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FONDAZIONI E CONSOLIDAMENTI FONDALI

La solidità di un edificio comincia dalle fondazioni. Alberti conosce gli effetti dei carichi concentrati. Per evitare cedimenti fondali consiglia di eseguire:

  1. Pozzi muratura da riempire in pietrame;
  2. Pali o travi per palificazioni;
  3. Archi a cavallo dei settori più deboli che hanno ceduto.

MURATURE IN PIETRA E IN MATTONI

Alberti elogia le murature a conci di pietra impiegate a Firenze, richiamano l'antica, poderosa massa delle costruzioni etrusche che conferiscono bellezza e solidità alla città. Alberti consiglia l'impiego di simili tessiture anche per le fortificazioni. La lavorazione e la dimensione dei conci hanno anche un effetto psicologico sul nemico: incutono terrore.

Alberti consiglia la pulitura di qualsiasi pietra per salvarla dalla corrosione. Le pietre vanno naturalmente fissate con grappe e caviglie. Costruzioni in pietra che incutono terrore a chi si accosta, sembrano fortezze, carattere di.

Palazzo Medici Riccardi

Palazzo Medici Riccardi

Solidità. Michelozzo di Bartolomeo - Palazzo Medici Riccardi dal 1444

Grande palazzo delle dimensioni di un isolato. Si abbandona il gotico per adottare l'arco a pieno centro. Poche aperture, la parete basamentale era il luogo delle attività di queste famiglie, cassaforte con pochissime aperture.

Impianto: non più edifici concepiti secondo il lotto gotico, qui modello domus romana, camere regolari disposte attorno al cortile loggiato porticato, ghiere a tre conci, sculture David di Donatello al centro.

  • In pietra forte (o macigno)
  • Loggia angolare conclusa da Michelangelo nel 1516-17
  • Panca per cliens e la cittadinanza
  • Tre diversi gradi di finitura
  • Bugne sporgenti anche 30 cm, con buco di sollevamento con tenaglie autoserranti
  • Conci "politi" (sollevamento con olivella)
  • Bifore medievali con arco a tutto sesto
  • Cornicione all'antica

Del tutto assente l'ordine architettonico.

STROZZI

Il modello Michichelozziano di Palazzo Medici è ripreso da Benedetto Maiano (Firenze, 1489). Simmetria su impianto rettangolare.

DA PALAZZO DI PARTE GUELFA A PALAZZO PITTI (1458-69)

La prima applicazione dell'ordine architettonico alla facciata di un palazzo è quella del Palazzo di Parte Guelfa, al quale lavorò anche Brunelleschi (dopo il 1430, rimasta incompleta).

Il cantiere di Palazzo Pitti inizia prima del 1458 e si arresta nel 1469 (all'ultimo piano sarà eseguito un secolo dopo). Il progetto è stato attribuito a Brunelleschi, ma molti elementi sono riconducibili ad Alberti.

  • Arcata all'antica
  • Uso discreto dell'ordine nell'imbotte delle aperture
  • Lastre in pietra forte per tamponamento

Bugne, opera portante, pilastri che reggono le arcate e opera ficta di tamponamento.

PALAZZO PITTI

  • Conci ciclopici (di diversi metri di lunghezza, sporgenti anche 50 cm)
  • Bozze in pietra forte (cavate sul posto) su tutti i piani

Muri spessi per reggere le volte;

  • Volte disposte su tutti i piani;
  • Balconate di distribuzione esterna.

OPERE FIORENTINE: PALAZZO RUCELLAI, Bernardo Rossellino

Nulla di simmetrico, lavora su pre esistenze, tecnica di accorpare lottigotici e creare una unica casa rinascimentale. Nuova residenza ma nonsimmetrica.

“ D’otto chase n’o fatto una, chè 3 ne rispondevano nella via dellavigna…” scriveva Giovanni Rucellai nello Zibaldone Quaresimale, diarioredatto a partire dal 1457.6 proprietà erano state acquistate fra il 1428 e metà degli anni 40 del XVsecolo e accorpate alla casa avita; gli interni riorganizzati attorno alnuovo cortile sotto la direzione di cantiere di Bernardo Rossellino entro il1452.

“Giovanni di Paolo murò il palazzo della Vigna e la loggia: il disegno diLeon Battista Alberti” (anonimo cronista del XVI sec. Notizia confermatadalle Vite di Vasari)

Nel 1455 fu eretta la facciata, scandita in tre

fasce orizzontali (come palazzo medici), con l'innovativa e rigida griglia di assi verticali definita dalla sovrapposizione dei tre ordini di piatte e lesene a serrare le bifore concluso da archi a pieno centro. Una reinvenzione moderna del palazzo antico, ribadita anche dall'evocazione dell'opus quadratum pseudoisodomo e nel falso opus reticulatum basamentale.

Facciata originaria a 5 campate, subito ampliata a 7 e prevista ancora più ampia, come rivela l'andamento dentellato del bordo orientale del rivestimento, interrotto fra il 1465 e il 1470. Rivestimento di conci in pietra forte ancoraggio alla muratura mediante staffe di ferro.

Prima sovrapposizione di tre ordini all'antica, che con le cornici formano una griglia modulare. Finestre del primo piano a 1,70 m dal pavimento (appartamento invernale).

Portale a volte ioniche con architrave in tre blocchi sormontato da sopraluce di alleggerimento. Il taglio delle pietre non coincide con il disegno degli elementi architettonici.

Sia per una convenienza nella scelta dei formati lapidei, che per mascherare le connessioni. Il paramento dell'edificio ispirò Rossellino nel progetto per il palazzo Piccolomini di Pienza, eretto a partire dal 1459-60. Mai completato, il fianco destro della facciata non è finito, previsto un ampliamento ulteriore, esterno ordinato per addossamento parete lapidea.

Piano terreno, magazzini con poche aperture, piano nobile inquadrato da bifore. Ordine architettonico a più registri, sovrapposizione ordini.

PALAZZO PICCOLOMINI A PIENZA

Il palazzo venne edificato fra il 1459 il 1462 da Bernardo Rossellino (già al servizio di Niccolò V per San Pietro a Roma) sulla piazza più grande della borgata. Tre facciate sono rivestite di tufo locale (di facile lavorazione), le cornici della trabeazione sono in travertino bianco di Radicofani per meglio resistere alle piogge. Sopra l'architrave del portale principale è stato costituito un arco di scarico.

ribassato. Sulla piazza una delle due porte è finta. La panca per i clientes raccorda il volume della facciata principale all'apendenza della strada. Qui si apre l'accesso all'andito che conduce al cortile interno quadrato con loggia maggiore che precede la loggia rivolta al giardino. Tutte le camere del piano terra sono voltate, prevalentemente a botte con unghie. Scala a due rampe per l'accesso ai piani superiori. Ricorda palazzo Rucellai. Ispirazione a Leon Battista Alberti

LOGGIATO SUL GIARDINO

Nel cortile le colonne in travertino di Radicofani sono monolitiche, tecnica rocchi sovrapposti, mentre nella loggia sul giardino sono realizzate a rocchi sovrapposti (primo cantiere del 400 in cui viene utilizzata questa tecnica), come quella della loggia del palazzo del Comune. Per le cerimonie all'aria aperta. Loggia monumentale. Collegare le cucine con ogni piano del palazzo

LE CUCINE

Al secondo registro l'esecuzione di archi ribassati al di sotto degli archi a tutto sesto

Serve per impostare il solaio del secondo piano ad un livello più basso rispetto alla chiave degli archi a tutto sesto.

Sovrapposizione treregistri di colonne

Il palazzo è dotato di cucine disposte ad ogni piano in un volume edilizio indipendente sporgente verso il giardino è collegato alle logge (tutto conforme a quanto suggerito da Francesco di Giorgio ed Alberti circa la giusta distanza delle sale (per non avere in tavola vivande troppo calde troppo fredde e per non udire lo strepitio degli sguatteri) con passaggi coperti per proteggere i cibi.

GIARDINO PENSILE

Sotto al giardino sono le scuderie coperte con volte a crociera su pilastri. Tra il giardino alle scuderie è un'intercapedine con un sistema di volte a crociera, ma su pilastri più bassi, che forma un'intercapedine nella quale vengono raccolte le infiltrazioni d'acqua che defluiscono all'esterno attraverso canali o evaporano per effetto della ventilazione.

PIENZA: LA CITTA'

Le vie di servizio: strette e tortuose, servono per il passaggio deicarri e per il trasporto delle merci. Devono essere ben pavimentate eilluminare di notte.

“che tengono da piazza” : devono essere circondata da portici elogge. Le strade dovranno essere lastricate, preferibilmente porticati, con icasamenti di qua e di là tutti i tiranti ad un filo e non più alti l'uno chel’altro. Si allargano nel punto massimo di curvatura diventando una piazza.

• chiesa a sbalzo nella porzione absidale, problemi di cedimento del terreno.

DA CORSIGNANO A PIENZA

Il borgo di Corsignano viene trasformato in Pienza da Papa Pio II Piccolomini a partire dal 1459 dopo che ebbe constatato le precarie condizioni igienico sanitarie in cui vivevano i suoi concittadini.

Una strada maestra e altre secondarie, a volte senza uscita evidente. La piazza trapezoidale diventa il perno di tutta la sistemazione urbana, il cui asse viene qui piegato offrendo la città secondo vedute prospettiche di scorcio, senza consentire di scorgere contemporaneamente i due capi del corso principale.

PIENZA: LA CITTA’ IDEALE

La piazza di Pienza è

realizzata in opus spicatum in riquadri delimitati da cordoli in travertino. Il tutto forma una scacchiera simile a quella impostata nelle costruzioni prospettiche pittoriche. Il pozzo costituisce una sorta di riferimento metrico. Concetti di prospettiva, maglie in cui si dispongono gli edifici in prospettiva.

IL LATERIZIO SECONDO ALBERTI:

Per Alberti nessun materiale è però conveniente come il mattone (se ne erano accorti anche i romani); come facevano gli antichi per gli edifici pubblici occorreva porre cura all'esecuzione dei mattoni (anche di dimensioni maggiorate), tagliandoli e levigandoli con la "rena" quando erano ancora caldi, operazione che li rende lisci e

Dettagli
A.A. 2021-2022
31 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francesca.rizzo5 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Togliani Carlo.