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MURAKAMI – L’arte di correre
È uno scrittore giapponese nato nel 49, inizia a correre a 33 anni. Scrittore fantasioso.
Nella prima parte di questo libro ragiona su come ha iniziato a correre “grande dilemma” allungo i tempi
di allenamento o aumento il ritmo?
Diario incentrato sull’azione di correre. 40mila italiani, mediamente, hanno corso una maratona, i più bravi
tra le 3-3:30h, i meno bravi in 3:30-4:30h.
Finire ma lasciare qualcosa in sospeso per il giorno dopo (non ho capito niente)
Successivamente confronto fra corsa e altri sport. “scrivere un libro è come correre una maratona”
Raggiunge il suo picco intorno ai 45 anni e poi inizia il declino e fa vedere come gestire il declino.
Fino ai 45 completava la maratona in 3:30h.
Comincia a ragionare sul problema su “come si ci accorge del declino e come si gestisce”
Lui non si ferma anche quando non riesce a concludere la maratona in 3:30.
L’insoddisfazione lo porta a pensare di praticare gare più brevi della maratona.
La corsa è uno sport democratico, ma è una democrazia teorica, corrono contemporaneamente atleti di livelli
diversi, amatori e professionisti.
“Abbattimento del corritore”
“Cosa penso mentre corro?” inizialmente dice di non pensare niente, successivamente si capisce che non è
così. “quando corro semplicemente corro”. Fa un discorso legato alla sua natura solitaria, molte delle cose
che dice però non si possono estendere a chiunque poiché ci sono coloro che corrono in gruppo. Vorrebbe
pensare a qualcosa ma non realtà dice “non penso a niente”
Seconda metà dei 50 anni. Quando era giovane non riusciva a immaginarsi da grande.
(Dietro ogni anziano c‘è un uomo più giovane che si chiede cosa sia successo)
“si ha sempre voglia di correre?” no
“qual è la qualità migliore per uno scrittore?” il talento, dopo questo la capacità di concentrazione
14-03-2024
Il suo libro (Murakami) è un diario.
Talento, concentrazione e perseveranza caratteristiche che legano la corsa e la scrittura
Scrivere, lui dice, è un’attività malsana (per il corpo, per la postura ecc.)
Sguardi ed espressioni è come se le persone che corrono si riconoscono fra loro, nella vita di tutti i giorni
È un libro romanziere, è portato a prendere, per rimpolpare il suo libro, tutto ciò che gli capita davanti.
Mentre corre viene superato da alcune ragazze che frequentano l’università e lui si sente sfidato da loro, al
contrario di loro lui è abituato a perdere, al tempo stesso però riconosce l’identità delle persone.
Lui a un certo punto comincia a parlare dell’ultramaratona, a un certo punto non riesce più trovare lo stimolo
che lo spingeva a correre. Non riesce ad accettare il suo declino da maratoneta. È arrivato a concepire l’idea
che correre non è tutto nella vita e inizia prendere le distanze dalla corsa. Il tempo svolge il suo ruolo, inizia
ad avanzare senza fermarsi. Il corpo non risponde più alla tessa maniera.
I SUOI OBIETTIVI NELLA MARATONA
- Tagliare il traguardo comunque
- Non camminare
- Correre con piacere
MAURO COVACICH – Sulla corsa
26 capitoli di cui 8 non datati. Andamento completamente perturbato, va continuamente avanti e indietro.
Primo capitolo parla della sua prima corsa e scopre di essere portato.
2016 a un certo punto parla di “amatori” e qualcuno gli chiede “amatori di cosa?” e fa riferimento al
corpo che pensa.
4° capitolo 1998
Fa un discorso sull’applicazione e sul talento. Descrive Andrea, un suo amico, il quale stupisce le sue
aspettative dato che Andrea non aveva proprio l’aspetto del corritore (estetiche e abbigliamento).
Dopo aver fatto l’allenamento insieme Andrea perde peso e inizia a correre completando la maratona
in 2h e qualcosa, superando Covacich e diventando un maratoneta.
6° capitolo, non datato
Discorso sugli auricolari
Il maratoneta è l’uomo più resistente
Zatopek era stato un grande corritore negli anni 50, nel 68 diventa un eroe nazionale e si schiera
dalla parte della democrazia e viene mandato in esilio in certi campi di lavoro dove viene accolto
come eroe.
Fa riferimento al fatto che la zona che va dalla fine della guerra al comunismo, al fatto che Unione
Sovietica invade l’Ungheria.
Film “Il maratoneta” lo cita 21-03-2024
Riprendiamo il discorso di Covacich
Questo libro è un po’ il contrario di Murakami, Covacich ha avuto una introduzione più traumatica nella sua
carriera.
Racconta la maratona di New York in due capitoli:
Il primo capitolo è interessante perché parla prima di New York in astratto, incontra una donna
e capisce che questa si sta preparando per la maratona di New York. È impesantito e invecchiato, ha già
smesso di correre e pensa che la ragazza non possa capire che anche lui corre. Descrive la maratona su
un’altra persona, in questo caso la ragazza e poi aggiunge “a me è successo nel 1999”. Nei romanzi
mediamente sono scritti alla prima o alla terza persona, il fatto che esista una corposa letteratura in seconda
persona può essere due cose diverse: o si parla in seconda persona per sé stessi o per conto di qualcun altro.
Nell’altro capitolo descrive la sua maratona di New York del 1999.
Barra rovente capitolo 14 il piriforme, ne dedica un capitolo. Diagnosi è stata una volta nel su rapporto
con il corpo. Si trattava di una contrattura che si ripeteva in maniera sempre diversa, pensava una entità
intelligente la cui volontà era fermarlo. La immaginava come un tondino inflitto nel suo corpo. Fece una
prima ipotesi riguardo la barra era che secondo lui era dimagrito troppo, assumeva quindi sostane nutritive e
si “alimentava”, ma lo barra si ripresentava ugualmente. La seconda ipotesi puntava sulla sudorazione.
Descrive quindi di andare dal fisioterapista. Un giorno a fine allenamento mentre gemeva Alessandro gli
chiese se avesse mai fatto una lastra, scoprì di avere ernie e schiacciamenti. Scoprì che il piriforme si
contraeva per evitare ulteriori danni peggiori alla sua schiena. Il piriforme diventa un suo “amico”
In un capitolo parla di Pizzolato
Lui vinse due maratone di New York.
[Patucchi “Maratoneti” descrive il contrario di Covacich (bu non ho capito)]
In un capitolo parla di Baldini
Vince nel 2004 ad Atene, è portato più a raccontare le sconfitte e le sofferenze più che le vittorie.
Penultimo capitolo 2016
Esce dallo studio di medicina dello sport e la cardiologa è stata chiara “lei si deve fermare”, non
era possibile concedergli l’idoneità all’attività agonistica. Inizia a odiare tutti, soprattutto le
persone che corrono.
Discorso sull’accettazione.
Ultimo capitolo
Parola finale “corricchianti” 28-03-2024
Vedi foto taccuino Roberto
PATUCCHI – Maratoneti
Raccolta di storie, racconti
3° racconto su Baldini. Corre ad Atene neo 2000 – 2004 (vince) – 2008, citerà l’autobiografia dello stesso
Boldini, con le sue frasi, racconta l’arrivo allo stadio di Atene.
Chiusa in 2:10:55h.
È una maratona difficile c’è una salita poco prima dell’arrivo.
Temperature altissime, fatta alle ore 18 (inusuale)
Descrizione della gara che vince.
Poi racconta le altre, 2008 Pechino 14° posto per il 37enne. 4 anni hanno fatto la differenza, 2:13h.
“Mi sento finito” dice Baldini.
Ma si sente in dovere di partecipare alle prossime gare in quanto vincitore di Atene.
Poi microfrattura, distrazione muscolare, quindi la prospettiva di Pechino sfuma.
Tornano i fantasmi di Sidney 2000, si ferma per infortunio, si ritira e poi riprende.
Altro racconto “IL GIARDINO DI SHIZA”
È la tentazione di fermarsi arrendersi o camminare. Fermarsi e poi ricominciare è molto più dispendioso.
Shiza 21 anni nel 1911, atleta giapponese. Intono al 30°km rallenta fino a fermarsi in una villetta, bere
dell’acqua, la famiglia lo accoglie, si addormenta, per la vergogna torna a casa senza dire niente. Data
dispersa.
50 anni dopo fu invitato a concludere la maratona, a 88 anni concluse la maratona di Stoccolma a 55 anni.
Chi si ferma è perduto ma non sempre.
Miguel era un maratoneta, ne parla la sorella
Cercavano Miguel scambio di persona
20 anni di ricerca
Ogni anno a Roma corsa di 10km in onore di Miguel
CAPITOLO 14
“L’anima democratica della maratona”
Il top runner e il corricchiatore gareggiano insieme
CAPITOLO 15
“Vicini ma lontani”
Racconto in parallelo tra lui e il vincitore durante la gara “Lepre” da il ritmo forte per pochi
chilometri al top runner
“Pacemaker” da il ritmo durante tutta la gara ad una velocità inferiore alla propria.
La sua la scrive in corsivo
Descrive il fastidio della macchina alla partenza, che ostacola
CAPITOLO 23
Luca Coscioni
Maratona finita nel 2006. Sclerosi laterale. Professore universitario e maratoneta
Libera il maratoneta 18-04-2024
JEAN ECHENOZ – Correre (2008)
È un romanzo, racconto in 3° persona su Zatopek era un maratoneta boemo, aveva una caratteristica, ovvero,
correva male. Arriva alla corsa causalmente e a comincia a vincere dopo un po’ inizia però a perdere e
descrive questa traiettoria. Zatopek è un mito della corsa degli anni 50. Lui comincia a correre durante la
guerra, poi questa finisce e lui continua a correre. Nel 68 quanto c’è l’invasione della Cecoslovacchia
Zatopek diventa una sorta di eroe popolare.
Senso profondo del libro, come uno scrittore che non è uno sportivo può fare la storia su un maratoneta.
Zatopek lavorava da Bata, la fabbrica di scarpe.
La prima gara a cui partecipa è una cross country 9km.
“quel che non aveva percepito è che iniziava a piacergli” iniziava a vincere.
Introdurrà ciò che oggi si chiama Fortlek
Competizioni internazionali, magari perde
Però è record tra gli atleti cecoslovacchi.
Diventerà un idolo per il proprio paese, sarà atleta dell’esercito.
Lui sarà spesso solo a rappresentare il proprio paese.
Vedendo dietro il cartellone della Cecoslovacchia un solo atleta fa scoppiare la derisione dello stadio durante
la sfilata.
L’americano addetto a portare il cartellone lo disprezza.
Tutto ciò lo fa innervosire
Parte a manetta doppia gli avversari (due volte), pubblico in piedi
“fa tutto ciò che non si doveva fare e