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A B.
delle colonne di è uguale al numero delle righe di
Attraverso il prossimo esempio, che servirà anche per rivedere quanto
studiato fino ad ora sulle matrici, andiamo anche a scoprire una
particolarità che spesso trae in inganno l'inesperto studente alle prime armi
con il calcolo matriciale.
Esempio:
Siano date le matrici Copyright©Unimarconi 16
Matematica I - Sintesi
Si vede benissimo da questo esempio che , questo fatto rimane
valido in generale per tutte le matrici.
Dunque possiamo affermare che a differenza del prodotto tra numeri, il
prodotto tra matrici non gode della proprietà commutativa.
Tuttavia rimangono ancora valide molte altre proprietà viste per i numeri.
IL DETERMINANTE DI UNA MATRICE
Una definizione rigorosa di determinante esula un po' da quelli che sono i
reali obiettivi del nostro corso, per cui senza passare per complicate
evoluzioni matematiche, cerchiamo di definire tramite una serie di esempi,
un metodo operativo per arrivare al determinante e per stabilirne la sua
collocazione nel panorama del calcolo matriciale.
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Passiamo ora al calcolo del determinante di una matrice di terzo grado
ponendo però molta attenzione allo sviluppo del calcolo che, a prima vista
a qualcuno potrà sembrare complicato, ma in realtà non lo è affatto.
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Tutto quello che abbiamo fatto non è altro che ricondurre il calcolo del
determinante di una matrice quadrata di ordine 3 al calcolo del
determinante di matrici quadrate di ordine 2.
Sottolineiamo subito il fatto che condizione assolutamente necessaria per il
calcolo del determinante di una matrice è che tale matrice sia quadrata.
Faremo ora chiarezza sul procedimento con il seguente esempio.
Esempio:
Salta subito all'occhio che il calcolo del determinante della matrice di ordine
2 in cui era coinvolto l'elemento 0 della prima riga, non è stato sviluppato
per niente; questo perché rifacendosi alle proprietà del prodotto di uno
scalare per una matrice, il risultato in quanto 0 non avrebbe influito sul
computo finale.
Il calcolo del determinante così eseguito si definisce come sviluppo del
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Matematica I - Sintesi
A A.
determinante di secondo la prima riga di
Se proviamo a sviluppare tale metodo secondo un'altra riga piuttosto che la
prima, scopriremo che il determinante non cambia, tale possibilità di scelta
ci da modo di poter sfruttare caratteristiche della matrice a noi favorevoli
come per esempio prendere in considerazione la riga che contiene più zeri
in modo da diminuire il calcolo in maniera avvolte considerevole.
Il calcolo del determinante di una matrice oltre ad essere uno strumento
indispensabile per numerose applicazioni scientifiche, costituisce anche un
eccellente esercizio di ginnastica mentale se limitato a matrici di ordine non
superiore al quarto, per matrici più grandi diventa quasi indispensabile
passare all'uso del calcolatore elettronico in quanto pensate che, per il
calcolo del determinante di una matrice del quinto ordine, bisogna
calcolare il determinante di sessanta matrici del secondo ordine.
Qui di seguito saranno enunciate senza dimostrarle alcune proprietà del
determinante.
A A
1) Sia una matrice e la sua trasposta, e per trasposta di intendiamo
A
le cui colonne sono ordinatamente le righe di , si avrà che:
la matrice
A ) = det ( );
det ( A
2) Se una matrice ha una colonna nulla, allora il determinante è pari a
zero;
3) Scambiando due colonne un una stessa matrice il suo determinante
cambia di segno;
A e B
4) Siano due matrici quadrate, allora det (AB)= det(A) det(B)
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6. Le successioni
Nella prossima lezione ci proponiamo di introdurre la nozione fondamentale
di limite, strumento cardine della matematica.
Prima di passare a tale concetto andiamo a descrivere, senza troppi
formalismi, quelle che in matematica vengono chiamate successioni.
Il termine successione già di suo richiama alla mente una vaga idea di
oggetti che possono essere elencati uno dopo l'altro con un ordine
prestabilito e ben preciso.
Quindi elencare oggetti di un insieme, vuol dire assegnare ad ogni singolo
elemento dell'insieme un posto ben preciso, di solito contraddistinto da un
numero naturale.
Un elenco di 4 oggetti potrebbe essere
Così facendo, si ottiene una corrispondenza tra i numeri naturali e gli
oggetti dell'insieme...
Un qualunque insieme di elementi elencabile, viene chiamato successione.
Il formalismo che viene usato più spesso per indicare una successione è
o anche si può usare il formalismo di derivazione insiemistica
n
come termine generale della successione, ed l'indice della
Definiamo
successione stessa.
Nella stragrande maggioranza dei casi, una successione può essere
descritta mediante una formula esplicita (detta anche formula chiusa) del
tipo Copyright©Unimarconi 21
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n
La successione precedente assegnando a i valori ammissibili, si sviluppa
nel seguente modo:
Una successione, oltre che attraverso una formula chiusa, può essere
ricorrenza.
definita per
Tale procedimento per i casi più semplici, può essere ricondotto a due fasi
successive: di partenza;
- si assegna il valore ci permette di conoscere
,
- e si formalizza una legge che, noto
ricorsivamente .
Quanto detto sopra è sufficiente per ora a dare un'idea del concetto di
successione, qui di seguito andremo ad analizzare le caratteristiche (o
proprietà ) di una successione, mediante tale analisi rafforzeremo
ulteriormente tale concetto.
Proprietà delle successioni
Successioni monotòne. crescente in senso stretto
Una successione si dice se all'aumentare
n aumenta il valore di .
di
Questa proprietà è facilmente descrivibile attraverso la disuguaglianza
ossia ogni termine della successione è maggiore al suo
precedente.
In alcuni casi, è possibile osservare delle successioni nelle quali, passando
da un termine al successivo, il valore oltre che aumentare può anche
rimanere invariato Copyright©Unimarconi 22
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crescente in senso debole
in questi casi la successione, viene detta ( o
non decrescente
anche ). decrescenti in senso
Allo stesso modo possiamo definire le successioni
stretto non crescenti
e decrescenti in senso debole (o anche )
def.: monotona
Una successione di dice se è crescente o decrescente, sia
in senso stretto che debole.
Successioni limitate
Può verificarsi che, data una successione generica , i termini di
K:
tale successione, non superino mai un numero
limitata superiormente.
in questo caso la successione si dirà
L'interpretazione geometrica di tale proprietà è immediata: tutti i punti
del grafico della successione si trovano sotto la retta orizzontale
y=K.
K maggiorante
in questo caso viene anche detto per la successione. H
Allo stesso modo è facilmente intuibile che possa esistere un numero al
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disotto del quale nessun termine della successione potrà mai scendere, in
limitata inferiormente:
tal caso la serie si dirà
H minorante
ed sarà un di tale successione.
Quanto detto fino ad ora, non vieta, anzi ci legittima a pensare che
possano esistere successioni che sono soggette a limitazioni sia
inferiormente che superiormente, e che quindi tali successioni abbiano
maggiorante K minorante H.
contemporaneamente sia un che un
Una successione limitata in questo modo, sta in una zona del piano
y=K y=H
cartesiano delimitata dalle rette e
Proprietà asintotiche delle successioni
Tranne che per casi rari e particolari, di una successione , non si
vanno a studiare proprietà di singoli elementi, piuttosto si vanno ad
n
a condizione che sia
analizzare le proprietà di cui gode
sufficientemente grande.
def.: proprietà asintotiche
si chiamano di una successione quelle proprietà
che sono possedute dai suoi termini da un certo valore dell'indice in poi,
n.
ovvero per valori alti dell'indice
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In pratica per una successione, una proprietà è asintotica se è posseduta
da tutti i suoi elementi fuor che un numero finito degli stessi.
Successioni convergenti
def.: A
una successione si dice convergente al numero reale se,
A
, la distanza di da è definitivamente minore di . Tale
affermazione, è facilmente sintetizzabile tramite la seguente notazione:
Attenzione, è importantissimo notare che, da nessuna parte si afferma che
A,
debba per forza raggiungere il valore ma soltanto che vi si avvicina
indefinitamente. Naturalmente potrà capitarci di trovare una successione
n
che da un certo in poi verifichi la condizione
Anche in questo caso per rendere più chiaro il concetto, andiamo a
rappresentare geometricamente quanto detto sopra.
Dire che , significa che, comunque presa una striscia
, almeno da un certo
orizzontale che abbia come mediana A e ampiezza
termine in poi, tutti i punti del nostro grafico, cascano all'interno della
striscia.
Nel prossimo paragrafo, andremo ad analizzare una particolare proprietà
che caratterizza le successioni convergenti, e che riguarda proprio la loro
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criterio di
stabilità in convergenza, tale proprietà, è conosciuta come
convergenza di Cauchy.
Criterio di convergenza di Cauchy
I termini di successioni convergenti, sono normalmente
caratterizzati dalla proprietà di stabilizzazione detta anche proprietà di
Cauchy, in sostanza tale proprietà sottolinea il fatto che, se si vanno a
considerare i termini abbastanza avanti nella successione, la differenza in
modulo tra i termini è piccola.
Teotema: condizione necessaria e sufficiente affinché la successione
sia convergente è che risulta definitivamente ,
m,n
ovviamente presi sufficientemente grandi.
Successioni divergenti def.: una successione si dice divergente
M
se, per ogni numero reale si ha definitivamente
a
Anche in questo caso possiamo scrivere:
Velocemente citiamo anche un particolare tipo di successioni.
Successioni irregolari
def.: una successione si dice irregolare se non converge e ne diverge, in
tal