Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Mediatori dell'infiammazione
I mediatori dell'infiammazione sono molecole di varia natura chimica che servono a modulare la risposta flogistica. Agendo singolarmente, in combinazione o in sequenza determinano e amplificano la risposta infiammatoria e ne influenzano l'evoluzione.
Quali sono gli aspetti fondamentali dei mediatori dell'infiammazione?
- Questi mediatori possono agire:
- Legandosi a recettori specifici presenti sulle cellule bersaglio
- Per azione diretta (enzimi lisosomiali, metaboliti dell'ossigeno)
- Un mediatore può stimolare il rilascio di altri mediatori chimici da parte delle cellule bersaglio.
- L'effetto biologico di un mediatore dipende sia dalla sua natura che dalla cellule bersaglio.
- I mediatori chimici dell'infiammazione hanno vita breve perché abbiamo detto che il processo infiammatorio può anche danneggiare i tessuti e quindi queste sostanze sono tutte potenzialmente dannose.
Possono essere presenti:
Come precursori inattivi nel plasma sintetizzati a livello del fegato:
- Mediatori che derivano dal sistema delle chinine e dal sistema della coagulazione/fibrinolisi (attivati dal fattore di Hageman)
- Mediatori che derivano dal sistema del complemento (attivato indirettamente dal fattore di Hageman oppure attivato per via classica, alternativa o lectinica)
Di origine cellulare:
- Mediatori preformati (presenti nei granuli di secrezione)
- Mediatori di nuova sintesi
Le funzioni biologiche del complemento sono:
- Lisi cellulare attraverso la formazione del complesso di attacco alla membrana (MAC)
- Altri effetti biologici derivanti dalla proteolisi dei componenti del complemento:
- C3b e iC3b (forma inattivata di C3b) sono molecole opsonizzanti che favoriscono la fagocitosi
- C3a, C5a e, in minor misura, C4a (anafilotossine) hanno effetti sul microcircolo
- Stimolano il rilascio di istamina dai mastociti con conseguente...
aumento della permeabilità vascolare e vasodilatazione
C5a è un potente agente chemiotattico per i leucociti
C3b legato a immunocomplessi si lega al recettore CR1 degli eritrociti, quindi permette la rimozione degli immunocomplessi
attivazione dei linfociti B
La cascata del complemento deve essere ben regolata:
Fattore di inibizione di C1q1) (C1INH): proteina normalmente legata al C1q che impedisce l'attivazione del complemento e può formare dei complessi stabili con le forme attivate di Cr e Cs inattivandole
Inibitori della C3 convertasi
Inibitori con attività proteolitica: il fattore I scinde C3b (sia solubile che di membrana) e C4b in forma inattiva
Inibitori con attività di destabilizzazione dei complessi enzimatici che quindi accelerano il degrado. Hanno un'azione cofattoriale per il fattore I, quindi un'azione competitiva (inibizione dell'assemblaggio della C3 convertasi). Sono inibitori
plasmatici (fattore H per la via alternativa e fattore C4BP per la via classica) e cellulari, quindi espressi sulla superficie delle cellule (MCP, CR1 e DAF)
Inibitori della formazione del MAC
- CD59 che viene espresso dalle cellule e blocca il legame di C7 e C8 a C5b,6
- Proteina S che si lega al complesso C5b,6,7 impedendo la sua inserzione nello strato lipidico di membrana
- SP-40-40 di cui non si conosce il meccanismo di inibizione di MAC
Un'anomalia di questi sistemi di controllo può indurre dei processi patologici.
PROTEINA | ANOMALIA ASSOCIATA | PATOLOGIA ASSOCIATA |
---|---|---|
Fattore di inibizione di C1q | Attivazione incontrollata della via classica con grande consumo di C3. | Edema angioneurotico congenito* |
Fattore I | Attivazione incontrollata della via classica con grande consumo di C3. | Infezioni piogene, Malattie da immunocomplessi |
Fattore H | Attivazione incontrollata della via classica con grande consumo di C3. | Infezioni piogene, Malattie da immunocomplessi |
consumo di C3. GlomerulonefritiDAF e CD59 Attività incontrollata di C3 convertasi Emoglobinuria parossistica che comporta aumentata notturna suscettibilità di globuli rossi alla lisi immediata da MAC.angioneurotico congenito: Edema deficit autosomico dominante di C1INH. Malattia caratterizzata dall'accumulo di liquidi soprattutto a livello della cute del volto, delle estremità e della mucosa laringea (=morte per asfissia) e addominale. La mancanza di questo inibitore causa un'attivazione eccessiva del complemento, con conseguente comparsa di sostanze flogogene che inducono l'edema. Il C1INH è in grado di inibire, oltre al complemento, anche alcune proteasi, come plasmina, fattore XIa e XIIa e quindi le fasi precoci della coagulazione e della fibrinolisi. Questo non provoca però diatesi emorragiche o tromboemboliche. C1INH è anche un inibitore della callicreina, dunque la sua mancanza può quindi portare ad un aumento di chinine.
Che sono potenti agenti flogogeni. Parossistica notturna:
Emoglobinuria malattia in cui gli eritrociti, al pari di altre cellule, non sono in grado di esprimere molecole di membrana ancorate da legami glicosil-fosfatidil-inositoli come DAF e CD 59 a causa di un deficit a carico di un enzima necessario per la formazione di questo tipo di legame. È quindi caratterizzata da episodi ricorrenti di emolisi intravascolare, da condursi, almeno in parte, all'attivazione del complemento sulla superficie degli eritrociti, dal momento che viene a mancare l'azione di DAF (inibitore di C3 convertasi sulle cellule autologhe) e di CD59 (inibitore della formazione del MAC a livello delle stesse membrane. È definita "notturna" perché al mattino si osservavano le urine particolarmente rosse.
Mediatori che derivano dal sistema delle chinine e dal sistema della coagulazione/fibrinolisi. In presenza di un danno endoteliale il fattore XII si attiva in fattore XIIa.
chininasi: il fattore XIIa attiva la chininasi plasmatica, che a sua volta attiva il plasminogeno per formare la plasmina. La plasmina è un enzima che degrada il fibrinogeno e il fibrinopeptide A, contribuendo alla cascata della coagulazione e alla fibrinolisi. Per formattare il testo utilizzando tag html, puoi seguire le seguenti indicazioni: - Utilizza il tag per indicare un nuovo paragrafo.
- Utilizza il tag per evidenziare il testo in grassetto.
- Utilizza il tag per indicare il testo in apice.
- Utilizza il tag per indicare il testo in pedice.
- Utilizza il tag (proteasi) a partire dal qualepartono la cascata delle chinine e la cascata della coagulazione (che poi determina anche quellafibrinolitica). Sistema delle chinine: il fattore XIIa taglia la precallicreinacallicreina. La callicreina (1) incrementa l'attivazione delfattore XII (2) ha attività chemiotattica (3) determina il tagliodella componente C5 del complemento per formare il C5a,quindi per dare origine ad anafilotossine. La callicreinabradichinina,agisce sul chininogeno per formare la anchequesta dotata di diverse attività biologiche quali (1) aumento della permeabilità vascolare (2) vasodilatazione (3) induzione del dolore (la bradichinina è una sostanzaalgogena). L'azione della bradichinina è di breve durata eviene rapidamente inattivata dall'enzima chininasi; ogniresiduo viene inattivato durante il passaggio nel circolo polmonare dall'enzima che convertel'angiotensina (ACE). Sistema della chininasi: il fattore XIIa attiva la chininasi plasmatica, che a sua volta attiva il plasminogeno per formare la plasmina. La plasmina è un enzima che degrada il fibrinogeno e il fibrinopeptide A, contribuendo alla cascata della coagulazione e alla fibrinolisi. origine plasmatica). I mediatori flogistici che derivano dall'attivazione della fibrinolisi sono:
per andare a capo.
Ecco un esempio di come potrebbe apparire il testo formattato:
vascolare- Contrazione della muscolatura liscia- Stimolazione delle ghiandole secretorie- Aumento della produzione di muco- Aumento della produzione di lacrime- Aumento della produzione di saliva- Aumento della produzione di succhi gastrici- Aumento della produzione di urina- Aumento della produzione di sudore- Aumento della produzione di broncocostrizione- Aumento della produzione di prurito- Aumento della produzione di dolore- Aumento della produzione di eritema- Aumento della produzione di edema- Aumento della produzione di broncospasmo- Aumento della produzione di tachicardia- Aumento della produzione di ipotensione- Aumento della produzione di shock anafilattico- Aumento della produzione di broncocostrizione- Aumento della produzione di prurito- Aumento della produzione di dolore- Aumento della produzione di eritema- Aumento della produzione di edema- Aumento della produzione di broncospasmo- Aumento della produzione di tachicardia- Aumento della produzione di ipotensione- Aumento della produzione di shock anafilatticovenulare (legandosi ai suoi recettori specifici H1 determina la contrazione delle cellule endoteliali)- Espressione di P-selectine sulle cellule endoteliali- Sostanza algogena
Effetti locali: iperemia, edema
Effetti sistemici: brusca caduta della pressione sanguigna che può determinare shock
Serotonina
2) 9Cellule: piastrine, cellule enterocromoaffini presenti nello stomaco, mastociti dei roditori
Il meccanismo di rilascio, l’azione biologica e gli effetti sono sovrapponibili a quelli dell’istamina.
- Enzimi lisosomiali leucocitari: i neutrofili contengono due tipi di granuli lisosomiali, i granuli specifici o secondari ed i granuli azzurrofilio primari, più grandi e potenzialmente più distruttivi. Il contenuto di entrambi i granuli viene normalmente riversato durante la fagocitosi nel fagosoma, ma può anche essere rilasciato.