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VIBRIONI
Caratteristiche: sono bacilli Gram-negativi, mobili per la presenza di un unico flagello,
asporigeni, acapsulati, aerobi-anaerobi facoltativi, crescono bene nei comuni terreni di
coltura.
Habitat e diffusione: sono saprofiti del suolo o commensali nell’intestino di alcuni animali.
VIBRIO CHOLERAE
o
Vibrio cholerae rappresenta l’agente eziologico del colera. All’osservazione microscopica presenta una caratteristica
incurvatura lungo l’asse maggiore che gli conferisce l'aspetto di una virgola; i vibrioni sono dotati di notevole resistenza
nell'ambiente esterno, soprattutto in ambiente liquido e possono sopravvivere anche in ambiente moderatamente salino
come l'acqua di mare.
L’enterotossina (che ad esempio si può ingerire attraverso l’acqua marina) colerica è costituità da due subunità:
Subunità B permette alla tossina di legarsi ai recettori specifici sulla superficie delle cellule bersaglio e alla
→
subunità A di attraversare la membrana plasmatica e raggiungere il citosol, dove esplica la sua azione tossica.
Subunità A responsabile dell’azione tossica, in quanto, attivando l’enzima adenilato-ciclasi, induce la
→
produzione di una notevole quantità di AMP-ciclico nelle cellule della mucosa intestinale. Altera, così, lo scambio
di acqua ed elettroliti a livello della membrana plasmatica, provocando la perdita di acqua verso il lume intestinale
con conseguente diarrea e disidratazione. 66
Il colera è una malattia caratterizzata da un esordio improvviso, con diarrea acquosa profusa (feci ad "acqua di riso"),
vomito, rapida disidratazione, ipotermia, stato di shock e decesso. Si possono perdere anche 20 litri di acqua al giorno.
Nei casi gravi non trattati la letalità può arrivare al 50%, mentre con adeguata terapia, che consiste principalmente nella
somministrazione di soluzioni reidratanti, la letalità del colera è inferiore all'1%. Il periodo di incubazione è nella maggior
parte dei casi di 2-3 giorni.
Il colera è una malattia a trasmissione oro-fecale e gli alimenti principalmente coinvolti sono pesce, molluschi e crostacei,
frutta e verdura crudi. Talvolta, può instaurarsi uno stato di portatore cronico, con eliminazione dei vibrioni nelle feci da
qualche settimana a qualche mese dopo l’infezione e non sono rari, soprattutto in seguito di infezione da V. cholerae El
tor, casi di infezioni inapparenti.
Diagnosi: i vibrioni vengono ricercati nel materiale fecale tramite l’esame microscopico e l’isolamento colturale, ma la
diagnosi è prevalentemente clinica.
Terapia e profilassi: i vibrioni sono sensibili a tetracicline, cloramfenicolo, streptomicina e sulfamidici. Oltre alla terapia
antibiotica, è fondamentale ripristinare l’equilibrio idroelettrolitico. Nessuno dei vaccini finora allestiti ha dimostrato una
buona efficacia protettiva perché i vaccini sono allestiti con batteri morti, hanno durata limitata nel tempo (1 o 2 mesi).
ENTEROBATTERI
Caratteristiche: sono: bacilli Gram-negativi, asporigeni, mobili o immobili, quasi sempre provvisti di pili, aerobi-anaerobi
facoltativi, crescono nei comuni terreni di coltura.
Habitat e diffusione: hanno una localizzazione intestinale (uomo e animali).
I principali generi batterici
appartenenti agli enterobatteri
sono: Escherichia
Shigella
Salmonella
Klebsiella
Proteus
Serratia
Enterobacter
Yersinia
La famiglia comprende sia patogeni primari, che possono causare malattie e quindi essere causa di infezione in tutti i
soggetti anche in ospiti sani che patogeni opportunisti che causano infezioni in ospiti immunodepressi, o debilitati. Tra i
patogeni primari abbiamo Shigella, Salmonella e Yersinia. Mentre tra quelli opportunisti troviamo tutti gli altri, e anche
Morganella e Provvidentia. L’Escherichia coli e Klebsiella sono entrambe le cose (Escherichia coli è il più importante) cioè
possono essere responsabili sia di infezioni nel soggetto sano sia che una infezione opportunista.
CARATTERISTICHE BIOCHIMICHE
Caratteristiche biochimiche che ci consentono di identificare questi batteri:
- I microrganismi aerobi o anaerobi facoltativi che posseggono i citocromi e quindi l’enzima citocromo ossidasi non
appartengono alle Enterobacteriaceae, in quanto sono tutte rigorosamente citocromo-ossidasi negative. Il test
67
p
impiega un reattivo, il diidrocloruro di -fenilendiamina, che sostituisce l’ossigeno come
accettore artificiale di elettroni e che, in presenza di citocromo ossidasi, si ossida
formando indofenolo blu. Per andare a verificare se questo è si possono utilizzare diversi
kit, o una piastrina come quella nell’immagine a fianco, oppure delle striscette, tutte
imbevute in idrocloruro di para fenilammina, che funge da accettore di idrogeno.
- Devono essere batteri fermentanti, quindi sono citocromo-ossidasi negative. Infatti, sono
in grado di fermentare il glucosio, producendo acidi misti. La reazione avviene in
provetta e nel caso di fermentazione diventa di colore giallo, se non fermenta rimane
color rosso-viola, e vi è un terzo caso in cui si ha fermentazione con produzione di gas
(visibile grazie alla possibilità di inserire una provetta all’interno del terreno di coltura).
- Sono batteri in grado di ridurre i nitrati a nitriti in quanto hanno la capacità di sottrarre O2 ai nitrati
per formare nitriti: + 2 + 2 +
nitrato nitrito
La presenza di nitriti viene rilevata mediante aggiunta di ed acido sulfanilico, con
α-naftilamina
formazione di un composto diazonio rosso (precipitazione). I nitriti risultano anche nelle analisi delle
urine e se la concentrazione sono elevate è sintomo di infezioni di Enterobacteriaceae.
- Si hanno una serie di reazioni biochimiche per identificare la specie di questa famiglia IMViC:
→reazioni
Indolo: la produzione di indolo avviene e in quei batteri che sono in grado di produrre
triptofanasi, che degrada il triptofano trasformandolo in acido piruvico e ammoniaca,
con liberazione di indolo. È possibile poi individuare ed estrarre l’indolo dalla fase
acquosa del terreno tramite cloroformio e metterlo in evidenzia aggiungendo il reattivo
di Ehrlich (dimetilamminobenzaldeide), che generalmente colora di rosso-fucsia
l’indolo.
Rosso metile: la prova del rosso metile è una prova quantitativa della
produzione di acidi forti dalla fermentazione acida mista del glucosio
(E.coli). Lo sviluppo di una colorazione rossa stabile indica che la
prova è positiva (pH inferiore a 4,4), evidenziando la presenza di
acidi forti.
Voges-Proskauer: la reazione di Voges-Proskauer risulta positiva nei
microrganismi (Klebsiella, Enterobacter, Serratia) che producono Si tratta di due reazioni opposte che si escludono
a vicenda (se una è positiva l’altra sarà negativa)
acetoina (acetil-metil-carbinolo) come prodotto finale del
metabolismo del glucosio no acidi forti
→
Citrato: da una colorazione blu intensa. Ci sono alcuni microorganismi che usano il citrato come
unica fonte di carbonio. Il test si effettua in terreno contenente citrato di sodio come unica fonte
di carbonio e fosfato di ammonio come fonte di azoto. I batteri in grado di utilizzare il citrato
per sopravvivere e riprodursi sono anche capaci di estrarre l’azoto da sali d’ammonio con
liberazione di ammoniaca. L’indicatore blu di bromotimolo (giallo a pH inferiore a 6,0) virerà al
blu in presenza di ammoniaca (pH superiore a 7,6). 68
Altre reazioni di identificazione sono:
Produzione di ureasi: l’ureasi è un enzima posseduto da diversi batteri (es. Proteus) in grado di
idrolizzare l’urea con liberazione di ammoniaca e CO2. L’ammoniaca in soluzione forma
carbonato di ammonio alcalinizzando il terreno con viraggio dell’indicatore (rosso fenolo, che
diventa di colore fucsia)
Deaminazione della fenilalanina: la fenilalanina (amminoacido essenziale) viene aggiunta al
terreno e questi batteri sono in grado di deaminare questo amminoacido tramite l’azione
dell’enzima deaminasi, portando alla formazione di acido fenilpiruvico, dimostrabile con la
comparsa di una colorazione verde per la precipitazione del cloruro ferrico contenuto nel terreno
(es. Proteus)
Produzione di decarbossilasi: si tratta di enzimi in grado di attaccare il gruppo COOH degli
amminoacidi con formazione di ammine alcaline e aromatiche:
Lisina cadaverina (Salmonella)
→
o Ornitina putrescina (Enterobacter)
→
o Arginina citrullina (Enterobacter)
→
o
Produzione di idrogeno solforato: alcune specie batteriche (es. Salmonella) sono in grado di
liberare zolfo dagli amminoacidi solforati che lo contengono, sotto forma di (idrogeno
solforato); la presenza di viene evidenziata dalla formazione di un precipitato nero nel
terreno contenente sali di ferro
Tutte queste reazioni di fatto sono racchiuse in enterotube o in galleria d’api, permettendo in questo modo
l’identificazione degli enterobatteri.
ESCHERIA COLI
o Il genere Escherichia comprende solo la specie Escherichia coli. Quest’ultima rappresenta la componente più
abbondante della flora microbica aerobia-anaerobia facoltativa dell’intestino umano; tuttavia, esistono diverse
tipologie di Escherichia coli che esercitano l’azione patogena.
In base al meccanismo d’azione patogena, possono essere identificati quattro gruppi di E.coli enteritogeni:
EPEC (Enteropatogeni - EnteroPathogenic E. coli) Sono batteri associati a
→ N.B: la diarrea è una forma
episodi di diarrea in neonati e bambini: diarrea ad “acqua di riso” o in alcuni acquosa delle feci, mentre la
casi sanguinolenta con muco (dissenteria). dissenteria è caratterizzata da
Il meccanismo patogenetico è controverso e non molto chiaro, in quanto non è feci mucose e sanguinose
enterotossico o enteroinvasivo, ma si basa sull’utilizzo di un’adesina (intimina),
per legarsi agli enterociti e causa un riarrangiamento dell’actina, responsabile
di malassorbimento e che causa poi la diarrea, in quanto l’acqua non viene
riassorbita.
Alimenti più comunemente implicati in episodi epidemici:
Carne cruda di bovino e pollo
o Qualsiasi alimento esposto a potenziali contaminazioni di tipo fecale può
o risultare sospetto 69
ETEC (Enterotossigeni - EnteroToxigenic E. coli). Rappresentano una causa molto importante di diarrea infantile
nei paesi in via di sviluppo e di “diarrea dei viaggiatori” provenienti da paesi sviluppati.
Colonizzano l’intestino tenue (duodeno, digiuno e ileo) e favoriscono l’accumulo di liquidi nell’intestino. La
malattia è anche no