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ANALISI DELL'OPERA
- Il Lazarilllo è il modello su cui verrà conformato il romanzo picaresco.
Modello letterario complesso e ricco al punto da poter essere interpretato in
modo diverso. MA il Lazarillo è un romanzo picaresco? Dipende da cosa si
intende per romanzo picaresco. Se il protagonista viene da una famiglia
umile, vive in una situazione di marginalità, affronta avventure e l'obiettivo è
il soddisfacimento dei bisogni primari, allora il L. è un romanzo picaresco. Il
termine "picaro" deriva da 'picar' che significa beccare -> rubare: infatti il
picaro è un ladruncolo ma non ruba a mai veramente (diverso da altri picari).
- La narrativa deve avere una struttura ben precisa (secondo Aristotele): il
racconto deve avere un planteamiento, desarrollo, punto di alta tensione e un
desenlace.
Questo libro di poche pagine ha una impostazione del modulo narrativo:
1. forte autonomia del racconto, che appare privo delle impalcature comuni
nei libri (digressioni, giustificazioni letterarie o morali, ecc.)-> autonomia
romanzesca;
2. uso di un <<io>> narrativo particolarmente spietato, veicolo di una
finizione autobiografica; 17
3 . anonimato di cui l'autore si circonda;
4. presenza di un destinatario dell'opera, immaginario o reale, che affiora con
insistenza lungo l'arco del racconto.
- Il L. dà origine alla storia del romanzo--> l'autore concepisce la storia con
elementi originali, parlando di un protagonista e personaggi minori di cui si
era parlato poco prima:
Umili della società a lui contemporanea;
Storia dell'oggi: L. va a Salamanca e Toledo (città dove risiede la corte,
capitale della cristianità spagnola - il libro finisce evocando l'ingresso a
Toledo di Carlo V.);
Storia che inizia dall'infanzia del protagonista, narrando la storia di un
bambino: inizia come una sorta di parodia del romanzo cavalleresco dato che
L. nasce illegittimo perché figlio di genitori illegittimi la cui unione non è
ufficiale;
Origine illegittima e bassa del protagonista lo delinea un antieroe.
- Probabilmente il titolo non lo ha scelto l'autore perché solo una volta viene
chiamato "Lazarillo".
- Libro diviso in 7 capitoli, tratados, con una lunghezza varia: probabilmente
l'autore voleva scrivere una lunga lettera al lettore. Poi gli editori hanno
capito che si trattava di un romanzo, anche perché l'ultima frase del capitolo
precedente è legata a quella del capitolo successivo. Quindi, pur mantenendo
in apparenza la struttura autonoma del 'tratado', ogni avventura forma con
tutte le altre quel <continuum> che chiamiamo romanzo.
- Il romanzo si presenta come una lettera che il protagonista scrive per
soddisfare la curiosità di un personaggio il cui nome non viene indicato, ma a
cui si rivolge con "Vuestra Merced", cercando di chiarire nel dettaglio un
incidente in cui si trova coinvolto nei pettegolezzi della città: la relazione
ipotetica tra sua moglie e il signore che entrambi servono, l' Arcipreste di San
Salvador.
PROLOGO --> inizia con 'Yo', una affermazione di soggettività. Per la prima
volta, un autore scrive 'io' parlando di cose che hanno niente a che fare con la
sua vita vera. Egli, poi, non trascura il fatto che chi parla in prima persona ha
bisogno, per essere credibile, di un interlocutore a cui rivolgersi: un
misterioso "Vuestra Merced", un ipotetico signore a cui l'opera è dedicata, o
piuttosto raccomandata e rivolta.
L'autore dice di voler dare una testimonianza. Per giustificarla dice che si
tratta di cose mai sentite, inaudite: autore crea delle attese che però verranno
disattese bc racconta delle cose vere mai raccontate MA che tutti sanno.
Questo è tipico della letteratura comico-satirica. 18
L' 'io', se per metà è ancora quello dell'autore vero, per metà già veste i panni
di Lazaro de Tormes, adulto che scrive e qualifica la propria storia: modello di
scalata sociale dalla miseria all'agiatezza. Infatti, l'allusione, nel passo
conclusivo, ai meriti di chi si fa strada partendo dal nulla (nonostante la sorte
avversa) è la morale, il vero fine dimostrativo di tutto il libro.
- Progressivamente si crea un distanziamento tra autore e protagonista; in
questa presa di distanza c'è tutto lo spazio per la critica della realtà che lo
circonda: il protagonista è protagonista della sua vita o è la vittima?? Non si
capisce bene, per cui l'autore lascia spazio all'interpretazione.
"Deleite"(rigo 5): dice che si tratta di un libro divertente e chi non vuole
approfondirlo si divertirà solo, mentre chi vuole approfondirlo scoprirà che
c'è qualcosa di più del divertimento -> viene mostrato il disordine sociale del
suo tempo. I personaggi vivono in modi opposti rispetto al ruolo sociale
stabilito; il protagonista diventa buono per adeguarsi alla società (la madre gli
raccomanda di essere vicino ai buoni)...
L'autore conclude dicendo che in fin dei conti è un 'libro de entretenimiento',
è un libro che fa ridere, ridere su cose serie. E' dunque la storia di un uomo
che serve a temperare l'aspetto comico secondo una procedura di
distacco/distanziamento: viene fuori l'aspetto umoristico - non ridere, ma
capire il perché, riflettere su quanto letto.
Infine, possiamo dire che il filtro retorico è il prezzo da pagare per entrare
nella storia e far capire al lettore quanto autore e protagonista siano diversi e
quanto l'autore sia più vicino al lettore.
TRATADO I --> esposizione della situazione in cui Lazzaro si trova:
contestualizzazione nell'ambiente sociale e familiare. Probabilmente viene da
una famiglia di Moriscos - ci sono allusioni, e la madre ha una relazione con
un moro nero. La famiglia di L. è tipica del romanzo scientifico del '900,
determinata da 'race, milieu, moment', una famiglia disfunzionale: il padre
viene allontanato e muore in battaglia (così si dice), il patrigno viene
allontanato e punito e la madre è costretta a sbarazzarsi del figlio - fatto reale,
comune all'epoca. Dunque, L. nasce 'bastardo' e lo sarà fino alla fine.
- Il Lazarillo, come abbiamo detto prima è un romanzo picaresco per alcuni
aspetti, MA non è solo questo --> l'autore ha una prospettiva non barocca, ha
una visione critica e analitica della realtà della sua epoca e usa delle tecniche
narrative estranee al romanzo picaresco.
Rapporto servitore-padrone: i padroni rappresentano le classi sociali
dell'epoca, proletariato, clero, bassa nobiltà, borghesia parassitaria (cieco,
sacerdote, scudero - hidalgo, venditore di bolle - capitalismo finanziario);
mancano i contadini. 19
Unione elementi spaziali, temporali, relazionali: è un romanzo di
movimento dal momento che il protagonista parte da Salamanca e arriva a
Toledo. L'itinerario rappresenta il passaggio da una situazione instabile ad
una situazione stabile, situazioni accomunate dagli stessi elementi, ovvero la
marginalità e il disonore ( tutto il racconto viene motivato da questo).
Struttura chiusa del racconto, ma apribile.
L'opera è quindi la testimonianza di un'epoca, opera in cui l'autore fa un
discorso sui mali della società; opera in cui sono presenti anche degli aspetti
attuali, come la corruzione del clero che in realtà è la corruzione del governo,
e la truffa, incarnata dal venditore di bolle/indulgenze (cosa che è di autorità
della Chiesa)--> *il buldero ha avuto il permesso di vendere le indulgenze al
popolo, ma le persone non le comprano perché evidentemente non erano
tanto credulone, per cui il cosiddetto "miracolo" serve a convincerle. E'
implicito che, secondo l'autore la truffa è ad opera del papa e dell'Imperatore:
visione del mondo e società dell'epoca spietata. Il tono ironico e di
divertimento nasconde una sfiduciata concezione del mondo. La
degradazione dei ruoli sociali è resa evidente nei primi 3 padroni,
rappresentanti delle tre casate su cui dovrebbe poggiarsi l'equilibrio
dell'intera società. Con i primi tre padroni - cieco, sacerdote, scudiero - Lazaro
soffre la fame e rischia di morire -> lotta per sopravvivere. Il cieco è povero,
una carogna con delle giustificazioni (è davvero cieco e povero); il sacerdote
non è veramente povero ed è un egoista (contrario di come un sacerdote
dovrebbe essere); l’escudero/hidalgo rappresenta una fotografia della sua
classe sociale, ossia, un signore non guerriero che aspira ad essere un
'caballero cortesano', inoltre, vive alle spalle dei poveri e pur di mantenere le
apparenze è disposto ad accontentarsi di ciò che avanza.
L'ultimo valore degradato è la santità del matrimonio: l'autore costruisce un
lieto fine nell'infedeltà coniugale e sul morso della solitudine --> una vittoria
sociale su un definitivo fallimento umano.
- L. fa l'accompagnatore di un cieco, di quelli che vivono e si guadagnano da
vivere come guaritori e stregoni, approfittando la buona fede del popolo e
delle debolezze degli uomini. Sfruttato dal cieco, ne apprende anche l'astuzia e
se ne serve per ingannarlo. Poi va a servire un prete, che si dimostra ancora
più avaro e cocciuto nel rifiutargli il cibo: lo stile ladresco di L. si è affinato
proporzionalmente alla gravità dell'ostacolo che il nuovo padrone gli oppone.
Ed eccolo alle prese con un nuovo padrone, uno scudiero che, messo alle
strette per la prigione arretrata, scappa per non tornare mai più, e poco
manca che il ragazzo non debba patire per lui la vendetta dei creditori. Altri 5
padroni gli toccheranno: un frate mercedario, uno spacciatore di bolle
20
per le indulgenze, un maestro pittore di tamburelli, un cappellano e un
alguacil (sceriffo, poliziotto), che cerca di farne uno sbirro --> L. è passato
dalla fase dell'astuzia a una mentalità commerciale: diventa banditore di vini
per conto di un arciprete, riesce a racimolare un po' di denaro e a sposarsi con
la serva del suo padrone.
- E' anche importante la questione della 'socialità' --> L. è alla ricerca di un
posto per la vita. Alla fine, da un punto di vista di collocazione è un posto di
frontiera, mentre dal punto di vista materiale non avrà problemi.
- * Riprendendo la figura del buldero, il quarto padrone, possiamo dire che
rappresenta la borghesia parassitaria, la