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IDENTITÀ SOCIALE E ARMONIA INTERGRUPPI

Allport nel suo libro "la natura del pregiudizio" presentò un'analisi innovativa delle origini del pregiudizio intergruppi, ma anche una serie di raccomandazioni politiche importanti per eliminarlo. Queste raccomandazioni sono diventate note come l'ipotesi del contatto, poiché alla base di tutte vi è l'idea secondo cui il modo migliore per ridurre le tensioni e le ostilità che possono verificarsi tra i vari gruppi è quello di portare a contatto i loro membri. Secondo Allport non era sufficiente il solo contatto, ovvero il fatto che i gruppi si limitassero a vedersi un po' di più, ma stilò una lista di condizioni:
  1. Il contatto tra i gruppi deve essere prolungato e richiedere attività congiunte, anziché essere casuale e privo di uno scopo effettivo. Senza l'incentivo fornito da un obiettivo comune, è improbabile che l'interazione

1. Produca molti cambiamenti di atteggiamento.

2. Deve esistere un sistema che fornisca un sostegno alla nuova politica di integrazione dal punto di vista ufficiale e istituzionale. Istituire delle commissioni che garantiscano l'uguaglianza delle opportunità contribuirebbe a creare il tipo di clima sociale in cui possono emergere norme più tolleranti.

3. Il contatto deve coinvolgere idealmente individui di status simile. Incontri tra individui che hanno status e potere diversi si limitano a rafforzare il pregiudizio e gli atteggiamenti di superiorità nel gruppo dominante.

Limite: malgrado le conferme ottenute a livello empirico, la teoria continua a suscitare ancora controversie. Stephan e Stephan sostengono che l'ignoranza è un elemento importante nel pregiudizio e che i programmi ideati per migliorare le relazioni intergruppi dovrebbero proporsi come scopo principale quello di fornire informazioni sull'outgroup, in grado di sottolineare la somiglianza.

tra ingroup e outgroup. Il fondamento logico è la convinzione che scoprire una somiglianza tra i gruppi condurrà all'attrazione tra i rispettivi membri, così come l'accordo attitudinale tra gli individui conduce all'attrazione interpersonale (questa idea ha costituito per lungo tempo una parte della teoria del contatto). Problemi: 1. È fuorviante insegnare agli individui che gli altri sono simili sotto tutti gli aspetti e ignorare le differenze evidenti perché questo creerà solo maggiori difficoltà quando queste differenze diventeranno manifeste. 2. La scoperta della somiglianza tra gruppi è improbabile che accada perché, in realtà, può risultare spesso che i gruppi che ci interessano abbiano valori e atteggiamenti piuttosto diversi. È probabile, quindi, che il contatto metta in evidenza queste differenze e il risultato dovrebbe essere una diminuzione della simpatia intergruppi, anziché.un aumento.3. esistono numerose prove che dimostrano che la discriminazione e l'ostilità intergruppi sono causate da altri fattori rispetto a una semplice mancanza di conoscenze e percezioni non accurate.

Appartenenze intersecate di gruppo quando alcuni gruppi entrano in contatto tra di loro, i gruppi preesistenti (ES: etnia o nazionalità diversa) tendono ad essere sopraffatti da altre dimensioni di categorizzazione (ES: genere o il gruppo di lavoro). Due persone che appartengono a gruppi diversi sotto un certo profilo possono appartenere allo stesso gruppo sotto un altro profilo. Secondo Doise in casi come questi, in cui due categorie si intersecano, ogni discriminazione rispetto alle categorie originarie si ridurrà per effetto del simultaneo operare di effetti intra e intercategoriali in entrambe le dimensioni. I processi di differenziazione e di assimilazione implicati nella categorizzazione si cancelleranno fra loro, generando alla fine una riduzione del

pregiudizio razziale o di genere. Essi suggeriscono che, se riusciamo a organizzare situazioni sociali tali per cui almeno due dimensioni categoriali si intersecano fra loro, la probabilità teorica che persistano forme di pregiudizio intergruppi dovrebbe ridursi. Nella realtà la situazione è un po’ complessa: per effetto di fattori legati alla situazione, una dimensione categoriale tende spesso a dominare sulle altre, indebolendo così ogni effetto associato alla loro interazione.

Modificare la salienza dell’identità di gruppo

Il principale problema dell’ipotesi del contatto è la generalizzabilità. Non era tanto difficile modificare gli atteggiamenti delle persone verso i singoli membri di un particolare outgroup che esse avevano potuto incontrare realmente; l’impresa più ardua era di modificare i loro atteggiamenti e i loro stereotipi nei confronti dell’outgroup nel suo insieme.

Negli ultimi vent’anni ci

Sono stati 3 nuovi sviluppi della teoria del contatto, che hanno cercato di far fronte al problema della generalizzabilità. Ciascuno dei 3 trae origine dalla teoria dell'identità sociale, riconoscendo che le appartenenze di gruppo vengono incorporate nei concetti di sé e che le identificazioni sociali hanno importanti conseguenze sul piano della condotta. Ritengono che per ottimizzare gli effetti del contatto e per promuoverne la generalizzazione bisogna cercare di modificare la salienza delle identità di gruppo preesistenti.

1 MODELLO: Miller e Brewer (1984) il punto di partenza è costituito dai fenomeni di crescita della discriminazione e dello stereotipo intergruppi che si accompagnano spesso al momento in cui una categoria sociale assume salienza sul piano psicologico. La soluzione sarebbe la DECATEGORIZZAZIONE, che prevede confini meno rigidi fra i gruppi durante il contatto, in modo che le interazioni abbiano luogo su un piano interpersonale.

In questa forma personalizzata di contatto i soggetti sarebbero più disposti a prestare attenzione a informazioni idiosincratiche di ciascun individuo e presterebbero un'attenzione inferiore all'informazione fondata sul gruppo, vale a dire all'informazione stereotipa. L'idea è che un contatto interpersonale ripetuto, di questo tipo, si traduca nell'abbandono degli stereotipi negativi preesistenti dell'outgroup, abbandono che può essere generalizzato a nuove situazioni. Una variazione sul tema della personalizzazione del contatto è stata proposta da Wright e colleghi con l'effetto allargato del contatto, secondo il quale coloro che sono venuti a conoscenza di relazioni amicali fra membri dell'ingroup e dell'outgroup, o che hanno potuto riscontrarle di persona, tendono a mostrare livelli più ridotti di pregiudizio e di orientamento a favore dell'ingroup. Il fatto di sapere che alcuni membri del proprio

Il gruppo può essere amico di un membro dell'outgroup, offrendo nuove importanti informazioni sulla natura della relazione intergruppi e stimolando lo sviluppo di un clima normativo più tollerante.

MERITI:

  1. Porta a trattare chiunque come una persona a sé stante indipendente dal gruppo di appartenenza
  2. Riesce ad evitare problemi che scaturiscono in situazioni di confronto intergruppi più aperto; in particolare l'aumento dell'ansia e le conseguenze negative.

DIFFICOLTÀ:

  1. Gli esperimenti che hanno sostenuto questo modello si sono avvalsi soprattutto di gruppi sperimentali ad hoc e questo potrebbe aver reso più facile ai soggetti l'operazione di liberarsi di queste identità quando sono stati incoraggiati a farlo, impegnandosi in forme di interazione più personalizzate.
  2. Ignorare le differenze tra i gruppi potrebbe, in certi casi, voler dire far persistere per definizione le disuguaglianze preesistenti fra essi.

→2 MODELLO: Gaertner e colleghi (1993) sono consapevoli dei pregiudizi che sembrano generarsi dalla presenza di divisioni categoriali. La soluzione che loro forniscono è la RICATEGORIZZAZIONE, ovvero l'ipotesi che possa essere più utile ridisegnare a livello cognitivo o fisico i confini che separano le categorie, al posto di eliminarle. Questo ha lo scopo di ricondurre l'ingroup e l'outgroup preesistenti in una nuova categoria di ordine superiore in modo tale che i membri dell'outgroup possano essere percepiti come compagni dall'ingroup. Gli autori sperano di rafforzare il potere di una identità comune di ingroup in modo da ridurre la preesistente differenziazione intergruppi.

MERITI:

  1. Mira a rafforzare le potenzialità dei processi di identità sociale a scopi positivi, invece che a eliminarli tutti
  2. Si fonda su una serie di prove empiriche di impressionante consistenza, anche se la maggior parte provengono da esperimenti
di laboratorio con gruppi artificialmente costituiti DIFFICOLTÀ: 1. Non è chiaro in che modo la strategia della ricategorizzazione, se applicata fino in fondo, possa facilitare la generalizzazione. Nella misura in cui si riesce a dissolvere i sottogruppi favorendo la costituzione di una categoria di ordine superiore, non è detto che i benefici sociali che da ciò conseguono possano trasferirsi ad altri membri dei sottogruppi interessati fuori dal contesto immediato. 2. C'è il rischio di cadere nell'assimilazionismo, nell'idea che i membri dei gruppi di minoranza debbano conformarsi alle norme e ai valori del gruppo dominante. Un'ipotesi del genere, che implica che i membri delle minoranze rinuncino alle proprie specifiche identità sociali, può avere conseguenze deleterie. PROBLEMA PRIMI 2 MODELLI → propongono di agire sulla salienza delle identità di gruppo preesistenti riducendola, ma ciò porta alladifficoltà di generalizzarne la portata. Nella misura in cui queste condizioni sono riuscite a impedirmi di percepire quel tale come membro di un gruppo esterno, allora ogni cambiamento di atteggiamento che io sperimento nei confronti di quella persona difficilmente può essere trasferito ad altri membri del suo gruppo, che non ho ancora incontrato.

3 MODELLO: Hewstone e Brown (1986) invece di tentare di eliminare la divisione che separa l'ingroup dall'outgroup, potrebbe essere più sensato cercare di mantenere la salienza a livelli minimi, ottimizzando nel contempo le diverse condizioni che secondo Allport favoriscono la riuscita del contatto. In questo modo, il contatto potrà avvenire a livello intergruppi e non a livello interpersonale, fra persone che agiscono in quanto membri di un gruppo, invece che fra individui disgregati. Se questo riesce, ogni cambiamento positivo generato nel corso del contatto può essere trasferito prontamente ad

ali della propria identità di gruppo3. Favorisce la coesione e l'unità all'interno del proprio gruppoDEMERITI:1. Può portare a stereotipi e pregiudizi nei confronti degli altri gruppi2. Può alimentare conflitti e tensioni intergruppi3. Può limitare la capacità di comprendere e apprezzare la diversità culturale e sociale
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
61 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher IlariaRognoni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di psicologia dei gruppi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Gattino Silvia.