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OPERE
Epistolario
• : Machiavelli, durante la sua vita, scrisse più di 200 lettere: è uno degli epistolari più
ampi del periodo.
Ufficiali: durante la sua attività politica scrisse centinaia di lettere ufficiali in volgare, con le quali
comunica le decisioni del governo centrale ai rappresentanti di Firenze, con incarichi in diverse città;
Missioni: riguardo le missioni in Italia e all’estero (Francia, Romagna da Cesare Borgia, corte papale e
imperiale), interessanti viste le sue osservazioni, che analizzano le debolezze degli stati italiani, le
questioni militari, personaggi forti e determinati (proprio come Cesare Borgia) e il pericolo di una
politica che non tenga conto della “verità effettuale”;
con Francesco Guicciardini: 28 lettere private; dopo il loro primo incontro a Carpi nel 1521
cominciarono una solida amicizia tradottasi in queste epistole, testimoni di comicità, serietà, politica e
storia: in questi ambiti sono affini.
con Francesco Vettori: 30 lettere private; ci sono temi letterari, politici o morali (seri) e racconti
mondani o erotici (giocosi).
10 dicembre 1513:
- famosa lettera al Vettori dove Machiavelli da per la prima volta notizia de Il
Principe, inviata mentre si trova all’Albergaccio. È una risposta a un’epistola di Vettori dove si vanta
della sua vita alla curia Romana, scandita da personaggi illustri, lusso e piaceri, e di possedere molti
classici; a tale lettera si contrappone questa triste, amara e autoironica risposta di Machiavelli, che in
quel periodo era esule e lontano dagli impegni politici.
• Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio (1531, postuma): 3 libri di riflessioni libere sui
primi 10 libri dell’Ab urbe condita / Dalla fondazione di Roma di Tito Livio, opera storica molto
studiata da Machiavelli, che prendono spunto da Livio, Senofonte, Erodoto e Tucidide. L’autore ragiona
sull'evoluzione ciclica degli stati, fornendo dei modelli di governo (basati sulla storia) da applicare alla
realtà italiana del 1500. C’è un tono favorevole alla Repubblica e ai Medici (sperava di tornare nelle
loro gerarchie).
- Libro I (60 capitoli): politica interna di Roma, cioè le leggi, la religione e il suo peso nella vita degli
stati (riflessioni sul ruolo della Chiesa nell’Italia del 1500), le magistrature e l’ordinamento statale.
- Libro II (33 capitoli: politica estera e ordinamento militare.
- Libro III (49 capitoli): come le azioni di grandi uomini resero grande Roma e contrasti interni (guerre
e milizie).
Mandragola
• (1520): commedia in prosa di 5 atti. È probabilmente stata composta mentre
frequentava gli Orti Oricellari.
Trama : nella Firenze nel 1504, Callimaco è innamorato di Lucrezia, moglie dello sciocco e vecchio
dottore in legge Nicia, che si cruccia per la mancanza di figli. Col consiglio dell'astuto amico Ligurio,
Callimaco, in veste di medico, convince Nicia che l'unico modo per avere figli sia di somministrare a
mandragola
sua moglie una pozione di (erba medicinale che secondo la credenza cura la sterilità
femminile), ma il primo che avrà rapporti con lei morirà. Ligurio quindi propone a Nicia di scegliere
come vittima un semplice garzone: Nicia si tranquillizza, ma rimane comunque perplesso, visto che
qualcuno dovrà giacere con sua moglie, la quale però è l'unica a farsi scrupoli. Callimaco, vestito da
garzone, viene ‘rapito’ e portato nel letto insieme a Lucrezia. I due protagonisti corrompono fra’
Timoteo, con l’appoggio di Sostrata (madre della ragazza), per convincerla ad accettare; e nel
momento in cui scopre la vera identità di Callimaco, passa con lui una piacevole notte e decide di
diventare sua amante. Dopo la notte degli inganni, assunte nuovamente le sembianze del medico,
Callimaco ottiene dall'inconsapevole Nicia, contento della futura paternità, il permesso di abitare in
casa sua e quindi di godere, non visto, delle grazie di Lucrezia.
Temi : oltre al tema amoroso, la commedia denuncia la perdita totale di morale della società del
tempo, e mette in discussione i valori familiari, inducendo nello spettatore un riso serio e quasi acre,
che fa riflettere (pessimismo). Machiavelli, nonostante il genere comico, fa anche molta attenzione
alla psicologia e alla complessità dei personaggi, senza renderli buffoneschi.
Istorie fiorentine
• (1532, postuma): saggio storico in volgare di 8 libri su Firenze. Nel 1520 il
cardinale Giulio de' Medici gli offrì l'incarico di stendere un'opera sulla storia cittadina. Pur non
essendo l’incarico desiderato, Niccolò intuì che ciò l’avrebbe riavvicinato ai Medici; inoltre si trattò,
semiufficialmente, di ricoprire la carica di storico della città. Nell’opera c’è una ricostruzione storica
dalla caduta dei romani fino ai Medici nel 1434, ma anche una ricostruzione degli eventi che
portarono alla spaccatura tra guelfi e ghibellini (soprattutto l’assassinio di Buondelmonte nel 1215): il
progetto dell’opera è di stabilire le cause delle rivalità ancora vive a Firenze per poi far emergere una
figura che renda stabile la Repubblica.
Dell’arte della guerra
• (1521): saggio di 7 libri, composti da una serie di dialoghi tra Cosimo
Rucellai, un amico di Machiavelli deceduto e Fabrizio Colonna (alter ego dell’autore), con altri
membri della Repubblica. Fabrizio è affascinato dalle legioni romane dell'inizio della Repubblica e
sostiene fortemente la possibilità di adattare questo sistema alla Firenze rinascimentale; egli domina
la discussione con la sua conoscenza e con i suoi monologhi, mentre gli altri personaggi fanno da
semplici contraltari.
• IL PRINCIPE (1532, postumo): trattato critico nel quale espone le caratteristiche dei principati
e i metodi per conquistarli e mantenerli. Si tratta senza dubbio della sua opera più nota e celebrata,
quella dalle cui massime (spesso superficialmente interpretate) sono nati il sostantivo
"machiavellismo" "machiavellico". Speculum principis
e l'aggettivo L‘opera era ispirata agli ("specchio
del principe"), i quali elencavano tutte le virtù che un sovrano avrebbe dovuto avere per poter
governare correttamente, prendendo spunto dalla storia e dai classici latini e greci. L'opera di
Machiavelli però si pone in rottura con quella tradizione, giungendo a rivoluzionare per sempre la
concezione della politica e del buon governo per un principe, ricevendo a tale proposito aspre critiche
dei suoi contemporanei.
Reazione : l’opera fu tradotta in tutta Europa, suscitando critiche e qualche caso di supporto.
Ovviamente, vista l’amoralità, la Chiesa inserì l’opera nell’indice dei libri proibiti; fu condannata dai
protestanti perché secondo loro era frutto di una cultura corrotta dal Papa; tra 1600 e ‘800 rimane
Francis Bacon,
criticata, seppur con qualche eccezione, come con che apprezzava l’idea di osservare
la realtà effettuale; gli illuministi, che supportavano i diritti umani, furono contrari; si ritrovò invece
supporto con il Risorgimento, poiché l’opera ricercava anche il potenziamento degli stati italiani,
l’unità nazionale e la patria.
Stile : concreto, ricco di paragoni, con molti riferimenti al tempo in cui vive ma anche all'età classica.
dedica
Non usa termini aulici ma parole tratte dal fiorentino parlato: solo nella (dove dice anche di
non voler usare un linguaggio complesso, caratteristico della retorica) e nel capitolo 26 il tono è
solenne. L’opera è organizzata tramite paratassi, poiché da una premessa derivano due alternative:
«Tutti gli stati [...] sono o repubbliche o principati. E’ principati sono o ereditari [...] o sono nuovi»; ciò
per far intendere che dinanzi a un problema sono attuabili di solito due soluzioni, una delle quali va
nondimanco»
scelta in modo ferreo e deduttivo. È usata la congiunzione « per contraddire luoghi
comuni, e per sottolineare la forza dei fatti.
‘Valentino’ modello : a rappresentare l’ideale di principe, Machiavelli sceglie la figura esemplare del
Cesare Borgia papa Alessandro VI.
duca Valentino, , figlio naturale del Il Valentino è indicato come
modello a chi voglia conquistare e mantenere un principato: fu un condottiero audace, in grado di
portare unità politica nella penisola italiana, senza curarsi più di tanto della propria reputazione di
uomo crudele, che fallì solo poiché fu incredibilmente sfortunato. Sono citate anche molte altre figure.
Struttura : è suddivisa in una dedica e 26 capitoli, ognuno introdotto con un titolo in latino.
- Dedica: l’opera è dedicata a Lorenzo di Piero de' Medici. Mentre di solito chi vuole rendersi
gradito ad un principe gli porta in dono arazzi, armi e cavalli, Machiavelli invece consegna un libro
ricco di consigli, scritto con un metodo di indagine nuovo (basato sull’esperienza diretta e sugli studi
storici), con un linguaggio semplice. Il giovane Lorenzo accoglierà freddamente l’opera visto che c’era
ancora diffidenza verso l’autore e poiché non gli piaceva Valentino, eretto come esempio nel saggio.
- C.1, Quanti sono i tipi di principato e quali sono i modi per conquistarli: tutti gli stati sono principati
o repubbliche. I principati sono di due tipi: è figlio di re e lo eredita, è nuovo e conquistato. Per
acquisire un regno nuovo lo puoi acquisire con armi tue o di altri, con la fortuna o con la virtù.
- C.2, Dei principati ereditari: Machiavelli ha già ampiamente parlato altrove delle repubbliche (nei
Discorsi [...]) e per questo si dedicherà ai principati. In quelli ereditari, dove la popolazione è
soffocata dal sangue, basta non violare l’ordine stabilito dagli antenati e non si avranno problemi a
mantenere lo stato, a meno che non venga conquistato da qualcuno più forte di lui.
- C.3, I principati misti: succede che a volte la popolazione cambierebbe volentieri il principe
credendo di migliorare, ma si illude di aver trovato la figura perfetta, e per questo, dopo la conquista
può infuriarsi. Per tenere sotto controllo i principati misti (diversa cultura, lingua o leggi) conquistati si
può: risiedere nel territorio conquistato, come i turchi nei Balcani; insediare colonie; farsi amici gli altri
stati più piccoli e difenderli. Il principe inoltre deve stare attento che questi stati più piccoli non
diventino troppo potenti e forti: Luigi XXII ha fatto tutto il contrario di questo, perché entrò in Italia
per ambizione dei veneziani, che nel frattempo volevano conquistare metà Lombardia. Egli conquistò
e subito perse Milano, perch&eacut