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Nel 1564 alla morte di Buonarroti il tamburo poteva considerarsi pressoché ultimato fino alla sommità degli
speroni, sembra comunque al suo dato che l'artista nell'ultimo anno della sua vita abbia seguito la
costruzione di una campata della sovrastante trazione, la quale fu successivamente ultimata da Giacomo
della Porta. Della Porta assistito da Domenico Fontana fu incaricato di ultimare la calotta il 19 gennaio 1587.
I lavori cominciati nel 1588 con grande dispiego di uomini materiale procedettero rapidamente nel 1590 la
struttura della cupola era ormai definita e nel 1593 fu posta in opera la copertura della calotta esterna il
lastre di piombo. Nel corso della realizzazione il sesto della cupola venne rialzato per assicurare un maggiore
stabilità.
Nella configurazione delle calotte nei costoloni che definiscono gli spicchi la cupola ricorda quella del
Brunelleschi a Firenze.
Il 1559 Santa Maria degli angeli (Roma): Papa Pio quarto commissione Michelangelo la trasformazione in
chiesa sepolcrale per sé e per la sua famiglia del frigidarium delle Terme di Diocleziano. Michelangelo non
modifica la struttura ne conserva l'impianto a due assi cruciforme per ottenere una chiesa nella quale la
dimensione trasversale risulta essere prevalente.
Dal 1561 fronte interno di Porta Pia: al termine di strada Pia la più sontuosa via di Roma fregiata da ville e
giardini è anch'essa voluta da Papa Pio IV. La vigorosa decorazione scultorea architettonica antidiluviana
travertino contrasta con la struttura laterizia della porta. I mattoni non sono stati confezionati per essere
lasciata vista è pertanto plausibile che la porta dovesse essere rivestita da un intonaco-stucco a base di
travertino per simulare la superficie lapidea. I merli sono configurati come capitale ionici. Anche qui
Michelangelo interpreta l'antico in maniera del tutto autonoma rispetto a Vitruvio.
Dal 1563 piazza del Campidoglio (Roma):nel 1538 la statua equestre di Marco
Aurelio viene trasferita dal Laterano al Campidoglio. In quell'occasione
Michelangelo è affidata l'esecuzione del piedistallo. I lavori per la definizione
dei prospetti dei palazzi iniziano nel 1563 quando Michelangelo resta solo un
anno di vita. Sul piazzale prospettavano l'antico palazzo senatorio e il palazzo
dei conservatori edificio quattrocentesco con porticato al pianterreno. Il
palazzo senatorio risaliva anch'esso l'età tardo medievale e si configurava in
forma di palazzo fortificato turrito. La facciata dominata dalla doppia scalinata
con statue e scandita al piano nobile sopra il basamento da paraste e lesene di
origine gigante che terminano in un cornicione con sopra una balaustra e
statue.
Palazzo dei conservatori: il portico è trapelato e per ridurre la luce della trave colonne ioniche sono
addossate ai lati delle paraste corinzie l'ordine gigante. Per alleggerire le travi il soffitto e conformato a
cassettoni. L'incisione di Duperac nel 1569 attesta che Michelangelo aveva predisposto di conservare gli
edifici di riconfigurare i prospetti e di costruire in simmetria un palazzo nuovo per definire l'impatto trapezio
sulla piazza.
I lavori prendono avvio dal palazzo dei conservatori del quale Michelangelo mantiene la giacitura. La forma
trapezia e della piazza fornisce una percezione di spazio quadrato. Grazie alla deformazione prospettica
l'ovale a stella della rappresentazione sembra un cerchio. Michelangelo illumina gli angoli della piazza e la
dilata.
Jacopo Barozzi da Vignola(1507-1573): Jacopo Barozzi si forma come pittore
passa lunghi anni a Roma impiegato nel rilievo e nello studio dell'antichità
romane. Nel 1541-42 collabora con Primaticcio per prendere l'impronta
delle sculture più famose custodite nel Belvedere Vaticano su richiesta di
Francesco il re di Francia. Seguirà il Primaticcio in Francia.
Dal 1545 palazzo Bocchi (Bologna): nel palazzo Bocchi Barozzi palesa l'influenza dell'esperienza francese nel
polare che assomiglia a quello della Grande Ferrare costruita da Sebastiano Serlio per il cardinale Ippolito
d'Este ha Fontainebleau. Le finestre sono giulliesche.
Dal 1550 villa Giulia (Roma): l'ascesa di Barozzi inizia con l'elezione al soglio pontificio di Giulio III (1550-
55). E allora che da alcune preesistenze eseguite prima del 1527 da Jacopo Sansovino (chi aveva iniziato un
cortile semicircolare o circolare) prendi avvia il progetto e la costruzione di Villa Giulia. Barozzi prevede di
fronte alla villa un piazzale semicircolare nel quale convergono due vie di accesso diagonali. La villa si
dispone secondo un'asse longitudinale in una sequenza di palazzina, giardino, cortile, ninfea, e giardino
segreto.
Superato il corpo della palazzina si entra nel portico semicircolare voltato con botte anulare, che ricorda le
esedre del tempio della fortuna virile a Preneste (Palestrina). Il primo registro (o primo piano) è scandito
non da colonne ma da un ordine ribassato di lesene. Il motivo dell'arco trionfale si ripete sul fronte
interno e nelle testate del cortile nell'ingresso e nelle due logge del ninfeo il che acuisce l'assiduità
longitudinale della villa mai tentata sino ad allora se non da Bramante al Belvedere.
L'intradosso della volta a botte anulare e riccamente decorato come una finta Pergola che anticipa le
soluzioni adottate per le logge anulari del palazzo Farnese di Caprarola. Nel 1552 Vignola sarà sostituito da
Bartolomeo Ammannati.
Non è facile definire dove finisca la responsabilità di Vignola ed inizi quella dell'Ammannati subentrato nel
1552 soprattutto per la definizione dell'apparato decorativo. Il giardino è caratterizzato dalla prosecuzione
scenografica del cortile con colonnato ionico lungo l'articolato muro di cinta. La loggia del primo giardino è
attribuita alla ammannati mentre nel dinamismo ritmico della parete posteriore dell'inferno sembra di
potersi riconoscere la mano di Vignola.
Superata la loggia al ninfeo si accede scendendo due rampe semicircolari. Il ninfeo con la Fontana si trova a
una quota inferiore per pranzare al fresco e sfuggire alla calura estiva. La decorazione all'antica comprende
il mosaico pavimentale antico e recitazioni delle cariatidi. Attorno al cortile basso vi è una terrazza con
balaustra. La parete di fondo del cortile presenta il motivo della serliana (terzo registro) e dell'arco trionfale
(secondo registro) è da ricercarsi l'opera di ammannati nell'apparato decorativo.
Nel 1551 sant’Andrea sulla via Flaminia(Roma): sulla via Flaminia Vignola costruì come cappella di Villa
Giulia la chiesa di Sant'Andrea. Si tratta della prima chiesa pianta ellittica coperta da cupola ellittica su
tamburo. L'interno è trattato ad archi di trionfo con finestre termali. La facciata dominata da un frontone
che non copre la mole massiccia del piano attico è piatta e scandita da lesene corinzie quasi incise
sull’intonaco con portale ionico fonato da finestre ricavate entro nicchie con cattini in forma di conchiglia
rovesciata.
Dal 1556 palazzo Farnese(Caprarola, Vt): morto Papa Giulio III Vignola diventa l'architetto del cardinale
Alessandro Farnese. Per lui interviene sul progetto già avviato sotto Papa Paolo III Farnese da Antonio da
sangallo il giovane e da Baldassarre Peruzzi per la grande villa fortificata di Caprarola responsabili del
basamento pentagonale (1520-25).
Vignola interviene trasformando l'edificio in una sontuosa villa cardinalizia con cortile pensato prima in
forma pentagonale e poi plinianamente circolare. Il terreno contiene i locali di servizio la cisterna è un
percorso anulare per i carri e le carrozze.
Vignola fece tagliare la collina con scalinate in modo da isolare il palazzo le rampe curve servivano alle
carrozze e ai cavalli per l'accesso al grande cortile trapezio sul quale prospetta l'ingresso ai sotterranei, le
rampe a forbice erano solo equestri e conducevano al ponte levatoio e quindi al cortile circolare.
I fronti sono trattati con buoni e lesione sovrapposte. È presente una sola grande loggia a 5 arcate al piano
nobile del fronte principale. Il piano terra contiene gli appartamenti estivi. Il piano nobile gli
appartamenti invernali. La costruzione prende avvio nel 1558. Le stanze si dispongono attorno al cortile.
Gli appartamenti sono strutturati a cannocchiale con e sale a camere che da grandi diventano piccole più ci
si avvicina alla sfera privata dei proprietari. I piani attici sono di servizio. Nel cortile a livello terreno è un
porticato di pilastri bugnati e al primo un loggiato ionico. Elogiate sormontato da una terrazza. Questo
cortile era in pendenza verso il centro dove all'interno di esso era situata una ”bocca della verità” che
raccoglieva tutta l'acqua piovana che veniva convogliata nella cisterna dei sotterranei è usata per ogni bene
di uso quotidiano (lavarsi, cucinare ecc.).
Di Vignola sono gli affreschi della scala regia equestre aspirale attorno a 30 colonne di peperino attraverso
le quali secondo la leggenda il cardinale transitava a cavallo per raggiungere il piano nobile. I temi degli
affreschi furono ispirati dal letterato Annibal caro e realizzati da Taddeo Zuccari(piano rialzato e il primo
piano) puoi sostituito fra gli altri dal fratello Federico Zuccari ed altri pittori. Lo stesso Vignola ha dipinto al
piano rialzato le stanze delle stagioni. La sala delle carte geografiche o del mappamondo prende il nome
dagli affreschi di Giovanni Antonio da Varese.
La villa sono annessi gli “orti farnesiani”(con lo stesso nome dei giardini della famiglia del Colle palatino
Roma) uno splendido esempio di giardino tardo rinascimentale realizzato attraverso un sistema di
terrazzamenti alle spalle della villa arroccati sul Colle dal quale si erge la costruzione e collegati dal Vignola
con la residenza attraverso dei ponti. Primo lavori per il giardino furono iniziati nel 1565 da Giacomo del
duca utilizzando per i terrazzi la terra di scarto delle fondazioni della Chiesa del Gesù a Roma e si conclusero
solo nel 1630 sotto la direzione Di Girolamo Raimondi.
1566 villa Lante (Bagnaia, Vt): vi si accede mediante un rettifilo ma qui l'architettura si perde nel verde.
Costruita per il cardinale bresciano Gianfrancesco Gambara per il progetto è attribuito a Vignola. Consiste in
un bellissimo giardino su più livelli entro il quale sono i due Casini gemelli di more sostanzialmente cubica.
I fronti sono scanditi da una decorazione bugne e lesene che esistenti solo al primo piano definiscono il
motivo della travata ritmica a inquadrare le arcate cieche entro le quali si sono ritagliate le finestre.
Dal 1560 palazzo Farnese (Piacenza): Nel 1560 Margherita d’Austria figlio di Carlo quinto chiama Vignola per
sostituire a Piacenza Francesco Paciotto (1521-91) architetto del marito Ottavio Farnese. Viene realizzata la
sola ala contenente gli appartamenti della duchessa non quella del duca che