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IL LEGAME PEPTIDICO:
- Presenta una struttura rigida planare, cioè i 4 atomi che sono impegnati nel
legame peptidico, C e O provenienti dal gruppo carbossilico e N e H
provenienti dal gruppo amminico, sono rigidamente sullo stesso piano, non
possono ruotare intorno a sé stessi. Quindi le rotazioni sono soprattutto a
carico dei carboni alfa. (La rotazione è importante perché una molecola per
disporsi nello spazio tridimensionalmente ha bisogno che anche i singoli atomi
possano ruotare su sé stessi)
-Tra gli atomi che formano il legame peptidico esiste uno sbilanciamento di
cariche
Il ripiegamento della molecola proteica dipende dalla sequenza degli amminoacidi.
Se noi abbiamo una sequenza amminoacidica di una proteina possiamo anche
proibirne la struttura tridimensionale perché non sono infinite le possibilità di
organizzazione strutturale che siano però termodinamicamente stabili, anzi non
sono infinite ma ne esiste una sola, a meno che non ci sia una fosforilazione, quindi
aggiungiamo un gruppo carico negativamente, a quel punto può cambiare, ma non
in altre 200 strutture, ma in un’unica struttura che sarà altrettanto
termodinamicamente stabile.
Quante proteine l’evoluzione avrebbe potuto potenzialmente generare? potenzialmente
tantissime
Già se consideriamo solamente le proteine tetrapeptidiche, le quali non esistono
poiché sono composte solo da 4 amminoacidi, ci troviamo nel centinaio di migliaia di
possibilità. Una proteina ha generalmente 200-400 amminoacidi, quindi si parlerà di
20 elevato alla 200,300ª, i quali sono dei numeri illeggibili, dalle dimensioni
pazzesche. Ma nella realtà dei fatti non è così e ciò non dipende dalla presenza di
migliaia e migliaia di miliardi le proteine esistenti, ma bensì sono meno di 100000 le
proteine note per tutti gli organismi viventi conosciuti.
Durante l’evoluzione c’è stata una limitazione incredibilmente vasta di possibilità di
generare proteine, cioè di come mischiare gli amminoacidi tra di loro per avere una
proteina che potesse svolgere una determinata funzione.
Il problema risulta essere sempre lo stesso: le proteine per funzionare devono
trovarsi in ambiente acquoso e quindi devono rispondere a determinate
caratteristiche, dove in realtà, al contrario di quello che si potrebbe pensare, la
migliore combinazione non è quella di avere amminoacidi tutti polari che possono
interagire con l’acqua, ma di avere il giusto mix di amminoacidi polari ed apolari, con
catene apolari e polari che si intervallano in maniera regolare tra di loro.
Questo accade per quale motivo?
Perché in un ambiente acquoso una proteina che è composta da 300-400
amminoacidi, globulare, può tranquillamente organizzarsi disponendo le catene
laterali apolari all’interno e all’esterno, invece, quelle polari. Questa disposizione
rende molto stabile, dal punto di vista termodinamico, la proteina.
Perché la proteina deve essere stabile?
Immaginate un enzima che deve avere una determinata tasca, che è in grado non
solo di avere alta affinità per il substrato, ma anche di elaborarlo, modificarlo in
qualcos’altro. Se la proteina avesse una struttura tridimensionale non stabile
cambierebbe di continuo, non troveremo mai in quel millisecondo in cui può legare
il substrato ed anche elaborarlo.
Se andiamo a vedere i principali amminoacidi: sono polari ed apolari in numero
pari.
Scartiamo tutte le combinazioni di amminoacidi solo polari e solo apolari, le
combinazioni in cui i primi 50-100 amminoacidi sono apolari, perché anche qui
l’organizzazione sarebbe molto complessa e scartiamo anche quelle in cui la maggior
parte degli amminoacidi sono solo acidi o esclusivamente basici, perché non
avrebbero modo di strutturarsi tridimensionalmente. Continuando a scartare, ci
rendiamo conto che le proteine esistenti sono le uniche combinazioni
amminoacidiche vincenti, dal punto di vista di poter combinare la struttura
tridimensionale con una determinata funzione.
In particolare, concentriamoci sulla Tirosina e sulla Cisteina.
La Tirosina viene presentata come polare e la Cisteina come apolare. Tuttavia, ci
sono numerosi testi che le riportano in maniera differente, ovvero Cisteina come
polare e Tirosina come apolare. La Cisteina ha un gruppo SH, che è un gruppo polare
e quindi per molti biochimici quell’amminoacido è polare, in quanto vi è la presenza
di un gruppo polare. Anche la Tirosina ha un gruppo ossidrilico, però la sua struttura
pressoché identica a quella della Fenilalanina, che è un amminoacido fortemente
apolare, perché possiede un anello aromatico apolare. Quindi si è ritenuto che la
apolarità di tutta questa struttura non possa essere compensata da un semplice
gruppo ossidrilico.
Quando una molecola è polare intendiamo che è solubile in acqua. Se osserviamo la
solubilità: la Tirosina è discretamente solubile in acqua, ma la Cisteina no. Quindi la
prima delle due classificazioni risulta essere quella più attendibile.
Le proteine possono organizzarsi strutturalmente nelle forme più disparate.
(moltissime proteine presentano una organizzazione strutturale globulare, sferica)
Alcuni esempi:
Forma sferica: Actina, Tubulina
Forma distesa: Cheratine, Collageni
La struttura delle proteine si studia principalmente mediante la cristallografia ai
raggi x, la quale è una metodologia estremamente complessa; infatti, per moltissime
proteine non si è riusciti ad ottenere il cristallo utile per poterlo analizzare (È del
tutto casuale che si formi il corretto cristallo), ma non è costosa. Inoltre, la struttura
proteica può essere anche studiata mediante la risonanza magnetica nucleare, la
quale aiuta molto nella comprensione della struttura tridimensionale della proteina.
Le proteine hanno diversi livelli di organizzazione strutturale:
Le principali sono: primaria, secondaria e terziaria.
Alcune proteine (anticorpi), quelle che sono formate da più polipeptidi, presentano
una struttura quaternaria. Un esempio tipico di proteina che possiede una struttura
quaternaria è l’Emoglobina. L’Emoglobina è formata da due catena alfa, due catene
beta e un gruppo eme (gruppo prostetico), il quale non è di natura proteica e lega il
ferro, il quale a sua volta lega l’ossigeno per trasportarlo nel sangue.
Le strutture supersecondarie, invece, sono un intermedio tra struttura secondaria e
terziaria.
Siamo anche in grado di suddividere le proteine in domini strutturali, il quale
dominio sarà solo una porzione della proteina e non l’intera struttura terziaria.
-La struttura primaria è una sequenza amminoacidica
-La struttura secondaria presenta 2 tipologie
-La struttura terziaria è la organizzazione strutturale 3D globale della proteina,
quindi di tutta la proteina
-La struttura quaternaria è la combinazione di più di un peptide, che servono a
comporre la proteina da un punto di vista funzionale
La struttura primaria non è altro che la sequenza lineare di amminoacidi legati tra di
loro mediante un legame covalente, cioè peptidico. Una volta determinata la
struttura primaria della proteina, la struttura secondaria e terziaria vengono da sé
perché è obbligata a formare, data la sequenza amminoacidica, una determinata
struttura finale. Però c’è una intermedia secondaria.
La secondaria è caratterizzata dal fatto che è tenuta insieme da dei legami a
idrogeno, cioè legami deboli. Parliamo di legami a idrogeno non tra le catene
laterali degli amminoacidi, ma di legami formati tra il gruppo carbossilico e il gruppo
amminico di due differenti legami peptidici. I due amminoacidi possono trovarsi a
distanza predeterminata in una delle due strutture secondarie caratteristiche e ad
una distanza che può essere nettamente maggiore nell’altra.
Alfa-elica e foglietto-beta sono le due strutture secondarie che ritroviamo nella
maggior parte delle proteine, non necessariamente entrambe in tutte le proteine.
Nelle alfa-eliche, un certo numero di amminoacidi, circa 20-30, sono organizzati in
questo tipo di struttura. Il fatto fondamentale è che il passo dell’elica di circa 3,6
residui comporta che il legame ad idrogeno che si stabilisce il gruppo carbossilico e il
gruppo amminico di 2 amminoacidi differenti, questi ultimi necessariamente si
trovano alla distanza di circa 4 amminoacidi l’uno dall’altro.
In generale, le strutture secondarie, alfa-elica e foglietto-beta, rappresentano circa il
50-60% dell’organizzazione globale della proteina in termini di numero di
amminoacidi, ma non c’è nessuna proteina in cui tutti gli amminoacidi sono
organizzati in strutture secondarie.
Nel foglietto-beta, invece, troviamo amminoacidi che sono posti in maniera lineare,
con una schematizzazione in piani differenti. Questa volta i legami idrogeno non si
formano tra gli amminoacidi di un singolo foglietto, ma tra gli amminoacidi di due
foglietti adiacenti. Quindi non possiamo predire la distanza, il numero di
amminoacidi che formano questo tipo di legame. Avvolte questi foglietti possono
essere tenuti insieme anche da regioni che non sono strutturate né alfa e né beta. Di
conseguenza il numero di amminoacidi non è prevedibile.
Le due tipologie di strutture, alfa-elica e foglietto-beta, vengono definite secondarie
non perché appartengono alla singola proteina, ma, per esempio, se c’è una alfa-
elica in una proteina, questa avrà le stesse caratteristiche di tutte le alfa-eliche di
tutte le altre proteine e lo stesso vale per i foglietti-beta.
Quanto sono presenti?
A parte la Mioglobina, non si va mai oltre il 50%, quindi significa che nel resto della
proteina gli amminoacidi sono organizzati non in struttura secondaria, né alfa né
beta. Ci sono alcune classi di proteine delle quali possiamo predire la presenza di
alfa-eliche, perché l’alfa-elica è il modo migliore per poter attraversare una
membrana biologica, costituita da lipidi e quindi quella componente che è
idrofobica. Visto che le proteine hanno seguito, nel corso dell’evoluzione, una logica
strutturale non possiamo immaginare di avere delle alfa-eliche esclusivamente
costituite da amminoacidi idrofobici, ma ci saranno sicuramente anche amminoacidi
idrofilici e possiamo disporre le loro catene laterali all’interno dell’alfa-elica, mentre
quelle idrofobiche all’esterno ad interagire con le code idrofobiche di lipidi. Nella
stragrande maggioranza dei casi la porzione di amminoacidi che attraversa la
membrana è organizzata in alfa-elica.
I foglietti-beta sono estremamen