargati. Ciò che accade dentro
tali dispositivi non solo i fenomeni id piccolo gruppo che si presentano nei sottogruppi, ma
quelle caratteristiche presenti nei gruppi mediani quali angoscia. È possibile considerare
come opportunità dei gruppi formativi il passaggio verso una dimensione allargata che è
quella del sociale che costituisce l’obiettivo di una formazione scolastica e universitaria dove
l’identità sfonda il codice familiare del piccolo gruppo e accede a dimensioni più ampie dove
c’è una co costruzione del sé e dell’identità.
Prima di entrare nel merito dei gruppi formativi e dei modelli usati in vari orientamenti (psico
analitici – gruppo analitici e psicosociologici); occorre fare una premessa su cosa è la
formazione.
Formazione piuttosto che considerare la formazione come un mero versamento
nozionistico e dunque una trasmissione esclusiva di contenuti e concetti da far ingerire per
formare; è piuttosto uno spazio di rielaborazione condivisa di senso.
Il gruppo costituisce uno spazio dove il proprio punto di vista e vissuto, si trova a co costruire
una realtà nuova insieme all altro. Non si tratta solo di un’introiezione dove sono ingeriti
elementi esterni che spesso possono essere portati da un’istituzione al fine di manipolare
il contesto in virtù di una norma specifica da seguire, ma al contrario è un’occasione di
riflessione dove gli avvenimenti permettono id trasformare il proprio sé e il proprio punto di
vista.
Volendo definire dal punto di vista cognitivo psicodinamico, ciò che accade nei gruppi
formativi è la capacità di mentalizzare (Fonagy e Target) la capacità di trasformare gli
avvenimenti esterni in pensieri costituisce il concetto di formazione da una prospettiva
psicologica dove non vi è un ideale da seguire che in questo caso rimanderebbe
all’addestramento, ma una decostruzione di valori già noti. È attraverso i gruppi che ciò
avviene, grazie all’alterità presente.
Nei gruppi di formazione si fa rif ai singoli individui nel loro vissuto, relativo al qui eora senza
un approfondimento della storia personale. Questa è la differenza strutturale del gruppo di
formazione e del gruppo clinico in senso psicoterapico. Un attenzione alle matrici familiari e
qui e ora che vanno messe in relazione ai contesti specifici lavorativi. È un occasione di
dialogo nel momento in cui esse emergono simbolicamente dentro un contesto lavorativo.
È il rapporto tra situazione specifica e personale ad essere oggetto di attenzione entro un
gruppo di formazione.
Come le matrici entrano in relazione con il campo fenomenico e come la propria istituzione
di appartenenza che il soggetto porta con sé, entrano in dialogo con le istituzioni?
Quindi l’aspetto del confronto con i contesti specifici è un altro senso del gruppo inteso in
senso formativo; offre possibilità importanti di crescita dove la crescita sono i passaggi, le
ritualità che accompagnano l’individuo nel corso della sua esistenza. Transitare dal gruppo
familiare a quello scuola a quello professionale e vedere come i micro mondi sono in dialogo
costituisce il punto di analisi clinica di un gruppo di formazione.
Il gruppo ha una funzione integrativa tra singolo e collettiva, sviluppando appartenenza e
differenziazione e il passaggio dall’individuazione all’appartenenza è oggetto di attenzione
di tali dispositivi. Su cosa si fonda il gruppo in senso formativo?
gli approcci di cui parleremo sicuramente fanno attenzione ai fenomeni del qui e ora con
enei modelli Lewiniani e quindi psico sociologici, ma un’attenzione agli studi profondi non
solo individuali come nelle prospettive psico analitiche, sono anche legati a vissuti di tipo
istituzionale e gruppale quindi da approfondire da un punto di vista socio analitico e gruppo
analitico.
Psicosociologia
Oggetto della lezione è l’analisi dei modelli di intervento presenti entro i dispositivi formativi
gruppali; in questa lezione sarà preso in esame il modello psico sociologico. I gruppi in
senso formativo ed esperienziale sono stati dal punto di vista psicoanalitico posti come
ogetto di studi a partire da Bion che utilizza il gruppo come dispositivo formativo
esperienziale durante le sue esperienze nei gruppi. Abbiamo visto come il gruppo inteso in
senso psico analitico da parte di Bion si concentra sulle dinamiche inconsce che i membri
del gruppo esperiscono collettivamente all’interno dei gruppi. Freud non aveva mai
considerato il gruppo come setting operativo né da un punto di vista terapeutico, tanto meno
formativo. Proprio con Bion e Foulckes che durante le esperienze militari concepiscono il
dispositivo gruppale sia come strumento riabilitativo sia come esperienza di formazione. In
questo senso i gruppi usati dagli autori sono gruppi mediani cioè composti da almeno 15
partecipanti; ma l’autore all’interno della psicologia struttura un modello teorico e operativo
specifico legato alla formazione è Lewin quando nella creazione del Tgroup considera il
lavoro nel qui e ora gruppale come uno strumento attraverso cui conoscere e fare
esperienza di sé e usare questo come cambiamento nelle organizzazioni.
Vedremo nello specifico in cosa consistye il tgroup o training group. Cio che lega i modelli
gruppali in senso formativo è proprio la possibilità di accedere a una dimensione che va
oltre le matrici familiari personali e attraverso lo sfondamento di queste e la messa in
discussione in ambiti allargati come quelli lavorativi permette di acceder a una dimensione
allargata del sociale e costruire culture nuove frutto del confronto tra i membri dei gruppi che
le costituiscono.
Dall’incontro tra Lewin e l’orientamento psico analitico di Bion nacque il modello formativo
Tavistock nel REGNO UNITO ,alla fine degli anni 50. i processi
inconsci che
vengono citati
rimandano alla
dimensione
transferale
la formazione in questa prospettiva non considera solo aspetti operativi e informativi e quindi
espliciti, ma agisce nel profondo che è rappresentato dal transfert e dalla particolare
concezione della dimensione istituzionale del gruppo.
Negli stessi anni in Francia si sviluppò la psico sociologia che definì invece come seminario
quello che per il modello Tavistock era la conferenza; è il nome che viene dato al dispositivo
gruppale. Anche qui c’è un intreccio tra psico analisi e modelli lewiniani soprattutto legati
alla ricerca azione, soprattutto alla modalità interattiva che si sviluppa nel qui e ora e che
porta a un cambiamento organizzativo nella organizzazione in cui il modello è inserito.
Vi sono 3 principali orientamenti teorici:
Per quanto riguarda Arip riuscì a distinguere in modo preciso e diventò oggetto di analisi
specifica in ambito formativo il lato organizzativo e istituzionale del gruppo. Fu analizzato il
processo di incorporazione culturale attraverso il quale il oggetto fa proprie le strutture
simboliche delle istituzioni a cui appartengono. L’analisi di queste costituisce lo specifico di
questo aspetto psico sociologico portato avanti da Enriquez.
Il Ceffrap:
Anzieu ritiene che il gruppo sia un sogno un’illusione da parte dei membri cioè una
realizzazione immaginaria di un desiderio rimosso; per uscire da questa illusione il gruppo
deve analizzare i transfert soprattutto negativi che sono applicati dentro il gruppo dai
partecipanti.
L’autore che approfondisce la dimensione transferale è stato Kaes che individua 3 tipi di
transfert, non solo quello centrale, quindi riferito al conduttore, ma individua anche i transfert
laterali ( tra i partecipanti) e il trasnfert complessivo o di gruppo riferito all’insieme degli
elementi. In questo consiste l’intervento formativo.
L’autore ritiene anche che vi sono diversi tipi di difficoltà di matrice istituzionale che
l’individuo affronta dentro un gruppo mediano che fa riferimento sia alla fondazione Dello
stesso gruppo, cioè quando gli individui considerano valido il lato implicito che esiste in quel
gruppo e quanto invece inconsciamente non accettano e quindi ciò ha delle ripercussioni
nella realizzazione del compito e nell accesso al gruppo di lavoro.
Nel momento in cui dalle conflittualità si manifesta come sclerotizzata” vi è uno stop alle
potenzialità creative e quindi un mantenimento e status quo del gruppo in senso difensivo e
repressivo. Quello considerato centrale nella dimensione istituzionale è stato
successivamente preso in analisi dall’orientamento dell’analisi istituzionale che si concentra
sulla dimensione dell’istituzione in quanto ritiene che sia talmente importante per la psiche
individuale che non è possibile pensare a un individuo senza considerare l’ambiente sociale
e culturale entro il quale nasce . Questo è lo sguardo dell’analisi istituzionale legata alla
formazione in particolare si fa distinzione tra:
1. istituzione primaria l’analisi è centrata su come l’individuo crea la società e
l’ambiente con le istituzioni o incorporati culturali di cui dispone.
2. Istituzioni secondarie ambiti lavorativi; è grazie a loro che l’individuo mette in
discussione la propria istituzione interna e attraverso l’analisi di istituzioni specifiche
e contesti è possibile mettere in discussione ciò che sono le rappresentazioni dei
contesti sociali e potere acquisire un’identità maggiormente in dialogo con gli altri
grazie al confronto dentro i gruppi.
Questo modello di formazione prende
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Psicologia generale
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Appunti di Psicologia dei gruppi
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Psicologia sociale
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Riassunto esame psicologia dei gruppi, prof. Gattino, libro consigliato Psicologia sociale dei gruppi, Brown