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JAVIER MARINO – GONZALO TORRENTE BALLESTER
1943 subito proibito dalla censura nonostante Torrente fosse falangista e il romanzo fosse in
linea con l’ideologia franchista, probabilmente la censura è dovuta agli accenni al ruolo e alla
diffusione delle ideologie della sinistra, anche se condannate.
Nel romanzo si parla di un giovane di famiglia agiata con idee conservatrici, che assume un
atteggiamento scettico rifiutando ogni genere di pressione, imposizione e preconcetto.
Intellettuale spietatamente critico e razionale.
Lascia la Spagna allo scoppio della guerra civile e si reca a Parigi. Lì conosce una ragazza
francese, alto-borghese, che rinuncia ai privilegi abbracciando la causa del comunismo. Dopo
varie peripezie, Javier la sposa, lei si converte al cattolicesimo e abbandona anche le idee di
sinistra. Javier torna poi in Spagna per lottare a fianco dei nazionalisti di Franco.
Nascita del filone del romanzo intellettuale avrà successo poi negli anni a seguire. Abbiamo
una continua autoanalisi e autocritica di Javier tramite una serie di interrogativi che lui pone a
sé stesso.
Ay..estos hijos! – Juan Antonio Zunzunegui
1943, racconta la storia di un uomo, a partire dalla sua infanzia fino alla sua maturità, con
descrizione di caratteri ed ambienti. Testo privo di novità, il merito maggiore va al linguaggio
ricco pieno di neologismi.
Mariona Rebull – Ignacio Agusti
1944, parla di Mariona, un’anima romantica sposata ad un marito calcolatore. Muore tra le
braccia del suo amante. Oltre alla vicenda di Mariona si parla anche della famiglia Rius,
attraverso le loro vicende si può notare l’evoluzione storica e sociale di Barcellona. La 39
Sara Cargnino
borghesia di Barcellona viene usata come modello ed è idealizzata. Questo testo non ha novità
tecniche o di contenuto.
ANNI ’50
La Spagna in questi anni conosce un rinnovamento sociale, politico e anche culturale. Abbiamo
una progressiva industrializzazione con il movimento migratorio dei contadini dalla campagna
alla città la crescita industriale non è al passo con l’urbanesimo, e ciò porterà emigrazioni
all’estero. Fenomeno del sottoproletariato, periferie con immigrati in condizioni subumane.
Sviluppo della piccola borghesia e della classe burocratica. Nel ’52 abbiamo l’abolizione delle
tessere annonarie e la fine del mercato nero, che porta ad uno sviluppo importante della
coscienza critica e politica. Abbiamo poi i primi movimenti di protesta, ad esempio il
boicottaggio dei trasporti a Barcellona nel ’51, o le manifestazioni studentesche nel ’54. La
letteratura inizia ad interessarsi al conflitto sociale, a condannare la borghesia e a difendere la
classe operaia. La Spagna inizia ad essere una meta turistica internazionale, e l’arrivo degli
stranieri porta un nuovo apporto economico e a nuovi usi e costumi. Di conseguenza abbiamo
la fine dell’isolamento internazionale e le relazioni estere iniziano ad essere possibili, c’è
un’apertura nei confronti delle sperimentazioni letterarie nuove. La censura è più moderata,
una tolleranza maggiore tranne per alcuni argomenti che rimangono intoccabili come
l’ideologia franchista o la morale cattolica. Abbiamo anche lo sviluppo dell’editoria, con la
diffusione delle novità straniere e le opere spagnole all’estero. Altri premi letterari che portano
l’aumento dei lettori e un lancio di nuovi scrittori. Premi “Biblioteca breve” del 1958 per le
opere che portavano novità formali e “Premio De La Critica” per libri già esistenti, scelti per il
loro valore e non per presentare altri autori.
Iniziano a circolare novità letterarie e cinematografiche. Romanzi anche italiani come Moravia o
Pavese, il cinema neorealista italiano come Rossellini e De Sica. I romanzi della generazione
perduta (Dos Passos, Hemingway...). L’esistenzialismo francese con Sartre, Camus…alcune
opere di Joyce, Kafka e Proust iniziano ad essere diffuse anche in Spagna sarà grazie a loro
se gli autori spagnoli rinnoveranno le proprie tematiche e proveranno nuovi stili di scrittura,
concentrandosi su problematiche esistenziali dell’individuo inserito in un collettivo. Uso di
monologo interiore, punto di vista del narratore che varia.
Rinnovamento del romanzo spagnolo degli anni ’50
Il romanzo spagnolo in quegli anni subisce una forte evoluzione per quanto riguarda la
tematica. Abbiamo una nuova problematica sociale ed esistenziale, ci interessa il recupero
dell’infanzia e l’osservazione della natura. Come novità tecniche troviamo: l’obiettivismo del
narratore, assenza di analisi psicologica, protagonismo collettivo, predominio dei dialoghi ed
infine la riduzione spazio-tempo, che si presenta in tutte e tre le modalità che abbiamo
studiato: lineare, retrospettiva e simultaneista. Abbiamo anche l’utilizzo di stile indiretto libero,
con monologo interiore, parlata dei personaggi riprodotta in base all’estrazione sociale e
struttura aperta del romanzo (si intende come riproduzione di una parte casuale di vita).
La realtà la si descrive e così si denunciano le ingiustizie sociali. Si parla di industrializzazione,
quindi di agricoltori che dalle campagne si spostano verso le città che abitano le periferie e che
vivono spesso in condizioni disumane. I romanzi neorealisti descrivono le città, le periferie dove
abitano gli operai che lavorano nelle fabbriche in condizioni di precarietà.
Spesso sono tantissimi i personaggi che popolano i testi, per esempio il romanzo padre di
questa tendenza è un altro romanzo di Cela:
La Colmena – Camilo Jose Cela (l’alveare)
1951, pubblicato a Buenos Aires perché in Spagna è censurato, poiché accusato di attaccare il
dogma religioso, la morale e di non possedere contenuti profondi e anche di essere
pornografico. Presenta trecento personaggi, di cui la vita viene raccontata in modo non
omogeneo, senza un filo conduttore o una storia tradizionale e soprattutto senza un unico
protagonista. Sei capitoli + epilogo. Sequenze di tipo cinematografico, frammenti di vita di
personaggi diversi che sono collegati solo occasionalmente. Frammenti che formano le tessere
di un mosaico ( alveare) che serve a fornire una visione della società o comunque di una
parte di essa del dopoguerra. Ambientato nel ’42. 40
Sara Cargnino
Le classi sociali che troviamo sono la piccola borghesia e gli strati più umili della popolazione,
che sono entrambe classi ossessionate da miseria e sesso, in tutte le loro sfumature possibili.
Esempi
Povertà più assoluta Elvirita che non mangia la cena
Impossibilità di pagarsi qualsiasi consumazione al bar (Martin che mangia a casa della
sorella di nascosto dal marito)
Sesso come fonte di sopravvivenza (tredicenne Merceditas venduta dai genitori ad un
medico per soldi)
Sesso come disgrazia (Dorita cacciata di casa perché incinta e finisce anche per
prostituirsi)
Temi: incapacità di comunicazione e solitudine dell’uomo, alienazione ed incertezza del destino
umano, persone che vivono fianco a fianco ma che sono isolate come in celle di un alveare.
Storie indipendenti tra loro, relazioni occasionali e superficiali. Non c’è l’eroe tradizionale, ogni
personaggio si preoccupa per la propria sopravvivenza. Abbiamo tracce di tremendismo i
bambini he maltrattano un cane già agonizzante e lo buttano semi morto in un cassonetto.
Tecniche narrative: protagonismo collettivo (non aveva precedenti in Spagna), obiettivismo
sensoriale il narratore segue i personaggi come se fosse una macchina da presa.
L’obiettivismo però rimane nei limiti, il narratore compare comunque all’interno del racconto
con alcune valutazioni personali, o anticipando fatti.
Non c’è una sequenza lineare del racconto, abbiamo una narrazione simultanea e riduzione
temporale simultanea il racconto si svolge nel corso di tre giorni ed è, per l’appunto,
simultaneo. Probabilmente tutte le azioni si svolgono quasi sempre nello stesso momento, ad
esempio il capitolo VI, che si intitola “la mattina” assistiamo al risveglio di alcuni personaggi,
alle loro colazioni, al sonno di chi si alza più tardi. O anche capitolo IV che invece racconta della
notte, abbiamo più personaggi che fanno sesso in più luoghi diversi e condizioni varie.
Il romanzo è a struttura aperta, non è importante la successione temporale dei fatti. La
successione dei capitoli non rispetta neanche l’ordine cronologico dei vari giorni e parti della
giornata. Questo è un romanzo FONDAMENTALE per il rinnovamento del romanzo spagnolo,
introduce il realismo sociale, mette in evidenza la problematica collettiva e abbiamo l’uso di
tecniche narrative mai usate in Spagna prima, come ad esempio la riduzione temporale, o il
protagonismo collettivo, o la simultaneità delle azioni.
Cos’è questo alveare? È composto da tante celle che rappresentano la periferia di Madrid,
quindi con degrado sociale, morale ed economico, con l’obiettivo di sopravvivere, immagine
simbolica che si ritrova all’interno del titolo a cui possiamo attribuire un significato solamente
una volta terminata la lettura.
LA NORIA – LUIS ROMERO
Ottiene il premio Nadal nel 1951, e viene pubblicato nel ’52. È il primo lavoro dell’autore.
Il racconto si svolge in un’unica giornata a Barcellona, e presenta trentasette personaggi
diversi. A differenza de La Colmena, i personaggi di questo romanzo fanno parte di strati sociali
diversi. Ad ognuno di loro è dedicato un solo paragrafo, il passaggio da una vicenda all’altra è
considerato spesso meccanico (sono messi in relazione con rapporti/avvenimenti casuali.
Esempio: prostituta che prende il taxi, il tassista rientra a casa e sveglia la figlia, la quale va a
scuola e incontra poi un altro personaggio, ecc…) ogni situazione ha qualche dato biografico
del personaggio e una serie di monologhi interiori. Il titolo è simbolico (significa ruota
panoramica) ritorna sempre su sé stessa, le sue fondamenta passano sempre per lo stesso
punto al contrario dei personaggi del romanzo, di cui si parla una volta sola e basta. Circolarità
del tempo l’ora in cui la prostituta nel primo capitolo rientra a casa, è la stessa in cui il
giorno dopo il sacerdote dice la messa. Come nel romanzo di Cela, vuole essere uno scorcio di
vita con struttura aperta in questo caso però rischia di creare il desiderio nel lettore di
volerne sapere di più, creando un fastidio. Manca la differenziazione del linguaggio in base al
ceto sociale. Anche in questo caso protagonismo collettivo