Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 40
Metodologie didattiche per l'inclusione (2022) - Appunti Pag. 1 Metodologie didattiche per l'inclusione (2022) - Appunti Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie didattiche per l'inclusione (2022) - Appunti Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie didattiche per l'inclusione (2022) - Appunti Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie didattiche per l'inclusione (2022) - Appunti Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie didattiche per l'inclusione (2022) - Appunti Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie didattiche per l'inclusione (2022) - Appunti Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie didattiche per l'inclusione (2022) - Appunti Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Metodologie didattiche per l'inclusione (2022) - Appunti Pag. 36
1 su 40
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

SUPPORT INTENSITY SCALE (SIS) #

Un gruppo di esperti di chiara fama internazionale su incarico dell'American

Association on Mental Retardation nel 2004 ha diffuso la Support Intensity Scale (SIS),

una scala multidimensionale che si propone di aiutare i servizi territoriali e i suoi

specialisti nel compito impegnativo di individuazione dei supporti che debbono essere

messi in atto e che dovrebbero di fatto seguire il momento della valutazione e della

presa in carico della situazione (cioè di quali aiuti, sostegni, supporti necessita la

persona); è strutturata in tre sezioni aventi per oggetto i sostegni che sarebbe

opportuno prevedere # in sede di programmazione di un intervento in favore di una

persona con disabilità.

prima sezione

• La è la Scala dei bisogni di sostegno che si articola in sei sotto-

scale descriventi # 49 diverse attività al fine di individuare gli aiuti e i sostegni ritenuti

necessari per attività relative alla vita domestica, alla vita nella comunità, all'apprendimento e

alla formazione, al lavoro, alla salvaguardia della propria salute e sicurezza e alla vita sociale e

relazionale

seconda sezione

• La è la Scala supplementare di protezione e tutela legale che

riunisce 8 item che descrivono la necessità di protezione e tutela ( esprimere i propri

bisogni e desideri, gestire il proprio denaro, proteggersi da abusi e sfruttamenti, esercitare i

diritti civili, appartenere a organizzazioni sociali, servirsi di tutele legali, scegliere e decidere,

aiutare e assistere altre persone).

terza sezione

• La è la Scala dei bisogni di sostegno non ordinari di tipo medico

e comportamentale, # considera 15 condizioni di interesse medico e 12 ambiti di

possibili difficoltà di natura prettamente comportamentale che richiederebbero livelli

consistenti di sostegno. # 7

CERTIFICAZIONE DELLA DISABILITÀ

La legge 104/92 definisce il concetto di handicap in riferimento al grado effettivo di

partecipazione sociale della persona, con riferimento a difficoltà soggettive, oggettive,

sociali e culturali; “detta i principi dell'ordinamento in materia di diritti, integrazione sociale e

assistenza della persona handicappata”. La persona con handicap è indicata come # “colui che

presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa

di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un

processo di svantaggio sociale o di emarginazione”.

A regolamentare la procedura per la certificazione di disabilità, presupposto per

l’attribuzione delle misure di sostegno e di integrazione, è il Decreto del Presidente del

Consiglio dei Ministri del 23/02/2006 n.185, “Regolamento recante modalità e criteri

per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap, ai sensi

dell’articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289”. Per ottenere lo

status di persona con disabilità si deve ottenere una certificazione o diagnosi clinica #.

Per averla # bisogna avere una certificazione ad opera della commissione medico-

legale dell’ASL prevista dall’art. 4 della l. n° 104/1992, integrata da un medico

dell’INPS, come introdotto dalla l. n° 102/2009 all’art. 20. # Infine, attraverso il Dpcm

n°185/06, si stabiliscono “le modalità e i criteri per l'individuazione dell'alunno in

situazione di handicap, a norma di quanto previsto dall'articolo 35, comma 7, della

legge 27 dicembre 2002, n. 289”.

DIAGNOSI FUNZIONALE

È la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psico-fisico #

dell’alunno in situazione di handicap (D.P.R. 24/02/1994), un documento che delinea le

modalità di funzionamento delle abilità del soggetto sottoposto ad esame e che sintetizza

queste informazioni all’interno di un “quadro” psicologico-funzionale che consenta di

. La diagnosi

comprendere l’ambito della patologia riscontrata al momento della valutazione

funzionale è uno strumento conoscitivo che punta all’individuazione di determinati

parametri partendo dalla menomazione e dai suoi effetti sul soggetto. I parametri

sono: l’insieme delle disabilità, determinate dalla menomazione o indotte da modelli ed

atteggiamenti culturali e sociali; il quadro delle capacità (con riferimento a recuperabilità,

residui funzionali, settori vicarianti…); la prospettiva di tipo evolutivo delle potenzialità di

Obiettivo

sviluppo per ciascun soggetto, alquanto significativa per l’intervento educativo. :

fornire ai Sistemi Territoriali un quadro clinico che aiuti a orientare determinate

decisioni riabilitative e/o terapeutiche oltre che quelle educative e didattiche.

La diagnosi funzionale è divisa per aree, al fine di consentire in termini analitici il rapporto

.

tra la minorazione e i diversi aspetti del comportamento del soggetto presi nel suo complesso

l’aspetto cognitivo,

Si studia esaminato nel livello di sviluppo raggiunto e capacità di

l’aspetto affettivo-relazionale,

;

integrazione delle competenze esaminato nel livello di

l’aspetto linguistico,

;

autostima e rapporto con gli altri esaminato nella comprensione,

l’aspetto sensoriale,

;

produzione e linguaggi alternativi esaminato nel tipo e grado di deficit

l’aspetto motorio-prassico,

(con particolare riguardo alla vista, all’udito e al tatto); diviso tra

l’aspetto neuro-psicologico,

;

motricità globale e motricità fine diviso tra memoria, attenzione

l’aspetto legato all’autonomia personale e sociale .

e organizzazione spazio-temporale;

Serve a stabilire i processi di apprendimento e/o di adattamento da utilizzare utilizzati

da persone con problemi cognitivi o relazionali e quali strategie vengono adottare, così

come le abilità residue o compromesse e le potenzialità (programmazione didattico-

educativa). Inoltre ha il compito di elaborare un’interpretazione delle cause che hanno

8

determinato o che continuano a determinare le disfunzionalità del soggetto stesso. A

redigere una diagnosi funzionale è l’unità multidisciplinare composta da un medico,

specialista nella patologia segnalata, uno specialista in neuropsichiatria infantile, un

terapista per la riabilitazione e gli operatori sociali. La sua formulazione avviene nel

momento in cui il soggetto interessato accede alla struttura sanitaria per conseguire gli

interventi previsti dagli articoli 12 e 13 della Legge 104/92. Una volta redatta viene presentata

in sede di incontro interprofessionale ( ) all’inizio dell’anno

promossa e presieduta dal Capo d’Istituto

scolastico.

Gli alunni con disabilità e diagnosi funzionale sono seguiti dall’insegnante di sostegno

e viene stilato per essi un PEI.

FAMIGLIE E SCUOLA PER UN’ISTRUZIONE INCLUSIVA

La Legge 107/2015 # Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e

delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti, riconosce come

imprescindibile l’apertura della scuola al territorio ed alle famiglie. # Grazie

all’autonomia, la scuola può perseguire con forza l’obiettivo di costruire alleanze con le

famiglie e col territorio che non si limitino a rapporti fugaci #.

I social network # possono rappresentare una risorsa per favorire l’apprendimento a

360° degli alunni e creare alleanze e relazioni positive tra genitori, familiari, docenti,

volontari e professionisti extrascolastici. #

Esempio di studio di carattere multidisciplinare sull’utilizzo delle nuove tecnologie e di

sistemi comunicativi multimediali nell’apprendimento scolastico ed extrascolastico: la

teoria del carico cognitivo # (Cognitive Load Theory-CLT), sottolinea che i contenuti

vanno selezionati bene e adattati all’alunno.

Secondo il modello delle Buone Prassi # (Canevaro e Ianes), fattori come la

collaborazione in rete e la costruzione di percorsi integrati: # • Strutturazione

ordinaria delle risorse dell’organizzazione; • Continuità, stabilità ed utilizzo flessibile e

intelligente delle risorse umane • Cultura inclusiva Occorre poi quanto segue: •

Corresponsabilizzazione totale di tutti gli attori della comunità scolastica (tramite

documentazione, verifiche e valutazioni continue) • Formazione continua di tutti gli

attori della comunità scolastica come diritto-dovere • Coinvolgimento delle famiglie •

Collaborazione della Scuola con i Servizi e la Comunità • Prassi di customer

satisfaction • Processi integrati rivolti all’apprendimento • Processi integrati rivolti alla

socialità • Processi integrati rivolti all’identità ed al progetto di vita.

La legge 53, approvata nel 2003, evidenzia # uno spostamento dell’asse culturale: da

scuola che offriva la stessa formazione a tutti a scuola che modella la sua offerta sul

singolo.

MODELLI DI RELAZIONE GENITORI-INSEGNANTI – RAPPORTO SCUOLA FAMIGLIA

Modelli comunicati dei genitori, quattro diverse tipologie di interrelazione #

Sfidante –

1. non riconoscono l'autorità dell'insegnante; hanno un vissuto di scarsa

autostima, svalutazione e ansia; loro attribuiscono alle comunicazioni degli insegnanti

un disvalore o un attacco. La presenza nella scuola è finalizzata soprattutto a

sottolineare ciò che non funziona. Strategie: sottolineare le risorse dell'alunno, creare un

clima accogliente.

Sottomesso –

2. entrano in una relazione di dipendenza dalla figura dell'autorità, che

può essere l'espressione di una passività delegante al docente, che sente di avere in

mano la responsabilità educativa dell'alunno, ciò rischia di non promuovere la crescita

dei genitori stessi e delle loro competenze educative. Strategie: non accettare alcun tipo

di delega, lavorare sulle competenze genitoriali. 9

Assente –

3. sono difficilmente definibili proprio perché non si vedono quasi mai a

scuola; la scuola viene considerata come un parcheggio, Manca la condivisione di un

obiettivo con insegnanti, che si sentono impotenti di fronte al disinteresse profondo di

questi genitori nei confronti dell'istituzione scolastica.

Partecipativo –

4. Il genitore si pone con modalità collaborative, attente e interessate

alla scuola, al lavoro dell'insegnante, ai progressi dell'alunno, costituisce un modello

auspicabile; hanno una discreta sicurezza, non temono il giudizio e la valutazione e

cercano l’aiuto degli insegnanti (senza entrare in conflitto) su questioni di

apprendimento, riconoscendo i propri limiti e

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
40 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LisiBisi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologie didattiche per l'inclusione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Balestra Antonio.