Estratto del documento

FASI:

1. Introduzione/presentazione dello strumento; 39

2. Realizzazione del disegno;

3. Narrazione da parte dell’autore;

Serve per far emergere i nodi dal basso, da un contesto narrativo relazionale con la famiglia, per comprendere di

che tipo di relazioni si sta parlando, attorno all’ambiente di vita di quella famiglia, per identificare le risorse sociali

dei genitori e del bambino. Si introduce lo strumento e la realizzazione del disegno che può essere fatta dal

bambino, dalla mamma o dal papà, o dall’operatore in base al racconto che ascolta dà vita ad un quadro. Quando

il disegno è terminato, la persona è invitata a descrivere liberamente la sua Ecomappa. È consigliabile che

l’operatore prenda appunti di quanto viene raccontato. Quanto emerso va utilizzato in trasparenza per orientare

l’analisi e la progettazione a favore della persona.

Come si svolge?

 Individuazione della risorsa di appoggio, partendo dalla cerchia più prossima alla famiglia (famiglia

allargata) a quella più distante (reti di famiglie, centri per famiglie);

 Conoscenza reciproca;

 Integrazione delle risorse informali con i servizi;

 Individuazione del più utile livello di formalizzazione;

 L’individuazione dei bisogni rispetto ai quali attivare le risorse di vicinanza solidale emerge dalla

discussione e dal dialogo con le famiglie stesse e con tutti i componenti delle equipe;

 Esplicitazione, all’interno delle progettazioni, dell’attività svolta dalla risorsa di appoggio: chiarezza

rispetto al ruolo e ai «confini» del sostegno offerto;

 Apertura a eventuali esperienze in cui le famiglie accompagnate dal dispositivo della vicinanza solidale

possano essere a loro volta risorse di supporto per altre famiglie.

INDICAZIONI PER IL DISEGNO

“Immagina che questo foglio rappresenti il tuo mondo, questo sei tu (cerchio al centro), parlami delle persone che

conosci e disegnale su questo foglio, usando delle figure o dei cerchi o quello che preferisci. Poi unisci queste

figure partendo da te con delle linee che mostrano la natura della relazione che hai con ognuna di queste persone.

Puoi disegnare relazioni che ti mettono a disagio, relazioni che ti fanno stare bene, relazioni che a volte ti fanno

stare bene altre volte no”.

Una volta che il bambino o genitore si è disegnato al centro di un foglio bianco, si chiede di disegnare le altre

persone che fanno parte della sua vita. Si invita poi la persona ad unire con delle linee le persone raffigurate a

partire dalla figura centrale che le rappresenta, in base al tipo di legame che ha con loro.

SIMBOLOGIA DELLE LINEE

RELAZIONE CHE TI FA STARE BENE: Per le persone che ti fanno sentire a tuo agio, che ti fanno sentire felice, al

sicuro o amato. Supportiva: linea continua;

RELAZIONE CHE TI FA STARE MALE: se qualcuno o qualcosa legata a una persona crea in te difficoltà, ti fa sentire

triste, arrabbiato o ti infastidisce. Stressante: linea a crocette;

RELAZIONE CHE TI FA STARE UN PO' BENE E UN PO' MALE: se qualcuno crea in te sia difficoltà che percezione di

aiuto. Ambivalente: linea continua + crocette.

Quando ha terminato il disegno, la persona è invitata a descrivere liberamente la sua Ecomappa. È consigliabile

che l’operatore prenda appunti di quanto viene raccontato. Quanto emerso va utilizzato in trasparenza per

orientare l’analisi e la progettazione a favore della persona. 40

L’ecomappa restituisce una rappresentazione individuale, o familiare, delle interazioni e dei network sociali in cui

i soggetti sono inseriti e da cui traggono, di volta in volta, supporto, aiuto, preoccupazione.

2.7 Concetto di comunità

Il termine comunità, dal latino: communis, che appartiene a tutti o a molti cum-munia, che prevede compiti

comuni cum-munus, con dono.

Secondo Park, il costrutto di comunità, può essere ampiamente ed efficacemente adottato dalla disciplina e le sue

caratteristiche, osservabili tuttora, fanno riferimento a:

 Ad una determinata popolazione organizzata in un dato territorio;

 Un radicamento, variabile in intensità e forme, della popolazione su tale territorio;

 Relazioni di interdipendenza tra i membri di tale popolazione.

Dal punto di vista metodologico emergono tre snodi interpretativi per inquadrare il concetto in chiave

contemporanea e per utilizzarlo in forme utili.

Il primo è relativo ai confini: sia nella sua teorizzazione originaria la comunità esauriva al proprio interno le

relazioni, gli scambi e legami, che la versione più aggiornata del concetto prevede che i propri componenti siano

inseriti in rete di relazioni anche esterne che tendono a superare i confini della comunità locale e creano strutture

più o meno complesse connesse con flussi di informazioni e relazioni potenzialmente globali.

Il secondo prerequisito riguarda il tema delle dimensioni territoriali. È possibile affermare che anche in contesti di

ampie dimensioni territoriali e/o demografiche sono riscontrabili dinamiche micro riconducibili a caratteristiche

comunitarie, quali le relazioni di fiducia, la reciprocità, la solidarietà.

Il terzo snodo concettuale riguarda l’aspetto relazionale. Tutte le definizioni di comunità e le relative riflessioni ne

sottolinea la rilevanza e l’imprescindibilità non c’è comunità se non ci sono relazioni.

La comunità è la rete vitale delle relazioni attivata dalla persona e si connota come lo spazio di cui essa ha

bisogno per la propria realizzazione. […] La comunità è, pertanto, lo spazio di vita e di realizzazione della

persona. Essa è ‘la circolazione vitale’ della stessa società: senza la comunità non si dà nemmeno la società (Dalle

Fratte, 1993, p. 167).

Dunque da un lato si fa riferimento alla comunità intesa in senso geografico-territoriale, enfatizzando quindi il

dove gli attori sociali agiscono e i confini entro i quali avvengono la maggior parte degli scambi sociali. Dall’altro

lato ci si riferisce alla dimensione delle relazioni, dei rapporti che legano le persone tra di loro in termini di qualità

(tipologia delle relazioni solidali, economiche, affettive, spirituali, professionali) e quantità (intensità e regolarità

delle relazioni). A questa seconda modalità si aggiunge la dimensione psicologica che intende “la comunità in senso

a-spaziale, come un gruppo sociale o un sistema in cui sono definiti dei legami fra persone che condividono un

senso di appartenenza e di ‘connessione emotiva’ rispetto a problemi e situazioni comuni” (Milani, 1999, p. 304).

Creare dei luoghi dell’educare che siano comunità in miniatura, non separate dalla società ma vissute come parti

integranti dello sviluppo sociale, volte ad una partecipazione orientata consapevolmente verso la ricostituzione

del tessuto comunitario, le realtà locali, minacciato dalla grande società (Romano, 2014, p. 49).

La comunità è quindi un contesto all’interno del quale i propri membri possono, interagendo e comunicando,

trovare sé stessi e realizzare il proprio potenziale, in un intreccio di relazioni indispensabili per il divenire umano.

Il benessere del bambino (e della sua famiglia).

1. Si inscrive in una prospettiva ecologica;

2. Passa attraverso la valorizzazione delle reti di cui la famiglia fa già parte;

3. È determinato dalla valorizzazione dell’informale;

4. È perseguibile anche e soprattutto quando l’educatore agisce come «ponte» tra la famiglia e il territorio.

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La rete formale dei servizi non è sufficiente. Le vulnerabilità sono multidimensionali, per affrontarle, i servizi

formali e istituzionali non sono sufficienti, serve il contributo delle reti di supporto, che si trovano nella cerchia

familiare, amicale, nel vicinato, nel quartiere.

Informal Social Support: rete informale che si attiva per:

 Mobilitare le risorse psicologiche delle persone e gestirle;

 Sostenere e seguire la persona nell’espletamento di azioni particolari;

 Fornire risorse aggiuntive (materiali e immateriali).

Una proposta teorico-pratica: la mappa per la comunità

Le differenze sono:

 Chi costruisce queste mappe (comunità più o meno definita);

 Differenza nel contenuto, cosa viene riportato;

 Come sono realizzate (processo, esito);

 Finalità;

 Rapporti di potere e di ‘’centramento’’.

2.8 Una proposta teorico-pratica: la mappa per la comunità

Cos’è una mappa di comunità?

 È una mappa collettiva e condivisa che raffigura le particolarità di un luogo, di un paese o di una contrada.

 È un processo partecipato che coinvolge tutti gli abitanti, in un esercizio di auto-rappresentazione

identitaria e di riconoscimento dei valori tipici del luogo che abitano.

 Sulla mappa sono riportati elementi del paesaggio naturale e del paesaggio umano,

 Oppure oggetti, simboli, luoghi e azioni che caratterizzano il territorio di riferimento.

Le prime mappe di comunità nascono in Inghilterra nella prima metà degli anni 80 da un’intuizione

dell’associazione ambientalista common ground fondata e animata da Roger Deakin, Angela King e Sue Clifford

con lo scopo di promuovere proteggere il local distinctiveness di ciascun luogo, ovvero ciò che rende unico ogni

luogo, le sue peculiarità tanto naturalistiche e paesaggistiche quanto antropico- culturali le architetture tipiche,

gli edifici, e manufatti, le vie di comunicazione, ma anche costumi, i dialetti, le festività, le leggende, le tradizioni

enogastronomiche. Tra questi strumenti è stata ideata, messa a punto e realizzata la mappa di comunità, Parish

Maps nella sua versione originale. La Local Distinctiveness non è immutabile: ciò che osserviamo oggi è il prodotto

di stratificazioni culturali, sociali, architettoniche. Il rischio, associato alla Local Distinctiveness, non è quindi quello

di osservarne nostalgicamente la scomparsa, ma di trascurarne la portata e di non saperne leggere le

trasformazioni. La peculiarità di un luogo sta anche nel modo in cui è riuscito a miscelare, ibridare, intrecciare

diverse tradizioni. La mappa di comunità intende promuovere queste peculiarità facendole emergere e

rendendole protagoniste.

Mentre per le mappe di comunità le finalità sono maggiormente orientate allo sviluppo locale, anche in chiave

turistico – economico o di riqualificazione territoriale, le mappe per la comunità, pur mantenendo alto l’interesse

per la coesione interna e per le possibili traiettorie di sviluppo, si pongono l’obiettivo, altrettanto ambizioso, di

creare, valorizzare e rinforzare le ragioni stesse che sono alla base

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vane45 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di pedagogia speciale e didattica per l'inclusione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Milan Massimo.
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