Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
BIOMASSA DA MUFFE
pH tra 3 e 8, fatti crescere sotto il 5 per contaminazione bassa
Contengono chitina, non digeribile
Buon profilo amminoacidico, carente di aa solforilati
Alcune possono produrre micotossine.
Alcuni sostengono che le biomasse microbiche possono sostituire le fonti proteiche vegetali e
animali, anche perché hanno dei tempi di produzione molto brevi.
Lievito per panificazione
Storicamente i primi ceppi impiegati, residui del processo di produzione della birra, appartenevano
Saccharomyces uvarum S. carlsbergensis S.
alla specie ( ), in seguito sono stati sostituiti da
cerevisiae , utilizzato per la produzione di etanolo, fino alla messa a punto del lievito specifico per
panificazione (in Olanda, 1781).
Saccharomyces cerevisiae è dotato di un doppio metabolismo: METABOLISMO FERMENTATIVO
etanolo e CO : fermentazione alcolica
2
Glicolisi 2 acido
1 glucosio
(anaerobia) piruvico METABOLISMO OSSIDATIVO
Ac-CoA, ciclo di Krebs: intermedi
metabolici ed energia
S. cerevisiae
L’utilizzo del metabolismo adeguato da parte di è regolato da 2 effetti:
S. cerevisiae
1. Effetto Pasteur: in assenza di ossigeno fermenta
S. cerevisiae
2. Effetto crabtree: in presenza di ossigeno fa un metabolismo ossidativo solo se
la concentrazione del substrato (fonte di carbonio) è bassa, ossia <50 g/L; se la
concentrazione di substrato è maggiore si passa al metabolismo fermentativo; sopra a
concentrazioni di substrato di 50 g/L, si bloccano gli enzimi del ciclo di Krebs.
Produzione del lievito da pane
Il processo di produzione del lievito da pane è multistadio, di cui i primi stadi sono in condizioni di
semi-anaerobiosi, in cui fornisco poca aria in modo da mantenere attivi i 2 metabolismi e
S. cerevisiae
preservare la capacità fermentativa di ; gli ultimi stadi, sempre per gli stessi motivi,
sono condotti in totale aerobiosi, mantenendo però vivi gli enzimi fermentativi. Se dovessi
© Laila Pansera - 32
condurre il processo in totale aerobiosi avrei più cellule, ma esse non sarebbero più attive quando
si inseriscono nell’impasto, perché non fermenterebbero. Per cui l’unico sistema per ottenere un
numero elevato di cellule che abbiano attività fermentativa è il multistadio.
L’inoculo è elevato (circa 20-30%), di conseguenza lo sviluppo microbico è limitato a poche
generazioni. Il ruolo chiave è dato dalla concentrazione di substrato: affinché si abbia una
produzione di biomassa occorre che la concentrazione zuccherina sia <50 g/L; concentrazioni
superiori fanno deviare il metabolismo verso la fermentazione.
Il terreno colturale è costituito da:
Fonte di carbonio: Melasso* (fornisce saccarosio)
Fonte di azoto: Sali d’ammonio, urea
Elementi inorganici: Fosfato di sodio, solfato di magnesio
Vitamine: Biotina (nel melasso)
*esso viene miscelato con acqua e acidificato, sterilizzato e mantenuto a 80°C, perché risulta meno
viscoso e più facilmente trasportabile.
La resa di fermentazione è 60 g cellule / 1 L, e la capacità dell’impianto è solitamente 450000 L. La
resa di conversione y=0.5, ossia il 50% del substrato è andato a formare cellule, quindi se alla fine
ho 60 g/L di cellule, sono partita da 120 g/L di substrato. Il melasso contiene il 50% di saccarosio,
quindi 120x2=240 g/L di melasso per avere 120 g di saccarosio.
Durante i pre-stadi devo addizionare saccarosio in feed-batch per prevenire l’effetto crabtree. I
pre-stadi in aerobiosi vengono condotti con un’aerazione di 1 vvm. In più il pH si abbassa per la
produzione di acidi organici, per cui occorre aggiungere idrato d’ammonio per mantenerlo ai livelli
desiderati.
Lo stadio finale avviene a 30°C per un massimo di 15 ore.
Durante la sosta di 2 ore non fornisco più melasso, per cui le cellule in mancanza di substrato
iniziano a utilizzare gli acidi organici che avevano prodotto e vanno ad alzare il pH, che deve essere
tamponato con l’aggiunta di H SO . Sempre durante la sosta avviene la maturazione delle cellule,
2 4
e in alcuni casi si alza la temperatura fino a 33°C e si ottiene una parziale concentrazione; a queste
temperature si cerca di far maturare le cellule velocemente, ossia far staccare dalla cellula madre le
gemme.
La crema di lievito è un liquido di cellule di lievito concentrate, ha il colore e la consistenza di un
gelato alla nocciola sciolto. Il lievito compresso contiene il 30% di sostanza secca e il 70% di acqua.
La sosta di 2 giorni per i controlli viene effettuata per valutare alcuni parametri, come il potere
fermentativo o la volatilità cellulare del lievito.
Il processo si schematizza come segue: © Laila Pansera - 33
Coltura in laboratorio in agar di malto
Coltura in liquido, 5 L
FERMENTATORE, 100 L
PRESTADI SUCCESSIVI IN PARZIALE ANAEROBIOSI
PRESTADI SUCCESSIVI IN AEROBIOSI
3
STADIO FINALE 250-450 m Resa di fermentazione 60 g/L, Y=0.5
Sosta 2 ore, maturazione cellule
Separazione per centrifugazione, lavaggio cellule
CREMA DI
LIEVITO
Filtrazione sottovuoto in presenza di NaCl. Bilancio: 240-
250 g melasso /L; 60 g biomassa / L
LIEVITO
COMPRESSO
Confezionamento
Sosta 2 giorni per controlli
Commercializzazione
© Laila Pansera - 34
Tipologie di lievito
Il lievito per panificazione si trova in commercio come:
LIEVITO COMPRESSO: costituito dal 30% di sostanza secca e 70% di acqua, ha 30 giorni di
shelf-life e viene conservato a 4°C
LIEVITO ESSICCATO: costituito dal 95% di cellule e dal 5% di acqua, viene conservato
sottovuoto o in azoto a temperatura ambiente e ha 1 anno di shelf-life; ha bisogno di un
tempo maggiore di lievitazione, perché deve essere reidratato
LIEVITO LIOFILIZZATO, per uso dietetico: viene utilizzato come integratore, fonte di vitamine
del gruppo B e sali minerali, viene inattivato al calore
S. cerevisiae
LIEVITO MADRE: impasto composto da , altri lieviti e batteri, a dare un’associazione
microbica mista; viene utilizzato per la produzione di prodotti da ricorrenza; posso anche
prendere un impasto madre ed essiccarlo, per ottenere un prodotto essiccato in busta, che
contiene anche farina.
Quando utilizzo questi lieviti devo fare una sosta durante il processo di panificazione, per
S. cerevisiae
consentire la lievitazione. Durante la lievitazione fermenta glucosio, fruttosio e
maltosio presenti nella farina. Esso è tuttavia un substrato limitante, per cui per aumentare il potere
fermentativo aggiungo saccarosio, oppure posso aggiungere degli enzimi che scindono l’amido
(come l’amilasi), oppure posso aggiungere altro maltosio.
Le performances del lievito in relazione alla lievitazione dipendono da:
Fattori intrinseci del lievito: diminuzione dell’attività fermentativa passando ad aerobiosi e
sensibilità all’effetto crabtree
Ingredienti dell’impasto: tolleranza alla pressione osmotica e all’etanolo.
Il lievito per panificazione non è da confondere con gli agenti lievitanti per torte, dolci e biscotti.
Essi sono:
Bicarbonato di sodio: reagisce con gli acidi, produce CO che rigonfia l’impasto
2
Lievito chimico: composto di cremor tartaro e due sali acidi, che producono CO
2
rispettivamente a temperatura ambiente e al calore; danno una lievitazione più consistente.
Birra
La birra è la bevanda più diffusa al mondo dopo tè, bibite gassate e latte. Il consumo pro-capite nel
2004 era di circa 30L.
Dal punto di vista normativo la birra il prodotto ottenuto dalla fermentazione alcolica con ceppi di
S. carlsbergensis S. Cerevisiae S. Pastorianus S.
(riclassificato come (riclassificato come e ) oppure di
© Laila Pansera - 35
Cerevisiae di un mosto preparato con malto d’orzo (o di frumento, o di loro miscele) e acqua,
amaricato con luppolo e/o suoi derivati.
Gli ingredienti utilizzati per la produzione della birra sono: Saccharomyces
1. Lievito: vengono utilizzati ceppi appartenenti al genere , che possono avere una
bassa o alta fermentazione
2. Acqua: è un ingrediente di fondamentale importanza, tanto che i birrifici sono posizionati nei
pressi di fonti di acqua particolari; essa deve essere potabile, non eccessivamente dura e avere
un pH di circa 6
3. Orzo: è il principale cereale impiegato per la produzione di birra, che viene trasformato in
malto; la birra nasce però in Germania dal frumento, e solo a seguito dell’emanazione
dell’editto della purezza, a causa di una carestia che ha voluto concentrare tutte le scorte di
frumento per la produzione di alimenti, ha iniziato a essere prodotta con orzo
4. Luppolo: è una pianta perenne, rampicante e diolica; per la produzione di birra vengono usate
solo le infiorescenze femminili, che contengono luppolina, con diverse composizioni; ogni
luppolo contiene sia sostanze amaricanti che aromatizzanti e il birraio miscela i vari luppoli in
proporzioni adeguate.
La birra si può classificare in base al:
Grado saccarimetrico (grado plato): g di zucchero presenti nel mosto prima della
fermentazione, in percentuale; maggiore è il grado saccarimetrico, maggiore è il potenziale di
ottenimento di etanolo, tuttavia nel mosto sono presenti anche zuccheri non fermentescibili
Grado alcolico, contenuto in etanolo, in percentuale.
BIRRA GRADO SACCARIMETRICO % GRADO ALCOLICO %
ANALCOLICA 3-8 Max 1.2
LEGGERA 5-10.5 1.2-3.5
NORMALE >10.5 >3.5
SPECIALE >12.5 Nessun limite
DOPPIO MALTO >14.5 Nessun limite
Produzione della birra
Il processo di produzione della birra può essere così rappresentato:
© Laila Pansera - 36
Maltizzazione orzo
Macinazione e
ammostamento
Filtrazione mosto
Cottura e
luppolamento
Fermentazione
primaria
Fermentazione
secondaria
Filtrazione
(facoltativa)
Pastorizzazione (facoltativa) e
confezionamento
La maltizzazione dell’orzo consiste nel bagnare i chicchi di orzo per consentirne la germinazione.
Essa infatti si suddivide in 3 fasi:
1. Bagnatura, che avviene in vasche, oppure in cilindri rotanti. L’orzo deve venire solo
inumidito, perché deve germinare
2. Germinazione: dall’orzo fuoriesce la plantula; questa fase attiva tutti gli enzimi amilolitici e
proteolitici presenti nel cereale, che portano all’ottenimento, a partire dall’amido, di
glucosio e maltosio, più una serie di destrine; una volta che la plantula raggiunge ¾ della
lunghezza del seme, si considera conclusa la germinazione e viene interrotto il processo;
viene rimossa la plantula e si effettua un trattamento termico che blocca la germinazione
3. Essiccamento: è una tostatura, fatta in condizioni tali d