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COS’ERA UN KOUROS?
Era un giovane uomo nudo in posizione eretta; la sua nudità aveva la
funzione di far risaltare il corpo e con esso le sue qualità fisiche e intellettive.
Solitamente è raffigurato con la testa eretta, le braccia stese lungo i fianchi, i
pugni chiusi e la gamba sinistra più in avanti quasi ad accennare un passo. Il
termine kouros deriva dal greco kalòs (bello) per rappresentare l’aspetto
fisico e da agatòs (buono) per indicare la bellezza interiore. Nasce così il
concetto greco di kalòs kai agatòs (bello e buono), ovvero l’uomo ideale che
dava importanza sia al corpo che allo spirito.
COS’ERA UNA KORE?
Era una giovane donna vestita con una lunga tunica e un mantello raffigurata
in posizione eretta; la veste indicava il ruolo della donna nella società greca.
La kore era raffigurata con la testa eretta, i piedi uniti, un braccio steso lungo
il fianco e uno piegato (solitamente il destro) sul petto nell’atto di portare un
vaso o un piatto con delle offerte.
kouros e kore potevano raffigurare o una divinità, o un eroe o un uomo.
Di invenzione corinzia è anche la pittura con l’utilizzo di più colori (nero,
rosso, bianco, giallo e marrone) e anche la ceramografia. Nasce così lo stile
protocorinzio con la costruzione di vasi di piccole dimensioni di argilla fine e
chiara con vernice bruna, rossa o nera e le figure tracciate prima col solo
contorno poi con graffiti o ritocchi policromi; le scene figurate comprendono
teorie di animali, scene di combattimento o raffigurazioni mitologiche.
Accanto alle classiche forme di coppe e vasi compaiono gli aryballoi, ovvero
piccolo contenitori per unguenti e oli profumati ispirandosi a quelle orientali.
La rapida evoluzione di questi portò alla distinzione del protocorinzio in tre
fasi: protocrinzio antico va dal 720 al 690; In questo primo periodo nascono
elementi decorativi nuovi: uccelli, fiori, cervi, pesci, cani, leoni che sono
disposti in maniera casuale senza che raccontano alcuna storia (erano
soltanto disegni decorativi). Gli sfondi erano dati da rosette, trecce,
spirali e il tutto è realizzato nella tecnica geometrica della linea di
contorno.
protocorinzio medio va dal 690 al 650; In questo periodo le figure sono
più complesse e iniziano a dare importanza al mito riferendosi ad episodi
come: il suicidio di Aiace, la morte di Achille, la lotta di Zeus contro i
giganti…
protocorinzio tardo va dal 650 al 630: In questa fase compaiono vasi
ancora più grandi come l’Olpe, ovvero una brocca a bocca rotonda con
manico a nastro decorata da elementi con immagini di animali nella
tecnica a figure nere o più complesse scene figurate.
ETA’ ARCAICA
L’età arcaica conosce trasformazioni sociali e politiche; nasce la moneta con
fini commerciali, vengono eretti nuovi santuari e gli dei cessano di essere
minacciosi per diventare divinità benevole e protettrici; nascono nuovi volti di
kouros e korai in marmo, nuove scene dipinte sui vasi che non riguardano
soltanto scene mitologiche, ma anche di vita quotidiana.
Atene da monarchica divenne presto aristocratica col governo affidato a nove
arconti tutti nobili. Le loro continue lotte interne resero il governo instabile
pertanto Dracone nel 620 a.C. si prese in mano tutto il potere per cercare di
portare un po’ di ordine adottando provvedimenti duri e severi. Dracone non
riuscì nel suo intento, quindi sulla scena ateniese comparve Solone nel 594
a.C. Con lui ebbe inizio la democrazia ateniese e la sua riforma, detta anche
costituzione solonica, prevedeva due cose importanti: L’abolizione dei debiti
e della schiavitù e la divisione della popolazione in classi sociali.
Dopo Solone fu la volta di Pisistrato che nel 560 a.C. diventò tiranno. Poco
dopo venne esiliato in Tracia, ma nel 546 tornò dove governò fino al 527,
anno della sua morte. Nonostante fosse arrivato al potere con forza, il suo
governo fu saggio e prudente: non abolì la riforma di Solone, aumentò lo
sfruttamento delle miniere di oro e argento, sviluppò l’agricoltura, l’industria
e il commercio, fece costruire nuovi templi nell’acropoli dando lavoro a molti
disoccupati. Alla sua morte il governo di Atene passò ai suoi due figli: Ippia e
Ipparco. Nel 514 Ipparco fu ucciso da due aristocratici per una vendetta
personale, mentre Ippia, al contrario del padre, si dimostrò diffidente e
spietato; per questa ragione venne cacciato. Nel 500 venne nominato arconte
Clistene che adottò la sua costituzione democratica assicurando al popolo
ateniese dei rinnovamenti politici e costituzionali
STILE SEVERO
Gli anni che seguono le guerre persiane sono molto importanti per Atene non
solo perché si afferma come potenza marittima dellEgeo, ma perché vede
iniziare i lavori per la ricostruzione dell’Acropoli; inoltre si ha un nuovo
sviluppo nel campo scultoreo e pittorico. Nasce così lo stile severo; questo
aggettivo deriva dal termine tedesco streng per definire la scultura prima di
Fidia riferendosi ai volti delle statue che hanno perso, oltre al sorriso arcaico,
anche il movimento tardo antico. Lo stile severo va dal 480 al 450 e viene
visto come periodo di transizione dall’arcaico maturo al pieno classicismo. Se
lo stile arcaico si basava sulla linea di contorno che racchiudeva la figura,
nello stile severo si rappresenta l’uomo non solo nel suo aspetto fisico ma
anche in quello interiore assieme proprio alla nascita della tragedia, ovvero
un genere letterario che non vuole solo raccontare le gesta di eroi e dei, ma
riflettere sulla loro sorte. Nelle statue viene abbandonato l’aspetto arcaico, il
tronco è ora bilanciato su entrambe le gambe, una portante e l’altra flessa e
tutto il corpo si muove in base alla distribuzione del peso corporeo. Nel
periodo severo cambia anche lo stile delle statue:
La testa piccola non è più né schiacciata né appiattita, ma sferica col
volto tondo;
La bocca si fa piccola e le labbra più carnose;
Le palpebre diventano consistenti;
Le trecce delle acconciature si trasformano in ciocche morbide, in
riccioli e in una treccia arrotolata intorno alla testa;
La massa muscolare si distribuiscein tutto il corpo;
Le spalle si arrotondano e il largo busto esprime potenza;
Le gambe lunghe si assottigliano verso i ginocchi e le proporzioni sono
slanciate.
SANTUARIO DI OLIMPIA
Il santuario, chiamato anche Altis dai greci (da alsos che voleva dire
boschetto sacro) si sviluppa in una zona pianeggiante dell’Elide, vicino i fiumi
Alfeo e Cladeo. La località era collegata a due antiche leggende:
1. La saga di Pelope (eroe del Peloponneso): Pelope inizialmente viveva
nella terra lasciata dal padre, costretto però da un’invasione di barbari
intraprese un viaggio attraverso la Grecia per trovare un regno da
governare. Giunse alla corte del re di Pisa Enomao che non aveva mai
concesso la mano della figlia Ippodamia ai giovani che la
corteggiavano perché un oracolo gli aveva predetto che sarebbe morto
per mano del proprio genero. Enomeo possedeva dei cavalli divini
perciò, sapendo di non poter essere mai battuto, proponeva ai
pretendenti della figlia di gareggiare con lui in una corsa di carri: se
avessero vinto avrebbero sposato la figlia, altrimenti sarebbero stati
uccisi. Quando Pelope arrivo a Pisa con un carro leggerissimo e cavalli
alati regalatogli da Poseidone, si innamorò subito della ragazza ma
aveva paura di suo padre; decise però di vincere la gara in modo sleale
così corruppe l’auriga Mirtilio anche lui innamorato della principessa,
promettendogli che non appena avesse la corsa gli avrebbe permesso
di passare una notte con la ragazza. Mirtilio accettò e attentò al carro
di Enomao sostituendo i perni che reggevano il carro con dei pezzi di
cera. Durante la corsa le ruote si staccarono, il carro si rovesciò ed
Enomao morì. Subito dopo Pericle sposò Ippodamia e, non mantenendo
la sua promessa, diventò re di Pisa.
2. Istituzione dei giochi olimpici creati in onore di Pelope da parte di
Eracle che portò con sé l’olivo sacro a Zeus col quale si incoronavano i
vincitori. La tomba di Pelope, al centro del santuario, era il punto di
partenza delle gare prima che venisse costruito lo stadio. In realtà le
prime olimpiadi iniziarono nel 776 svolgendosi ogni 4 anni come tregua
sacra tra il re dell’Elide e Licurgo re di Sparta.
ETA’ CLASSICA
Dopo la metà del V secolo, sotto un potere democratico, Pericle domina la
scena politica ricoprendo il ruolo di stratega. Il secolo di Pericle in realtà
dura 15 anni, dalla pace di Callia del 449 all’inizio della guerra del
Peloponneso; egli muore nel 429 di peste. A lui si devono grandi opere
pubbliche e costruzione dei monumenti come la ricostruzione dell’acropoli e
le costruzioni di nuove parti del porto di Atene e delle mura per collegarla al
porto. In onore di Pericle viene eretta una statua nuda in bronzo sull’Acropoli
a grandezza d’uomo rappresentando lo stratega che era con elmo, scudo e
lancia. L’aggettivo classicus in letteratura significava eccellente, ottimo; in
storia dell’arte lo si usa per indicare l’arte greca del V e IV secolo
simboleggiando la bellezza e la perfezione. Il termine classico è opposto a
quello di romantico del XIX secolo; mentre il romanticismo si basa sulla
libera fantasia, sul sentimento e sulla libertà di esprimersi, il classicismo si
basa sull’ordine e sulla perfezione. La scultura della seconda metà del V
secolo è dominata dalle figure di Policleto e Fidia.
POLICLETO: nasce ad Argo nel 490 e proviene da una famiglia di scultori.
Realizza soprattutto opere in bronzo, ferme, in piedi o in movimento e scrive
anche un trattato, il Canone dove affrontava il problema della costruzione
della figura umana attraverso proporzioni.
FIDIA: nacque intorno al 500-490 iniziando a lavorare sin da piccolo come
pittore, ma anche come scultore e bronzista. Nel 460 doveva essere già
famoso visto che in quell’anno risale la grande statua bronzea di Atena Areia
costruita in ricordo della vittoria di Platea sui persiani; di Fidia sempre di
questo periodo sono anche: l’Apollo Parnopis (v. 47), l’Atena Promachos alta 9
m visibile dal mare e l’Atena Lemnia rappresentata serena, piena di saggezza
e senso della misura.
ETA’ DI ALESSANDRO
La Macedonia era organizzata come una monarchia con a capo gli Argeadi; la
classe dominante era quella aristocratica che combatteva a cavallo ed era
data da proprietari terrieri le cui terre venivano coltivate dagli schiavi.
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