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ROCCE TERRIGENE
La prima grande suddivisione delle rocce terrigene viene svolta in base alla granulometria: ru-diti, areniti e lutiti.
Le rocce costituite da porzioni dimensionalmente diverse sono catalogate con termini compositi; ad esempio una roccia costituita dal 70% di sabbia ed il 30% di silt o argilla è definibile come arenite lutitica; in caso di proporzioni inverite sarebbe una lutite arenacea.
Tuttavia, se una delle due granulometrie supera il 75% il nome rispecchia quella prevalente. [metodi di misura della granulometria vedi libro pag 179.]
RUDITI O PSEFITI
Appartengono a questa famiglia le rocce costituite da frammenti, prevalentemente litici, con dimensioni superiori ai 2 mm. Si distinguono i sedimenti incoerenti da quelli compattati e tra-ciottoli brec-sformati in rocce dalla diagenesi; tra i primi figurano le ghiaie che comprendono eciame; brecce pud-appartengono ai secondi i conglomerati, che a loro volta si distinguono in edinghe, caratterizzati, rispettivamente, da
clasti con basso ed alto grado di arrotondamento. In funzione della presenza di matrice, i conglomerati sono suddivisi in para- e ortoconglomerati. Il limite tra le due tipologie non è determinante, tuttavia alcuni ricercatori indicano valori attorno al 15%; le due tipologie si distinguono in base al fatto che i clasti siano a contatto tra loro, pag. 42 Daniel Cucugliato. In tal caso si tratta di ortoconglomerati, mentre, se tra i clasti si interpone la matrice si parla di paraconglomerati o insiemi matrice-sostenuti. Le due gamme rispecchiano modalità genetiche differenti: nel caso degli ortoconglomerati l'energia del mezzo è tale da favorire l'asporto delle porzioni più fini e generare un assetto più compatto dei clasti di maggiori dimensioni; nel caso dei paraconglomerati, la selezione granulometrica non avviene a causa della velocità di accumulo dei materiali. Nelle ruditi i clasti possono risultare petrograficamente analoghi oppure
rappresentare un in-sieme di litologie tra loro diverse. Nel primo caso si parla di ruditi omoclastiche, nel secondo di ruditi polimittiche. Quando le litologie presenti sono solo due il sedimento è oligomittico.
ARENITI O PSAMMITI
Le areniti sono materiali con dimensione dei clasti compresa tra 2 mm e 63 µ, Questo intervallo granulometrico non tiene conto dell'eventuale frazione più fine costituente la matrice.
La quantità di matrice è inversamente proporzionale al grado di maturità delle areniti, cioè quelle più mature sono costituite prevalentemente dalla frazione QFL (Quarzo, Feldspati e Litici). Le arenite composte da solo quarzo, infine, sono le più mature ed in genere derivano dalla rielaborazione di sedimenti precedenti in quanto, il quarzo, è l'unico minerale che non viene trasformato da processi esogeni di natura chimica.
Sino a quando la matrice non supera il 15% le areniti vengono classificate come
Arenarie; sono, invece, classificate come grovacche le rocce nelle quali la matrice assume valori tra il 15 e il 70%. Sotto il profilo tessiturale le grovacche sono molto più immature delle arenarie, indicano modalità di formazione molto rapide in ambienti tettonici caratterizzati dalla presenza di sisteminei quali l'accumulo dei sedimenti è molto veloce e dove il trasporto avviene preferibilmente tramite correnti di torbida; quest'ultime sono ulteriormente suddivise in funzione della preva-arcoselenza dei membri della terna Q, F, L, in quarzose, feldspatiche (generalmente definite) e litiche (frammenti di altre rocce).
LUTITI O PELITI
Le rocce pelitiche sono tra le più abbondanti nella superficie terrestre. Non tutte però, appartengono al gruppo dei materiali terrigeni, molte di queste sono carbonatiche e silicee ed hanno origine chimica e/o biogena.
Le argille o argilliti costituiscono la classe granulometrica più fine dei materiali argillosi,
tuttavia, non vanno confuse con i minerali argillosi, sebbene quest'ultimi siano notevolmente concentrati nelle argille, non sono gli unici componenti di tali rocce, bensì possono contenere elevati tenori di quarzo e di altri minerali derivanti dalla trasformazione dei minerali primari, quali muscovite, granati, ossidi ed idrossidi, etc. Le siltiti hanno una granulometria leggermente superiore rispetto alle argille; sono costituite da quarzo, miche bianche, relitti di feldspati e, in quantità variabile, da minerali pesanti (granati, tormalina, cianite, zircone, etc.). Le marne sono rocce costituite dall'associazione tra carbonati e minerali argillosi. ROCCE CARBONATICHE Le rocce carbonatiche sono così definite perché composte principalmente da minerali carbonati; i più comuni ed importanti minerali si dividono in tre gruppi principali: calcite, dolomite e aragonite. I minerali che appartengono ai primi due gruppi cristallizzano nel sistema trigonale.quelli appartenenti al gruppo dell'aragonite, invece, nel sistema rombico. I minerali del gruppo della dolomite, a differenza di quelli della calcite, sono carbonati doppi in quanto contengono Ca e/o Fe oltre che Mg. Hanno il pregio di contenere molte delle testimonianze fossili, e sono ricche di strutture e tessiture che forniscono preziose indicazioni sulle condizioni ambientali di ogni tempo. Oltre al loro valore intrinseco come indicatori della storia terrestre, rivestono una notevole importanza economica. Si utilizzano sia nell'agricoltura che nell'industria e nell'edilizia. In natura hanno rappresentato le rocce serbatoio di circa un terzo delle riserve di petrolio del mondo, e sono le rocce su cui insistono i depositi più importanti di minerali di piombo e di zinco. Le rocce carbonatiche di età inferiore ai 100 milioni di anni sono costituite prevalentemente da carbonato di calcio con un basso rapporto Mg/Ca. QuestoIl rapporto aumenta sensibilmente, ma in modo irregolare, nelle rocce carbonatiche di età superiore ai 100 milioni di anni. Questo fatto ha validato il principio secondo cui le dolomie costituiscono una quota crescente di rocce carbonatiche con l'aumentare dell'età e che la composizione media delle rocce carbonatiche Precambriche vada quasi a coincidere con quella della dolomite. Tale visione è stata contradetta da Given e Wilkinson; loro sostengono, infatti, che il cambiamento non sia correlato all'età ma, piuttosto, ai periodi di innalzamento del livello marino e di inondazioni continentali. Tuttavia, anche questo punto di vista è stato contestato. In ogni caso, qualunque sia la vera storia di tale variazione, le dolomie rappresentano un gruppo di rocce estremamente intrigante anche perché hanno notevole interesse economico come rocce serbatoio nei giacimenti petroliferi. Le dolomie più antiche hanno, quasi sempre,
l’aspetto di rocce massicce con cristalli grossi; dolomi - sono pur sempre porose o meno, sembrano essersi formate attraverso un processo ditizzazione pervasivo (sostituzione e ricristallizzazione) di precursori calcarei. I sedimenti carbonatici vengono suddivisi, essenzialmente, in due tipologie: particellari e accresciuti in posto. I primi vengono essenzialmente depositati meccanicamente e presentano, appunto, una struttura particellare. Quelli accresciuti in posto, invece, sono sia i sedimenti biocostruiti (scogliere coralline) sia i precipitati (travertini). NOMENCLATURA BASATA SULLA GRANULOMETRIA Le ruditi costituite da clasti di natura carbonatica sono classificate come calciruditi o doloruditi a seconda che il minerale prevalente sia calcite o dolomite. Le rocce clastiche arenitiche, a componente carbonatica prevalente, sono classificate in calcareniti o doloareniti. La nomenclatura delle rocce pelitiche, con prevalente composizione carbonatica, è analoga alle precedenti.- ovvero calcilutiti o dololutiti;
- tuttavia, se la componente argillosa o siltosa raggiunge il 15-20%, le rocce sono classificate come calcilutiti marnose o calcilutiti siltose.
NOMENCLATURA BASATA SUI CARATTERI STRUTTURALI E LA TIPOLOGIA DEI GRANULI [FOLK 1962]
Questa classificazione prende in considerazione la tipologia dei granuli e del materiale presente negli interstizi. La nomenclatura esprime i caratteri della componente clastica, in quanto vi compare la tipologia prevalente dei componenti allobiochimici (peloidi, ooidi, bioclasti e intra-litoclasti), ed i caratteri del materiale interstiziale dominante (cemento o matrice).
La frazione clastica principale fornisce il prefisso del nome della roccia: oo- sta per ooidi, pel- sta per peloidi, bio- per fossili, intra- per intralitoclasti.
La natura del materiale carbonatico interstiziale definisce il suffisso del termine: micrite indica una componente microcristallina con matrice lutitica; sparite rappresenta una matrice dominante formata da
cristalli di maggiori dimensioni. I termini che si ottengono dalla combinazione pag. 44Daniel Cucugliatoprefisso-suffisso sono otto: oomicrite, pelmicrite, biomicrite, intramicrite, oosparite, pelsparite, biosparite, intrasparite.
MICRITE Molti calcari sono composti prevalentemente da granuli di carboni; alcuni, seppur rari, sono costituiti interamente da granelli dimensionalmente compresi tra sabbia e limo. La parte re- stante della roccia è composta sia da cemento di calcite sparitica o da calcite/aragonite micro- cristallina, comunemente indicato come fango calcareo. Negli ambienti carbonatici attuali, i fanghi calcarei sono composti principalmente da aghi di aragonite lunghi circa 1-5 µ. I fanghi calcarei possono contenere anche una percentuale di materiale di dimensioni argillose, costi- tuito da impurezze non carbonatiche come minerali argillosi, quarzo, feldspato e materia orga- nica. Folk ha proposto il termine micrite, ormai universalmente accettato, per definire sedi- menti
carbonatici a grana molto fine. La micrite, analizzata al microscopio, ha un colore grigio-marrone con aspetto subtranslucido. Questa è generalmente presente come matrice tra i granelli di carbonato, tuttavia, alcuni calcarisono composti interamente da micrite. La presenza elevata di micrite in un calcare è comune-mente interpretata come indice di deposizione sotto condizioni di bassa energia, tali da nonriuscire ad eliminare il fango. SPARITE I cristalli di sparite sono di grandi dimensioni (0,02-0,1 mm). Gran parte della sparite nei calcari è presente come un cemento che riempie lo spazio tra i granuli di carbonato. Il cemento spari-tico è particolarmente comune nei calcari ricchi di granuli come le ooliti, depositati in acqueagitate dove la micrite non poteva riempire i pori del sedimento. La sparite può esprimersi con varie tipologie di cementi, i più comuni sono il cemento granulareo a mosaico, il cemento fibroso, sia grossolano che fine.cem