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INFEZIONE
Per infezione si intende la colonizzazione dei tessuti dell’organismo ospite da parte di batteri e lo sviluppo di una
popolazione batterica. Le caratteristiche dell’evoluzione del processo infettivo dipendono dall’interazione dinamica fra
batterio e organismo e ciò che influenza questa interazione è:
Caratteristiche del batterio
Condizioni fisiologiche dell’ospite
Capacità dell’ospite di sviluppare una risposta antibatterica,
costitutiva oppure specifica, quindi di generare una risposta
immunitaria
Meccanismi di difesa dell’organismo:
Lisozima presente nelle lacrime e in altre secrezioni, è un enzima
o che dissolve le pareti cellulari
Pelle integra e continua, agisce come barriera, producendo acidi
o grassi antimicrobici e la sua flora normale inibisce la
colonizzazione da parte dei patogeni
Proteine presente nel sangue che hanno un’attività antibatterica
o PH e acidità dello stomaco, inibiscono la crescita microbica
o Svuotamento del tratto urinario che, in caso di infezioni,
o permette l’eliminazione di eventuali batteri presenti 31
Fattori di virulenza
I fattori di virulenza sono quelle proprietà batteriche che influenzano la capacità di colonizzazione dell’ospite e l’induzione
a un danno tissutale o funzionale dell’ospite danno causato dall’attivazione del sistema immunitario tramite
→
l’infiammazione.
Fattori di virulenza sono influenzati da capacità di:
Consentire la colonizzazione dell’ospite
- Adesione alle cellule e ai tessuti dell’ospite
- Invasione e moltiplicazione nei tessuti dell’ospite
- Contrastare le difese fisiologiche e immunitarie dell’ospite
Indurre un danno tissutale o funzionale nell’ospite
Danno causato da componenti della parete cellulare
o Danno causato da componenti tossiche secrete
o Danno causato dalla attivazione del sistema immunitario
o
Il processo infettivo prevede diverse fasi: adesione
Esposizione e penetrazione da parte di patogeni tramite la pelle o le mucose del corpo. Tramite l’ ha inizio
l’invasione attraverso l’epitelio. L’adesività è una proprietà dei batteri di aderire alla superficie delle cellule epiteliali,
capacità che dipende dall’interazione tra le strutture cellulari e quelle batteriche. Le strutture cellulari sono costituite
da residui glicosidici di glicoproteine e glicolipidi della membrana cellulare, che si comportano come recettori, mentre
le strutture batteriche sono costituite da molecole proteiche adesine. Le adesine sono di due tipi:
→
FAA (fimbrial associated adhesins): associate ai pili somatici. I pili, distribuiti
o
sulla superficie del corpo batterico, sono costituiti da proteine in grado di legarsi ai
recettori presente sulle cellule epiteliali
NFA (non fimbrial adhesins): associate alla struttura della parete cellulare o allo
o
strato proteico S (nei batteri che ne sono dotati, soprattutto gram positivi che
presentano la parete esterna)
L'adesività può anche essere mediata da altre strutture cellulari, come la capsula
Brucella
polissacaridica ( ) e le fibrille, costituite da una proteina M associata ad
Streptococcus pyogenes
acidi teicoici ( )
Colonizzazione di un tessuto da parte di un microrganismo, a cui segue la localizzazione in sede elettiva di un
microrganismo e la moltiplicazione di un microorganismo nei tessuti.
Il tropismo è la caratteristica di un batterio di colonizzare, localizzarsi e moltiplicarsi selettivamente a livello di un
tessuto o un organo. La moltiplicazione può rimanere localizzata alla superficie mucosa oppure può diffondersi ai
tessuti profondi, fino ad arrivare a livello del sangue o della linfa, dove si può disseminare e localizzarsi in qualsiasi
bersaglio. In alcuni casi i batteri hanno la possibilità di
penetrare all’interno delle cellule potere invasivo (batteri
→
mobili), tramite cui riescono a disseminarsi nei tessuti più
profondi del corpo. Questo dipende dalla produzione di
adesine denominate invasine, che sono in grado di mediare
l’internalizzazione dei batteri.
localizzazione
La dei batteri dipende anche dalla capacità dei batteri di diffondersi e disseminarsi nei tessuti
dell’ospite tramite la produzione di esoenzimi in grado di degradare i componenti tissutali:
Collagenasi: in grado di degradare il collagene presente nei tessuti connettivi
o 32
Chinasi: enzima in grado di trasferire gruppi fosfato da molecole donatrici ad alta energia (come l'ATP) a
o specifici substrati, è un enzima necessario nelle vie di trasduzione del segnale
Ialuronidasi: enzimi, in grado di degradare alcuni componenti classici della matrice extracellulare, come l’acido
o ialuronico, la condroitina e i condroiditin solfati, aumentando in questo modo la permeabilità della pelle
Proteasi: enzima che sia in grado di catalizzare la rottura del legame peptidico tra il gruppo amminico e il
o gruppo carbossilico delle proteine
DNasi: abbassa la viscosità degli esseudati, conferendo al patogeno una migliore motilità
o Emolisine: molecole in grado di degradare i globuli rossi, provocando anemia, che va ad indebolire le difese
o dell’ospite e aumentando la disponibilità di ferro
Motilità dei batteri mediata da flagelli e sistemi chemocettori percepiscono la concentrazione di sostanze
→
o all’interno del sangue, individuando quindi quelle zone metabolicamente vantaggiose
Coagulasi: demolisce fibrinogeno in fibrina che poi si deposita sulla capsula dello stafilococco e quindi rende
o impossibile la fagocitosi
Alcuni riescono a inattivare l’acqua ossigenata, impedendo la demolizione del batterio nonostante sia stato
o fagocitato moltiplicazione
La localizzazione e la dei batteri dipendono
anche dalla loro capacità di metabolizzare nelle condizioni
nutrizionali fornite da tessuti, soprattutto il ferro, che è un
fattore essenziale per alcune vie metabolichema molto raro →
si sviluppa quindi una competizione per la disponibilità del
ferro. I batteri hanno sviluppato dei sistemi tramite la
produzione di molecole definite siderofori (es. aerobactina che veicola il Fe2+ all’interno del batterio dopo essere
stata prodotta ed escreta dallo stesso batterio nell’ambiente e nuovamente captata da specifici recettori di
superficie), prodotti dal batterio e rilasciato esternamente che ha il compito di chelare (staccare e separare) il
ferro da sostanze come lattoferrina, transferrina ed emoglobina.
contrastare le difese
Capacità di dell’organismo, tramite il sistema immunitario. Tutte le cellule del sistema
immunitario sono prodotte da precursori midollari, come timo e milza. La risposta immunitaria si divide:
Immunità innata o aspecifica, è una forma di resistenza alle infezioni presente fin dalla nascita, quindi non
o dipende con il contatto con l’antigene. L’antigene è una componente presente sulla superficie delle cellule
batteriche o del patogeno, che attiva la risposta immunitaria. È una risposta base di fronte a tutto ciò che non
è il nostro organismo e che viene riconosciuto come non-self. Alla base di questa risposta vi sono:
Cellule dotate di attività fagocitaria cioè macrofagi, monociti e granulociti, sono sia cellule che stanno
nei tessuti che cellule che sono in
circolo.
Cellule in grado di mediare l’attivazione
del processo infiammatorio, includono
mastociti, leucociti, basofili e piastrine
Fattori antimicrobici tissutali (lisozima,
lattoferrine)
Sistema del complemento, un sistema
di proteine presenti in forma inattiva
nel nostro sangue che si attivano in
seguito al contatto con un non-self
Proteina della fase acuta (proteina C-
reattiva, mannose binding protein) 33
Immunità adattiva o specifica, è una forma di resistenza che si sviluppa in seguito al contatto con il non-self,
o quindi si tratta di una reazione di adattamento ad uno specifico microorganismo e questo adattamento è indotto
tramite il precedente contatto con l’agente patogeno. Comprende:
APC cellule in grado di processare e presentare gli antigeni al sistema immunitario: macrofagi e
→
cellule dendritiche
Linfociti T-helper: è responsabile del processo di attivazione della risposta immunitaria e si occupa di
mediare l’azione tra la risposta immunitaria adattativa e innata. Nel momento in cui questi linfociti
vengono disattivati, non si ha alcune risposta immunitaria (distrutti dall’HIV)
Linfociti T-citotossici, hanno la funzione di uccidere le cellule coinvolte soprattutto nelle infezioni virali
e nell’ eliminazione di cellulare cancerose sviluppo di una popolazione linfocitaria in grado di
→
riconoscere antigeni specifici e di esercitare attività citotossica
Linfociti B, danno vita alle plasmacellule, responsabile della produzione di anticorpi (risposta
immunitaria umorale). Gli anticorpi sono immunoglobuline specifiche per le strutture molecole dei
microorganismi, ovvero gli antigeni.
Si tratta di sistemi in realtà estremamente in contatto tra di loro
produrre un danno
Capacità di tissutale oppure funzionale nell’ospite, causato da componenti della parete
cellulare, da componenti tossiche secrete o dall’attivazione del sistema immunitario
IMMUNITÀ UMORALE E CELLULO-MEDIATA
Quando un antigene, una componente del batterio che è in grado di dare vita a una risposta immunitaria da parte del
nostro organismo, penetra all’interno dell’organismo incontra inizialmente APC (macrofagi, cellule dendritiche, …) in
grado di captare l’antigene lo internalizzano tramite fagocitosi o lo digeriscono grazie ad una serie di enzimi proteolitici
contenuti al loro interno, per poi espellere i detriti all’esterno. In questa fase di processazione del batterio, gli antigeni
entrano a far parte della membrana cellulare di macrofagi o monociti, quindi vengono esposte sulla superficie della cellula
= presentazione dell’antigene. In particolar modo l’antigene viene esposto a livello del complesso maggiore di
istocompatibilità (MHC) un gruppo di proteine che è individuale e varia da persona a persona, simile fra fratelli o fra
→
figlio e genitore, è responsabile del rigetto dei trapianti di organi. La presenza dell’antigene modifica MHC, il cui
cambiamento viene riconosciuto dai linfociti T-helper, che sono in grado di legarsi al complesso. Il legame innesca la
risposta immunitaria dell’ospite (innata + adattativa). Ciò permette l’attivazione dei linfociti B, che producono
34
plasmacellule, a loro volta responsabili della produzione di anticorpi, che hanno il compito d