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Stilobate: il piano sul quale vengono appoggiate le basi

 delle colonne. Il termine stilobate deriva dalla parola greca

stilo (colonna). Vitruvio ci dice che non deve essere

completamente piano ma deve essere leggermente

convesso in quanto deve lasciar scorrere l’acqua in caso di

pioggia. Già dall’antichità, infatti, si sapeva che l’acqua era

un nemico per le costruzioni e rischiava di danneggiarle a

causa dell’erosione;

Colonnato: è fatto da elementi pieni e vuoti che grazie alla

 proporzione tra di loro crea armonia. Sopra le colonne è

posizionata la trabeazione: un elemento orizzontale

composto da fasce diverse, che ha lo scopo di sopportare i

carichi in maniera continua e di scaricarli agli elementi

sottostanti. Probabilmente si usavano oltre alla pietra

elementi metallici e di legno.

Copertura: permette il displuvio delle acque ed è composta

 dal timpano: superficie triangolare che chiude la struttura e

che partecipa a realizzare la struttura del frontone: struttura

all’interno del tempio, che corona il colonnato. Il sistema di

copertura, fatto da travi, poteva essere anche fatto di pietra,

rame o terracotta.

Naos: la cella.

La colonna è un elemento fondamentale, non è un pilastro o un semplice

supporto, la sua particolarità è la sezione circolare. La differenza tra colonna e

pilastro è che la colonna ha delle proporzioni predeterminate tra il dinametro alla

base e la sua altezza. Se le colonne all’interno del tempio hanno diametro

diverso ne deriva quindi che anche le loro altezze variano, e quindi in quelle più

basse si collocano uno sopra l’altra due ordini diversi, opportunamente

proporzionati, che complessivamente andranno a corrispondere alle richieste

dell’edificio. La colonna è scanalata (la scanalatura veniva realizzata una volta

che le colonne erano già pronte e il tetto era già messa su) e serve per slanciare

la figura in quanto riduce le proporzioni tra larghezza e altezza. Vitruvio ci parla

del sistema degli ordini: un sistema razionale, flessibile, elastico, ma anche

molto rigido e canonizzato. Tra di essi si distinguono:

Dorico: l’ordine più semplice, usato per gli edifici dedicati alle

 divinità maschili (ad eccezione di Atena). Le sue proporzioni,

anticamente, rimandavano al rapporto 1:6 tra diametro di base e

altezza, che poi si è evoluto a 1:7. Appoggia direttamente sullo

stilobate, colonna e capitello sono separati da un collarino: elemento

formale. Il capitello è un punto in cui il peso si concentra e lascia la

echino

possibilità di lasciare del vuoto. È composto da due parti:

abaco

(sezione circolare che fa parte della colonna) e (pianta

quadrata, circoscritto rispetto alla base circolare dell’echino,

permette l’appoggio in piano secondo delle regole che ne assicurano

l’orizzontalità). Sopra si trova la trabeazione, anche essa composta

l’architrave

da tre parti: (elemento portante vero e proprio, fatta da

il fregio

blocchi rettangolari, lisciato, connessi l’uno all’altro),

(elemento a nastro orizzontale sopra l’architrave, sistema di

protezione della struttura di copertura del deambulatorio che si

pone ortogonalmente all’architrave, per coprire le travi che si

poggiano sull’architrave. Si alternano:

Triglifi:

 elemento architettonico quadrangolare, sporgente, con

scanalature verticali, può essere di terracotta o di pietra.

Metopa:

 formelle nelle quali venivano inserite delle rappresentazioni

di miti che si legavano alla storia della divinità o della città.

Cornice:

 elemento che sporge fisicamente rispetto

all’architrave e al fregio, fatta da modanatura

diverse che permettono di far confluire le acque.

Ionico: ordine legato alle figure femminili, più slanciato.

 Vitruvio analizza le proporzioni e arriva a definire il

rapporto di 1:9. Ha un capitello molto articolato: ha un

una gorgiera

collarino molto elaborato, (la indossavano i

cavalieri per proteggere il collo dal colpo delle lance) e il

“l’acconciatura”.

capitello ha È così complicato perché la

spirale ionica a passo continuo è la figura geometrica più

difficile da costruire e inoltre non è simmetrico rispetto ad

un asse centrale e mette in crisi sugli angoli  soluzione:

mettere in diagonale. Non è la prosecuzione dell’ordine

dorico ma i due coesistono.

Corinzio: ordine che ha origine greca, era il più amato

 dagli imperatori romani perché permette di costruire

colonne più alte e snelle, con un rapporto di 1:9. Hanno

una base più complessa e articolata dove si può

collocare il fusto più in alto rispetto allo stilobate e

anche il capitello ha proporzioni più accentuate verso

l’alto che permettono di posizionare più in alto

l’architrave. Si inizia ad utilizzarlo durante l’età

augustea e il suo nome deriva dal suo inventore:

Corinto. Vitruvio però ci dice che questo capitello è

stato inventato da Callimaco e l’invenzione si lega a

una vicenda particolare: Callimaco asseconda la

scoperta di un oggetto che mescola artificio e natura,

un giorno si trova di fronte alla sepoltura di una

ragazza molto giovane la quale era molto legata alla

sua

nutrice. Questa in sego di devozione le porta in omaggio un cesto dove ci

sono i suoi giocattoli e i suoi ricordi più cari. La nutrice, per far si che questo

cesto non venisse profanato, pone sopra una tegola. Con il passare del

tempo cresce su questa tegola della vegetazione a forma di spirale,

avvolgendo il cesto e rendendolo un oggetto magico. Da qui Callimaco

prende ispirazione per creare il capitello corinzio che, come gli altri capitelli,

è formato da un grande echino (cesto) e un abaco (tegola). Attorno alla

geometria del cesto ci sono elementi fogliati e delle volute che richiamano

quelle ioniche. Tutto ciò che è adornato dalle foglie ha una sua forma, molto

complessa, che mette in relazione due basi circolari a due altezze diverse,

legate tra loro da degli elementi curvi (tipo cesto da basket).

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Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

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