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I POSSIBILI PERICOLI.
I VINCOLI E IL QUADRO NORMATIVO: la dimensione legislativa e normativa è importante nel definire un
quadro della situazione di partenza per poi costruire strategie di fronteggiamento.
I fuochi di attenzione non possono diventare una guida nella relazione. Rappresentano la base per
interrogare la propria esperienza di comprensione della situazione e per chiedersi come mai alcuni aspetti
sono oscuri punto in certi casi l'assistente sociale può decidere di proseguire anche in mancanza di
informazioni più precise. Può accadere quando ad esempio si pensa che le persone non abbiano ancora
sviluppato sufficiente fiducia per parlare, perché magari in un certo momento esce non vogliono aprirsi o
preferiscono non affrontare certi temi.
Progettare e attuare in modo collaborativo l’intervento
L'intervento degli assistenti sociali si intreccia con le complesse storie di vita delle persone, che non
consentono un controllo e una pianificazione. La fase che è logicamente seguirebbe la valutazione è quella
di un progetto concordato con i soggetti coinvolti, che continua poi con la messa in atto di ciò che è stato
pianificato. Prima di entrare nel merito del procedimento metodologico, sono utili alcune premesse: infatti,
uno dei rischi più gravi dell'intervento e quello di costruire un impoverimento per le persone, è
un'esperienza che indebolisce il senso di sé e delle proprie capacità appunto per contrastare questo è
importante pensare a proporre un agire che non aumenti la stigmatizzazione è il senso di esclusione dalla
società, ma al contrario contribuisca a rafforzare la persona, a ridarle potere e voce sulle proprie vicende. A
partire da questa logica di inclusione ha senso parlare di un accordo/contratto con le persone, come base
per un progetto d'azione che sia una guida per un percorso di crescita. Verranno infine considerate la fase
di attuazione dell'intervento e il ruolo dell'assistente sociale. Nelle situazioni concrete il disegno
dell'intervento è dinamico e si modifica molte volte in corso d'opera. Il primo punto importante, che è
legata a questa dinamicità, sta nel fatto che la valutazione deve sempre essere considerato un'ipotesi. Si
può dire che il lavoro dell'assistente sociale consiste nel cercare di inserirsi in modo costruttivo entro un
flusso di eventi, ogni volta ride finendo obiettivi e percorsi.
(es. riportato nell'esercitazione con il caso della signora Neri a pagina 130.)
Co-costruire un piano di lavoro insieme alle persone rappresenta un processo complesso e dinamico.
L'assistente sociale ha a disposizione e sviluppa una serie di opzioni di intervento per supportare le persone
rispetto al fronteggiamento dei bisogni. Molto spesso ciò che caratterizza La professionalità dell'assistente
sociale è proprio il fatto di utilizzare le risorse a disposizione in modo creativo adattandole a caratteristiche,
aspettative e desideri delle persone. Le tre possibilità di intervento che è la ricerca ha mostrato essere di
rinforzo, anziché di indebolimento, dell'utente sono dei lavori di sostegno alle reti e le persone ossia: gli
interventi di auto-mutuo-aiuto, gli interventi di advocacy e della cosiddetta policy practice.
Il primo supporto alle persone, quando emerge una situazione di bisogno, o come nel caso delle persone
anziane e dei bambini, viene dalle reti naturali: in primo luogo dalla famiglia e poi dal reti amicali e di
vicinato le reti offrono aiuto materiale, supporto emotivo, informazioni. Perché sia possibile che le reti
naturali mantengano questo ruolo è necessario considerare che esse hanno bisogno a loro volta di consigli,
aiuti e supporto emotivo. È senz'altro da tenere in considerazione il caso di quelle famiglie che sostengono
un loro membro non autonomo, come può succedere nella disabilità o con le persone anziane. Di frequente
ai servizi non arrivano i soggetti che vivono la situazione di difficoltà, i problemi vengono segnalati proprio
da coloro che si fanno carico dell'anziano non autonomo e dei bambini: i cosiddetti caregiver punto punto
uno dei rischi per gli operatori è proprio quello di trascurare queste persone, possono essere genitori in
difficoltà, o figli che si occupano del parente anziano o disabile, per concentrarsi sul soggetto che ha
bisogno, che è visto come più vulnerabile. diventano così coloro a cui dare compiti aggiuntivi e a cui fare
richieste, come accompagnare la persona alle visite ecc.. il rischio è proprio quello di ignorare che i
caregiver stessi hanno bisogno di sostegno, riconoscimento, momenti di riposo per riuscire a portare avanti
il faticoso lavoro di cura. L'incontro con i caregiver non è sempre semplice: spesso le persone che si
prendono cura del proprio congiunto hanno affrontato e costruito in solitudine La soluzione è molti
problemi della vita quotidiana e non sempre sono disposti a ridiscutere il loro modo di fare. Numerose
ricerche hanno mostrato come atteggiamenti aggressivi sono perfettamente comprensibili in un quadro di
tensione, accompagnato da una percezione di essere scarsamente compresi e riconosciuti per l’importante
ruolo sociale ricoperto punto punto in questo senso la difficoltà degli operatori è quella di saper assumere
un ruolo di sostegno leggero senza pensare di dover guidare o dire alle persone come fare, ma sapendo
instaurare rapporti di collaborazione. Il primo passo è proprio quello di partire dai caregiver, dimostrare
interesse nei loro confronti, ed inserire in ogni caso una qualche misura di sostegno al loro rivolta. Il respite
comprende tutte quelle azioni e risorse che si mettono a disposizione delle famiglie delle reti per alleviare
le fatiche e per consentire ai soggetti di avere spazi di tempo a propri disposizione per rigenerare energie.
Gli interventi di sollievo dovrebbero essere rivolti a entrambi i soggetti e offrire un'opportunità di
esperienze diverse per tutti, quindi l'idea è di organizzare offerte flessibili che diano opportunità di
cambiamento alla persona non autonoma, ma tengono anche conto delle esigenze dei bisogni dei
caregiver. Osler rileva come gli interventi di sollievo vadano preparati e supportati perché spesso i caregiver
provano sentimenti contrastanti nell'affidare ad altri la cura del proprio caro, sensi di colpa e timori che la
persona possa soffrire o non essere seguita adeguatamente. Un altro tipo di offerta per la rete di supporto
è legato alla formazione: un esempio sono i corsi di formazione per le persone che assistono anziani affetti
da demenza senile o genitori di bambini con sindrome di iperattività. Sono iniziative specifiche che
riconoscono il fatto che assistere persone con una patologia specifica comporta anche uno sviluppo di
competenze e conoscenze. Ad esempio l'organizzazione di un tutoring domiciliare in cui si è offerta una
consulenza tecnica personalizzata a chi svolge una funzione di cura.
Un secondo tipo di intervento è il supporto tra pari. Si tratta di azioni di differente natura, che hanno però
in comune il fatto che si fondano sull'utilizzo delle capacità che le persone sviluppano fronteggiando delle
difficoltà. Una definizione possibile è che i gruppi di auto mutuo aiuto sono associazioni volontarie di
persone che si riuniscono sulla base del fatto che condividono un certo problema, e che si impegnano a
supportarsi a vicenda in modi diversi per fronteggiare la situazione l'assunto su cui si fonda il processo del
mutuo aiuto, consiste nell'idea che le persone che vivono un bisogno, un disagio o una particolare difficoltà
sviluppano saperi ed esperienze che sono di grande valore per affrontare situazioni simili. In parte l'auto
mutuo aiuto nasce in polemica con l'expertise delle professionalità, che viene percepita come poco utile
proprio in quanto astratta; in particolare, delle autorità professionale viene messo in discussione tutto ciò
che si fonda su una conoscenza scientifica, che sostiene la presunzione che il professionista possa sapere
meglio delle persone stesse come affrontare le situazioni, come risolvere i problemi il professionismo
riflessivo, è un modello che, valorizza le conoscenze e le esperienze di tutti i soggetti e si fonda su un
approccio epistemologico, il costruttivismo, che non riconosce gerarchie assolute nelle forme di sapere. (Es.
Pag.142).
Secondo i fautori dell'auto mutuo aiuto, elementi importanti sono proprio il confronto e la possibilità di
conoscere e discutere esperienze simili alla propria. I principi attivo nell'auto aiuto è dato dal
riconoscimento gratuito tra i partecipanti, dallo sperimentarsi attivi e autonomi nell'aiuto reciproco come
nel convergere con altri sul territorio per produrre beni di comunità. Quando si parla di auto mutuo aiuto ci
si riferisce a un contesto di relazioni paritarie, in cui le persone partecipano allo stesso livello. In che modo i
professionisti possono essere coinvolti e quale ruolo possono ricoprire? In primo luogo, il mutuo aiuto ci
ricorda in modo ancora più chiaro quanto sia importante che anche l'operatore sia in grado di relazionarsi
alla pari con i soggetti del proprio intervento, che sappia avvicinare le persone con l'umiltà di chi riconosce
la parzialità della propria competenza ed esperienza. In secondo luogo, gli operatori devono essere
consapevoli di questa risorsa è utilizzarla al meglio. Conoscere i gruppi di auto mutuo aiuto e imparare a
farne il maggior uso possibile nel lavoro con le persone rappresentano un secondo livello di
coinvolgimento, meno significativo rispetto alla partecipazione ai gruppi, ma senz'altro importante. A volte i
professionisti sono direttamente coinvolti nel gruppo in qualità di facilitatori, ossia moderano la discussione
e sostengono la partecipazione. Lavorare nel sociale comporta una notevole flessibilità è una capacità di
misurare la parte che si gioca anche sulla base delle esigenze delle specifiche situazioni . A volte si tratta di
riconoscere , valorizzare e supportare l'iniziativa delle persone , a volte , nelle fasi iniziali , scritto flessioni
sta su me un ruolo di promotore , sempre attento a girarsi indietro appena il gruppo assume autonomia .
Quali vantaggi ottengono dalla partecipazione hai gruppi di auto mutuo aiuto? Due elementi emergono
come centrali: il primo è che ne traggono una risposta all'esigenza di riconoscimento e di sostegno. Il
secondo aspetto importante invece è di tipo cognitivo, in quanto il confronto con altri porta a ristrutturare
il modo di vedere la propria situazione due punti vedere, ad esempio, che è altre persone hanno trovato
una soluzione a determinati problemi può modificare situazioni che venivano accettate come indiscutibili,
cambiare relazioni date per