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La differenza sostanziale infatti sta nel fatto che a numeratore invece che focalizzare l’attenzione
sui rendimenti in eccesso del portafoglio rispetto all’attività priva dir rischio, come fanno gli altri
indici descritti, l’attenzione viene focalizzata sugli eccessi di rendimento rispetto ad un
parametro di rendimento di riferimento, espresso come il rendimento medio del benchmark.
La correzione per il rischio avviene poi utilizzando a denominatore la TEV, cioè la volatilità della
differenza tra il rendimento del portafoglio e il rendimento del parametro di riferimento.
Quindi l’indice si individua mettendo a rapporto al numeratore la differenza tra il rendimento del
portafoglio e il rendimento del parametro di riferimento, al denominatore la TEV.
Anche questo indice permette di fare paragoni, più alto sarà l’indice, migliore sarà il portafoglio.
Alpha di Jensen
È una misura di rendimento corretta per il rischio che deriva dalla medesima analisi di regressione
necessaria per quantificare il Beta (la variabile X è il premio per il rischio di mercato e la variabile
Y è il premio al rischio del portafoglio, l’intercetta nella regressione rappresenta l’Alpha di Jensen
del portafoglio), siamo quindi sempre nell’ambito del CAPM.
L’indice rappresenta il rendimento in eccesso realizzato dal gestore rispetto a quello atteso in
ragione del livello di rischio sistematico assunto tramite il portafoglio.
Questo indice non va confuso con la capacità del portafoglio di battere il parametro di riferimento.