CONIUGAZIONE F’/F-
Trasferimento del plasmide
F’ (plasmide F
precedentemente integrato
nel cromosoma, ma escisso
in maniera non corretta) ad
un batterio F-.
In seguito a escissione
illegittima, F può acquisire
una porzione di cromosoma
batterico. 108
fi ffi Il destino del DNA trasformante: il DNA lineare può essere conservato nel genoma del ricevente
mediante ricombinazione omologa. La lunghezza, la concentrazione ed il grado di omologia con
quello del ricevente determinano se avverrà o meno la ricombinazione.
Meccanismi per proteggersi da un DNA esogeno: in particolare se il DNA esogeno è fagico.
- Sistemi di restrizione e modi cazione: enzimi di
questi sistemi si basano sull’attività degli
modi cazione, i quali riconoscono delle particolari sequenze target sul cromosoma del batterio
enzimi di restrizione,
e le modi cano, solitamente tramite mutilazione di adenina o citosine; e gli
i quali riconoscono e tagliano il DNA non precedentemente metilato.
Neisseria meningitidis,
i sistemi di RM osservati in ceppi patogeni di ma non nei ceppi
↳
commensali. I ceppi patogeni hanno evoluto dei sistemi di protezione dal DNA esogeno per
“proteggere” il loro patrimonio
genetico e conservare il loro
“potenziale patogeno”.
- Sistema CRISPR-Cas (sistema di
difesa speci ca dalle infezioni
fagiche): la porzione Cas sta ad
indicare un gruppo di proteine,
mentre la sigla CRISPR è un
acronimo che vuol dire clustered
regularly interspaced short
palindromic repeats, ossia “brevi
sequenze palindromiche ripetute
raggruppate e distanziate in modo
regolare”. Sul genoma dei batteri
ci sono queste regioni CRISPR-
Cas che contengono un gruppo di
geni, i quali codi cano per le
proteine Cas. La regione CRISPR è
formata da regioni palindromiche
intersperse con piccole porzioni di
DNA eterologo che è entrato in
precedenza nel batterio oppure in
generazioni precedenti al batterio.
L’espressione dei geni cas porta
alla produzione delle proteine Cas, mentre la regione CRISPR è trascritta come una lunga
molecola di RNA (pre-crRNA) che viene immediatamente tagliata (con l’intervento di altre
proteine Cas) a livello delle sequenze ripetute producendo così frammenti detti crRNA,
ciascuno dei quali formati da una porzione a loop associata a una di DNA eterologo.
Successivamente, il fago inietterà il proprio genoma all’interno del batterio, se ha in comune
una porzione di DNA con un fago per il quale il batterio produce il crDNA, allora questo RNA
ibriderà con il DNA del fago. Alcune proteine Cas riconosce il complesso crRNA-DNA fagico,
mentre un’altra lo degraderà.
Nel caso di superamento di questi sistemi RM e CRISPR-CAs si ha:
109
fi fi fi fi fi
Interazione ospite-parassita dinamico
Le relazioni che si stabiliscono tra un microrganismo ed un ospite sono di tipo e
dipendono sia dall’ospite che dal microrganismo. Perciò, dipendono dipendono sia dai
meccanismi patogeni dei microrganismi, sia dai meccanismi di difesa dell’ospite.
• commensalismo
Quando si va verso uno stato di salute dell’ospite si ha (agente è un
commensale e compete con i batteri della ora, perciò può rimanere con nato); mentre,
→
parassitismo.
quando si ha un evoluzione verso uno stato di malattia si ha Quando avrò un
dismicrobismo (alterazione della ora) il commensale può replicarsi e diventare patogeno,
come, per esempio succede nel caso della Candida.
• meccanismi
L’evoluzione verso lo “stato di salute” o “stato di malattia dipende da: (1)
patogenetici dei microrganismi infettanti meccanismi di difesa dell’ospite infettato.
e (2)
(1) in base ai fattori di patogenicità o virulenza che i batteri mettono in gioco, esistono:
microrganismi patogeni veri e propri o franchi, i quali determinano malattia nell’ospite
microrganismi patogeni opportunisti,
altrimenti sano; i quali invece sono commensali che
possono determinare insorgenza di un episodio sintomatico nell’ospite immunocompromesso.
meccanismi di difesa aspeci ci,
(2) I meccanismi di difesa dell’ospite possono essere: ossia
barriere anatomiche naturali e risposta immune aspeci ca (risposta in ammatoria);
meccanismi di difesa speci ci, ossia la risposta immunitaria rivolta verso l’agente infettante.
→ Questo tipo di difesa è più lenta.
Eventi inerenti lo sviluppo di una malattia
infettiva
1. Contagio (esposizione dell’ospite al patogeno): sorgente di
infezione, serbatoio naturale (per esempio: l’epidemie in Africa del
2014 di ebola avevano come serbatoio naturale il pipistrello della
frutta il quale tollera la presenza del virus), portatore sano, trasporto
del patogeno all’ospite.
2. Adesione del patogeno ai tessuti dell’ospite
3. Invasione (penetrazione nei tessuti dell’ospite)
4. Colonizzazione/infezione: moltiplicazione dell’agente infettante ed
e etto della produzione di fattori di virulenza, che favoriscono
l’invasività, e/o fattori di patogenicità, che favoriscono il danno
tissutale.
5. Malattia: sviluppo di un episodio sintomatico il cui esito dipende
dalle caratteristiche patogenetiche del microrganismo e dalle
condizioni dell’ospite.
la patogenicità microbica è generalmente un evento multifattoriale.
Perciò,
• I meccanismi con cui i microrganismi causano malattia comprendono tutti quei fattori/prodotti
microbici che consentono all’agente infettante di aderire, invadere, moltiplicarsi (fattori di
virulenza) e provocare speci ci danni (fattori di patogenicità) ai tessuti dell’ospite, inclusi quelli
che favoriscono l’elezione delle difese dell’ospite da parte dell’agente infettante.
Fattori di virulenza/patogenicità del microrganismo
- Tossine (fattori di patogenicità): determinano danno ai tessuti dell’ospite
- Invasine (fattori di virulenza): facilitano l’invasione dei tessuti dell’ospite
- Adesine (fattori di virulenza): facilitano l’adesione ai tessuti dell’ospite.
110
ff fi fi fl fl fi fi fi fi
Si stimava che il 60% delle
infezioni umane sono
generate da bio lm, ora si
pensa addirittura che lo sia
no all’80%.
- DL50 è la dose letale 50, ossia la dose del
batterio che porta a morte il 50% della
popolazione che è stata inoculata. Questo è il
parametro che ci indica quanto è virulento un
microrganismo.
- S. Pneumoniae (rosso nel gra co) riesce ad
uccidere il 50% della popolazione con 50 cellule
ed è considerato altamente patogeno.
- Salmonella
Per sono necessarie più cellule.
111
fi fi fi Tossine batteriche
Caratteristica Endotossine
*
Esotossine
Composizione chimica Proteine spesso con più subunità Lipopolissaccaride, la porzione
secondo un modello A-B tossica è il lipide A (presente nei
Gram-)
Esempi di malattie Botulismo, difteria, tetano Infezioni gram negativi,
meningococcemia
E etto sull’ospite È variabile a seconda del tipo di È simile per tutte perchè entra in
tossine coinvolte gioco sempre il LPS
Febbre Non producono generalmente Generano febbre
febbre
Genetica Generalmente i geni che Sintetizzati dai geni del
codi cano per le esotossine cromosoma
possono essere nel genoma
batterico o nei plasmidi o dal
contributo di un’infezione fagica
Stabilità al calore Sono sensibili al calore e inattivati Non hanno una natura proteica
a 60-80% (la maggior parte) quindi sono più stabili al calore
Risposta immunitaria Anticorpi antitossina fungono da Risposta non ottima
protezione
Locazione Sono secrete all’esterno e Fanno parte delle membrane
agiscono anche in luoghi molto esterne dei batteri Gram-
lontani rispetto a quello dove
sono state secrete
Produzione Prodotte sia dai batteri gram + Trovate solamente nei batteri
che i batteri gram- gram-
Tossicità Altamente tossiche Meno potenti e meno speci che
rispetto alle esotossine; causano
shock settico.
Produzione di tossoidi (tossine Esistono vaccini in cui viene Non possono essere fatti tossoidi
prive dell’e etto patogeno) inoculato un tossoide
* le esotossine batteriche sono classi cate in 3 gruppi in base alla loro struttura e alla loro attività
siologica:
Tossine A-B
Tossine ad azione biologica complessa che si svolge a livello intracellulare. Si tratta di tossine
dimeriche, composte da una porzione B “binding” (una o più subunità) che si lega ad uno
speci co recettore della cellula ospite ed una porzione A “active” che penetra nel bersaglio, dove
→
esercita l’attività tossica (generalmente enzimatica spesso è ADP-ribosilazione). La porzione B
di legame serve quindi per portare la tossina sul suo bersaglio cellulare ed agevolare l’ingresso del
frammento attivo. 112
fi ff fi fi ff fi fi La subunità B si lega al
recettore speci co della cellula
bersaglio (1), e determina la
formazione di un porto per il
transito di A nel solubile
cellulare (2). Il frammento A
penetra nella cellula dell’ospite
(3), il poro si chiude e B si
→
dissocia dal recettore (4)
esempio: tossina tetanica,
botulinica
I frammenti A-B si legano, tramite B, al recettore e
penetrano nella cellula bersaglio per endocitosi
formando vescicole endosomiali in cui il pH scende
a 5.0- le porzioni A e B si separano: A entra nel
solubile cellulare mentre B rimane inclusa
→
nell’endosoma e trasferita all’esterno. Esempio:
tossina difterica
Tossine citolitiche
Sono tossine che non presentano porzioni A-B separate o separabili. La loro attività è citolitica (lisi
della cellula) e consiste nella disorganizzazione della membrana cellulare.
- tossine che formano pori nello spessore della membrana determinano la fuoriuscita di soluti ed
ingresso di acqua: la cellula si gon a e quindi scoppia.
- Tossine che idrolissano i fosfolipidi (sono lipasi e varie fosfo-lipasi)
Tossine che agiscono su speci ci bersagli dell’ospite (in parte riconducibili alle tossine A-B)
Sono distinte in neurotossine, enterotossine, citotossine ecc…
Principali esotossine batteriche e il loro “target”
Tossina Struttura Meccanismo d’azione
Tossina difterica A + B ADP-ribosila il fattore di elongazione 2 (EF-2), inibendo la
sintesi proteica
Tossina colerica A + 5B ADP-ribosila le proteine G, stimola l’adenilato ciclasi,
promuovendo la secrezione di uidi ed elettroliti nel lume
intestinale
Tossina pertossica A +
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