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MECCANICA QUANTISTICA: APPROCCIO ONDULATORIO
Descrizione dei fenomeni luminosi: teoria ondulatoria
La luce è un onda elettromagnetica (campo elettrico e magnetico perpendicolari
tra loro) che si propaga nel vuoto con la velocità c.
Esperimento di Young della doppia fenditura.
Descrizione dei fenomeni luminosi: teoria corpuscolare
1) EMISSIONE CORPO NERO
Un corpo nero scaldato ad elevate T emette radiazione a precise frequenze
2) EFFETTO FOTOELETTRICO
una superficie metallica colpita da radiazione elettromagnetica emette elettroni
L’energia può essere emessa dagli atomi solo sotto forma di
pacchetti discreti (E=hn)
3) EFFETTO COMPTON
4) EMISSIONE SPONTANEA
L’energia luminosa viene assorbita o emessa sotto forma di fotoni, assimilabili a
particelle prive di massa con energia hn
Dualismo onda-particella della radiazione luminosa
Bohr considerò tali contraddizioni solo apparenti e le risolse postulando che
gli aspetti duali sono complementari, in senso concettuale, ma anche fisico, in
quanto escludentisi a vicenda l'osservazione dell'uno in un singolo processo
sperimentale preclude cioè quella dell'altro (principio di complementarietà).
Natura duale onda-particella della radiazione luminosa dipendente
dall’esperimento.
Estensione dualismo onda-particella alla materia
Nel 1924 De Broglie, prendendo spunto dalla teoria duale della luce,
➢ ipotizzò che anche la materia possedesse il duplice comportamento
corpuscolare-ondulatorio. Ad ogni particella materiale può essere
associata un’onda. Evidenze sperimentali:
Nel 1927 Davisson&Germer dimostrarono che bombardando un cristallo di
➢ Ni con un fascio di elettroni di opportuna energia si ottenevano effetti di
diffrazione (funzionamento dei microscopi elettronici).
Nel 1932 Stern dimostrò che un fascio di atomi o molecole danno luogo a
➢ fenomeni di diffrazione, dimostrando che il concetto di onda associata ad
una particella è valido per ogni forma di materia.
Descrizione ondulatoria delle particelle di materia
Nella meccanica ondulatoria l'argomento del problema non è più una grandezza
fisica misurabile (es. posizione, velocità), come per le equazioni della fisica
classica, ma una funzione d'onda priva di significato fisico.
Particella nella scatola: L’elettrone che si muove in uno spazio definito perde la
sua individualità e risulta delocalizzato in un’onda il cui quadrato determina la
probabilità di trovare l’elettrone nello spazio.
Equazione di Schrödinger e sua risoluzione
Sulla base delle ipotesi de De Broglie, nel 1924 E. Schroedinger descrisse il
comportamento degli elettroni attraverso un’equazione d’onda.
per soluzioni intendiamo i valori di Energia (E) e la forma delle funzioni d’onda (,
, ).
La soluzione dell’equazione porta all’introduzione dei numeri quantici.
Dalle orbite agli orbitali.
Nella meccanica ondulatoria l’elettrone in un atomo perde la sua determinazione
non è più una particella che ruota intorno al nucleo in una precisa orbita. Alle
orbite determinate di Bohr si sostituiscono gli orbitali. Probabilità che l’elettrone
ha di occupare una certa posizione dello spazio attorno al nucleo.
Le funzioni d’onda orbitaliche sono funzioni matematiche pure senza significato
fisico L’integrale su tutto lo spazio del quadrato delle rappresenta la probabilità
di trovare l’elettrone nello spazio.
I numeri quantici non sono postulati ma fanno parte della teoria. Sono 3 e
descrivono l’energia, la dimensione, la forma e l’orientamento degli orbitali.
- Numero quantico principale(n) Determina il livello di energia. Da esso
dipende la dimensione dell’orbitale. Può assumere solo valori interi positivi:
1, 2, 3,…, n
- Numero quantico secondario (l) Determina il numero di sottolivelli
energetici presenti per un dato livello energetico. Definisce la forma degli
orbitali. Può assumere valori interi: 0, 1, 2,…, n‒1
- Numero quantico magnetico (m) Determina il numero dei orbitali degeneri
per ogni sottolivello energetico. Definisce l’orientazione degli orbitali. Può
assumere valori interi < m < +l
‒l
Numero quantico di spin
I numeri quantici n, l, m descrivono l’interazione nucleo-elettrone. Per gli atomi
poli-elettronici dobbiamo considerare anche l’interazione elettrone-elettrone.
Tale interazione è descritta dal numero quantico magnetico (ms ), che può
assumere solo valori +1/2 e I due valori del numero quantico ms descrivono
‒1/2.
i due possibili versi di propagazione dell’onda associata all’elettrone Avendo la
stessa carica elettrica, due elettroni non potrebbero coabitare nello stesso
orbitale. Ammettendo che ruotino intorno al proprio asse in senso opposto, essi
possono essere considerati due magneti di poli opposti che si attraggono. Ciò
compensa la forza repulsiva delle cariche elettriche
Energia degli orbitali e configurazione elettronica
Diagramma energetico degli orbitali atomici
CONFIGURAZIONE ELETTRONICA Distribuzione degli elettroni nei vari livelli e
sottolivelli energetici
Regole di riempimento dei diagrammi energetici
1) Gli elettroni occupano prima gli orbitali disponibili a minore energia
1s<2s<2p<3s<3p<4s<3d<4p<5s<4d<5p<6s<4f<5d<6p<7s<5f
2) Gli elettroni devono avere almeno un numero quantico diverso
3) Quando gli elettroni occupano gli orbitali degeneri, quelli che hanno la
stessa energia, si dispongono con il massimo numero di spin paralleli (regola
di Hund)
riassumendo… configurazioni elettroniche
- Abbiamo visto come la risoluzione dell’equazione di Schroedinger per gli
atomi porti a definire le funzioni d’onda (il cui quadrato definisce gli orbitali)
e l’energia dei possibili stati stazionari permessi per l’elettrone.
- La teoria introduce i numeri quantici n, l e m. Da essi dipende l’energia dello
stato (n, l) e la forma degli orbitali ( 2 ). Nello specifico il numero quantico l
descrive la forma degli orbitali (classificazione s, p, d e f), mentre il numero
quantico m definisce l’orientazione degli orbitali.
- Per gli atomi poli-elettronici la teoria introduce il numero quantico ms che
descrive la rotazione oraria/antioraria dell’elettrone (spin elettrone).
- Sulla base delle regole di riempimento possiamo descrivere la
configurazione elettronica di tutti gli atomi.
Configurazione elettronica e tavola periodica
La formazione dei periodi e dei gruppi
- Al termine del riempimento di ogni livello energetico la sequenza riprende
nella riga successiva
- Le righe, dette periodi, presentano elementi che hanno lo stesso numero
quantico n nel guscio di valenza.
- Le colonne, dette gruppi, presentano elementi che hanno la stessa
configurazione elettronica esterna. Definiamo guscio di valenza il livello
energetico esterno riempito.
Le configurazioni elettroniche esterne si ripetono periodicamente
Tavola periodica a blocchi
Distribuzione elementi nei periodi
1° 2e: 2 elementi;
2° 8e: 8 elementi
3° 18e: 8 elementi
4° 32e: 18 elementi
Gli elementi del blocco d sono detti metalli di
transizione. L’ultimo elemento del blocco d è il Hg, l’unico metallo presente allo
stato liquido. Gli elementi del blocco s sono suddivisi in 2 gruppi: metalli alcalini
(gruppo 1) e metalli alcalino-terrosi (gruppo 2). Al blocco f fanno parte i lantanidi
(4f) e gli attinidi (5f)
PROPRIETA’ PERIODICHE DEGLI ELEMENTI
Raggio atomico
Poiché il nucleo ha un raggio molto più piccolo dell’intero atomo, il raggio
dell’atomo dipenderà dallo spazio occupato dagli elettroni
Il raggio atomico cresce lungo il gruppo.
- Effetto di repulsione tra i vari gusci
- Effetto schermo dei gusci interni che riducono l’attrazione del nucleo
Il raggio atomico decresce lungo il periodo.
- La schermatura rimane la stessa ma aumenta l’attrazione nucleare (cresce
il numero di protoni).
Energia di ionizzazione
Si definisce energia di ionizzazione (IE) l’energia da fornire per allontanare
l’elettrone più esterno dall’atomo
- IE decresce lungo il gruppo. Gli elettroni più esterni sono meno attratti dal
nucleo
- IE cresce lungo il periodo. All’aumentare dell’attrazione del nucleo dovremo
fornire più energia per strappare l’elettrone.
Affinità elettronica
Si definisce affinità elettronica (EA) l’energia rilasciata dall’atomo quando acquista
un elettrone.
EA decresce lungo il gruppo e cresce lungo il periodo. Negli atomi più piccoli la
repulsione tra elettroni è maggiore rispetto agli atomi più grandi.
Elettronegatività
Si definisce elettronegatività la tendenza di un atomo ad attrarre a se gli elettroni
di legame nei composti L’elettronegatività cresce lungo il periodo e decresce
lungo il gruppo.
IL LEGAME CHIMICO
Il caso dei gas nobili In natura sono rari gli elementi che esistono come atomi
isolati I gas nobili sono elementi che esistono allo stato gassoso come atomi liberi,
non legati ad altri atomi. La loro stabilità è dovuta al loro guscio di valenza pieno.
Le molecole sono formate da due o più atomi, di natura uguale o diversa, tenuti
insieme da interazioni elettriche dette legami chimici.
La tipologia di forze elettriche in gioco sono di tipo repulsivo (fra nuclei o fra
elettroni) o attrattivo (fra nuclei ed elettroni) Tra due atomi o gruppi di atomi si
instaura un legame chimico se le forze agenti fra essi danno luogo alla formazione
di molecole stabili.
Due o più atomi formano legami chimici perché energeticamente sono più stabili
nella forma legata rispetto alla forma libera.
Energia di legame
Energia che bisogna fornire per rompere il legame tra due atomi Tale energia è
tanto più elevata quanto più forte è il legame che tiene uniti due atomi. Viene
espressa in KJ/mol
Lunghezza di legame
Distanza che intercorre tra due nuclei in un legame Le lunghezze dei legami sono
correlate ai raggi atomici degli atomi o ioni coinvolti nel legame. Viene espressa in
Ångstrom (Å)
Perché gli atomi formano legami? La regola dell’ottetto
Abbiamo vito che il raggiungimento della configurazione elettronica esterna
s2p6, che prende il nome di ottetto, è una condizione di grande stabilità (bassa
energia) ed inerzia chimica
Lewis giustificò la tendenza a formare legami chimici da parte degli atomi con
guscio di valenza non pieno, con la loro ricerca della stabilità. Tale stabilità è
possibile solo