Nella struttura terziaria, interazioni intramolecolari. =disposizione
spaziale degli atomi di una proteina e è il risultato delle interazioni tra le
catene laterali degli amminoacidi della catena. Data la sequenza
degli amminoacidi la struttura 3d viene di conseguenza. La struttura
3D è anche la struttura attiva. Se la prot viene degradata perché si
spezzano i leg deboli, si denatura parzialmente o totalmente, perde
la sua attività biologica.
E’ legata alla solvatazione, all acqua, se non fossimo in acqua
succederebbero cose diverse.
Le parti con tanti atomi di C sono idrofobiche quindi non interagiscono
con l acqua. Quindi si viene a formare un dominio globulare con un core
idrofobico. Le parti idrofiliche invece interagiscono con l acqua con
legami idrogeno. Utilizzando un solvente organico o il vuoto si
otterrebbero altre strutture. Ripiegamenti dominati dalle interazioni
idrofobiche. Dopodichè si instaurano gli altri leg. Conformazione
ripiegata o folded.
La maggior parte delle proteine sono sferiche, globulari e
presentano entrambe le strutture secondarie, alpha elica e foglietto beta,
a seconda delle regioni ma in alcune prevale l una rispetto all altra. I
motivi sono una combinazione di strutture secondarie. Alcuni motivi
hanno significato funzionale altri solo strutturale. I foglietti beta
formano il core idrofobico interno mentre le alpha eliche sono
protese verso l
esterno perché idrofiliche, questo generalmente.
Rappresentazione cartoon:
Processo di folding proteico
Struttura nativa di una proteina è la struttura terziaria ed è il
risultato delle interazioni sec degli amminoacidi della proteina. Le
interaz a corto raggio sono le prime, poi quelle a lungo raggio.
Il passaggio da s.prim a s.terz è un processo multistadio, in cui la
proteina da unfolded sperimenta delle configurazioni intermedie
diverse da quella nativa che la portano fino a quella corretta.
E’ un processo stocastico, la proteina può partire da diverse config
diverse con la stessa energia, poi l energia si riduce a ogni
ripiegamento, con configurazioni parzialmente stabili, le barriere
energetiche che devono essere superate sono basse e quindi cambiano
continuamente config. Ricerca stocastica delle configurazioni possibili.
Tutti gli intermedi sono strutture parzialmente ripiegate con
somiglianza alla struttura nativa ma non hanno la precisa
stechiometria della s nativa. Alcune configuraz danno funzionalità.
Alla fine, la proteina può rimanere bloccata a un intermedio
sbagliato (misfolding) o raggiungere la s nativa (folding).
Il processo di folding nel passato si pensava avvenisse in un solo
collasso, singolo stadio, in modo deterministico. Nella realtà avviene a
stadi, in cui per uscire da ogni configuraz e passare a quella
successiva deve superare una certa soglia di energia.
Prima s.sec, poi si formano i fasci o motivi con i turn.
Cilindri=alphaeliche, frecce =betasheet. A corto raggio. Impiegando ms.
A lungo raggio quando si formano ulteriori ripiegamenti fino alla s terz
nativa. In meno di 1s.
Proteine di ausilio al folding
La proteina nasce dal ribosoma con la sintesi proteica, che produce
amminoacido per amminoacido la proteina. Il processo non è
velocissimo, quindi il processo di folding e di sintesi sono
correlati, il ribosoma non produce istantaneamente il peptide, fa 4-20
amminoacidi al secondo ma la velocità di ripiegamento della proteina è 1
sec. Il peptide inizia a foldare prima di essere completamente
prodotto. Inoltre, nel citosol ci sono altre proteine che interagiscono
con il peptide e altre sostanza. Le parti con carattere idrofobico, in
mancanza degli altri domini della proteina con cui andrebbero a
interagire formando il core idrofobico se la proteina fosse completamente
prodotta, interagirebbero con altri elementi idrofobici presenti nel
citosol formando dei complessi proteici non voluti oppure gli aa già
prodotti cominciano ad interagire tra loro prima della fine del processo,
dando luogo a ripiegamenti errati, da cui potrebbe non essere facile
uscire dal pov energetico.
Quindi esistono dei complessi di ausilio del processo di folding. Per
anni si è pensato che la proteina foldasse da sola perché la sequenza
amminoacidica contiene tutte le info per il corretto folding, ma non
basta la sequenza primaria.
Alcune di queste proteine sono chiamate heat-shock proteins. Sono
prodotte dalla cell in grande quantità in momenti di stress ossidativo,
innalzamento della temperatura, cambiamenti di pH, che
denaturerebbero in parte le proteine. Sono classificate in base al peso
molecolare (il numero dà la dimensione in kDa).
Generalmente lavorano in coppia. Hanno siti idrofobici in grado di
legare i siti idrofobici esposti dalle proteine che non sono
correttamente foldate, riconoscendoli e coprendoli per evitare che
queste regioni venissero catturate da altre molecole, sono un
meccanismo protettivo. Quindi la catena nasce e prosegue ma non
ripiega preventivamente, perché le HSP durante la sintesi proteica si
agganciano alle zone idrofobiche (di solito foglietti beta), in diversi
punti, finchè la produzione non è finita. Le due coinvolte sono la 40
e la 70. Sono dei chaperoni di folding, quindi assistono la proteina
durante il processo di sintesi, per poi sganciarsi alla fine. Riconoscono
parti idrofobiche e cisteine singole, perché dovrebbero sempre
essere le prime all interno della proteina nel core idrofobico e le seconde
in coppia per poi legarsi tramite ponte disolfuro.
Ci sono poi le chaperonine di holding e unfolding. Sono complessi
proteici, con forma a toroide con cavità centrale disposti in due
strati a sandwitch, sono in grado per la loro dimensione di alloggiare le
proteine all interno. Le holding prendono le prot non ancora
foldate o parzialmente fondate, o misfoldate per poi passarle a
quelle di unfolding che nel caso delle misfolded le riportano allo
stato iniziale per poi permettere loro il folding corretto. Quelle di
unfolding possono anche, dato che hanno affinità per i proteasomi, far
distruggere le prot misfolded.
Comunque rimangono alcune prot misfolded. Esiste un meccanismo di
controllo di queste prot. Può succedere che ci sono dei fattori che
spostano l equilibrio verso le prot misfolded, fattori ambientali o
patologici (stati infettivi) o cellulari (fattori di crescita) ecc. Inoltre, le
chaperonine e i chaperoni sono in numero limitato quindi se
queste prot sono troppe non riescono ad assisterle. Le prot
sperimenteranno quindi degli intermedi stabili, che poi possono invece
che ripiegarsi su se stessi in modo intramolecolare ma chiudersi in
modo intermolecolare, congiungendo i beta sheet. Cioè si innesca
il processo di aggregazione proteica. Possono essere solubili cioè poi
dissociarsi, oppure insolubili che portano a specifiche patologie. Delle
proteine sono predisposte a formare aggregati fibrillari e sono
chiamate proteine amiloidi.
Tecniche di studio del folding
Il processo di folding è molto studiato perché il misfolding è all
origine di diverse patologie. Per vedere se questi intermedi stabili
per es hanno funzione (patologica) o non ce l hanno, o il tempo di
folding.
Ci sono molte tecniche es il dicroismo circolare, che misura la % dei
diversi tipi di strutture secondarie, ad alpha elica o beta sheet o non
strutturata, presenti nella proteina, per capire per es l idrofobicità e
quindi la propensione a formare fibre amiloidi. Metodi che partivano da
prot in struttura nativa, venivano provocate con blande dissociazioni per
vedere cosa succedeva.
Le tecniche di dinamica molecolare permettono di simulare
condizioni simili alle sperimentali, in ambienet solvatato e in
temperatura (37°), si lascia vedere come evolve il sistema. Simula l
evoluzione nel tempo delle conformazioni sperimentate dalla
molecola dalla catena lineare iniziale, dovute al force field cioè le
interazioni tra atomi. Grafico che mostra il confronto tra tempo di
folding misurato sperimentalmente e quello predetto dalla simulazione. I
risultati sono abbastanza
allineati e coerenti, il metodo è stato validato per piccole molecole come
la villina, e peralphaeliche e betasheets.
Esempio: la villina, responsabile dell organizzazione dei fasci di actina nei
microvilli. E’ una proteina costituita da 36 amminoacidi o residui. 5 di
questi sono idrofobici e aromatici, 4 fenilalanine e 1 tirosina. 3 formano il
core idrofobico e 2 rimangono all esterno. Le simulazioni mostrano il
processo di folding, che termina quando la prot continua a vibrare
attorno a una posizione intermedia. Il tempo di folding è di 10 microsec,
molto veloce. Le simulazioni sono utili perché danno anche info in più
rispetto agli esperimenti es posizione degli atomi nello spazio in
ciascuna delle varie configurazioni intermedie.
Esiste un software che si chiama Alphafold che si basa sull Ai e su
database di strutture risolte. Le tecniche di cristallografia a raggi X e
NMR sono di solito usate. Per proteine di cui non è nota la struttura,
ricostruisce sulla base della sequenza una probabile struttura 3D per
poi usarla per la simulazione. Si possono anche dare altre info all
algoritmo perché sperimentalmente note.
Il sistema di controllo di primo livello del folding proteico
E’ a livello del reticolo endoplasmatico. Ribosoma agganciato al
reticolo che produce il peptide. La catena nascente è all interno di un
ambiente ricco di chaperoni e chaperonine, che coadiuvano il suo
folding. Poi abbiamo 3 possibilità: l intermedio folda correttamente e
allora viene mandato al Golgi; diventa misfolded, allora vengono
etichettate da una molecola segnale che è l ubiquitina, una sequenza di
ubiquitine, che segnalano la sua presenza sia alle chaperonine che al
proteosoma. Le chaperonine cercano di far rifoldare la proteina e
riportarla allo stato nativo, mentre i proteosomi la degradano
rimettendo in gioco i suoi aa, usando atp; si formano degli
aggregati, quando ci sono alte [] di prot misfolded, rimane un
intermedio di folding che interagisce con altri intermedi.
Sono tutte doppie frecce: gli aggregati, se sono solubili, a causa dei
moti browniani possono tornare allo stato di intermedi e seguire altre
strade; anche le folded se cambia qualcosa nell ambiente possono
tornare a intermedi; anche la misfolded, se presa in carico dai chaperoni,
può tornare a intermedio da refoldare.
Questi riconoscimenti si basano su regioni idrofobiche o cisteine
singole esposte.
Le heat shock proteins agganciano la prot. Poi intervengono 3 enzimi.
L enzima E1 carica un ubiquitina, grazie all atp, formando un leg
cov di tipo tioestere (tra la cys dell E1 e la gly dell U). Poi E1 passa l
ubiquitina a E2, attraverso una transtioesterifica
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Proteine misfolded e malattie neurodegenerative