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MISURAZIONE DELLA MASSA CELLULARE:
VALUTAZIONE DELLA TORBIDITA’ tramite lo
spettrofotometro che misura la densità ottica
(OD=-logT) direttamente proporzionale alla
massa cellulare. La trasmittanza (T) diminuisce
all’aumentare del numero di cellule.
MISURA DELLA MASSA CELLULARE:
DETERMINAZIONE DEL PESO SECCO è un
metodo indiretto per valutare la crescita
microbica attraverso la determinazione del peso
delle cellule presenti in un dato volume di liquido:
Cellule centrifugate per eliminare il brodo colturale
Pellet cellulare posto su un piattello tarato
Uso di una stufa a 105°C
Valutazione del peso (costante)
Questo metodo è utilizzato prevalentemente per muffe, che essendo
filamentose rendono l’applicazione degli altri metodi difficoltosa.
Aspetti quantitativi della crescita batterica
Considerando cellule che si
riproducono per scissione binaria, la
crescita batterica può essere espressa in funzione del tempo secondo la
2n
seguente equazione: Nt = N0 x
Dove: N0 numero batteri inoculati
Nt numero di batteri al tempo t
n è il numero di generazioni
Velocità di crescita: variazione del numero di cellule o della massa per
unità di tempo
Generazione: intervallo di tempo durante il quale da una singola cellula di
formano 2 cellule figlie (g)
Tempo di generazione: tempo necessario per una cellula per duplicarsi
Quanto impiega una cellula a dividersi? consideriamo una fase esponenziale
(log): fase in cui i batteri si accrescono alla velocità massima. Il numero di
batteri raddoppia ad intervalli regolari di tempo (v costante).
Curva di crescita batterica
La velocità di crescita di un determinato microrganismo in ambito artificiale
(non naturale) non è costante ma dipende da: ambiente e condizioni di
crescita. La crescita di una coltura batterica è caratterizzata dalla successione
di quattro fasi. Conoscere queste fasi è utile per sapere quando prelevare: la
fase migliore è quella di crescita esponenziale. La coltura in batch avviene in
un sistema chiuso fino ad esaurimento dei nutrienti e con conseguente
accumulo dei prodotti di rifiuto, vengono lasciati incubare per circa 24-48 h.
FASE DI LATENZA (lag)
corrisponde ad una fase di
adattamento dei microrganismi
al mezzo di coltura; in questa
fase la crescita è considerata
pari a zero. La presenza di
questa fase di latenza è
influenzata prevalentemente da
due fattori: in primis dallo stato
fisiologico delle cellule, infatti
se vengono prelevate in fase
stazionaria devono ripristinare il loro apparato metabolico; è inoltre influenzata
dal tipo di terreno colturale, infatti se la fonte di C del terreno è una fonte non
prontamente assimilabile, le cellule devono sintetizzare enzimi inducibili.
FASE ESPONENZIALE (log) è ina fase durante la quale i microrganismi si
accrescono alla velocità massima. Si accumulano metaboliti primari, ovvero i
prodotti del metabolismo cellulare (es. acido lattico nel caso dei batteri lattici).
La velocità può essere influenzata da concentrazione, sostante nutritive, pH,
forza ionica e temperatura. Se aumento troppo le sostanze nutritive si rischia di
avere fenomeni di inibizione anziché di crescita.
FASE STAZIONARIA la mancanza di nutrienti e l’accumulo di metaboliti,
possono variare le condizioni ambientali ottimali rallentando così la crescita
fino ad azzerarla (v=0). In questa fase il numero di microrganismi rimane
costante ed, inoltre inizia un processo di sporificazione-produzione di metaboliti
secondari (es. antibiotici).
FASE DI MORTE il numero di cellule vitali
decresce in modo esponenziale (ma l’andamento
della curva dipende dal metodo di conta
utilizzato). Anche se il numero di cellule vitali può
diminuire, la biomassa potrebbe rimanere
costante per un periodo più o meno lungo, seguito
da una fase di lisi, con rilascio di materiale
cellulare nel mezzo.
Sapere mettere appunto una curva di crescita
tramite metodi di conta è fondamentale. Se
vogliamo sapere il numero di patogeni presenti
non bisogna considerare solo il numero di cellule vive ma anche quello delle
cellule morte perché alcuni di essi possono rilasciare tossine prima di morire.
SE il terreno contiene due fonti di carbonio, una prontamente assimilabile (es.
glucosio) e una inducibile (es. lattosio) si ha una crescita detta “diauxica”.
I virus
I virus sono stati scoperti in tempi recenti (19° secolo); la loro esistenza e le
loro caratteristiche sono state infatti solo inizialmente dedotte. La difficoltà di
studio risiedeva nel fatto che questi agenti infettivi non potevano essere isolati
in coltura pura e avevano dimensioni così piccole da non essere visibili al
microscopio ottico. Bisognava attendere l’avvento della microscopia elettronica
(negli anni 50-60).
Caratteristiche generali
Entità biologiche subcellulari con dimensioni dell’ordine dei nm (agenti
filtrabili)
Parassiti endocellulari obbligati (non possono produrre energia o
sintetizzare acidi nucleici e proteine al di fuori di una cellula ospite).
Devono cioè utilizzare i meccanismi della cellula ospite per produrre i
propri componenti (mRNA virali, proteine e copie identiche del genoma)
Possiedono un solo tipo di acido nucleico (DNA o RNA) che deve
codificare proprie proteine specifiche per ogni processo da loro richiesto e
non effettuabile dalla cellula
Possiedono un involucro proteico (capside) e, a volte, un involucro
lipoproteico (pericapside o peplos)
Presentano in superficie strutture proteiche (antirecettori) che si legano a
specifici recettori della cellula bersaglio. Ne consegue una elevata specificità
d’ospite: virus animali, virus animali, virus batterici (batteriofagi)
Possiamo riassumere la struttura del VIRUS
come una INFORMAZIONE GENETICA
(genoma virale) , in forma di DNA o RNA
contenuta in un capside (costituito da
subunità proteiche denominate capsomeri)
il quale ha una funzione di protezione del
genoma virale e di conferimento di una
specifica forma. A sua volta il capside può
essere avvolto eventualmente da un pericapside (lipoproteico). Il pericapside
può essere presente o meno ma non si tratta di una componente facoltativa,
quando è presente è fondamentale per il virus.
I virus non possono produrre energia o sintetizzare acidi nucleici e proteine al di
fuori di una cellula ospite; devono utilizzare i meccanismi della cellula ospite
per produrre i propri componenti.
Sulla superficie sono presenti strutture proteiche (antirecettori) che si legano a
specifici recettori della cellula bersaglio. Ne consegue un’elevata specificità
d’ospite: virus animali, virus batterici (batteriofagi).
La cellula virale completa si chiama VIRIONE; è costituita da genoma virale che
è formato dall’acido nucleico incluso in un capside. Il capside ha funzione di
protezione del genoma virale e conferisce una specifica forma. I virus si
possono classificare in base alle dimensioni e forma; tipo di acido nucleico
(DNA o RNA) e tipo di replicazione (nucleare o citoplasmatica dove avviene
l’infezione). In basse alla struttura si dividono in:
Virus rivestiti: il virus è inglobato
all’interno di un involucro esterno, ovvero
una membrana (pericapside), costituita da
lipoproteine e fosfolipidi e deriva dalla
membrana della cellula ospite di cui il
virione completo si circonda quando
fuoriesce dalla cellula (HIV).
VIRUS a simmetria ELICOIDALE: il
capside è costituito da una spirale di
proteine che si avvolge in senso antiorario.
Il genoma forma una spirale all’interno del
capside ed è contenuto in una specie di
doccia situata sulla parte superiore della
proteina. A centro del virus è presente un tubicino con enzimi e matrice
proteica.
VIRUS a simmetrica ICOSAEDRICA: il
capside assume la forma di un icosaedro
regolare (20 facce a triangolo equilatero).
Ogni faccia è costituita da proteine sferiche
adiacenti, unite in gruppi di 5/6 unità
(capsomeri). Il genoma si trova all’interno
del capside, unito spesso a proteine
particolari che formano la matrice. Il
materiale proteico può essere presente anche all’interno del capside.
VIRUS a simmetria COMPLESSA
(batteriofagi): il capside è ben strutturato,
può essere un capside di forma ben definita
o un capside asimmetrico. Questi virus sono
costituiti da una testa con all’interno il
genoma virale, la coda è costituita da
proteine, all’interno è cavo e termina con delle fibre più o meno lunghe
per l’adesione.
Ciclo replicativo (ciclo litico)
Un virus per riprodurre se stesso infetta una cellula e deve volgere delle azioni
specifiche. Queto processo ha due fasi: la fase precoce e la fase tardiva.
Fase precoce: adsorbimento, penetrazione e replicazione del genoma virale.
Fase tardiva: replicazione dei componenti strutturali del virus, assemblaggio dei
componenti virali (maturazione) e rilascio della cellula ospite.
FASE PRECOCE è a sua volta divisa in più sottofasi:
Adsorbimento fase durante la quale avviene il riconoscimento e attacco
1. del virus alla cellula bersaglio. Si ha un legame tra la struttura virale e la
membrana cellulare, inoltre il genoma virale ha le informazioni che
permettono di modificare il normale metabolismo cellulare. È la fase più
importante e l’infezione è irreversibile. In particolare avviene
un’interazione stereochimica tra specifici gruppi chimici esposti sulla
superficie esterna della cellula suscettibile (recettori) e del virione
(antirecettori). Il processo di adsorbimento richiede solo una
partecipazione passiva della cellula.
Penetrazione per i diversi virus animali e vegetali può avvenire per:
2. endocitosi o fusione. L’endocitosi è un processo che consiste
nell’adesione del virus sulla membrana della cellula ospite e ne provoca
l’introflessione che trasporta il virus nel citoplasma, racchiuso in un
vacuolo fagocitario (virus nudi, virus con involucro). Nella fusione, invece
l’involucro lipoproteico del virus si fonda con la membrana citoplasmatica
(lipoproteica). Il nucleocapside entra nel citoplasma. Per quanto riguarda
i batteriofagi, la struttura rimane all’esterno, mentre penetra sono il
genoma. In seguito alla
penetrazione del genoma virale
o alla degradazione del capside
ad opera di proteine
enzimatiche cellulari e virali,
l’acido nucleico libero nel
citoplasma può diri