STORIA DELL’ARCHITETTURA
Lezione 1 – 20/09/24
Architettura Antica (VI sec. a.C. – I sec. d.C.)
Il trattato di Marco Vitruvio Pollione: “De Architectura libri decem” (27 a.C.)
Trattato: è un’opera letteraria scritta che si occupa e quindi tratta di una materia o disciplina
esponendone la teoria. È un testo che decide di illustrare delle regole e norme che riguardano
un’arte, ovvero un’attività che è possibile praticare in modi diversi. Il trattato, se vuole avere
un carattere di riferimento per un praticante, deve avere delle indicazioni per una verifica
pratica della teoria esposta. Dunque, è un’opera nella quale si espongono metodicamente i
rapporti tra gli aspetti teorici e pratici di una disciplina, mettendo in relazione queste parti
“accordo tra due parti diverse”.
diverse. Il termine trattato significa
Marco Vitruvio Pollione
Architetto nato a Formia (più probabilmente a Fano), vissuto tra 80 e 20 a.C., durante un
periodico critico per la storia della Roma antica, ovvero tra il governo di Giulio Cesare e quello
ordo
di suo nipote Ottaviano Augusto, a cui è dedicato il trattato. Doveva appartenere alla
vitorum, scriba armamentarius:
era uno carica da funzionario presso un magistrato. Faceva
parte di una struttura militare organizzata al seguito di Giulio Cesare e dovette partecipare a
delle campagne che lo portarono in Asia Minore. Fu attivo nel campo delle opere per la
gestione delle acque (ingegnere idraulico) che al tempo erano competenze dell’architetto.
Scrisse il trattato tra il 35 e il 45 a.C., composto da 10 libri: furono scritti in latino e ci sono
arrivati senza illustrazioni anche se, leggendo questa opera, si evince che qualche
illustrazione ci doveva essere in quanto Vitruvio mentre scrive fa riferimento a delle tavole. I
destinatari dei 10 libri sono:
I futuri architetti;
Gli ingegneri;
Politici e amministratori: coloro che dovevano occuparsi di far costruire nuovi edifici.
Non si tratta più di un testo poetico ma un’opera coincisa con linguaggio accessibile a tutti,
opera per persone pratiche con molti interessi, impegnate nelle cariche pubbliche e quindi
con poco tempo a diposizione. Durante il medioevo, il suo trattato venne copiato e trascritto
dai monaci amanuensi, deformandolo e cambiandone il contenuto. Per questo motivo, nel
Rinascimento, gli esegeti dovettero rileggerlo per capire quali parti erano state mal trascritte e
mal tradotte, in modo tale da correggerlo e custodirlo nelle biblioteche medievali. La
riscoperta di Vitruvio avvenne nel 400, la sua pubblicazione e stampa iniziò con l’Umanesimo
e nel 1527 alcune edizioni vennero anche illustrate. Due edizioni sono molto importanti
perché illustrate:
L’edizione di Como 1521;
L’edizione del 1567 curata da Daniele Barbaro e con illustrazioni di Andrea Palladio.
È una delle opere più studiate da accademie, scuole e architetti. È un testo così noto perché
ancora oggi lo possiamo definire moderno, con concetti esposti in maniera chiara e semplice,
messi a disposizione del lettore. È la prima opera che mette in relazione componenti diverse
della cultura che riguarda l’architettura e le espone cercando di divulgare tutto ciò che ne
concerne. Vitruvio si pone un duplice obbiettivo:
1. Raccogliere l’eredità secolare e farsi da interprete di una tradizione consolidata;
2. Dare un assetto nuovo e unitario a forme di sapere che sono diverse.
Fino a quel momento le architetture erano descritte in diverse opere, lui invece cerca di unire
corpus unitario
tutto in un nonostante lui scriva prima 7 libri e poi successivamente gli ultimi 3
per raggiungere l’ideale numero 10. Riscontrò alcuni problemi nel tradurre dal greco al latino
e quindi coniò nuovi termini.
Contenuto dei dieci libri
Gli argomenti dei libri sono vari:
Carattere teorico: si definisce che cos’è l’architettura, la figura dell’architetto e la città;
Carattere tecnologico: analizza i diversi tipi di materiali (calcina, sabbia…), scavi e
fondazioni;
Carattere tipologico: definisce delle famiglie di edifici che si assomigliano per
funzione d’uso e fa una divisione tra edifici sacri e civili (anche se all’epoca molto
spesso gli edifici civili venivano consacrati) e edifici pubblici da quelli privati.
I Libro: custodisce il nucleo della teoria, espone l’idea dell’architettura e si sofferma
sulle competenze che deve avere un architetto. L’architettura è una scienza, adornata
di molte cognizioni, discipline e ammaestramenti, e con cui si regolano molti.
fabrica) (raziocinatio).
L’architettura si compone di parte pratica ( e parte teorica
L’architettura si compone del fare e della consapevolezza del fare e non può esistere
uno solo dei termini. Passa poi a parlare della figura dell’architetto che deve essere
docile e ingegnoso, l’ingegno non può esistere senza ammaestramento.
L’ammaestramento è un processo lungo e faticoso, perché varie discipline adornano
l’architettura (necessità di avere una cultura eterogenea). Le competenze
dell’architetto sono molteplici: deve avere lettere, deve essere bravo nel disegno, nella
historiae
geometria e conoscere l’aritmetica e molte essere cosciente di ciò che sta
facendo, conoscere filosofi, deve avere un animo grande e non avaro, conoscere la
musica, la medicina, leggi e giurisprudenza e la ragione del cielo e delle stelle
(astronomia). Torna poi a dare definizioni sull’architettura: ordinamento, disposizione,
(commudulatio),
simmetria convenienza, distribuzione. L’architettura si rappresenta con
pianta, sezione e prospetto, ed è composta di parti, tutte queste cose devono essere
firmitas, utilitas, venustas
disposte in modo tale che l’architetto abbia riguardo alla
(grazia, eleganza, simmetria, mettere in relazione le parti tramite rapporti armonici).
L’architettura è la sintesi tra questi tre elementi.
II Libro: libro tecnologico, si parla della materia delle quali si fanno le fabbriche e di
che uso si deve fare di questa materia. Interamente dedicato ai materiali.
III-IV Libro: parla degli edifici sacri, come disegnare le case degli dèi: i templi e il loro
sistema logico e costruttivo e degli ordini (ionico, dorico, corinzio e tuscanico).
V Libro: distingue edifici pubblici e civili, opere comuni: foro, curia, carcere, teatro (si
sofferma sull’acustica il canto e l’armonia), i bagni, le palestre e i porti.
VI Libro: parla degli edifici privati: case, la loro disposizione e solidità.
VII Libro: argomento di carattere tecnico, trattamenti delle superfici, delle pareti, intonaci e
rivestimenti.
VIII Libro: parla dell’acqua e del suo rapporto con la costruzione, idraulica, erosione
dell’acqua. L’architettura nasce anche per controllare il displuvio delle acque.
IX Libro: parla della geometria, alla base della formazione degli architetti antichi. Si
sofferma anche sull’astronomia, gli orologi, le macchine per misurare il tempo
l’architetto costruisce nel tempo e con il tempo.
X Libro: parte integrante del mestiere dell’architetto è costruire anche le macchine da
cantiere e le macchine da guerra.
L’architettura del tempio sotto la lente dell’utilitas vitruviana
Vitruvio parla dell’architettura dei templi nel III e nel IV libro.
I templi sono degli edifici che da secoli sono stati letti come simbolo di razionalità ed equilibrio.
Per che cosa e a chi era utile un tempio?
Era un edificio destinato al culto divino delle divinità pagane per celebrare i relativi riti e culti.
Il culto degli dèi pagani aveva la sua celebrazione più evidente nel mito: racconti sulle vicende
degli dèi. Le divinità erano antropomorfe e quindi era molto importante la loro
rappresentazione plastica. Il tempio, quindi, nasce come luogo di riparo e custodia
dell’immagine della divinità: molte statue venivano poste di fronte al tempio per evocarne le
storie.
Poteva essere uno spazio aperto o delimitato ed era importante anche la sua osservazione
dall’esterno in quanto i fedeli non potevano entrare nella casa degli dèi. L’architettura dei
santuari teneva anche in considerazione della grossa affluenza delle persone. Nel corso dei
secoli gli uomini hanno sempre cercato di costruire cose o di trovare immagini che potessero
rappresentare la casa degli dèi sulla terra.
Urna funeraria
Molto precedente ai templi del VI secolo (periodo in cui si iniziano a costruire
edifici interamente in pietra), struttura con porta (collegamento tra interno ed
esterno che separa due dimensioni). Sopra c’è una copertura a due falde con
un foro ed è presente un pavimento. Erano oggetti destinati a contenere ceneri
di un defunto.
Edicola votiva
Anche qui è presente una porta, un tetto a falde (riporta alla forma del triangolo
che vuol dire simmetria) con un foro e in più abbiamo una piattaforma con dei
gradini per staccare la struttura dal suolo (per ragioni che hanno a che fare con
utilitas, venustas e firmitas): serve per allontanare l’edificio dall’umidita del suolo
ma anche per innalzarlo in senso simbolico. Sul fronte dell’edificio ci sono due
colonne che vanno a valorizzare l’entrata. Le colonne possono avere diverse
funzioni:
funzione portante: sorregge la struttura;
funzione di riparo: ripara dal sole;
funzione di sosta: momento di pausa prima di entrare nella casa della divinità, è uno
spazio di soglia dove qualcuno potrebbe recitare una preghiera, chiedere una grazia... è
anche uno spazio che incute paura, un’anticamera, delimita una soglia.
I Templi
La casa degli dèi immortali è costruita in modo diverso da quella degli uomini (non sono isolate,
non hanno tetto spiovente...) anche se gli dèi sono rappresentati con immagini antropomorfe.
naos)
Quando Vitruvio descrive i templi da per scontato che ci sia una cella ( e un colonnato
che si mette in relazione con la cella e che abbia a che fare con il passaggio e con
l’osservazione dall’esterno. I parametri che gli servono per ordinare le case degli dèi sono:
1. Principia: i principi, criteri;
2. Figurarum Aspectus: i principi dei quali è formato l’aspetto delle loro figure, criteri in
base alle loro configurazioni, figure che sono utili a classificare i templi ovvero le piante
si trovano delle famiglie con cui classificare gli edifici.
Alcune di queste sottocategorie sono:
in antis
Tempio : viene costruita su uno stilobate
(piattaforma), sulla quale viene posizionato il naos,
all&rsq
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