MICRONUTRIENTI
FERRO: Ha un ruolo fondamentale nella respirazione cellulare. È il
componente chiave dei citocromi e delle proteine ferro-zolfo.
POTASSIO E MAGNESIO: Elementi fondamentali per tutti gli organismi.
Il potassio è richiesto da molti enzimi mentre il magnesio stabilizza le
membrane cellulari, i ribosomi e gli acidi nucleici.
FATTORI DI CRESCITA: Sono micronutrienti organici. Comuni fattori di
crescita comprendono le vitamine, amminoacidi, purine, pirimidine ecc..
In genere le vitamine sono i fattori di crescita più richiesti, in
particolare dai batteri lattici. Gli organismi ai dividono in.
a) PROTOTROFI: sintetizzano tutti i componenti necessari a partire
da una fonte di carbonio o precursori iorganici
b) AUXOTROFI: devono necessariamente acquisire fattori di crescita
dall’ambiente circostante (purine, pirimidine, aminoacidi, vitamine,
precursori)
La qualità e la quantità di nutrienti che un microrganismo ha a disposizione
influiscono profondamente sulla crescita microbica.
La cattura dei nutrienti è limitata dalla permeabilità della membrana
citoplasmatica. Il trasporto può avvenire secondo gradiente o contro
gradiente ed essere quindi passivo o attivo. (vedi pdf capitolo 2)
Oltre ai nutrienti servono altre condizioni ambientali, chimiche e fisiche
compatibili con la crescita:
O2
pH
temperatura
disponibilità di acqua
I microrganismi possono essere raggruppati in base alle condizioni richieste
per la loro crescita:
AEROBI: utilizzano O2 (come accettore terminale di elettroni)
ANAEROBI: non necessitano di O2
Obbligati: crescono in completa assenza di ossigeno;
Facoltativi: crescono in presenza di ossigeno;
Aerotolleranti: non utilizzano l’ossigeno nei loro metabolismo
energetico ma possono crescere in sua presenza;
MICROAEROFILI: atmosfera ridotta, O2 è tossico ad alte
concentrazioni
L’ossigeno può essere tossico! L’interazione di
O2 con enzimi cellulari durante i processi di
riduzione ad acqua può generare composti
molto reattivi e tossici (ROS). Le specie
reattive all’ossigeno sono forti ossidanti:
inducono la formazione a catena di radicali
liberi danneggiando molecole della cellula (lipidi,
DNA).
Gli organismi aerobi o aerotolleranti hanno
sviluppato sistemi diversi di detossificazione
che difendono la cellula dagli effetti dannosi
delle specie reattive dell’ossigeno.
Detossificazione di
radicali dell’ossigeno:
L’attività congiunta di
catalasi e superossido
dismutasi converte l’anione superossido in O2.
NEUTROFILI: pH 5,5-8,5
ACIDOFILI: pH <5,5 in questo gruppo ritroviamo anche gli acidofili
obbligati che vivono esclusivamente a PH acido;
ALCALOFILI: pH>8,5
PSICROFILI: <10°C adatti a vivere a basse
temperature poiché quelle alte sono
letali;
ESTREMOFILI: che crescono in maniera
ottimale sia a temperature basse che
elevate;
MESOFILI: 10-55
°C
TERMOFILI: 55-80
°C
IPERTERMOFILI: 80-120
°C
NON ALOFILO: richiedono un’elevata disponibilità di acqua;
ALOTOLLERANTE: Riescono a tollerare una certa diminuzione dell’acqua
anche se crescono in maniera ottimale a bassa concentrazione di soluti;
ALOFILO (ambienti marini, 3% NaCl) sono adatti ad una vita con elevata
presenza di concentrazione dissoluti
ALOFILO ESTREMO (15-30% NaCl) crescono a concentrazioni di soluti
molto elevate e vicine alla saturazione;
Per coltivare i microrganismi è necessario lavorare in condizioni sterili,
necessario per ottenere colture pure. Perciò sono necessarie:
STERILIZZAZIONE: distruzione o eliminazione di tutte le forme viventi,
siano esse animali o vegetali, macroscopiche, microscopiche,
submicroscopiche, innocue o nocive;
DISINFESTAZIONE : eliminazione degli agenti capaci di causare infezione
o malattia.
Per fare questo si possono usare:
METODI FISICI METODI CHIMICI
calore antisettici
radiazioni disinfettanti
filtrazione conservanti
antibiotici
FIAMMA DEL BUNSEN: Alla fiamma del Bunsen si può sterilizzare la
1. superficie esterna delle provette o beute. Esercita un’azione germicida
nell’aria intorno alla fiamma per un raggio di pochi cm, creando una zona
sterile. Alla fiamma del Bunsen è anche possibile sterilizzare l’ansa o l’ago
prima dei prelievi.
Gli oggetti da sterilizzare possono:
essere inseriti nella fiamma (impieghi molto limitati)
essere solamente arroventati
STUFA
2. a) AUTOCLAVE: E’ un dispositivo che utilizza il
vapore sotto pressione per uccidere i
microrganismi. Alla pressione di 1 atm il vapore
raggiunge una temperatura di 121°C alla quale le più resistenti spore
batteriche vengono distrutte in circa 15 min. impieghi: oggetti di gomma,
garze, terreni di coltura in brodo o agarizzati, purchè privi di sostanze
reperibile alle alte temperature.
Il liquido o il gas viene fatto passare attraverso un filtro con pori
sufficientemente piccoli: 0,45 –0,2 micrometri. Tuttavia non riescono a
trattenere i virus!
RAGGI ULTRAVIOLETTI (UV): Prodotti da lampade a vapori di mercurio
(lunghezza d’onda 200-300 nm). Possono causare danni al DNA e causare
la morte dei microrganismi. L’UV dotato di massima azione microbicida
ha una lunghezza d’onda di 260 nm.
a) limiti: azione lesiva sulla cute e sulle mucose
b) uso: sterilizzazione aria e piani di appoggio in ambienti protetti
RAGGI GAMMA: Prodotte da cobalto 60 e Cesio 137. Radiazioni
“ionizzanti”: effetto mutagenico sul DNA. Sono molto pericolose,
necessitano di impianti costosi per il loro contenimento. Sono impiegate
per la sterilizzazione di materiali sanitari confezionati. Sono applicate
anche in campo alimentare.
Sono agenti chimici che provocano la morte dei microrganismi, ma non
necessariamente delle spore. Sono usati per disinfettare oggetti inanimati.
Spesso chiamati germicidi, sono composti chimici che inibiscono la crescita o
uccidono microrganismi. Sono sufficientemente poco tossici da poter essere
usati su tessuti viventi.
I terreni di coltura sono soluzioni di nutrienti usate per far crescere i
microrganismi in laboratorio.
Affinchè la coltura abbia successo occorre prestare particolare attenzione
alla sua preparazione. Esistono diversi terreni di colture:
TERRENI DEFINITI: sono preparati aggiungendo all’acqua distillata a
quantità definite di sostanze inorganiche o organiche. Pertanto di un
terreno definito è nota la l’esatta composizione. Qualunque sia il
terreno la fonte di carbonio riveste particolare importanza.
TERRENI MINIMI: si tratta di terreni chimicamente definiti che
contengono il minimo numero di sostanze indispensabili per la crescita
di una specie microbica;
TERRENI COMPLESSI: per la coltivazione di alcuni microrganismi non è
essenziale conoscere l’esatta composizione del terreno e può risultare
vantaggioso usare questo tipo di terreno. Nei terreni complessi si usano
come fonte di nutrimento derivati della digestione di prodotti di origine
microbica come caseina, carne, semi di soia ecc... Lo svantaggio è che
non si conosce l’esatta composizione del terreno.
TERRENO ARRICCHITO: per microrganismi particolarmente esigenti e
spesso patogeni si usa un terreno arricchito, derivante dal terreno
complesso a cui vengono aggiunti nutrienti come siero e sangue.
TERRENO SELETTIVO: contengono composti che inibiscono la crescita di
alcuni microrganismi ma non di altri.
TERRENO DIFFERENZIALE: è un terreno in cui viene aggiunto un
indicatore, di solito un colorante che attraverso il cambiamento di
colore rivela se è avvenuta una particolare reazione metabolica
durante la crescita. Questa coltura è usata perciò nella diagnostica
clinica.
I terreni di coltura solidi, sono terreni particolari, poiché oltre ai nutrienti
necessari contengono anche una sostanza gelificante molto usata per la
coltivazione in laboratorio. Quando una cellula è posta su un terreno di
cultura solido, moltiplicandosi un numero elevato di volte darà origine a un
insieme di cellule, visibile ad occhio nudo, chiamato “colonia”.
L’agente solidificate maggiormente utilizzato è l’agar un polimero di D-
galattosio, L-galattosio e acido D-glucuronico estratto dalle alghe rosse.
L’uso diffuso è dovuto ad alcuni sue caratteristiche fondamentali:
Una volta sciolta ad alta temperatura rimane liquida per temperature
superiori ai 45 mentre forma un gelo per temperature inferiori;
°,
Quando si è solidificato, il gel rimane solido anche per temperature
superiori a 45 °;
Rappresenta un substrato inerte che non va ad alterare le
caratteristiche nutrizionali del terreno;
La crescita dei microrganismi non altera le
caratteristiche chimico-fisiche del gel;
Per preparare un terreno solido l’agar è aggiunto
sotto forma di polvere ha un terreno liquido e la
sospensione ottenuta è sterilizzata termicamente.
Questo trattamento comporta anche lo
scioglimento della polvere di agar nel terreno che può
quindi essere aliquotato in capsule di Petri o in
provette prima che si solidifichi. Per inoculare terreni solidi si fa uso di anse
o spatole che permettono la distribuzione delle cellule microbiche sulla
superficie (piastramento). Una tecnica alternativa è il piastramento per
inclusione, effettuato inglobando i batteri all’interno del terreno agarizzato
prima che si solidifichi. Questi terreni
permettono di isolare
agevolmente i coloni
puri derivati da
un’unica cellula iniziale,
che possono essere
mantenuti
indefinitamente e
utilizzati per inoculare
terreni solidi o liquidi e
produrre colture
pure. In cultura
liquida invece l’isolamento di linee pure è più complesso perché richiede
procedure adeguate per garantire che solo una coltura sia nell’inoculo.
Le colonie batteriche possono essere di misura e forme diverse a seconda
della specie, del terreno e delle condizioni di crescita. Alcune volte un terreno
può essere preparato utilizzando una quantità inferiore di agar e in tal caso
viene chiamato agar soffice.
Metodi di misura della crescita batterica:
a) misura del peso (biomassa): peso umido o peso secco
b) conta al microscopio: camera di Petroff-Hauser
c) contaggio vitale in piastra: UFC (unità formati colonia)
d) metodi turbidimetrici: torbidità, assorbanza
Uno dei metodi più comuni è la dete