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Michelangelo e il Giudizio Universale

Michelangelo non amava dipingere su tela, infatti l'unico dipinto su tela che realizzò è il Tondo Doni. Considerava l'affresco come l'arte pittorica per eccellenza, quindi questa commissione diventa per lui "la commissione della vita". Michelangelo dipinge gli affreschi delle volte della cappella e il Giudizio Universale nasce una grande polemica attorno a questo quadro.

Si scatena una grande polemica perché la popolazione, potendo assistere ai cantieri, riteneva i personaggi enormi con fisicità massicce e nudi osceni e volgari. Giorgio Vasari invece riconoscerà la grandezza del Giudizio Universale nei suoi scritti e nelle sue opere.

Si arriva a un compromesso, ovvero al dipinto e all'affresco di Michelangelo viene sovrapposto il lavoro di un allievo di Michelangelo, un pittore molto buono perché fedele alla pittura di Michelangelo, Daniele da Volterra. Dovrà dipingere sopra ai corpi nudi di Michelangelo dei panneggi, ovvero delle vesti coprenti.

verrà così chiamato il Braghettone (dipingeva mutande). Un esempio di quello che fece lo si vede qua dove dipinge lasciando delle trasparenze per non danneggiare troppo la pittura del maestro, questi panneggi vanno a mischiarsi con le nuvole sottostanti. Negli anni '30 Michelangelo medita sul concetto di sacrificio, sulla redenzione, su quale fosse la speranza di vita ultraterrena. Michelangelo in questo periodo è in contatto con una mecenate, Vittoria Colonna, una dei personaggi più illustri del '500 italiano che lo fa avvicinare alla controriforma luterana. La controriforma dice che non c'è mediazione o azione umana che possa aiutare l'uomo se non la grazia divina, una sorta di passo indietro rispetto a quello che si era giunti ad affermare in quell'epoca. Da una parte la grazia divina, dall'altra la condanna irreversibile, eterna e irrevocabile. Michelangelo inizia questa riflessione sul tema del giudizio universale.La commissione decide di scegliere proprio lui per l'affresco. Qua al centro il Cristo giudice con il braccio alzato (visto nella cappella brizio di Signorelli) un divide l'umanità in buoni e dannati, questo sarà il tema del giudizio universale. Il tema iconografico del giudizio universale è molto importante, lo ritroviamo nelle cattedrali romaniche, nell'arte bizantina e molto ricorrente nel medioevo, nel '400 viene abbandonato e ritorna nel '500. Il Rinascimento quattrocentesco era più basato sull'ideale della carità cristiana, il '500 invece è legato appunto a questi avvenimenti nel mondo che lo circondano, di buoni e cattivi divisi da un Cristo giudice. Quando avviene il sacco di Roma (1527) il potere della Chiesa viene messo in crisi dalla sconfitta militare e ritorna il pensiero dell'uomo medievale che si domandava: qual è il mio posto nel mondo? Dove sono collocato qui, nella vita terrena o nel postmorte?Il sacco di Roma mette fine a quel sentimento di positività della vita che aveva contraddistinto l'umanesimo quattrocentesco e i primi decenni del '500 e che aveva trovato in quest'opera (la segnatura di Raffaello) il suo apogeo. La stanza della segnatura è l'emblema di quel mondo di bellezza senza fine dove non c'è l'angoscia di un giudizio universale e non c'è un confine tra pagano e cristiano. Raffaello mette tutti quanti insieme, in un mondo di bellezza eterna. La sala dei giganti a Palazzo Te a Mantova è una metafora della caduta di tutte queste certezze dell'uomo, delle sicurezze, dell'umanesimo e del Rinascimento. I giganti crollano e si portano via tutto, si portano via l'architettura, il paesaggio, la natura tutto cade insieme a loro. Nell'architettura c'è una serliana, un elemento di quell'epoca che ci fa capire che si riferisce a quel periodo storico. Questo temaè presente anche nei dipinti di Perin del vaga, villaDoria a Genova su modello Michelangiolesco, perché si riconoscono i corpi. Mentre Giulio romano stà dipingendo la sala dei giganti, Michelangelo sta lavorando nella Sacrestia di San Lorenzo Basilica a Firenze. Si dedica alle sculture di questa cappella questa una delle sculture più conosciute di Michelangelo è questa figura di donna chiamata appunto la notte sembra essere una figura serena, dormiente, distesa che dimentica le turbolenze del tempo presente che la circonda. Michelangelo stesso dice: “ che questa donna addormentata ecosì tranquilla perché sta dormendo, si sta dimenticando del tempo presente, delle turbolenze di ciò che accadono nella realtà”. Vediamo una maschera sotto il suo braccio sinistro, segno di incubi di presenze maligne e anche la civetta. Michelangelo ci vuole comunicare chela pace è qualcosa di molto instabile e che l'uomo del '500 può pensare alla propria pace solamente in sogno. Tra i dipinti della volta (1508-12) e il giudizio universale (1534-41) della Cappella Sistina passano quasi 30 anni. Le volta sono un'invenzione architettonica illusionistica all'interno della quale si dispongono le scene della creazione delle sibille e dei profeti, partendo da una struttura architettonica di membrana e di partizione architettoniche, quindi c'è una geometria a differenza del giudizio universale. Nel giudizio universale dal punto di vista spaziale non ha riferimenti per l'osservatore, sembra di vedere una sorta di massa di figure roteanti in questo cielo turchino molto acceso. Non è semplice capire chi si salva e chi si perde, non è evidente dove sono il paradiso e l'inferno. C'è un senso di caos che circonda tutto il giudizio universale, quello che cercava di trasmetterci Michelangelo, chesarebbe destinato da lì a poco a diventare un ordine perfetto. Il Cristo giudice con il suo braccio sollevato da lì a poco andrà a dividere i beati, alla destra i beati e alla sinistra i dannati. È un ordine che non è ancora compiuto, è un giudizio in corso. Confrontandolo con altri giudizi universali come quello di Beato Angelico si vede come viene concepito come un'immagine molto chiara di dove fosse posto il paradiso e l'inferno che presenta una struttura geometrica perfetta. Possiamo dire che il giudizio di Michelangelo è diviso in quattro fasce e va letto dall'alto verso il basso. La seconda fascia, più larga e più affollata, presenta la figura del Cristo giudice al centro. La terza fascia è quella che mostra il combattimento tra gli angeli e i demoni che cercano di strapparsi le anime che devono essere beate o dannate. La quarta fascia è quella, in fondo, che rappresenta a sinistra la resurrezione della

Carne e a destra i dannati che vanno verso l'inferno. Manca la rappresentazione del paradiso in questo giudizio universale, forse nell'ipotesi Michelangiolesca il paradiso non esiste. In altri giudizi universali, come Beato Angelico o Giotto, il paradiso esiste e viene percepibile e chiaramente raffigurato. Questa assenza di una certezza di salvezza e per l'osservatore dell'epoca crea un senso di enorme angoscia.

Dettagli:

Ci sono gli angeli con le trombe che annunciano la decisione finale del Cristo giudice che magicamente avverrà quando quel braccio alzato verrà abbassato. All'abbassarsi del braccio le anime vengono divise tra beati e dannati, questi angeli sono un preannuncio del giudizio universale. Notiamo che la loro rappresentazione è molto differente da quella a cui siamo abituati, sono angeli senza ali non della tradizione iconografica classica. I diavoli anche loro non hanno le ali e non vengono rappresentati con gli attributi mostruosi tipici dell'arte.

Dal punto di vista fisico sono figure michelangiolesche, molto muscolose ispirate alla scultura ellenistica, uno dei principali riferimenti di Michelangelo. Il Cristo giudice è affiancato dalla figura di una donna, la Madonna. La madonna rappresentava l'avvocatessa degli uomini quindi la rappresentante del mondo terreno nei confronti di Dio e del figlio di Dio. Qui la Madonna non compie più un compito di mediazione tra Gesù Cristo e gli uomini ma guarda verso gli uomini impotente davanti a questo strapotere fisico. La madonna si sistema il velo e non prega come se non ci fosse più nulla per cui pregare. Le gigantesche e colossali figure michelangiolesche dei santi circondano il Cristo (cultura ellenistica) uno di questi a destra, un uomo barbuto è un riferimento con l'Ercole Farnese. Michelangelo decide, se non in pochissimi casi, di non renderli riconoscibili infatti è difficile riconoscere gli angeli dai connotati femminili e maschili.c'è una divisione di sesso all'interno delle sue figure. Ercole Farnese è una figura fondamentale nella Cappella Sistina. Perugino aveva dipinto la consegna delle chiavi da parte di Gesù a San Pietro, quindi l'apertura delle porte del paradiso agli uomini terreni. Sessant'anni dopo, quelle chiavi vengono restituite in questa scena memorabile. San Pietro decide di restituire le chiavi del paradiso come segno di fine del mondo, fine di tutto per l'uomo cinquecentesco. Questo è un altro motivo per il quale, una volta finito l'affresco, molti lo volevano distruggere, perché si stava rendendo esplicita la fine del potere ecclesiale che fino a quel momento era imprescindibile. Mentre Michelangelo finisce il giudizio, l'impero di Carlo V si trasferisce in Germania, quindi il potere ecclesiastico era stato messo a tacere. Un altro dettaglio importante è nella zona dove prevalgono le Sante di genere femminile, i corpi di Michelangelo si.

Assomigliano tutti anche nella distinzione di genere. La scultura "La notte" è molto simile a queste figure molto prorompenti e muscolose. Con un restauro sono venute fuori delle colorazioni finissime e simili a quelle del tondo Doni, una pittura ad olio molto luminosa dei primi decenni del '500.

Il tondo Doni ovviamente è realizzato con tecniche differenti, ci sono questi colori sgargianti luminosi che ricordano quelli trovati all'interno della Cappella Sistina. Una colorazione di moda tipica degli anni '30 del '500.

Famosissimo per queste colorazioni intense è Bronzino, realizza questi ritratti meravigliosi che hanno questi sfondi o panneggi colorati e molto luminosi.

Altro dettaglio del Giudizio è un dannato che viene afferrato da due diavoli che lo trascinano verso la dannazione nella parte

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giuli0o1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Boeri Elisa.