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ASPETTI ISTOLOGICI DELLE NEOPLASIE:
Nel tumore maligno abbiamo cellule con forma più irregolare, nuclei anormali,meno volume citoplasmatico a causa del
nucleo piu grande, perdita delle normali caratteristiche funzionali, organizzazione disorganizzata delle cellule.
Classificazione dei tumori sulla base del tessuto di origine
Dei tessuti epiteliali
Dei tessuti connettivi
Del tessuto muscolare
Dei tessuti emolinfopoietici
Del sistema nervoso
Dei melanociti
Di origine placentare ed embrionale
Nomenclatura dei tumori
I prefissi indicano la provenienza
adeno- ghiandolare
condro- cartilagineo
eritro- eritrociti
emangio- vasi sanguigni
epato- fegato
lipo- adipe
linfo- linfociti
melano- melanociti
mielo- midollo osseo
mio- muscolo
osteo- osso
Il suffisso <oma> si riferisce a tumori benigni di specifici tessuti
Fibroma: tumore benigno del tessuto connettivo fibroso
Lipoma: tumore benigno del tessuto adiposo
Condroma: tumore benigno del tessuto cartilagineo
Adenoma: tumore benigno dell'epitelio ghiandolare
Teratoma: tumore benigno derivati da cellule pluripotenti di origine embrionale
Classificazione dei tumori maligni
Carcinoma (oltre 90%)tumori derivati da cellule epiteliali
Adenocarcinoma
Carcinoma a cellule squamose
Carcinoma basocellulare o Epitelioma basocellulare
Sarcoma (circa il 2%) tumori derivati da tessuto connettivo e muscolare es.Osteosarcoma
Blastoma tumori derivati da tessuti embrionali es. Retinoblastoma, Neuroblastoma…
Tumori maligni dei tessuti emolinfopoietici: Mieloma, Leucemia, Linfoma
Tumori maligni del tessuto nervoso: Astrocitoma, Meningioma
‣ Tumori maligni del sistema melanoforo: Melanoma
‣ Tumori maligni derivati da cellule pluripotenti di origine embrionale: Teratocarcinoma
‣
Nel tumore maligno si possono verificare necrosi ed emorragie.
Tumori del tessuto emolinfopoietico
Sappiamo che una cellula staminale totipotente da origine tramite la via mieloide origina le cellule del sangue mentre
tramite la via linfoide le cellule del tessuto immunitario. I tumori del tessuto emolinfopoietico sono:
Linfoma prende origine dai linfociti maturi, localizzati nelle varie sedi dell'organismo. Può essere di Hodgkin se presenta
cellule multinucleate e non Hodgkin.
Leucemie prendono origine dalle cellule staminali emopoietiche del midollo osseo.
Leucemie linfoidi derivano da progenitori dei linfociti T e B, leucemie mieloidi derivano da progenitori dei monociti e
granulociti. Possono essere leucemie acute o croniche in base al grado di differenziazione del progenitore.
TUMORI DEL SISTEMA MELANOFORO:
Nevo: qualsiasi lesione congenita della cute
Nevo melanocitico: neoplasia benigna congenita o acquisita dei melanociti
Nevo displasico: potenziale precursore del melanoma
TUMORI GLIALI (GLIOMI) Es. Astrocitomi Oligodendrogliomi Ependimomi
TUMORI NON GLIALI Es. Medulloblastomi, Meningiomi, Craniofaringiomi, Tumori ipofisari, Tumori della ghiandola
pineale, Schwannomi
Linfomi e neoplasie ematopoietiche Tumori metastatic
Tumori di origine embrionale
Sono un gruppo di neoplasie complesse che derivano da cellule germinali o da tessuti embrionali. Si manifestano
preferenzialmente nell'OVAIO spesso come cisti contenente tessuti molto differenziati
(cisti dermoide) e nel TESTICOLO spesso maligno.
neoformazione complessa mavente origine da cellule indifferenziate, di derivazione embrionale, evolve come:
1.Teratoma maturo cisti dermoide (cisti dermoide): in essa si possono trovare abbozzi
d’organo, per esempio, pelle e annessi cutanei (peli, ghiandole sebacee), denti, tessuto nervoso, fasci muscolari,
epitelio respiratorio ecc
2.Teratocarcinoma: è un altro esempio di tumore di origine embrionale. È una neoformazione complessa che ha origine da
cellule indifferenziate con la capacità di differenziarsi in una varietà di tessuti. Questo tipo di tumore può contenere sia
componenti mature (simili a quelle trovate nei teratomi) sia componenti immature e maligne, rendendolo più aggressivo
rispetto ai teratomi maturi.
DIAGNOSI TUMORE
1.gradazione: analizza le caratteristiche differenziative di una cellula, va da G1 (cellula molto differenziata), G2 (medio
grado), a G5 o GX in cui il grado di differenziazione non e piu definibile.
2.SISTEMA TNM (t tumore, n nodi, m metastasi)
T stadiazione : analizza la grandezza del tumore, T0 indica una lesione non tumorale, T1,2,3,4 indicano tumori di
dimensioni crescenti.
N: indica il coinvolgimento o l'assenza di linfonodi, N1, N2, N4: interessamento di un numero crescente di linfonodi.
M: indica l'assenza o presenza di metastasi, M1 M2 indicano la presenza di numero crescente
La stadiazione è diè di tipo clinico mentre la gradazione e di tipo microscopico.
BASI MOLECOLARI DELLA TRASFORMAZIONE NEOPLASTICA
4 classi di geni regolatori sono normalmente espressi in una cellula ma se mutati possono partecipare al processo
neoplastico e sono: proto oncogeni, geni che regolano l apoptosi, oncosoppressori e geni implicati nella riparazione del
DNA.
I protoncogeni regolano positivamente il ciclo di proliferazione cellulare, mentre gli oncosoppressori fermano il ciclo
cellulare e impediscono alla cellula di andare incontro a proliferazione. Quando c'è uno squilibrio nella regolazione di
questi geni a causa di una mutazione,questi determinano la trasformazione della cellula in tumorale.
Il ciclo cellulare: la cellula durante il suo processo che porta alla mitosi passa attraverso una serie di fasi, l’interfase è
distinta a sua volta in G1 che è la prima fase di crescita, se non è necessario che la cellula vada in proliferazione, può
rimanere in questa fase per un tempo indefinito tanto che può andare nella fase G0 di quiescenza. A seguito di eventuali
segnali la cellula può entrare nella fase S di duplicazione del DNA in cui per poter prepararsi andare incontro alla mitosi,
nella fase G2 vengono duplicati gli organelli, nella fase M avviene la mitosi.
Tra le molecole implicate nella regolazione del ciclo cellulare ci sono le CDK proteine chinasi ciclina dipendenti che sono
attivate dal legame con una ciclina. Durante le fasi del ciclo cellulare vengono attivati vari complessi ciclina-CDK. La loro
attivazione e la fosforilazione di proteine substrato dei complessi permette di superare una serie di checkpoint nel ciclo
cellulare, ovvero un punto del ciclo cellulare nel quale le cellule eucariotiche controllano di aver completato correttamente
la fase precedente prima di iniziare la fase successiva.
Il checkpoint di fase G1 è il punto in cui la cellula prende la decisione chiave se dividersi o entrare in uno stato di
quiescenza.
Il checkpoint di fase 2 controlla l'entrata della cellula in mitosi e permette l'avvio della fase M in cui ci saranno altri controlli
che riguardano il corretto attacco del fuso mitotico ai cromosomi.
Ciò che induce una cellula ad andare incontro a proliferazione sono fattori di crescita, citochine e ormoni.
I fattori di crescita si legano a dei recettori sulla membrana della cellula, in seguito al riconoscimento attivano segnali di
trasduzione nella cellula con attivazione di una serie di proteine che portano al controllo del ciclo cellulare.
Proto oncogeni sono geni normalmente presenti nella cellula e coinvolti nella proliferazione e differenziamento cellulare. I
proto oncogeni se sono mutati vengono convertiti in oncogeni. Gli oncogeni sono protooncogeni alterati nell'espressione e
nella struttura che generano una proteina con alterata funzione e causa la neoplasia.
Caratteristiche degli oncogeni: sono geni in grado di indurre una neoplasia, derivano da un protooncogene a causa di
mutazioni di diverso tipo che esaltano la funzione del gene e determinano attivazione o guadagno di funzione. È
sufficiente che ci sia la mutazione su uno dei 2 alleli perché il gene abbia la capacita di indurre la formazione della
proteina mutata.
Funzioni dei proto oncogeni: i proto oncogeni sono disseminati lungo la via di trasduzione del segnale che dalla
stimolazione da parte di un segnale esterna e regolano la proliferazione e il differenziamento cellulare, la morte e la
sopravvivenza. Quando sono deregolati diventano oncogeni.
PRINCIPALI MECCANISMI DI ATTIVAZIONE DEI PROTO ONCOGENI
Mutazioni puntiformi: possono alterare la sequenza di aminoacidi di una proteina, rendendola costantemente attiva
indipendentemente dai segnali esterni.
Amplificazioni geniche: Portano a una sovrapproduzione di una proteina a causa della duplicazione multipla di un gene nel
genoma.
Traslocazioni cromosomiche: Il riarrangiamento dei cromosomi può spostare un proto-oncogene in una nuova posizione,
dove può essere esposto a nuovi regolatori o promotori che ne aumentano l’espressione.
FATTORI DI CRESCITA
I fattori di crescita sono proteine che svolgono un ruolo cruciale nella regolazione della proliferazione e del
differenziamento cellulare, nonché nella prevenzione dell'apoptosi. Essi agiscono come segnali che permettono la
comunicazione tra le cellule di un organismo.
In condizioni normali, un fattore di crescita si lega al suo recettore specifico sulla membrana cellulare, attivando il recettore
e innescando una cascata di segnali che portano alla risposta cellulare desiderata.
Tuttavia, se i fattori di crescita sono prodotti in eccesso o se c'è una mutazione nel recettore dei fattori di crescita, il
segnale può essere amplificato o costantemente attivo, anche in assenza del ligando. Questo può portare a una
proliferazione cellulare incontrollata, che è una caratteristica della trasformazione neoplastica¹.
Le proteine Ras sono un altro esempio di componenti della via di trasduzione del segnale che possono essere mutate e
contribuire alla carcinogenesi. Quando Ras è mutato, può rimanere in uno stato costantemente attivo, trasmettendo
segnali di crescita anche in assenza di fattori di crescita.
I fattori di trascrizione, come Myc e Jun, sono proteine che si legano al DNA e regolano l'espressione genica. Se questi
fattori di trascrizione sono sovraespressi o mutati, possono portare a un'eccessiva espressione di geni coinvolti nella
proliferazione, contribuendo ulteriormente al processo neoplastico
ALTERAZIONI CROMOSOMICHE C MYC
il Myc si trova sul cromosoma 8 mentre sul cromosoma 14 c'è il gene delle immunoglobuline. Nel tumore di Burkitt delle
cellule B c'è una traslocazione del myc dal cromosoma 8 al 14 vicino al gene delle immunoglobuline, quindi le regioni
regolatorie che stimolano la produzione di immunoglobuline stimoleranno anche l'espressione di myc che è un segnale
proliferativo.
Il controllo della progressione del ciclo cellulare è un meccanismo complesso regolato principalmente da tre gruppi di
proteine:
1. Cicline: Queste proteine sono sintetizzate durante specifiche fasi del ciclo cellulare e hanno il compito di attivare le
CDK. Le cicline si legano a